Avagliano Editore: Bambi, la rinascita di Giacomo

Una nuova edizione per il libro-simbolo di Emiliano Reali

Giulia Siena
Bambi non è più una sconosciuta. La protagonista della penna di Emiliano Reali ne ha fatta di strada: Spagna, Messico, Argentina. La sua storia è stata tradotta in diverse lingue, è arrivata in diversi Paesi, ma in Italia – lì dove tante storie transgender si raccontano nella paura, nel rischio, nella ghettizzazione – fatica ancora a trovare il proprio posto. Le storie vere di transizione vengono ancora vissute dalla società e dalla politica con indifferenza, cecità, violenza e spesso ironia; non sono ancora protette e supportate . La politica può occuparsi di tutto, ma non è interessata a occuparsi di questo. Forse per tale motivo, anzi, direi sicuramente per questo, Bambi storia di una metamorfosi è un libro necessario.

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NEO: la poesia che celebra la terra

La terza geografia, prima prova poetica di Carmine Valentino Mosesso

Giulia Siena
PARMA
– Il legame tra l’uomo e la natura è al centro della letteratura già da diverso tempo. Si potrebbe affermare che questo è sempre stato un argomento centrale e oggi, al cospetto dell’emergenza ambientale, c’è la necessità di trovare nuove voci e rinnovate forme narrative per l’ambiente. In un momento storico – questo – di forti rinnovamenti e repentine evoluzioni, la natura sembra essere il rifugio più sicuro e accogliente; il “ritorno” a essa diventa chiave che apre alla speranza del futuro avendo radici ben radicate nel passato.

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Caboni e Cuddemi raccontano il Paese Museo

“Da quassù”, la prodigiosa rinascita di San Sperate

In libreria dal 25 marzo, Da quassù è il bellissimo albo narrato con le parole di Cristina Caboni e arricchito dalle immagini di Flavia Cuddemi. Pubblicato da NoArte Paese Museo, il testo – in italiano – è stato tradotto anche in sardo (da Salvatore Mossa) e in inglese (da Ellen Pala e Davide Artizzu).

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Tre racconti sensuali, tra erotismo e cultura

Giulio Gasperini
AOSTA – Il libro può anche essere un oggetto d’arte, indiscutibilmente: il volume Tre racconti sensuali di Yorgis Yatromanolakis, edito da Lamantica Edizioni, e tradotto da Maria Franguli, ne è un esempio evidente. Realizzato in piccolo formato, con un’attenzione curatissima per il carattere elegante e le pagine di un colore carta da zucchero, racchiude tre racconti dell’autore cretese Yatromanolakis, incentrati sul rapporto tra sensualità, erotismo e cultura.

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Dall’isola greca dalle ali di farfalla

Giulio Gasperini

AOSTA – Una corrispondenza fitta, questa è la forma scelta da Tito Barbini e Paolo Ciampi per dialogare tra di loro nel saggio narrativo L’isola dalle ali di farfalla, edito da Edizioni Spartaco. Uno di loro, Tito, si trova in una sorta di autoesilio a Astypalea, Stampalia, isola del Mar Egeo, vicinissima alle coste turche, cha ha proprio la forma di una farfalla dalle ali spalancate; Paolo, invece, è in Italia. I due amici comunicano attraverso “cartoline”, lettere che forse sono email, ma che dipanano una narrazione ibrida e potentissima, che spazia sui temi del passato, della gioventù e dei suoi sogni, fino ad arrivare all’analisi del contemporaneo, dell’attuale, concedendosi uno sguardo lungimirante sul futuro e su quello che sarebbe necessario mettere in atto.

Raccontare questo dialogo è impossibile: procede con una fluidità che solo i pensieri tra amici possono avere, in un continuo rimando di visioni, sguardi, considerazioni, citazioni letterarie e politiche, attraverso cui si designano parabole umane ma universali. La Grecia, con la sua storia e la sua mitologia, diventa il motore e il vettore – molto spesso – si approfondimenti ficcanti e chirurgici. E l’etimologia diventa un divertimento mai fine a sé stesso ma, anzi, criterio fondante e fondamentale per comprendere sempre più nel profondo certi meccanismi, universali e personali: come quelli che, dall’originario hospes, che indicava l’ospite in entrambe le sue vesti – di ospitante e di ospitato – è arrivato poi a esser trasformanto in hostis, cioè nel nemico. E di nemici se ne discute tanto, nel libro: nemici che assumono forme e declinazioni sempre diverse, ma spesso legate al mare, a questo luogo meraviglioso di contatti e incontri, che – nella lingua greca – aveva ben quattro parole a indicarlo. Una di queste era pòntos, il mare come elemento da attraversa che collega, unisce, mette in contatto.

L’isola stessa, il luogo privilegiato dal quale nascono questi scambi dialogici a distanza, è un’emblema, uno spazio concreto che si squaderna in spazio simbolico: inizia con essere una tana ma ben presto diventa luogo mai completamente scisso e separato dal fluire del tempo e dei corpi. È un punto di osservazione privilegiato, magari, ma inutilmente remoto, fragilmente e inadeguatamente isolato. Ma l’isola è paradigma di viaggio e ritorno, dove ogni viaggiatore approda e ruba storie, ne fa incetta per restituirle alla comprensione e alla conoscenza di altre e altri.

La narrazione, di fatto, costituisce il mezzo e lo strumento più perfetto di consapevolezza. Tante storie, note e sconosciute, si intrecciano in questo testo miracoloso, dalla complessa architettura nonostante un candore linguistico e logico: alla fine, ognuno di noi deve trovare i propri spazi e organizzarsi le prospettive, sempre con le mani a rimestare la terra, a sfiorare corpi e a far esperienza di materiali. Per fare come quei monaci benedettini, che cominciarono con il bonificare: “prosciugando paludi insalubri metro a metro, per farne zolle da dissodare, rivoltare, aprire al seme”.

Novità CasaSirio

“Un avanzo di troppi risvegli” di Valentina Morelli

Daniela Distefano
CATANIA
Valentina Morelli, nata a Modena, cresciuta a Milano, oggi lavora a Genova come project manager; ha collaborato con la rivista letteraria Cadillac e Un avanzo di troppi risvegli (CasaSirio) è il suo primo romanzo: un libro fresco, dalla solida corteccia linguistica e stilistica, che corre come un treno dentro il tunnel di un viaggio disperato, mentre l’altra parte del binario narrativo attraversa una Sicilia sbilanciata sul peso di una modernità ancora zoppicante, pruriginosa, o troppo poco rassicurante circa la capacità di dinamizzare le proprie riserve di ottimismo, di fiducia, di autostima, di umiltà non pieghevole.

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8tto Edizioni: Fino ad agosto

Josephine Rowe e il racconto delle cose immobili

Giulia Siena
PARMA
– Dieci racconti in bilico tra senso di smarrimento e voglia di fuga. Una sensazione “strana” quella che regala la scrittura di Josephine Rowe, autrice australiana classe 1984, nel libro Fino ad agosto (con la traduzione di Cristina Cicognini). Il volume, pubblicato da alcuni giorno da 8tto Edizioni – con una bellissima veste grafica,- raccoglie le vite, le solitudini e le scelte di personaggi che si muovono con facilità tra i diversi continenti spinti dall’esigenza di correre per poi fermarsi, cambiare aria e modificare il finale.

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Fouad Laroui e i bracconieri di storie.

Del Vecchio: La vecchia signora del riad

Giulio Gasperini
AOSTA – Cosa facciamo delle storie degli altri? La narrazione personale è forse il dono più grande che riceviamo nel nostro interagire con le alterità; ma anche una responsabilità gravosissima che difficilmente sappiamo gestire nel modo più corretto ed efficace, particolarmente nella nostra contemporaneità, così sovrabbondante di racconti e di storie. Il romanzo La vecchia signora del riad, di Fouad Laroui, pubblicata da Del Vecchio Editore con la traduzione di Cristina Vezzaro, è un’avventura entusiasmante su vari livelli di lettura e indagine.

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Hacca Edizioni: il mondo dell’industria in un romanzo di sentimenti

La classe avversa di Alberto Albertini

Giulia Siena
PARMA
“Un passero si posa sul davanzale della finestra del mio ufficio, rimbalza contro il vetro, lo tasta col becco. Immobile mi guarda negli occhi, reclina la testa su un lato. Lui vorrebbe entrare, io che sto dentro vorrei uscire”. Un leggero e crescente disagio: quel luogo così familiare – fondato, voluto e profondamente amato da suo padre – diventa una trappola. Si sente pressato, si sente estraneo; e a casa non va meglio. Tutto, nell’ultimo periodo, è in un vorticoso equilibrio che sta per disfarsi. Lorenzo è un uomo che sta attraversando una crisi professionale e umana. La pace, in questa sofferenza che è disfacimento, è da cercare nelle pagine dei tanti libri che consulta e studia – tra un volo e l’altro – per gli esami all’Università e nei colori sgargianti dei vestiti a fiori di Laura.

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I bozzetti floreali di Matilde Serao.

Giulio Gasperini

AOSTA – Matilde Serao fu scrittrice prolifica e vulcanica. La sua attività di scrittrice e di intellettuale si squadernò attraverso tanti generi letterari, dal giornalismo alla novella al romanzo; molta della sua produzione, sparsa e persa sotto tanti noms de plume, è oggi sconosciuta perché mai più ripubblicata, terra di scoperta per gli appassionati della tellurica scrittrice. Le Edizioni Spartaco hanno avuto il coraggio di riproporre, in un’edizione elegante e raffinatamente curata, alcuni dei bozzetti che la Serao scrisse sui fiori, che tanto la appassionavano, nel primo volume de L’anima dei fiori, sottotitolata Per amarvi, o fiori! e curata da Donatella Trotta, che firma un ricco e imperdibile saggio introduttivo per inquadrare non solo la Serao ma anche il materiale narrativo presente nel testo.

Matilde Serao amava i fiori e più in generale le piante; li adorava. Considerava il loro utilizzo un elemento di abbellimento non solo fisico e accessorio ma dell’anima stessa. Aveva una conoscenza vastissima e puntuale della varietà dei fiori, delle istruzioni per la loro cura, dell’attenzione che era necessaria per il loro benessere, dalla disposizione nella stanza ai tempi di innaffiamento. Questi bozzetti sono ricami leggeri e pieni di grazia, nei quali la Serao trasforma l’immagine e il senso dei fiori in squarci di lirismo profondo e dirompente. Sono delle pause rinfrescanti nella sua attività di scrittrice e di donna “politica”, impegnata nella documentazione della realtà, nella sua analisi, nel suo titanico lavoro di cronista e di intellettuale.

Le Edizioni Spartaco hanno il coraggio editoriale di riesumare dall’oblio editoriale e di riportare alla memoria una testimonianza calzante e persino necessaria, una scrittura intellettuale ma leggera, nella quale il fiore diventa simbolo di un impegno che trascende lo scopo decorativo ma si squaderna in un significato più ampio. La visione della Serao è potente e dettagliata, offrendo squarci di analisi e senso che ampliano la brevità dello scritto e ne scontornano i limiti.

Ricordi personali, visioni paesaggistiche, notizie scientifiche si impastano, miscelandosi compiutamente in un’indagine che non ha nulla di banale né di scontato, garantendo al lettore un coinvolgimento emotivo e sensoriale che disvela esperienze già note ma che così raramente vengono ricondotte in una prospettiva di così ampio respiro. Il fiore è un linguaggio, e la Serao lo conosce approfonditamente, regalando a ogni lettrice e ogni lettore la chiave di decodifica e traduzione, garantendo a tutte e tutti la possibilità di farsi conoscitori e diffonditori. Perché il patrimonio di conoscenza – lei lo sapeva bene – non può rimanere confinato a pochi noti, ma deve diventare tesoro comune, un retaggio inconsueto e imprevisto che possa rendere tutti più consapevoli e un po’ più ricchi; di quel lusso così immateriale da risultare superfluo ma che è, invece, la più perfetta delle sostanze.