VerbErrando, cronaca delle parole: la Poesia

ROMA – “Non ho mai saputo

lasciarmi portare

da ciò che avrebbe potuto essere bello

e ho resistito senza sapere

senza capire perché

con tutte le mie forze

contro…la gioia.

Ho dovuto soffrire senza ragione

per me

per lamentarmi

per avere qualcosa su cui piangere.
Adesso, ho così ben scavato

con le mia lacrime la fossa

che posso davvero seppellirmici.
Eppure credo di aver amato da lontano

tante cose diverse

ma sempre mancava qualcosa

Un sapore di sogno

un po’ d’incanto

perché bisognava soffocare

i ricordi teneri.”
Marie-Jo Simenon era la figlia di George. George scriveva. Lui inventava personaggi a cui affidava compiti importanti, tipo cercare gli assassini, rincorrere i delinquenti, far innamorare donne misteriose, conquistare città inarrivabili all’altro capo dell’oceano. Seppe inventare tutti i tipi di uomo, ma non quello giusto per Marie. Così lei morì.
Il 19 maggio 1978 si sparò un solo colpo con una calibro 22 e tutto finì. Gli echi delle corde della sua chitarra, le lettere al padre, le poesie, le parole alla rinfusa scritte su carte di fortuna… niente più niente… il suo niente… così vuoto di esseri… così pieno di sé… di se… lei era una mongolfiera che proprio non riusciva a volare. Eppure voleva. Lei viveva lo struggimento di sapere che la vita non ha fine e che vivere è arduo ovunque. Natsume Sōseki lo diceva.
“È difficile vivere nel mondo degli uomini.

Quando il malessere di abitarvi s’aggrava,

si desidera traslocare in un luogo in cui la vita sia più facile.

Quando s’intuisce che abitare è arduo,

ovunque ci si trasferisca,

inizia la poesia…”.

Nel 1906 scriveva “Guanciale d’erba” e dipingeva ad acquerelli l’essere poeta… un destino che non ha niente a che fare con la vocazione o l’ambizione… il poeta è un essere per il quale “Completare è diminuire”. “ Non guardo nulla. Ma proprio perché sul palcoscenico della mia coscienza non si muove nulla che sia rivestito di un colore sgargiante, riesco a identificarmi in qualsiasi cosa. Eppure mi sto muovendo. Né dentro né fuori da esso. Tuttavia mi muovo […] Se proprio mi si costringesse a spiegarmi, affermerei che il mio animo vibra con la primavera.” Il poeta… un uomo, “… un uomo che, avendo limato da questo mondo quadrangolare un angolo chiamato buon senso comune, vive in un triangolo”. Questo fu anche Nazim Hikmet, nato a Salonicco quando era ancora Turchia, russo di adozione… passò tutta la sua vita lontano. Lontano dalla sua donna, lontano da suo figlio, lontano dalla sua terra… lontano dal carcere, lontano dalla morte. Lontano… solo… visse in amore. Scrisse d’amore. Per la libertà di cui si fece bandiera, per le donne, per la vita, per la meraviglia, per il potere del divenire, del cambiamento, del rinnovamento “Il miracolo del rinnovamento / mio cuore / è il non ripetersi del ripetersi”. Vivere, osare, assumersi il rischio di essere audaci, perché la vita non è uno scherzo…
“…Prendila sul serio

come fa lo scoiattolo, ad esempio,

senza aspettarti nulla

dal di fuori o nell’al di là.

Non avrai altro da fare che vivere.

La vita non è uno scherzo.

Prendila sul serio

ma sul serio al punto tale

che messo contro un muro, ad esempio, le mani legate

o dentro un laboratorio

col camice bianco e gli occhiali

tu muoia affinché vivano gli uomini

gli uomini di cui non conosci la faccia

e morrai sapendo

che nulla è più bello, più vero della vita.
Prendila sul serio

ma sul serio al punto tale

che a settant’anni, ad esempio, pianterai degli ulivi

non perché restino ai tuoi figli

ma perché non crederai alla morte

pur temendola,

e la vita sulla bilancia

peserà di più.”

 

Gente così muore una volta sola, e quando lo fa non è nemmeno per sempre. Invece noi? Noi che non siamo audaci se non in apparenza, noi che non abbiamo ricevuto lezioni di educazione sentimentale, che non conosciamo le geografie delle nostre emozionalità, che non combattiamo se non per il nostro pasto, noi, chi siamo noi?
Che la poesia sia con noi e con il nostro spirito. Che questa primavera ci aiuti a transitare… verso il risveglio o il lento abbandono… comunque verso un qualche dove. Che questo transitare sia in poesia, in divenire… di desideri inespressi, di giochi mai iniziati, di incontri al buio, di avviamenti, di raccordi… …che questa primavera sia vita, amici! Che questa primavera sia vita!

 

21.03.2012
Giornata mondiale della poesia.
Morte di Tonino Guerra.
Primo giorno di Primavera.

 

George SimenonMemorie Intime (ed. Adelphi)
Natsume Sōseki Guanciale d’erba (ed. Neri Pozza)
Nazim HikmetPoesie d’amore (ed. Mondadori)

 

Veruska Armonioso per ChrL.