“Acquasanta”, storia di alcune vite in sospeso

chronicalibri_recensione acquasanta_ottavianiGiulia Siena
ROMA
“Generosa, desiderosa di offrirsi attraverso appendici straordinariamente duttili, è di una bellezza di cui ci si può fidare: non intravedo insidie nel suo corpo catalitico. E quando dico corpo comprendo quella che tanti chiamano anima e cercano nel cuore, e che io rintraccio nelle pieghe della mente”. Una scrittura cerebrale è quella che contraddistingue Barbara Ottaviani, autrice di “Acquasanta” (Nuova Ipsa Editore).
Con questo suo secondo libro l’autrice – medico di professione e siciliana di terra e di indole – approda al romanzo. La storia è quella di una bambina in coma dopo un incidente e di una infermiera “in coma” di sentimenti. La donna si prende cura della bambina con devozione e il suo scopo, quasi del tutto inconscio, è quello di scoprire la storia della fanciulla in fin di vita per riscoprire il proprio percorso fino all’età adulta.

Le due donne non hanno nome. Gli altri protagonisti non hanno nome. Quasi nessuno ha un nome che ne definisca e ne “intrappoli” le caratteristiche di personaggi così forti e così universale in un unico e banale nome. Loro non hanno nomi ma si emozionano ed emozionano il lettore.

Il romanzo è breve, intenso, scritto con una cura quasi maniacale; scritto come a voler affermare qualcosa di più che una storia; scritto come un bisogno, il bisogno di dare voce al bambino che in noi; scritto per cambiare o rimediare a qualche errore del passato con la consapevolezza dell’età adulta.

“La mia banda suona il porn. La storia vera”


Alessia Sità

ROMA
– Al giorno d’oggi trovare un lavoro non è molto facile. La crisi purtroppo ha colpito tutti in diversi settori e sicuramente la musica non è da meno. Per non lasciarsi abbattere è fondamentale ingegnarsi e reinventarsi se è necessario. É questo quello accade, a grandi linee, ne “La mia banda suona il porn” un romanzo scritto da Raffaella R. Ferré e Paolo Baron, pubblicato da 80144 edizioni.
Accantonati riconoscimenti e premi illustri, uno dei quali ricevuti direttamente dall’indimenticabile Fabrizio De Andrè, quattro musicisti napoletani decidono di intraprendere un nuovo percorso professionale. Coraggiosamente Paolo, Gianni, Enzo e “l’altro” Enzo abbandonano la discografia ufficiale, per iniziare una nuova carriera come ideatori di colonne sonore per film porno. Le bizzarre avventure di questo insolito gruppo musicale iniziano a corso Secondigliano e continuano fra Roma e Milano. Dal famoso palco di Sanremo agli studi di una delle major dell’hard, passando anche attraverso la chat online notturna, per capire quale sia il vero pubblico fruitore di materiale pornografico. Dopo essere stati catapultati nel dietro le quinte di “Kiss me, baby” e “Pornoveline belle e porcelline” – i film hard dalle musiche originali studiate ‘ad hoc’ dalla band – i quattro ragazzi riusciranno a pubblicare un cd (in 3omila copie) dedicato completamente al ‘suono dell’amore’. Una raccolta accurata di brani sostanzialmente destinati a unire musica e sessualità, in grado di suscitare pensieri ed emozioni difficilmente esprimibili con le sole parole.
“La mia banda suona il porn” è la storia vera di chi nonostante le avversità e i problemi di tutti i giorni, ha avuto l’audacia di inventarsi un lavoro diverso e sicuramente singolare.