A mani nude, storia di emancipazione e scienza

Oblomov: Slimani e Oubrerie, una graphic novel per raccontare Suzanne Noël

Giulia Siena
PARMA
– Prima di diventare pioniera della chirurgia estetica del XX secolo e Legione d’Onore nel 1928 per il suo contributo alla notorietà scientifica della Francia sulla scena internazionale, Suzanne Noël era una ragazza curiosa e dinamica. Nata a Laon, nel nord della Francia, in una famiglia della piccola borghesia, Suzanne venne portata in viaggio a Parigi proprio dalla mamma e dopo anni ci ritorna, giovane moglie del dermatologo Henry Perat. La sua storia viene raccontata in A mani nude, omaggio dell’autrice franco-marocchina Leïla Slimani, vincitrice del premio Goncourt, e dell’illustratore Clément Oubrerie alla celebre chirurga e femminista del Novecento.

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HOP: “Dicono di me”, dubbi e perplessità della celebre Gioconda

Giulia Siena
PARMA
– E’ mercoledì, giornata di LeggendoCrescendo, la nostra rubrica dedicata ai libri per ragazzi. Spesso, però, è difficile “ingabbiare” un volume in una rubrica, in un genere letterario, in una sezione. Soprattutto quando parliamo di libri per ragazzi. Io credo fortemente che ogni buon libro destinato al pubblico di giovani lettori sia, in realtà, un libro universale, un libro per tutti. E di letture – sotto forma di albi illustrati, graphic novel e piccoli romanzi – che meritano l’attenzione del vasto e assortito pubblico ce ne sono tanti; per me quasi tutti i mercoledì. E oggi si presenta proprio questo caso con Dicono di me, la storia della celebre Gioconda narrata dalle parole di Davide Calì (curatore anche della collana) e le immagini di Marianna Balducci. Il volume, pubblicato dalla casa editrice Hop! Edizioni racconta i dubbi e le perplessità del più celebre dipinto della storia, la Gioconda.

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HOP: “Marina”, vita, arte e coraggio di Marina Abramovic

Giulia Siena
PARMA“Un giorno, sdraiata sull’erba, vede alcuni aerei volare e lasciare la loro scia dopo il passaggio. Capisce allora di voler fare arte in modo diverso dalla pittura, usando qualsiasi cosa o non usando alcuna cosa, rendendo il processo artistico più importante del risultato. Passerà tempo prima che arrivi a concepire la performance come il proprio personale modo di essere artista, ma Marina adolescente ha già intuito quale sarà il suo percorso di libertà”. Pensiero e metodo hanno forgiato la Marina Abramović donna e artista, colei che – covando la necessità di espressione e la voglia di emancipazione nell’ex Jugoslavia – è riuscita a dare un senso alla propria arte, sempre in evoluzione.

Marina viene raccontata nell’omonimo libro illustrato da Giulia Rosa e curato da Lorenza Tonani per la collana Per aspera ad astra della Hop Edizioni. Il racconto che emerge – tra le pagine ricche di bellissime illustrazioni – è un denso mix di determinazione e coraggio, sensibilità e caparbia. Marina cresce in un contesto familiare difficile: il padre Vojin e la madre Danica sono guardie d’élite nella Belgrado di Tito; ma la situazione politica e la guerra domestica tra i genitori non permettono a Marina di crescere serenamente. La frustrazione, la disapprovazione, le negazioni da parte della madre, faranno di Marina un’adolescente sofferente e riluttante che troverà nell’arte la sua vera origine. L’Accademia di Belle Arti diventa un’ancora di salvezza nel marasma quotidiano; qui, durante il Sessantotto, troverà rifugio e ispirazione cominciando a collaborare con il Gruppo 70. Le prime opere di Marina sono legate ai suoni. La ricerca della libertà continua e la porterà a legarsi a Nesa, il suo primo marito. L’arte si fa necessità e le performance di questi anni affrontano il tema del superamento della sofferenza emotiva e fisica, una costante nella vita artistica della donna. Con il tempo le cose cambiano, i confini si allargano e l’Abramović solca nuove strade e nuove collaborazioni: è ad Amsterdam che incontra Ulay, l’amore che attendeva, colui che le stravolgerà la vita e l’arte. Insieme cominciano a girare l’Europa, insieme pensano e sperimentano nuove performances portando i loro corpi a scoprire i propri limiti. Sono anni intensi, di sperimentazione ed equilibrio, anni di passione e studio, esplorazione e cambiamento. Marina trova il suo posto nell’arte, costruisce il proprio ruolo, ma da lì a poco – al cospetto della più grande performace svolta insieme – Ulay l’abbandonerà. Sarà per Marina morte e rinascita, rinnovamento e conferma.
Le imprese e gli amori, le decisioni e le sofferenze, le innovazioni e le ricerche fanno di Marina Abramović una delle icone dell’arte contemporanea; “la nonna della performance”, come ama definirsi, è colei che ha modificato il concetto di arte, collegando le azioni del corpo alla possibilità della mente.

Marina è la biografia che si aggiunge a quelle della collana Per aspera ad astra, esistenze eccezionali di grandi donne, libri che coinvolgono e appassionano.

“Rino Gaetano. Essenzialmente tu” di Matteo Persica, Odoya

Marilena Giulianetti
ROMA – Si dice a volte che il tempo renda giustizia. Deve pensarla così Matteo Persica che, dopo l’affascinante ritratto di Anna Magnanisi cimenta in Rino Gaetano. Essenzialmente tu, anche questo edito dalla casa editrice Odoya e in libreria da pochi giorni.

Matteo Persica contestualizza il periodo storico e sociale in cui si muovono i giovani negli anni ’60 e ’70 (che per la prima volta diventano categoria e si scoprono “generazione”). Ecco, quindi, il racconto della famiglia che dalla Calabria si sposta a Roma, i primi passi del piccolo Rino, la passione per la musica, le amicizie e gli amori, l’approccio al mondo artistico romano, l’inizio di una carriera schiettamente contro. Continua

Per aspera ad astra: nuova collana in casa Hop Edizioni. Si comincia con “Madonna”

Giulia Siena
PARMA – Novità in casa Hop! La casa editrice pavese dà avvio a Per aspera ad astra, la forza delle donne, la collana di picture book dedicata ad eroine che hanno cambiato il corso della storia attraverso la propria arte. Madonna, Maria Callas, Virginia Woolf, Frida Kalho, Audrey Hepburn e Coco Chanel sono le prime protagoniste di questo progetto editoriale che vuole celebrare il genio e la determinazione, la tenacia e il talento. I libri – in uscita da maggio 2017 a febbraio 2018 – sono biografie artistiche disegnate da importanti illustratori; in queste pagine colorate le immagini e le parole trovano il proprio equilibrio.

In libreria da qualche settimana, la prima picture book è dedicata a MADONNA ed è illustrata da Sylvia K., l’artista che nelle proprie linee e nei tratti si è lasciata influenzare dalla pop art, dai cartoni animati americani, dal surrealismo e dal neorealismo francese.  Continua

“Grazia Deledda. Il luoghi gli amori le opere”, una biografia che regala un’immagine nuova dell’autrice sarda

Giulia Siena
PARMAGrazia Deledda. Il luoghi gli amori le opere (Avagliano) si apre su una biblioteca di famiglia a Calcutta. A sfogliare le pagine di quei libri provenienti da tutto il mondo è Amitav Ghosh, scrittore indiano che da bambino si imbatte in un libro della Premio Nobel Grazia Deledda. Da qui Rossana Dedola – attraverso l’analisi di  86 tra lettere e cartoline inedite ritrovate presso biblioteche europee – comincia l’escursione nella vita e nelle opere dell’autrice nuorese.  “La bambina nuova” nasce in una famiglia di possidenti terrieri il 27 settembre del 1871 e viene battezzata, secondo il rito tradizionale sardo, con il nome di Grazia Maria Cosima Damiana. La piccola processione aperta dai bambini con il cero porta Grazia, la nuova arrivata, tra le strade di Nuoro verso la Chiesa. Qui si celebra “l’iniziazione” della bambina ai riti di questa terra, una gestualità che di cristiano conserva solo la purificazione dell’anima. Le parole di augurio, le movenze e le gerarchie saranno parte integrante dei ricordi e degli scritti della giovane Grazia. Continua

Paul Gauguin: il selvaggio della pittura

Gauguin_odoya_recensione chronicalibriGiorgia Sbuelz
ROMA – “Questo è uno studio di Gauguin come uomo. Poiché l’uomo non può essere separato dalla sua opera, ci siamo soffermati, quando lo abbiamo ritenuto necessario, sullo sviluppo dell’artista.” Partendo da questo assunto enunciato in prefazione, i coniugi Lawrence ed Elisabeth Hanson compiono, nella biografia Paul Gauguin, Edizioni Odoya, un viaggio nella vita di uno tra i più avventurosi artisti mai esistiti, e nel periodo più movimentato che l’umanità abbia sperimentato. Continua

“Trascrivere la vita”. Pensieri sull’arte di Èdouard Manet

trascrivere la vita_Manet_viadelventoGiulia Siena
ROMA
“I musei mi hanno sempre causato sconforto. Entrarvi mi deprime, devo prendere atto che i quadri sono ridotti a misera cosa. Tutto si muove, visitatori, custodi. I ritratti non vivono. E tuttavia sono lì, i ritratti […]”. Cosa penserebbe, allora, oggi Èdouard Manet nel vedere il suo celeberrimo Le déjeuner sur l’herbe (1863) oppure la sua magnifica Olympia (1863) “inermi” presso il Musée d’Orsay di Parigi dove sono custoditi? Forse l’artista parigino non aveva considerato che la sua arte – come molta dell’ottima arte – nonostante sia materialmente ferma, si muova, guardi e sproni chi in quel momento la sta ammirando. Èdouard Manet forse non pensò a questo aspetto, forse voleva solo esprimere un giudizio, forse lo fece per domare la sua impulsività, per rendere giustizia a quel “reale” che spesso confina con il sogno. Manet arrivò, così, durante la sua vita a fare attraverso la scrittura quello che gli altri avevano fatto al suo cospetto: si mise a nudo e disse tutto quello che pensava sull’arte. Lo fece spontaneamente, come se non ci fosse interruzione tra il suo sguardo e la parola, senza regole e freni, piuttosto con una ricerca spasmodica di quel reale che in lui diventa un revêrie sospeso tra memoria e sogno. Questi pensieri vengono oggi raccolti in Trascrivere la vita, il volumetto di Via del Vento Edizioni (collana I Quaderni di Via del Vento, 66) curato e tradotto da Marco Alessandrini (sua anche la parte critica “La rivoluzione della grazia”).

Diretto e alle volte duro, in questi pensieri sull’arte Manet si rivolge alle modelle, agli attori in scena, ai suoi colleghi e ai collezionisti, parla di filosofia e della sua arte: “Il colore è una questione di gusto e di sensibilità. Soprattutto, dovete avere qualcosa da dire; altrimenti, meglio cambiar mestiere. Non siete pittori a meno di non amare la pittura sopra ogni altra cosa”. Non tralascia, poi, quel contatto con la natura che nelle sue opere si faceva contatto vivido e allo stesso tempo sfocato, reale, ma leggermente mistificato: “Se è massima certezza, come dice Bacone, che l’arte è l’uomo sommato alla natura, homo additus naturae, allora nell’arte non può mai mancare la natura. Impossibile sostituirla, nemmeno con il ricordo esatto”.

 

Con Trascrivere la vita. Pensieri sull’arte, Via del Vento (grazie anche all’ottimo lavoro di Marco Alessandrini) regala ai lettori e agli artisti di oggi uno spaccato vivido e coinvolgente di un maestro fuori dal tempo, Èdouard Manet.

“Primi passi sulla luna”, frammenti e ricordi per nutrire il presente

primi passi sulla luna
Silvia Notarangelo

ROMAAndrea e Daria sono padre e figlia. Il loro è un rapporto forte, complice, fatto di sorrisi e di piccoli passi ma anche di quelle responsabilità di cui ogni genitore si sente investito. “Primi passi sulla luna” (Tic Edizioni) racconta la loro storia. Andrea Cosentino trasferisce su carta il suo spettacolo teatrale e il risultato è un testo inedito, delicato e sorprendente, capace di restituire emozioni e nitide immagini di vita, anche quando queste risultano sbiadite dal tempo o da ricordi ormai incerti.
Il confine tra realtà e finzione è molto labile ed è forse per questo che viene ricercato costantemente il dialogo con un lettore che non può e non deve essere passivo, ma seguire e lasciarsi coinvolgere dagli eventi. È una confessione drammatica quella che l’autore affida alle pagine del suo libro, un’esperienza personale che lo tocca da vicino e di cui sente, pressante, il bisogno di parlare. Nessuna ambizione letteraria, soltanto il desiderio di cristallizzare un dolore perché “non me ne voglio liberare, voglio tenermelo ancora dentro o addosso”. È ciò che cerca di insegnare, per motivi diversi, anche alla sua bambina: “evitare la rimozione, non sottrarsi ma venire a patti”.
Un papà attento, dunque, che all’improvviso, nel 2009, a quarant’anni di distanza dallo sbarco sulla luna, si ritrova ad affrontare una prova durissima. A fare la differenza è un clic. Il clic di una macchina fotografica che, involontariamente, coglie qualcosa, un riflesso anomalo, una “mezzaluna” proprio lì dove non dovrebbe essere. Ma è anche un clic più lontano nel tempo, quello di un occhiolino d’intesa che si chiude poco prima di sparire su una barella e intraprendere un viaggio forse senza ritorno.

 
Cosentino scrive da padre rivolgendosi alla sua “stellina” sveglia, curiosa e testarda, a cui la vita sembra stia tirando un brutto scherzo. Ma scrive anche nelle vesti di figlio, ripensando a quel padre taciturno, incapace di esprimere i suoi sentimenti e ora incredibilmente vulnerabile.
L’attesa dell’epilogo, di quel finale tanto caro all’autore, si dilata tra ricordi e “divagazioni”. Se poi la memoria viene meno, ecco subentrare l’immaginazione a ricostruire, scena dopo scena, passeggiate, dialoghi, persino gesti e parole probabilmente solo pensati.
La narrazione resta così sospesa fino a quando dall’imperfetto, il tempo dei giochi e delle favole, si passa al presente, il tempo della realtà. Il salto è brusco ma necessario, perché con la realtà non si scherza.
A volte la verità può essere sconvolgente, altre può riservare sorprese inaspettate. Eppure nessuno è mai pronto ad affrontare un dolore, forse il massimo che si può sperare è ciò che Cosentino si augura per la piccola Daria: addormentarsi sotto un cielo stellato e risvegliarsi con la consapevolezza che “la felicità è reale solo se condivisa”.

“La donna più bella del mondo”: la storia di una donna tormentata diventata una Diva destinata all’eternità

Alessia Sità
ROMA – “Il caso di Marilyn Monroe aprì la stagione dei complotti all’americana”.

Così scrive Andrea Carlo Cappi in “La donna più bella del mondo. Vita morte e segreti di Marilyn Monroe”, Aliberti Editore. Bellissima, sensuale, affascinante, quasi divina. E’ questa l’immagine più ricorrente legata al ricordo della grande diva cinematografica. La realtà però non rispecchia assolutamente la figura della bionda svampita di celluloide. Norma Jeane Baker era una donna dalla personalità complessa e tormentata. Un’infanzia difficile, trascorsa principalmente in case-famiglie, un matrimonio di convenienza organizzato da Grace McKee – la migliore amica della madre Gladys – e un disperato bisogno d’amore contribuirono a segnare indelebilmente il destino della grande star di Hollywood. Iniziata per caso la carriera come modella, ben presto Norma approda anche sul grande schermo. Film come “Giungla d’asfalto”, “Eva contro Eva”, “Niagara”, “Gli uomini preferiscono le bionde” e “Come sposare un milionario” consacreranno per sempre il mito della grande Marilyn. La sua parabola vitale però non fu segnata soltanto dai grandi successi cinematografici, ma soprattutto da diverse vicende amorose, quasi sempre molto tormentate. Nel 1954, l’attrice sposa il campione di baseball Joe Di Maggio, ma il matrimonio dura solo un anno. A decretare la fine della loro unione fu una delle sequenze più belle della storia del cinema: la celebre scena della metro in “Quando la moglie è in vacanza”. Dopo la fine della relazione con il campione, Marilyn diventa l’amante di Frank Sinatra e in seguito si sposa nuovamente con lo scrittore Arthur Miller. Per la diva, però, ha inizio un lungo calvario causato da problemi di alcolismo e dipendenza da psicofarmaci. Nonostante il dramma di due aborti in pochissimo tempo, Marilyn continua a girare film di successo come “Il principe e la ballerina”, “A qualcuno piace caldo” e “Facciamo l’amore”. Le sue condizioni psico-fisiche però diventano sempre più ingestibili e la Fox decide di licenziarla. Ed è proprio in questo periodo che diventa l’amante prima del Presidente John Fitzgerald Kennedy e poi del fratello Bob. Due relazioni disperate che segneranno per sempre la storia dell’America e non solo. Con estrema accuratezza Carlo Andrea Cappi ripercorre le tappe salienti della vita della grande attrice e ricostruisce scrupolosamente i dettagli della sua tragica fine, avvenuta il 4 agosto del 1962, nella sua casa nel quartiere residenziale di Brentwood (Los Angeles). Una ragnatela di intrighi e complotti sembra avvolgere la morte di Marilyn Monroe.

A distanza di 50 anni, emergono ancora nuovi sconvolgenti dettagli sulla fatidica notte che lascio il mondo intero orfano di una grande star. La tragica e misteriosa scomparsa della grande Diva di Hollywood ha contribuito a destinare il suo mito e la sua bellezza all’eternità.