Mucchi Editore: 10 Libri da regalare per “cittadini liberi”

MODENA –  Perché regalare o regalarsi un libro? Il perché lo lasciamo dire alla voce di Mario Vargas Llosa:

“Una società impregnata di letteratura è più difficile da manipolare da parte del potere, è più difficile da sottomettere e ingannare, perché quell’inquietudine con la quale torniamo nel mondo dopo esserci confrontati con una grande opera letteraria, crea cittadini critici, indipendenti e più liberi di quanti non vivono quell’esperienza.”


1. “L’altro e lo stesso. Teoria e storia del doppio”, di Massimo Fusillo, pp. 392 – € 23,00
Una nuova versione accresciuta e aggiornata di un libro diventato ormai un classico del genere, con un’appendice che permette una rinnovata presa con l’attualità. Il saggio si focalizza sull’esperienza perturbante dell’incontro con se stesso, il tema del doppio, ricco di implicazioni antropologiche e psicanalitiche in uno sconfinato campo che comprende ombre, gemelli, quadri e specchi, dall’antichità classica al barocco, dal fantastico romantico al Novecento, fino al cinema, un’arte in cui il tema del doppio è inscritto nei meccanismi più profondi.

 
2. “Il vino nel mondo antico. Archeologia e cultura di una bevanda speciale”, di Stefano de’ Siena, pp. 271 – € 20,00

Un appassionante viaggio nel tempo che ricostruisce la storia dell’invenzione del vino, la sua evoluzione e la sua funzione sociale negli usi delle grandi civiltà antiche, dagli esordi nel Vicino Oriente fino al mondo ellenico, etrusco e romano. Un’opera che coivolge le competenze dell’archeologo, dell’enologo e dell’appassionato degustatore.
3. “Danza e spazio. Le metamorfosi dell’esperienza artistica contemporanea”, di Rossella Mazzaglia, pp. 159 – € 12,00

Un excursus che attraversa la danza postmoderna americana, il teatro-danza tedesco, la non danza europea, la danza urbana e la danza d’autore, particolarmente italiana, con una riflessione inedita sull’interazione tra danza e spazio, i suoi nodi concettuali e le principali tipologie nel confronto con gli sviluppi storici, sociali ed estetici del secondo Novecento.
4. “Questi occhi mettono radice. Alberografie nel cuore dell’Emilia Romagna”, di Tiziano Fratus e Lorenzo Olmi, pp. 141 – € 12,00
Un viaggio nel cuore dell’Emilia Romagna a occhi spalancati, dai parchi del capoluogo alle aree collinari e appenniniche nelle province di Bologna e Modena. Un andare oltre l’aspetto meramente descrittivo e scientifico degli alberi secolari incontrati per rivelare come dall’incontro tra l’uomo e la natura sia possibile riscoprire un legame primitivo, di reciproca appartenenza.
5. “Libertà come critica e conflitto. Un’altra idea di liberalismo” di Pierfranco Pellizzetti, pp. 224 – € 15,00
Un’antologia di autori e prese di posizione come repertorio su cui fondare il “nuovo liberalismo” del XXI secolo; un excursus di storia delle dottrine politiche che chiarisce la sostanziale differenza tra l’essere liberale e l’essere liberista. Provocatoria e anche un po’ beffarda.
6. “Foucault interprete di Nietzsche. Dall’assenza d’opera all’estetica dell’esistenza” di Stefano Righetti, pp. 238 – € 22,00
Le diverse letture di Nietzsche presenti in Foucault, per rivelare, allo stesso tempo, l’originalità dell’interpretazione foucaultiana rispetto a quella di altri autori contemporanei.
7. “Tra estetica, poetica e retorica. In memoria di Emilio Mattioli”, AA.VV, a cura di Rita Messori, pp. 288 – 25,00
Un’opera collettiva che fuori da ogni intento meramente ricostruttivo, si riallaccia all’opera e all’insegnamento del filosofo Emilio Mattioli, individuandone le principali direttive e temi più importanti.
8. “Novelle e impressioni “ di Gino Racah, a cura di Carlo Tenuta, pp. 104 – € 12,00
Le prose di Gino Racah, qui proposte ad un secolo di distanza dalla pubblicazione con il titolo di Novelle e impressioni, costituiscono un capitolo cruciale per comprendere lo sviluppo della narrativa di ascendenza ebraica in Italia.

 

9. “L’arte per diritto. I primordi giuridici dell’estetica fotografica”, di Paola Pennisi, pp. 97 – € 10,00
La portata teoretica del dibattito giuridico sulla natura artistica della fotografia e un contributo prezioso alla storia dell’estetica fotografica.
10. “Il gioco e i giocattoli nel mondo classico”, di Stefano de’ Siena, pp. 240 – € 20,00
La scoperta del ruolo culturale e sociale delle attività ludiche nel mondo antico con un’interessante appendice che ricostruisce i reperti più significativi.

Una donna “Nel paese dei briganti gentiluomini”.

Giulio Gasperini
AOSTA – Il suo è uno di quei nomi che riempiono la fantasia e che garba palleggiare in bocca, far esplodere in fondo alla gola: Alexandra David-Néel. Il suo è il nome di una donna che rappresenta l’avventura, prima ancora di un’emancipazione femminile che non conobbe forse esempio migliore. Alexandra fu golosa di strada; il richiamo del cammino, degli orizzonti sempre nuovi, delle terre da scoprire e battezzare fu un canto irresistibile, un imperativo improrogabile. Mai nascose i suoi bisogni dietro imposizioni altrui, né opinioni o pregiudizi: quando, nel 1911, partì per l’Oriente, lasciò il marito con una semplice lettera. Voland ha riproposto, recentemente, “Nel paese dei briganti gentiluomini”, che racconta il primo tentativo di Alexandra di raggiungere Lhasa e viaggiare attraverso il Tibet, dove ancora nel 1920 nessun occidentale aveva mai messo piede; tantomeno una donna.
La descrizione che Alexandra fa dei luoghi attraversati e la narrazione della sua avventura trasmettono prepotentemente tutta la sua passione per l’oriente, per codeste terre avvolte nel mistero, dove lo spirito d’adattamento deve primeggiare e nei quali l’arditezza e il coraggio non erano mai troppe. Puntuale in ogni dettaglio, attenta a spiegare ogni nuovo concetto e ogni parola mai pronunciata dagli occidentali, Alexandra si palesa anche come abile insegnante e come puntuale divulgatrice. Non c’è sguardo imparziale, nella sua visuale; c’è il punto di vista di una donna uguale a nessun’altra che sa, conosce e quel che ignora lo vuole presto imparare, così da non sentirsi mai impreparata di fronte a nulla che le possa accadere. Il cammino della pellegrina Alexandra attraverso le terre inesplorate e avverse è descritto e significato soprattutto attraverso gli incontri, le tangenze di persone, le frasi e le parole scambiate: la lungimiranza della sua visione umana e cosmopolita, in una sorta di pacifica globalizzazione culturale e sociale, sorprende e fors’anche un po’ spiazza. Ma la saggezza che si distilla da questo racconto è il tratto distintivo di una donna la cui vita stessa è un racconto appassionante di avventura. Dal 1914 al 1916, ad esempio, mentre il mondo sprofondava nel delirio e nella furia della prima guerra mondiale, Alexandra praticò esercizi spirituali in una caverna in Sikkim e nel 1921, all’età di cinquantatré anni, riuscì a entrare a Lhasa, travestita da pellegrino tibetano.
Desiderosa di vita vagabonda, Alexandra viaggiò, studiò, scrisse. Seppe come dar senso alla vita, come far gemmare una passione, come trasformare il viaggio in una forma sorprendete e superiore di cultura. E, per concludere l’epica, visse fino a cent’anni.