Novità: “Home – Guida allo chic”

MILANO – Dopo “La Parigina” di Ines de la Fressange, ecco “Home – Guida allo chic”, il secondo dei “Carnet parisien”, collana ambiziosa di guide allo chic che la prestigiosa casa editrice Flammarion dedica alle nuove icone stilistiche della Ville Lumière pubblicate in Italia da L’Ippocampo Edizioni.
“Home – Guida allo chic”, scritto da India Mahdavi con la giornalista Soline Delos, è una guida illustrata per un arredamento di stile con alcune e indispensabili regole di base e i trucchi della Mahdavi per migliorare i nostri interni: come valorizzare la luminosità, come abbinare colori, tessuti e materiali. A completare il volume, un carnet con oltre 100 indirizzi internazionali dove trovare i migliori oggetti di design.

 

Formata dal grande Christian Liaigre, India Mahdavi sta diventando l’archistar parigina dell’arredamento (La rivista Time l’ha annoverata tra i 10 più influenti interior designer odierni). Il suo coloratissimo stile, risultato dei numerosi viaggi e delle sue origini iraniane, mescola tessuti e materiali in un linguaggio estetico quanto mai personale.

 

Concepito come un taccuino di appunti sulle nuove tendenze, quest’opera riunisce per la prima volta tutte le “ricette di arredamento” di India Mahdavi, con la complicità di Soline Delos, giornalista di Elle. Dal monolocale al grande appartamento, India ci accompagna stanza dopo stanza consigliandoci sulle scelte, svelandoci i trucchi per rinnovare l’arredamento, su come fare gli acquisti ed evitare i passi falsi, o ancora su come risolvere i peggiori rompicapo. Per la prima volta ci confida i suoi indirizzi preferiti, dove scoprire occasioni dal vintage al design contemporaneo, non solo a Parigi ma in tutte le metropoli globali: Beirut, Città del Capo, Città del Messico, Istanbul, Lisbona, Londra, Los Angeles, Milano, Mumbai, New York, Rio de Janeiro…

“GiraPuglia”, 12 itinerari per una regione buona tutto l’anno

ROMA – “Dalle scogliere del Gargano ai monti Dauni, dalle Murge alla Valle d’Itria, dalla Messapia al Salento, la Puglia punta ancora una volta sull’eccellenza della semplicità, sul sapiente accostamento di materie prime di qualità, sull’indole di un popolo che sa accogliere e condividere.” Guidati da questi buoni propositi e da “GiraPuglia” si può partire alla scoperta di un territorio che riesce ogni volta a sorprendere. Stiamo parlando della Puglia, regione dalle antiche tradizioni storiche, dal fascino naturalistico e dall’ampia offerta enogastronomica. La regione dei due mari viene raccontata in “GiraPuglia” attraverso dodici itinerari del gusto per esplorarla in qualsiasi stagione dell’anno. Attraverso questo semplice e completo volumetto arrivato alla sua terza edizione e pubblicato da Tirsomedia, il turista, il curioso e il buongustaio potranno intraprendere ogni volta un viaggio diverso: esplorare le vigne di Nero di Troia o di Negroamaro, perdersi nelle bellezze architettoniche dei castelli di Federico II di Svevia, seguire le strade dell’olio extravergine di oliva attraverso le 5 DOP della regione, oppure lasciarsi trasportare dal ritmo della Valle d’Itria.

 

Tutto questo è la Puglia e molto altro si può scoprire con “GiraPuglia”; non solo una guida ma un vero e proprio universo proiettato in una terra sempre viva.

Saggio: “La mia vita”, Chagall

ROMA“Tornerò con mia moglie e la mia bambina. E forse l’Europa mi amerà e con essa anche la mia Russia”.
Marc Chagall (1887-1985) scrisse “La mia vita” in lingua russa tra il 1921 e il 1922, poco prima di lasciare definitivamente Mosca dopo l’esperienza esaltante e dolorosa della Rivoluzione, e nello stesso periodo compose i disegni che accompagnano il testo. L’opera, tradotta in francese dalla moglie, Bella Chagall, apparve a Parigi nel 1931, presso la Librairie Stock con il titolo di “Ma vie”, e venne ristampata nel 1957 con lievi modifiche e integrazioni dell’artista.

 

Come in una sorta di “deformazione professionale”, il romanzo pare una successione di quadri, diapositive della biografia di Chagall. È così che ci appaiono davanti, l’uno dopo l’altro, svelati nei loro misteri, La nascita, La casa in blu, Il giocoliere, accompagnati anche da nuove magnifiche illustrazioni. Costante, come nell’arte pittorica, esplode nel lettore un sano e limpido ottimismo, che nulla ha di astratto, ma è al contrario pregno di realismo e concretezza. L’oggetto prende vita, si anima e ne esce, assieme alla forza rievocativa, quella espressiva e simbolica, che non solo ci racconta la biografia del pittore, ma anche ce ne svela anima e religiosità.

Itinerari per due, una guida per le mete del cuore

ROMA – Una romantica fuga su un’isola o il relax di una località termale; l’atmosfera di un borgo medievale o l’aria pura di un angolo di natura incontaminata; scoprire le bellezze di una città d’arte girandola in bicicletta, o gustare il dolce far niente sulla spiaggia… Quale che sia il vostro ideale di vacanza a due, in “Itinerari per due
60 mete per vacanze romantiche in Italia tra mare e natura, borghi del cuore, relax e wellness”  (Touring Club) troverete 60 mete romantiche in tutta Italia, originali e uniche, spesso alla scoperta di luoghi fuori dalle rotte turistiche più battute, unite dal fil rouge dell’atmosfera: rigorosamente intima, speciale, colma di fascino. Per rendere il soggiorno davvero indimenticabile, i nostri esperti hanno selezionato per ogni meta il meglio dell’ospitalità e della ristorazione; 300 indirizzi davvero speciali per dormire e per mangiare.

 

Il pericoloso “circo” della Truffa

Luigi Scarcelli
Parma – Alzi la mano chi, alla parola truffa, non pensa alla scena del film TOTO’TRUFFA ’62 in cui il celebre attore napoletano tenta di vendere ad uno sprovveduto turista italoamericano la Fontana di Trevi. Un modo comico di rappresentare un reato molto presente nella nostra società, forse perché è una distorsione dell’arte di arrangiarsi di cui noi italiani siamo maestri.

Lo scrittore Giuseppe D’Alessandro, avvocato esperto prevalentemente di materia penale e responsabilità professionale, ha voluto riprendere lo stesso tono ironico di quel film per raccontare il mondo della truffa nostrana nel libro “Truffe, truffati e truffatori”, pubblicato da Angelo Colla Editore.

 

Il libro è diviso in capitoli a seconda del tipo di truffa trattato (immobiliare, di gioco, a sfondo sessule…) permettendo al lettore di iniziare la letture in maniera “arbitraria” dal capitolo contente l’argomento più di suo interesse.
Ogni truffa viene descritta tramite una lunga serie di casi reali presi da sentenze o dalle cronache giornalistiche. La scrittura è volutamente ironica e affronta in tono leggero, ma comunque informativo, un problema molto presente nella società moderna.  Gli esempi descritti, come detto, sono molti e forse in qualche punto l’autore avrebbe potuto soffermarsi in maniera più dettagliata su un numero minore di casi in modo da dare più “respiro” alla lettura. Il risultato comunque  è molto buono dato che la scelta stilistica si sposa bene al tema della truffa che di per se è tragicomico.
Quello che scaturisce dal libro è un mondo fatto di astuzie, ingenuità, malizia e soprattutto furbizia, anzi  mi si passi il termine “furbettizia” riferendomi a quel tipo di furbetti tanto di moda nel nostro Paese che cercano in maniera scorretta o sleale di aggirare ostacoli di qualsiasi tipo allo scopo di trarne un vantaggio personale. Il bello è che i furbetti non sono solo i truffatori, ma anche i truffati stessi, che abboccano a promesse di facili “guadagni” di qualsiasi tipo rimanendo vittime della loro stessa ingordigia da finti “dritti”.
L’autore descrive prevalentemente casi dell’epoca recente, soffermandosi anche in paragoni con sentenze per truffa dell’inizio del secolo scorso. Il lettore potrà notare la palese differenza di gravità tra quelle che erano considerate (e punite come tali) le truffe negli anni ’30 (ad esempio il caso di una persona condannata nel 1933 per il “riutilizzo” di una busta per lettere affrancata) e quelle di oggi. Se ciò sia dovuto ad un profondo cambiamento della nostra mentalità e del nostro stile di vita (magari più egoistico e smaliziato) o solo al diverso sistema giuridico dell’Italia di allora (ricordiamo che si parla dell’Italia Fascista) può essere un ulteriore spunto di riflessione per il lettore di questo libro, che non mancherà di far riflettere sorridendo.

“1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita”, viaggio nell’Italia spirituale e non solo

Giulia Siena
ROMA
“Questa guida vuol essere uno strumento per scoprire le bellezze spirituali dell’Italia, e con esse la storia, la cultura, la ricchezza artistica e naturalistica che le circonda”. Sono 1001 i luoghi di culto che Chiara Giacobelli raccoglie nel libro “1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita” pubblicato da Newton Compton. Delle tante ricchezze artistiche e spirituali disseminate sul suolo italico, la scrittrice e giornalista marchigiana ne seleziona 1001; 1001 luoghi che hanno fatto la storia. Dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, dalla Toscana alla Puglia passando per Umbria e Sardegna, questo libro ci accompagna in un itinerario ricco di sorprese archeologiche, bellezze naturalistiche e aneddoti storici. In Italia, come in nessun’altra nazione al mondo, infatti, si conta un così alto numero di conventi, monasteri, abbazie e cattedrali, luoghi che nei secoli sono stati punti di aggregazione e crocevia di rilievo.

 

Il viaggio di Chiara Giacobelli – già autrice di “101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita” – parte dalla Valle d’Aosta, con il Convento di Santa Caterina, costruito sui resti di un antico anfiteatro romano (probabilmente uno dei più antichi del mondo) che accoglieva fino a 15.000 persone. Oggi, il convento non è solo un luogo di culto, ma anche una importante sede archeologica. La Basilica Papale di San Francesco ad Assisi si trova al numero 576 di questo intenso viaggio per l’Italia. La basilica, che custodisce le spoglie del Santo, è tra le principali destinazioni religiose e dal 2000 è stata proclamata patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Ma il libro raccoglie anche diverse curiosità: sapevate, ad esempio, che la Sacra di San Michele, in Piemonte, si erge al centro di una via di pellegrinaggio lunga più di duemila chilometri, che unisce quasi tutta l’Europa occidentale da Mont Saint-Michel a Monte Sant’Angelo in Puglia?

 

Allora – nonostante il libro sia abbastanza voluminoso – mettiamolo in valigia e facciamoci accompagnare dall’ottima capacità descrittiva della Giacobelli in un percorso nell’Italia della spiritualità, dell’arte e della storia.

Samurai – Il manuale “non autorizzato” del guerriero giapponese

MILANO Giovane samurai, sei pronto ad intraprendere la nobile Via del Guerriero?Con un irresistibile umorismo, Stephen Turnbull si cala nei panni di un samurai del XVII secolo e ci insegna tutti i segreti del mestiere. “Samurai – Il manuale “non autorizzato” del guerriero giapponese” (L’Ippocampo Edizioni) è un viaggio completo: dall’armatura alla cerimonia del tè o allo shintoismo, questo libro si presenta come un eccentrico manuale di preparazione per l’aspirante samurai, seguito passo dopo passo nell’apprendimento delle arti marziali, delle strategie di assedio di un castello, o delle tecniche di combattimento sul campo di battaglia.

Attraverso un testo ricco di informazioni, immagini a colori, 100 stampe storiche e sagge citazioni del tempo, l’autore ci offre una vivida e particolareggiata rappresentazione della cultura guerriera giapponese del ‘600, che tanto affascina noi occidentali.

Partiamo, “101 cose da fare a Barcellona almeno una volta nella vita”

ROMA – E’ ancora tempo di intraprendere un viaggio… e Barcellona negli ultimi anni ha saputo imporsi come meta turistica di primo piano a livello mondiale. Allora accettiamo i suggerimenti di Luigi Cojazzi in “101 cose da fare a Barcellona almeno una volta nella vita” (Newton Compton) e intraprendiamo il nostro cammino.
Facile, comunque, indovinare il perché di tanto successo: quale altra metropoli europea infatti può offrire cultura e sole, musei e spiagge, monumenti e instancabile vita notturna? Punto di riferimento internazionale per l’architettura e l’urbanistica, paradiso dei giovani, rifugio di moltissimi artisti, è una città che ha saputo trasformarsi, soprattutto negli ultimi trent’anni, in uno dei luoghi più dinamici del mondo. Ai primi posti nell’immaginario giovanile per le opportunità che offre, il divertimento, la cucina, lo shopping, la bellezza medievale della Città Vecchia, Barcellona è anche la capitale d’una nazione senza Stato: la Catalogna. E a partire da qui si può comprendere l’orgoglio dei barcellonesi per la storia della loro città. 101 cose da fare per scoprire lo spirito di questa splendida metropoli, le sue radici storiche, la sua catalanità, il suo senso di diversità; senza dimenticare naturalmente gli aspetti più turistici: dai locali che animano la movida notturna ai ristorantini di pesce della Barceloneta, dalle spiagge ai parchi, dagli angoli meno noti ai capolavori di Gaudí. 101 aspetti di una città viva, creativa e multietnica. Una città che non ha mai avuto paura di cambiare.

Barcellona come non l’avete mai vista!

Ecco alcune delle 101 esperienze:
Mangiare
torte nelle profondità di una mikveh del XIV secolo
Intravedere due dita di Dio presso l’antica chiesa romanica di Sant Pau del Camp
Cercare un paio di “espadrillas” e ritrovarsi in un quadro di Picasso
Inseguire il fantasma di Carmen Amaya in un antico quartiere di pescatori
Tentare di penetrare la città vecchia attraverso la porta dei templari
Fermarsi all’ombra di uno dei bracieri più “pericolosi” del mondo
Passare un sabato mattina al Mercat dels Encants
Scendere nel “pozzo del mondo” per vedere il lungomare di Guayaquil
Sfidare il drago di Gaudí a difesa del Giardino delle Esperidi

“Come godersi la vita e lavorare meglio”: una piccola guida per ritrovare la serenità.

Alessia Sità

ROMA – Vivere e lavorare senza avere preoccupazioni è il sogno di tutti, ma realizzarlo non è semplice. Ogni giorno ci lasciamo turbare da mille pensieri e da problemi di ogni tipo. Il risultato: tanta ansia e scarse capacità di analizzare lucidamente la fonte del nostro turbamento.  “Come godersi la vita e lavorare meglio” di Dale Carnegie, pubblicato da Bompiani, nella Collana i grandi Tascabili, ci offre ottimi spunti di riflessione, per capire quali sono gli errori più frequenti commessi nel valutare il nostro approccio alla vita e alla gente.
Partendo dal presupposto che per stare bene con se stessi non è necessario imitare gli altri, l’autore ci invita a non perdere di vista quello che noi siamo realmente. Mettersi alla prova è fondamentale per sapere cosa siamo in grado di fare. Imparare ad accettare le critiche – senza però lasciarsi travolgere eccessivamente dalla negatività che proviene da esse – è la strada giusta da perseguire, per poter affrontare serenamente la vita di tutti i giorni.  Ricordare essenzialmente le cose belle che ci riguardano, ci permetterà di limitare ansie e paure varie. “Circa il novanta per cento delle cose della vita va bene, e solo il dieci per cento ci va di traverso. Se vogliamo esser felici, pensiamo soltanto al novanta per cento che va bene e ignoriamo il dieci per cento che va di traverso.” Cercare di fare del nostro meglio ci permetterà di evitare rimpianti o rammarichi. Il segreto per lavorare bene è: farlo con entusiasmo sempre e comunque, evitando per quanto sia possibile l’ipertensione. Trattare e comunicare con la gente nel modo più opportuno, ci consentirà di non incorrere in stupidi errori o fraintendimenti, che spesso e volentieri sono alla base delle nostre preoccupazioni. “Come godersi la vita e lavorare meglio” è una piccola guida su come imparare a fare leva sui nostri punti di forza, esternando le nostre migliori capacità per arrivare al successo. Relativizzare, decentrare e controllare. Sono questi i dettami da seguire per conquistare la serenità di cui abbiamo bisogno per vivere bene.

 

“10 ottimi motivi per non cominciare una dieta”

Giulia Siena
ROMA
–  “Nell’antica medicina greca la dieta era il complesso delle norme di vita (alimentazione, attività fisica, riposo, ecc.) atte a mantenere lo stato di salute. Martina Liverani invita a un percorso che riparte da qui” afferma Cristina Sivieri Tagliabue nella prefazione del libro e proprio da qui, dal legame tra alimentazione e benessere, che la Livarani parte per stilare il suo decalogo. Martina Liverani non è una nutrizionista e non è un medico, è l’autrice di “10 ottimi motivi per non cominciare una dieta”, il libro pubblicato nella collana Dieci della Laurana Editore. La Liverani è una donna e, come tale, viene bombardata da giornali, tv, web, chiacchierate lavorative e confidenziali dove la tematica è sempre la stessa: la dieta.
Argomento antico che pare non subire il logorìo del tempo, la dieta è la fissazione delle donne, di molti uomini e di troppi adolescenti. Arriviamo a parlare di dieta perché ci sentiamo inadeguati: troppo gonfi, troppo grassi o troppo diversi dalle pubblicità, dalle taglie standard dei negozi o dall’ideale condiviso di bellezza. Parliamo di diete e non parliamo di noi; tendiamo, così, a trascurarci e ad annullare la nostra felicità in costrizioni del tutto innaturali. Innaturali perché, come precisa l’autrice, le diete non funzianano. Se le diete funzionassero saremmo tutti magri e felici. E poi, diciamocelo, se le diete funzionassero non ci sarebbe bisogno del plurale, ci sarebbe bisogno di una sola dieta; non quella di un “santone” francese o di un “luminare” australiano, la dieta della star hollywoodiana o della principessa d’Inghilterra. Conoscendo più a fondo il mondo delle diete-business potremmo mangiare qualsiasi cosa senza ricorrere agli alimenti light (stranamente prodotti dalle stesse multinazionali che ci propinano altre cose per ingrassare) o ai bibitoni incolori o ad altre e strane tendenze sempre in voga.

“Spesso noi donne seguiamo una dieta senza che ciò sia dettato da esigenze di salute, ma unicamente per ragioni estetiche. Siamo tutte ossessionate da un ideale estetico e sociale che ci impone un unico modello: essere magre, avere un corpo asciutto e sodo, senza un filo di cellulite, persempregiovane. Per questo motivo ci impegniamo come forsennate ponendo nelle diete un’abnegazione totale, perché dimagrire è, per noi, non solo una perdita di peso, ma un modo per affermare noi stesse e uno status sociale: dobbiamo essere magre, o almeno desiderare di diventarlo”.