Direttore. Per gli amici: il direttore di ChrL. Pugliese del nord, si trasferisce a Roma per seguire i libri e qui rimane occupandosi di organizzazione di eventi e giornalismo declinato in modo culturale e in salsa enogastronomica. Fugge, poi, nella Food Valley dove continua a rincorrere le sue passioni. Per ChrL legge tutto ma, come qualcuno disse: "alle volte soffre un po' di razzismo culturale" perché ama in modo spasmodico il Neorealismo italiano e i libri per ragazzi. Nel 2005 fonda la rubrica di Letteratura di Chronica.it , una "vetrina critica" per la piccola e media editoria. Dopo questa esperienza e il buon successo ottenuto, il 10 novembre 2010 nasce ChronicaLibri, un giornale vero e proprio tutto dedicato ai libri e alle letterature, con occhio particolare all'editoria indipendente. Uno spazio libero da vincoli modaioli, politici e pubblicitari. www.giuliasiena.com

Nuove Edizioni Romane: “Piccole donne oggi”

Giulia Siena
ROMA – Era il 1880 quando Louisa May Alcott pubblicò “Piccole donne”, il libro diventato un classico della letteratura per ragazzi. La storia era quella di Meg, Jo, Beth e Amy, le quattro sorelle March, fanciulle molte diverse tra loro che vivevano la propria quotidianità nell’America dell’Ottocento. Dopo oltre un secolo dalla prima edizione del grande romanzo della Alcott, dalla penna di Angela Nanetti nasce “Piccole donne oggi”. Pubblicato dalle Nuove Edizioni Romane, “Piccole donne oggi” racconta la storia di quattro sorelle adolescenti che vivono le proprie passioni e le proprie diversità con entusiasmo e coinvolgimento.
Marta, Diana, Margherita e Isabella vivono con papà Marcello,  mamma Francine e nonna Miranda nell’Azienda Agricola Boschetto a chilometro zero. Infatti, l’ingegner Roggi – il padre delle ragazze – ha deciso di cambiare vita e andare a vivere con la famiglia in campagna, di prendersi cura dei campi, di vendere i prodotti della terra e di trasformare la grande casa nella loro dimora. Tutto per le ragazze Roggi cambia in un’estate: Marta, la più grande, è sempre alle prese con il cellulare e i social network e per questa storia del trasferimento in campagna è sempre di pessimo umore. Marta vorrebbe fuggire; vorrebbe andare in Francia a e sognare insieme al suo amico di chat, oppure prendere il motorino e raggiungere il paese, tornare alla vita. Tornare alla sua normalità. Ma il suo tentativo di fuga sfuma e deve impiegare le vacanze a studiare e a mungere (è un’attivita rilassante!); forse, però, la vita al Boschetto non è poi così male… Marta si scopre affascinata nell’osservare sua madre. Diana “la dea della caccia”, è proprio il caso di dirlo; Diana, la secondogenita, ha i colori del padre e la stessa passione per la natura. Lei è una boyscout dalle idee chiare, dall’animo green e dalla forte personalità. Diana, infatti, è la saggia di casa: ascolta, incoraggia e media tra Margherita e Isabella. Queste ultime sono le piccole di casa Roggi e tra loro è un continuo battibecare perché sono così diverse e così legate: Margherita, con la sua delicatezza attira le coccole e le attenzioni di mamma e questo fa andare su tutte le furie la piccola “scienziata”. Isabella infatti aspira a essere una scienziata, nella grande casa del Boschetto ha il suo laboratorio, viviseziona i piccoli animali e ha come amico un asino.
La loro vita si svolge così, con qualche imprevisto e cambiamento fino alla prima nevicata. La neve cambierà le ragazze e saranno pronte ad affrontare tutte le altre estati insieme.

 

Angela Nanetti non delude. Il libro coinvolge, la storia è articolata e i personaggi hanno l’ottima capacità di muoversi in tutte le situazioni del racconto. La trama del romanzo, nonostante quanto si possa pensare dal titolo, non è scontata. Le tematiche affrontate sono molteplici e raccontate con una facilità di scrittura che rende “Piccole donne oggi” un classico per tutte le età.

 

“Le estati non sono tutte uguali, ci sono quelle che passano nascoste e altre che ti cambiano la vita. E nemmeno gli autunni sono tutti uguali, perché le foglie che cadono non sono mai le stesse e neanche le piogge. Ecco perché quell’estate e quall’autunno furono per loro così importanti…”

“Credevo fosse un’amica e invece era una stronza”, evitarle anche prima di incontrarle

Giulia Siena
ROMA
“Non importa quanto amore ti professano, a un certo punto la voglia di sparlare di te con il gruppo delle seguaci sarà troppo forte, e si mostreranno per quello che realmente sono. Delle api regina in cerca del consenso della folla, sia esso composto da seienni o da dodicenni. Il palco è il loro regno, lo scherno il loro strumento, la maldicenza è la loro arma.” Questa è la descrizione che fa Irene Vella delle stronzamiche. Loro, numerosi esemplari di falsa affettuosità, sono sempre in agguato nella vita di ogni donna: dall’asilo all’università, nascoste nella parentela e sul lavoro, la loro è una seriale escalation nelle vite degli altri.
Per questo nasce “Credevo fosse un’amica e invece era una stronza” (pubblicato nella collana Dieci! di Laurana Editore), il libro scritto da Irene Vella per mettere in guardia la figlia dodicenne da queste sedicenti figure che indossano i panni dell’amica per ferirti con sempre maggiore astuzia e precisione. E’ questo, infatti, lo scopo delle stronzamiche; sin dalla nascita hanno questa “dote” e, con il tempo, non fanno altro che affilare la tecnica.  Così la giornalista e scrittrice toscana ci porta a scoprire i 10 modi per sopravvivere alle stronzamiche attraverso questo piccolo manuale di salvezza.

 

 

Partiamo dalla base: le stronzamiche sono quelle che credevamo  amiche, invece erano stronze. Stronze perché ci hanno fatto credere nell’amicizia, nella condivisione e nella complicità per poi voltarci le spalle e sparlare di noi. E in questo modo ci feriscono perché ci sentiamo prese in giro, sentiamo che la fiducia che abbiamo posto in loro era ingiustificata, diventiamo diffidenti e sole. Questa consapevolezza, però, nelle amiche “tradite” cresce con gli anni e con l’esperienza, ma come si può salvaguardare le fanciulle innocenti dalle stronzamiche? Irene Vella è anche una madre e come tale parla, attraverso questo libro, alle altre madri per proteggere i propri figli da questa strana forma di “bullismo”. Sì, perché le stronzamiche si comportano per avvicinare, ferire ed emarginare le persone più deboli, o semplicemente più buone.

 

“Credevo fosse un’amica e invece era una stronza”, una piccola guida che già si preannuncia un grande successo poiché mai nessuno ci ha insegnato a evitare le stronze prima di incontrarle.

 

Prima di tutto voglio parlare di mia moglie. Amare, oltre a molte altre cose, vuol dire trarre diletto dal guardare e osservare la persona amata. E non soltanto trarre questo diletto dalla contemplazione delle sue bellezze ma anche da quella delle sue bruttezze, poche o molte che siano.

“L’AMORE CONIUGALI E ALTRI RACCONTI” di Alberto Moravia – Bompiani 1960

Librerie: intervista a Paolo Cremisini, Libreria Di Cave

Giulia Siena
ROMA
– Da oltre 100 anni la Libreria Di Cave (via Santa Caterina da Siena, 65) è l’indirizzo storico dei libri antichi e rari. Fondata nel 1908 da Salvatore Di Cave, oggi la libreria è gestita da Paolo Cremisini (nella foto in basso) e conta oltre 12.000 volumi. Qui si possono trovare uscite recenti di seconda mano (scontati al 50%), saggi, romanzi e un’ampia selezione di libri su Roma. In questa libreria nel cuore di Roma la letteratura conserva ancora il suo senso.

 

Perché si entra in una libreria come questa?
Perché qui si trovano libri di cui non si parla, magari qui il lettore trova qualcosa di diverso. Si entra per curiosità e poi ci si ferma senza fare caso al tempo che passa. Perché ogni tanto bisogna fermarsi, riflettere: un libro scritto bene ti aiuta a stare da solo, stimola la fantasia e l’intelligenza perché con un libro io sto dove c’è l’azione. È questa la forza della letteratura.
Qual è il cliente tipo della libreria Di Cave?
In questa libreria arrivano lettori di tutti i tipi, c’è anche chi compra un libro in base al rumore che fa la carta sfogliandolo! Ma il cliente tipo è il lettore che frequenta la libreria Di Cave da molto tempo, ha una media di 50 anni ed è un cliente affezionato perché sa che qui può trovare libri antichi e di determinati generi: abbiamo essenzialmente saggistica e molti romanzi classici, un’ampia sezione di libri sulla storia di Roma, moltissimi volumi in lingua francese, poi filosofia, storia e arte (fino all’Ottocento). I clienti della fascia tra i 20 e i 30 anni sono solo il 5% del totale, mentre riusciamo ad arrivare a diversi lettori attraverso la nostra rete di vendita per corrispondenza.
Quanto influiscono le logiche di mercato nelle vendite?
Forse dirò una cosa banale ma penso che i classici non muoiano mai! Poi, questo è un osservatorio particolare perché, essendo una libreria molto specializzata, il cliente viene qui già con le idee chiare su quello che potrà trovare. E qui la narrativa rimane particolarmente invenduta secondo una logica di causa/effetto: io da libraio compro classici perché si vendono e altre proposte editoriali che possiamo benissimo definire classici, come Camilleri.
In base a cosa lei sceglie cosa acquistare e quindi proporre al suo lettore?
Io, da lettore, scelgo in base alla mia sensibilità oppure seleziono in base al titolo, alla casa editrice e all’autore. Naturalmente, in una libreria particolarmente settoriale come questa, bisogna fare delle scelte perché il lettore che entra qui non è disposto a comprare tutto ciò che viene pubblicato dal mercato editoriale. Nelle librerie, poi, la qualità dei libri delle piccole e medie case editrici non riesce ad emergere perché c’è un problema di distribuzione, alcuni libri arrivano al lettore solo se quest’ultimo è già indirizzato verso quei titoli.
In un’epoca in cui il libraio è sempre più raro e la figura viene assorbita dai commessi delle grosse catene, Lei come vive questo ruolo?
Io penso che il libraio debba essere consulente e trasmettere al lettore quello che sa. Spesso in una realtà come questa il libraio conosce i suoi clienti, conosce quello che amano leggere, sa quello che comprano e sa cosa ancora potrebbero acquistare, quindi il rapporto tra le due parti è molto diretto. In una grande catena un rapporto così diretto è difficile e molte volte dettato dalle dinamiche commerciali.
C’è un consiglio che si sentirebbe di dare alle librerie indipendenti?
Il mio suggerimento è quello di specializzarsi; se una libreria vuole sopravvivere deve trovare la sua nicchia di clienti e assicurare loro titoli che nel settore prescelto manterranno nel tempo. Poi è molto importante avere un sito internet efficiente e fare anche vendite per corrispondenza.
Un libro che consiglia ai lettori di ChronicaLibri?
Deve sapere che per mia formazione e provenienza sono molto legato come lettore a Georges Simenon e qui, in questa libreria, si riunisce spesso un “circolo simenoniano”. Ho letto tutte le opere dello scrittore belga, tanto che i miei ricordi legati alla Francia si intrecciano alle ambientazioni dei libri di Simenon e io non riesco più a discernere quello che ho vissuto da quello che ho immaginato leggendo. Dopo aver letto Simenon è quasi impossibile non affezionarsi all’autore e ai suoi protagonisti, in questo caso Marcel. Marcel è infatti il protagonista de “Il Treno”, una delle opere più intense dello scrittore belga. Siamo nel 1939 in un periodo sospeso in cui la vita umana non ha più una propria consapevolezza. La bellezza di questo romanzo sta nell’eccellente descrizione che l’autore fa dello straniamento di Marcel.

 

 

INFO
Libreria Di Cave
Al libro ritrovato di Paolo Cremisini

Via Santa Caterina da Siena, 65 – 00186 Roma
06.6780860
info@libreriadicave.com
www.libreriadicave.com

 

Roberto Riccardi colpisce ancora: “Undercover”

Giulia Siena
ROMA
– “Il mio futuro è diverso. Dove porta la strada non lo so, ma è lì che vado. Da qualche parte c’è un altro me stesso che mi aspetta, per gettare alle ortiche questa tristezza.”

Undercover, sotto copertura. È questo il ruolo che Rocco Liguori si è cucito addosso da quando ha cominciato la sua carriera nell’Arma dei Carabinieri. La sua è una storia già scritta: figlio di un Carabiniere in una terra stremata dalla ‘ndrangheta, da piccolo tirava calci al pallone con i figli dei banditi, di fronte a quegli uomini più grandi della giustizia lui abbassava lo sguardo ma ora, da sbirro, vuole guardare in faccia chi dilania ogni giorno la sua terra e cambiare le cose. Per questo frequenta il corso di Undercover dove “niente è come sembra”, così come ha sentenziato il Regista il primo giorno di corso. Lui, il Regista, è Nicola Clemente, un undercover di razza che sarà fondamentale per la crescita professionale e le scelte di Rocco.
Da queste basi parte “Undercover” l’avvincente romanzo di Roberto Riccardi pubblicato nella collana Sabot/Age delle Edizioni E/O.


Con l’andare delle pagine gli anni passano e Rocco vuole darsi alla carriera militare e spogliarsi dei panni difficili dell’undercover fino a quando una telefonata non scompiglia nuovamente i suoi piani. La chiamata arriva da Vera Morandi, l’agente dagli occhi nocciola che Rocco non ha mai dimenticato. Allora Liguori deve tornare alla sezione antidroga per portare avanti un’indagine a livello internazionale, lo deve al suo passato e lo deve al futuro.

 

La trama delineata da Riccardi sembra nascere dal bisogno di “dire” e seguire naturalmente le intenzioni della collana in cui il volume è pubblicato: “noi siamo esausti della menzogna che ci opprime” come afferma Massimo Carlotto nel presentare la collana delle Edizioni E/0 di cui è curatore insieme a Colomba Rossi. Infatti, l’autore in “Undercover” dice, racconta con minuzia di particolari il lato oscuro dei traffici di droga e i rapporti della mafia internazionale.

 

Guarda QUI la videointervista a Roberto Riccardi, realizzata con iTVRome presso la Libreria Invito alla Lettura di Roma.

“Immagina la gioia” di ritrovarsi fratelli

ROMA“Tutto era appartenuto all’esistenza e niente di più doveva essere scritto”. Eva, all’inizio di questo romanzo,voleva scrivere: voleva mettere su carta la vita, trovare una trama avvincente che convincesse un grande editore a pubblicarla. Eva aveva già una storia e per ascoltarla, seguirla e scriverla si trasferì a Sciacca dal Veneto. Questa era la terra di suo padre e di sua nonna Annina, era la terra in cui il suo estro poteva rinascere.

Eva è la protagonista di “Immagina la gioia”, il secondo libro di Vittoria Coppola. Pubblicato da Lupo Editore, il nuovo lavoro della scrittrice salentina è un romanzo familiare ambientato negli anni Novanta.
Eva ha degli occhi profondi, le mani dipinte di rosso e vestiti colorati. Eva ha un rapporto difficile con suo fratello Pietro, ma più che difficile il loro è un affetto mai espresso; sarà perché dieci anni di differenza tra i due che durante l’adolescenza di Pietro e la giovinezza di Eva diventano un limite insormontabile. Sarà che Eva sta inseguendo il suo romanzo e Pietro il pallone; sarà che Eva è troppo presa dalla scrittura e dalla sua vita tra Sciacca e Mira. Ma la vita, improvvisamente, stravolge tutto.

A Sciacca Eva raccoglie i suoi fogli e cerca di portare avanti il suo romanzo, nel frattempo fa la cameriera nel bistrot di Oliver. A Mira, dove dalla Sicilia suo padre Raffaele si trasferì anni prima per lavoro insieme a tutta la famiglia, Pietro arranca dietro al suo pallone. Il ragazzo ha qualcosa che non va, è il suo ginocchio.

 

La scrittura dell’autrice ci accompagna in questa storia ma vorremmo sapere più su quei luoghi: vorremmo poterci aggirare con Eva tra le strade di Sciacca, lasciarci trasportare nella tranquillità delle villette di Mira. Vorremmo, da lettori, che la forte capacità della Coppola di descrivere le emozioni si impossessasse anche dei luoghi.

10 Libri per un pomeriggio noioso

ROMA – Un pomeriggio di gennaio come tanti altri. Un pomeriggio noioso in cui si vorrebbe essere altrove o, semplicemente, fare qualcosa di diverso o proiettarsi in qualcosa di diverso, come un libro. Ecco “10 Libri per un pomeriggio noioso”, scegliete la vostra storia e tuffatevi.

 

1. “Io speriamo che me la chiavo. I fans scrivono alle pornostar”, AAVV, 80144 Edizioni;
2. “La vera storia dei Simpson”, John Ortved, ISBN Edizioni;
3. “Il trionfo dell’uovo”, Sherwood Anderson, Piano B Edizioni;
4. “Vienna è un giro in carrozza”, Michele Monina, Laurana;
5. “Credevo fosse un’amica e invece era una stronza”, Irene Vella, Laurana;
6. “Oziando si impara”, Tom Hodgkinson, Rizzoli
7. “Trascrivere la vita”, Edouard Manet, Via del Vento Edizioni
8. “Breviario per nomadi”, Vanni Beltrami, Voland
9. “La ninfa incostante”, Guillermo Cabrera Infante, Sur
10. “Il ritratto di Venere”, Riccardo De Paolo, Cavallo di Ferro

Sassi Junior, 100% di natura e innovazione

ROMA – “Innovative Children’s Books“, questa è la scritta che compare sul sito della casa editrice Sassi Junior. Ed effettivamente questi libri per ragazzi sono innovativi nei materiali, nelle forme e nelle tematiche. Realizzati con inchiostri ecologici e oltre il 9o% di materiali riciclati, i volumi Sassi Junior parlano ai bambini (fin dai primi mesi di vita) e ai ragazzi di ecologia, riciclo e vita naturale. Allora, per scoprire come nascono questi libri dal cuore verde e come si sviluppa il progetto editoriale, abbiamo intervistato l’editore, Luca Sassi.

 

Come nasce l’idea di una collana per bambini interamente dedicata all’ecologia?

L’ecologia è IL tema del XXI secolo, da tutti i punti di vista, economico, sociale, politico, culturale. Mi sembrava dunque una necessità direi quasi storica iniziare i bambini, fin dall’età prescolare, ai temi della sostenibilità ambientale.

 

Carta riciclata e inchiostri ecologici per la forma, animali e alimentazione biologica per il contenuto, ma come nascono i Vostri libri?

Tutto deve essere coerente se vogliamo comunicare un messaggio chiaro ai nostri lettori. La forma e il contenuto devono andare nella direzione “ecologica” che ci siamo dati come mission aziendale. Quindi innanzitutto un packaging che rispetti la natura, ma anche dei temi che sensibilizzino i bambini a queste problematiche, con un linguaggio semplice e chiaro, vicino alle loro esigenze di gioco e spensieratezza.

 

Quali sono le novità invernali? e qualche anticipazione per la prossima primavera in casa Sassi Junior?

In autunno abbiamo pubblicato una nuova “torretta” con dieci libretti da impilare sui concetti base dell’apprendimento, la famiglia, i contrari, i cuccioli degli animali, le forme. Il titolo è “Gioca e Impara!”, un invito ad apprendere in modo ludico, l’unica formula davvero valida per i bambini, specialmente quelli in fascia pre-scolare, cui noi ci rivolgiamo. Credo molto nella possibilità di insegnare giocando, senza precetti noiosi e difficilmente applicabili. Abbiamo poi pubblicato due “valigione” con libretto e puzzle gigante per insegnare ai bambini a contare, “Caccia ai numeri”, e per far loro vivere il modo degli animali ne'”La Fattoria”. Per la primavera, per il momento…top secret…

 

E quali sono in 3 libri che ci consiglia di regalare ai bambini per un’occasione speciale?

Direi le tre novità di cui ho parlato, ma anche la nostra collana su Nina e Nello, molto educativa perché particolarmente incentrata sui temi ambientali, il riciclo dei rifiuti, il riciclo della carta, il latte biologico, l’orto biologico e così via. I due protagonisti sono due bambini curiosi che attraverso varie avventure affrontano i temi dell’ambiente e della natura.

 

Il futuro dell’editoria è la tecnologia a discapito della carta stampata?

Credo di sì, ma questo non significa che i libri di carta spariranno. A breve le avventure di Nina e Nello saranno disponibili anche su IPAD e IPHONE, abbiamo in redazione le demo e sono molto belle. Interattive come nessun libro riesce ad essere, colpiscono l’immaginario dei bambini con figure in movimento, suoni, rumori, etc…insomma, un’esperienza sensoriale totale (a parte l’odorato), come prefiguravo le avanguardie storiche all’inizio del Novecento.

 

Sassi Junior è disponibile anche per IPAd; qual è il connubio tra tecnologia, ragazzi e ambiente?

Come anticipato sopra sei degli otto titoli su Nina e Nello saranno a breve disponibili sull’Appstore. Credo che non si debba demonizzare la tecnologia come spesso succede agli ambienti più tradizionalisti del mondo intellettuale, cui l’editoria a volte appartiene. La tecnologia aiuta enormemente i bambini ad imparare, con un approccio multisensoriale e interattivo che i supporti tradizionali non offrono. Inoltre non dobbiamo dimenticare che la carta viene dagli alberi, gli alberi devono essere re-impiantati se non si vuole un effetto di disboscamento progressivo (ed è per questo che i nostri libri SASSI Junior sono fatti o in carta riciclata o certificata FSC). Le APPS invece sono immateriali, sono un puro flusso di conoscenza e di informazioni, quindi nessuno spreco di materia per realizzarle.

 

Parlando di ragazzi ed ecologia, un tema importante. Come va affrontato?

A mio avviso è importante adeguarsi di volta in volta all’età dei bambini, alle loro capacità di apprendimento. E’ importante cominciare a parlare di questi temi fin dall’età pre-scolare, in modo tale che quasi inconsapevolmente i bambini, gli adulti di domani, si trovino un bagaglio di conoscenze e regole sociali che la nostra generazione ha ignorato e che deve faticosamente apprendere in età adulta.
Quello che si impara da bambini non si dimentica più, fa parte dell’imprinting, delle radici….dobbiamo insegnare ai bambini che l’ambiente è fondamentale per il nostro futuro. Per loro un domani sarà automatico, senza sforzo, applicare certe regole, seguire determinate abitudini, cosa che purtroppo per gli adulti di oggi non è.

Ernesto Ferrero: Perec, l’umano e la letteratura

Giulia Siena
ROMA
 – Una delle presentazione de “Il Condottiero” di Georges Perec avviene a Roma durante Più Libri Più Liberi. Per conoscere meglio lo scrittore francese, noto per il suo amore quasi morboso per elenchi, liste ed enumerazioni, membro dell’OuLiPo e padre incontrastato del Novecento Letterario Francese intervistiamo Ernesto Ferrero, traduttore de “Il Condottiero” (Voland).

 

Ernesto Ferrero traduce in Italia per Voland “Il Condottiero”, uno dei primi lavori Georges Perec. Come ha affrontato questa avventura?

Ho affrontato questo lavoro con molta simpatia perché tradurre mi piace tantissimo e non succedeva da diverso tempo quindi, quando Daniela di Sora di Voland mi ha proposto questo, lavoro ho accettato. L’ho fatto perché faccio il tifo per i piccoli editori, per la loro capacità, la loro passione e il loro ammirevole coraggio. Allora mi sono avvicinato a questo testo con molta curiosità, affascinato anche dal tema dell’umano, il tema del falso e dell’arte. Poi, portandomi dietro il ricordo dell’affetto che Italo Calvino aveva per Perec, è stato ancora più piacevole affrontare “Il Condottiero”.

 

Infatti, Perec e Calvino, un legame letterario e umano che Lei descrive molto bene nella postfazione de “Il Condottiero”.

Calvino era un uomo schivo, quasi burbero, ma per Perec aveva l’affetto di un fratello maggiore e gli piaceva il rigore costruttivo, la capacità di Perec di arrivare alla narrazione attraverso la macchina costruita molto minuziosamente. Una stima verso lo scrittore francese che portò Calvino a produrre scritti molto belli per la morte di Perec trenta anni fa, riuscendo a dire con una chiarezza e una lucidità grandiosa quello che andava detto. Perec voleva scrivere molte cose – come poi effettivamente fece – cambiando registro, genere e argomento poiché aveva la grande facilità di giocare con elementi combinatori con i quali riempiva il suo vuoto affettivo.

 

“Il Condottiero” è l’esempio della grande capacità di Perec di descrivere con minuzia di particolari le figure, i sentimenti e le azioni  dei suoi personaggi. Ma la trama di questo libro potrebbe anche riflettere il dissidio affettivo dello scrittore? 

Questa è la storia di un uomo, di un falsario che per dodici anni si limita a replicare in maniera perfetta opere altrui, ma arriva poi il momento in cui entra in crisi perché vuole esprimere se stesso e decide di farlo. Ma questa sua iniziativa scatena, però, una crisi esistenziale che lo porta a un delitto che vive come una liberazione. Ed è questo rapporto committente-falsario che Perec vive come un rapporto morboso e delicato tra padri e figli, un rapporto che lo scrittore francese ricerca e dal quale vuole inconsciamente liberarsi.

 

Secondo Perec la letteratura è un mosaico e tutti gli scrittori contribuiscono a creare questo mosaico con le proprie opere. Oggi cos’è la letteratura secondo Ernesto Ferrero?

Per me continua ad essere la migliore attività conoscitiva che possiamo donare a noi stessi. Quest’arte ha la licenza di una rilettura verosimile che forse riesce ad arrivare più vicino a quella verità più umana e più poetica che l’uomo cerca. E oggi dobbiamo continuare a sfruttare questa possibilità e continuare a porci aperti alla ricerca attraverso i libri; la letteratura, di risposta, deve esplorare e cercare. Vedo, però, che l’andamento generale è diverso; pare stia vincendo l’intrattenimento a discapito del nostro tempo che sì, ve n’è sempre di meno, ma viene speso con leggerezza.

 

Siamo a Più Libri Più Liberi e mi sorge spontanea un’ultima domanda: la piccola e media editoria diventerà mai grande?

Se avessimo governi degni di questo nome sarebbe normale studiare dei provvedimenti per far sì che la piccola e media editoria (si può anche parlare di librerie indipendenti) crescesse senza snaturarsi, ma la realtà è un’altra. C’è chi dice che per sopravvivere deve crescere, però crescendo potrebbe essere costretta a cambiare, ad acquisire elle inclinazioni commerciali che minerebbero il progetto editoriale iniziale. Perché la piccola e media editoria che a noi piace, e secondo il mio parere ben fatta, è quella che fa ricerca e laboratorio. Allora spero che sì, diventi grande in questo senso, ma rimanga piccola nelle scelte editoriali, quelle che non fanno libri solamente per scopi commerciali.

 

Novità letteratura per ragazzi: un nuovo anno di letture!

ROMA– Sono tante le novità che le case editrici per ragazzi riservano ai loro giovani lettori. Romanzi classici, libri di avventura, racconti di fantascienza o storia per una proposta che non lascerà nessuno insoddisfatto. Allora cominciamo a vedere le proposte di alcune case editrici.

Le Nuove Edizioni Romane cominciano il 2013 proponendo diverse nuove uscite: “Piccole donne oggi” ha nel titolo un classico della letteratura, ma quello scritto da Angela Nanetti è un racconto ambientato nell’attualità: Marta, Isabella, Margherita e Diana sono quattro sorelle molto diverse tra loro che si confrontano con i problemi reali della società 2.0. Qual è la sorpresa che riserva questo libro? La scrittura della Nanetti è così scorrevole e sorprendente che è un vero piacere leggere. Amori e illusioni del grande Cechov rivivono in “Zio Vania e altre storie russe” di Luigi Mancuso. La stessa casa editrice propone la nuova edizione di un best seller dal sapore spiccatamente letterario: “In una selva oscura… Il racconto di Dante” di Ermanno Detti.

 

“A bomba!” è il titolo che inaugura Leggimi teens della Sinnos. Il libro di Catherine Forde racconta di tre amici e compagni di scuola (Al, Mel e ) sono alle prese con acrobazie e filmati su Youtube e fanno di tutto per poter partecipare allo show televisivo Crazy Stunts. Sinnos propone anche il nuovo romanzo di Luisa Mattia, l’autrice che dopo il successo de “La scelta” torna in libreria con “Noi siamo così”, un romanzo rivolto agli adolescenti. Il libro, come scrive l’autrice nella postfazione, è “nato per per ostinazione, avviato con cautela, cresciuto con allegria e concluso con entusiasmo”.

 

Libri dedicati all’ecologia e alle tematiche ambientalisti sono quelli pubblicati dalla casa editrice Sassi Junior. Tra le novità in catalogo troviamo “La fattoria” e “Caccia ai numeri” nella collana Libri-gioco Puzzle e i titoli “I libretti del Mare”, “I libretti dei Colori”, “I libretti dei Veicoli”, “I libretti dei Cuccioli” nella collana Le Torrette per imparare attraverso 10 semplici e piccoli libri scritti in rima il mondo del mare e dei colori, degli animali e dei mezzi di locomozione. 

 

Le Edizioni Sonda mescolano storia e avventura, emozioni e fantasia e lo fanno anche per questo 2013 con “L’angelo di Hitler”, il libro di William Osborne ambientato nell’Europa del 1941. In Germania Hitler è all’apice del potere. Due ragazzi, Otto e Leni, sono costretti a fuggire in Gran Bretagna e da qui comincia la loro avventura. Tema diverso ma allo stesso modo difficile è affrontato da Cristina Petit in “Un buco nel cielo”. Ale, il protagonista di questo libro, dopo la morte del suo migliore amico perde ogni voglia di vivere e solo dopo aver ricordato le parole della sua maestra elementare, riuscirà a buttare fuori tutto il dolore. Ironico, sarcastico e fantascientifico è invece “La scuola è finita!” di Yves Grevet: il racconto è ambientato nel 2028 quando solo i figli dei ricchi frequenteranno le scuole private; tutti gli altri verranno subito avviati al lavoro nelle aziende, dove sono costretti a sopportare turni massacranti e mansioni difficili. “Salentini. Guida ai migliori difetti e alle peggiori virtù” di Piero Manni. Per l’autore i salentini sono ufàni e l’ufanerìa è poi l’ostentazione esagerata o delle proprie ricchezze o del proprio potere o delle proprie qualità e, soprattutto, delle proprie amicizie. Forse per questo, secondo l’autore, i quali credono di saper tutto e di saper fare tutto.

 

Gallucci editore porte in libreria diversi titoli: il terribile lupo Fenrìs è protagonista di “Fenrìs”, il libro di Jean-François Chabas con i disegni di David Sala. La mitologia nordica entra in una storia spaventosa, tenera e istruttiva.
Hans-Georg Noack è l’autore di “Benvenuto” (con prefazione di Eraldo Affinati), ma Benvenuto è anche il nome di un ragazzo in gamba dell’Italia del Sud, che negli Anni Settanta emigra in Germania insieme alla famiglia insieme alla famiglia per inseguire il sogno di una nuova vita. Un libro perfetto per ogni genere di lettore: gli adulti apprezzeranno l’eleganza vibrante dei colori e la raffinatezza della composizione, mentre i bambini si lasceranno coinvolgere da una favola che insegna loro ad apprezzare la diversità; questo è “Che strano uccellino!”, con i testi e i disegni di Jennifer Yerkes.