Tetra: “Sotto la città” è il settimo titolo

Daniele Petruccioli ci porta nelle viscere della città, lì dove muoiono i sogni

Giulia Siena – Roma è ancora assopita quando il protagonista di Sotto la città sorseggia il suo primo caffè alla finestra. La bocca è amara. Il peso sullo stomaco rimane. C’è anche forte la preoccupazione per le tante spese che deve affrontare anche questo mese, come ogni mese. E mentre la luce del giorno poco a poco si leva, l’uomo lava via dalla faccia i segni della notte quasi insonne. Si guarda attraverso i disegni del figlio, prende consapevolezza che non sia “né carne né pesce”, che non abbia i tratti definiti, che si trovi in un’età – oltre i quaranta – durante la quale non ci si può più definire “ragazzo”, ma non si è ancora abbastanza uomo. Non conta però solo l’età, il colore dei capelli, il modo di vestire. Contano anche le aspirazioni, i sogni, i progetti che sembrano essere finiti altrove, calpestati da quelle scarpe che all’improvviso si scoprono rotte, lasciati ad ammuffire in quello zaino a brandelli lasciato all’ingresso di casa, nascosti nei cassetti vicino alle dimenticate bollette da pagare.

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Il ramo e la foglia edizioni presenta “Le rovinose”, un romanzo tra storia personale e cambiamento sociale

L’amore non ha regole, ma qualche rimpianto

Giulia Siena – Può un’amicizia perdere, nel tempo, tutta quella carica empatica, affettiva e di condivisione necessaria per la quale era nata? Le amicizie mutano per poi restare o perdersi. Quella tra Silvana e Clara non era stata un’amicizia semplice e neppure il solo sentimento di recirpoco affetto; era rimasto sempre qualcosa di forte, di non detto, di ossessivo. Il senso di protezione che aveva colpito Silvana nei confronti di Clara era inaspettato, ma chiaro e dolcissimo. Silvana aveva visto in quella ragazza ribelle e un po’ sboccata tutto ciò che l’affascinava: aveva sentito affiorare, osservando le mani delicate e pazienti di Clara, l’esigenza di quelle carezze che non aveva mai cercato ma che effettivamente mancavano alla sua vita semplice e statica.

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La mano del diavolo, l’approdo di Fabrizio Zollo al racconto

Fortezza Edizioni: venticinque componimenti

Giulia Siena
Venticinque racconti nei quali risuona forte la voce della mancanza. A Matsen, che nel 1938 indirizza diverse lettere a Erik, manca la gioia, sopita in una pena “così acuta da poterne condividere il bruciore”. A Heinrich manca la determinazione per sollevarsi da quella poltrona e riprendere in mano la propria arte. A Varick manca un tassello, un piccolo pezzo di carta per ricostruire quella lettera i cui brandelli giacciono inermi sul selciato di ritorno da scuola; in quelle poche righe, una storia di un grande e rinnovato vuoto. A Norvik, il nano di Lubecca, manca l’amore: dal momento il cui viene colpito dalla visione eterea di Flora, il silenzio che lascia quel sentimento non corrisposto si fa lacerante; nulla è più come prima, nulla tornerà ad avere la stessa importanza di prima. Ora è evidente che qualcosa manca, qualcosa che in passato Norvik non poteva comprendere.

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L’ultimo bagliore, il romanzo di D. L. Rose

Una storia d’amore tra sogno e realtà, bene e male

Giulia Siena
Estate 2011. Una serata di gala nel palazzo storico di quel paese che lo ha visto nascere. Domenico Portuese si aggira tra le sale gremite di gente – tra vecchi amici, conoscenti e sconosciuti – fino a quando vede venirgli incontro una donna. Bellissima. Sente un sussulto. Da lei provengono quelle parole, i versi di una poesia composta dallo stesso Domenico. E’ un attimo e tra loro comincia un serrato dialogo. Tutto il resto passa in secondo piano: Domenico non pensa più all’invito in montagna fattogli qualche momento prima dal suo amico Michele, il pensiero non torna ai suoi due figli a casa con i nonni, nulla, anche quel dolore lieve e costante che sente ancora per la morte di sua moglie ora, al cospetto della “novella” Cenerentola, è come sopito. Tutto è ovattato, tranne la forte curiosità che prova per il sorriso accennato e dolce della donna.

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Oligo Editore: storie attorno al Po

Favole di fiume, la raccolta di racconti di Luca Ponzi

Giulia Siena
PARMA
– Il maestoso e silente Po è l’unica costante degli undici racconti che compongono Favole di fiume, la raccolta scritta da Luca Ponzi e arrivata in libreria da qualche settimana per Oligo Editore. Il fiume, infatti, quel mondo piccolo che Guareschi, con le sue opere, ha portato fuori dai confini regionali, torna prepotente a farsi osservare, a ricalibrare la vite di donne e uomini qualunque.

“Il tratto che questi racconti hanno in comune è proprio il ruolo giocato dall’acqua, elemento spesso non centrale ma fondamentale per giustificare qualche follia. Forse accade anche ad altri grandi fiumi, ma il Po in particolare – scrive Ponzi nella prefazione del libro – non è un termine geografico”. Mancanze, speranze, illusioni, certezze, progetti e rimpianti si raccolgono in questa bruma poetica che avvolge ogni narrazione e rende la raccolta una piccola antologia delle emozioni.

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NEO: Enrico Prevedello e il suo primo romanzo

Calpestare il cielo per trovarsi

Giulia Siena
Perdere le proprie instabili certezze e ritrovarsi in un mondo al rovescio. Sembra che ci capiti spesso, ogni volta che ci sentiamo frustrati, fraintesi, inascoltati. Quando tutto cade – di solito – è il cielo (orizzonte o stelle) a ridarci la rotta; anche per Antonio – forse – era sempre stato così, nonostante la perdita, nonostante i silenzi e quella strana creatura che continuava a tormentarlo. Ma quando, in un caldo e caotico pomeriggio in città, si ritrova a ingurgitare una pastiglia di paracetamolo dopo l’altra sorseggiando birra, anche le più scontate certezze vengono a mancare. Al risveglio, Antonio è trascinato in quel baratro di cui spesso aveva assaggiato i contorni. Antonio scopre così che nulla è più come prima; per guardare il cielo deve letteralmente abbassare lo sguardo: il pavimento è sopra la sua testa e spesso deve schivare porte che si sfilano dai cardini e oggetti che ruzzolano da quello che, in precedenza, era il luogo in cui si muovevano sornione le nuvole. Quel prima che aveva odiato, in cui si sentiva spesso estraneo e intrappolato, non c’è. L’ora è un mondo tutto da comprendere e riscrivere.

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Elena Mearini, ritorno alla poesia

Marco Saya Edizioni: Aritmia e il suono dopo le parole

Giulia Siena
PARMA
Elena Mearini scrive e torna a scrivere di poesia. L’autrice milanese che ho avuto modo di leggere in precedenti volumi di narrativa e poesia, è uno degli esempi più lampanti (nel panorama italiano contemporaneo) di come si possa scrivere di ogni cosa con competenza, ma di come si riesca bene in uno dei campi universalmente più ostici, la poesia. Con Aritmia, raccolta poetica pubblicata da Marco Saya, Mearini ci ricorda che è nella poesia che la sua voce si fa più intensa, netta e riconoscibile (“Ognuno di noi sa / con quale passo falso / si è reso vero”).

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Paolo Fiorucci, poesia lucida e contemporanea

NEO: Quando piove canto più forte

Giulia Siena
PARMA
– Le parole sopravvivono. Restano quando la luce, quella accecante, si affievolisce e lascia il posto al bagliore leggero. Poi, via via, il buio avvolge ogni cosa e le rende la giusta mestizia; uno sguardo nuovo: dolce, tollerante, salvifico. Così queste parole riportano in vita sensazioni, luoghi, desideri e sconfitte. Le parole – i versi di Quando piove canto più forte – diventano nodi che arricchiscono e tengono insieme il tramonto alla notte, l’adolescenza all’età adulta, la speranza al domani, l’entroterra al mare.

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Sogno che arrivo: la poesia che valorizza le vite, anche quelle perse in mare

Intervista a Giulio Gasperini

Giulia Siena
ALTROVE
– Intervistare Giulio Gasperini è sempre un momento di scoperta, eppure la nostra conoscenza risale a quasi due decenni fa; quindi, di sfide, sfighe, libri, opinioni e avventure ne abbiamo vissute tante. Ma ogni volta – come la prima – parlare con Giulio diventa una continua esplorazione lessicale e geografica intorno alle cose, agli accadimenti, ai pensieri. E questa volta, in occasione dell’uscita di Sogno che arrivo, la silloge scritta (e illustrata) insieme a Camilla Bertolina e pubblicata da Edizioni Migr-Azioni, la nostra chiacchierata itinerante ha toccato attualità, isole e vite.

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Via del Vento edizioni: La lettera anonima e altre prose inedite in Italia

Jean Giraudoux, sorriso amaro

Giulia Siena
PARMA
– Ironico, diretto e – a tratti – dissacrante, Jean Giraudoux è approdato alla scrittura narrativa dopo un’esperienza giornalistica deludente. Nato a Bellac il 29 ottobre 1882, Giraudoux è ricordato nella letteratura francese del Novecento per il suo umorismo mistificatore e per il talento espresso attraverso tante commedie e opere teatrali. Via del Vento Edizioni offre ora, attraverso la pubblicazione de La lettera anonima e altre prose inedite in Italia, una buona occasione per conoscere la scrittura il genio di Giraudoux.

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