“La Trilogia del limite”; e se le illustrazioni invadessero nuove pagine?

chronicalibri recensione trilogia del limiteGiulia Siena
ROMA
“Esiste una regola non scritta nell’editoria, che afferma che l’autore di libri illustrati dovrebbe evitare di disegnare al centro della doppia pagina per non ostacolare la lettura. Cosa succede quando questa regola viene ignorata?” Parliamo spesso di libri illustrati, libri per tutte le età che fanno delle immagini il proprio virtuosismo. Parliamo spesso di come le illustrazioni accompagnino le parole e rendano unica ogni storia. Ma se qualcosa cambiasse? Se le immagini si spostassero e invadessero angoli diversi dello stesso foglio bianco? Corraini Edizioni ha pubblicato da qualche settimana “La Trilogia del limite” di Suzy Lee che, dopo “L’onda”, “Ombra” e “Mirror”raccoglie in questo volume delle tesi secondo le quali il libro stesso diventa parte dell’esperienza di lettura. Tutto nasce quando l’autrice riceve una mail nella quale il mittente dichiarava di essere confuso a proposito dell’illustrazione in “L’Onda”, dove una parte della bambina protagonista e del gabbiano che vola sopra di lei, sembrano mancare; sarà stato un errore di impaginazione? No, in questo caso l’artista ha deciso di valicare i limiti fisici che un libro può porre, volgendo così lo sguardo del lettore verso una nuova prospettiva.

Simmetrie, specularità, contaminazioni e creatività vengono cercate, spiegate e valorizzate in un libro che è guida e approfondimento del disegno. Con “La Trilogia del limite” Suzy Lee svela i segreti di composizione e creazione dei suoi tre libri ridefinendo i limiti del foglio bianco. Dopo “La Trilogia del limite” gli albi illustrati diventano ai nostri occhi dei libri dinamici, delle storie che si muovono seguendo la prospettiva di chi li crea e di chi li legge.

“Trovo interessante che la motivazione per creare un libro possa venire dalle esigenze tecniche della sua forma e non soltanto dai soggetti letterari frutto degli sforzi consapevoli dell’autore.” S. Lee