Novità editoriali, tutti i nuovi libri

ROMA –  Bompiani ha pubblicato da qualche giorno “Il respiro della musica” di Paolo Terni; inoltre, per la stessa casa editrice, sono presenti sugli scaffali di tutte le librerie d’Italia anche “Bolle balle e sfere di cristallo” di Stefano Cingolani e “La rivoluzione dei gelsomini” di Tahar Ben Jelloun. Fandango presenta due nuovi libri, “L’arte dell’inganno” di Vittorio Giacopini e “Chuco” di Gregoire Polet. Arriva “Sex and the Vatican. Viaggio segreto nel regno dei casti” l’attesissimo libro di Carmelo Abbate pubblicato dalle Edizioni Piemme. La stessa casa editrice porterà all’imminente Salone Internazionale del Libro di Torino “Le mani sugli occhi” di Ugo Barbàra (giovedì 12 ore 20.30 – Caffè Letterario), “Il bosco di Aus” di Chiara Palazzolo (venerdì 13 ore 14 – Caffè Letterario), “Come due stelle nel mare” di Carlotta Mismetti Capua (sabato 14 ore 17.30 – Sala Book), oltre che altre tantissime novità. Neri Pozza Editore arruola nel proprio catalogo “Gridano i gufi” di Janet Frame, “Il libro delle bugie” di Mary Horlock, “Non sono stato io” di Kristof Magnusson e “L’isola degli animali” di Geral Durrel. Tra le novità della casa editrice milanese Ponte alle Grazie possiamo trovare “La questione del metodo” di Jaques Bonnet, “Filosofia. Corso di sopravvivenza” di Girolamo De Michele e “Crepuscolo di un idolo” di Michel Onfray. A venticinque anni dal disastro nucleare di Chernobyl arriva oggi in libreria per l’Editrice La Mandragora “A braccia aperte”, il volume con fotografie di Daniele Paradisi e Renzo Magri e gli interventi del Comitato Minori Stranieri e del dottor Solci dell’Università di Verona. Aldo Putignano presenterà suo ultimo libro “La sindrome di Balzac” (Edizioni Cento Autori) il prossimo 3 maggio ore 18 presso la Feltrinelli di via Santa Caterina a Chiaia di Napoli. Giovedì 28 aprile ore 19 presso lo Spazio Tadini di Milano, Alan Zamboni presenterà il suo recente romanzo, “L’ultimo quadro di Van Gogh” pubblicato da Infinito Edizioni.

Piemme: "Falli soffrire 2.0. Gli uomini preferiscono le stronze. La versione aggiornata"

Alessia Sità

ROMA Al giorno d’oggi, riuscire a costruire una relazione duratura e solida, che vada oltre il primo appuntamento o la routine quotidiana, non è una cosa semplice.
Se siete stanche di elemosinare misere attenzioni da chi è troppo preso solo da se stesso, “Falli soffrire 2.0” di Sherry Argov, pubblicato nel 2011 da Piemme, fa proprio al caso vostro. Troverete ottimi spunti di riflessione sul perché gli uomini, in realtà, preferiscono le stronze.
Attraverso una serie interviste, che l’autrice riporta, si intuisce quanto sia fondamentale per le donne riuscire ad acquisire maggiore sicurezza nei rapporti sentimentali. Talvolta, mettere da parte la ‘brava ragazza’ che è in noi non può che essere un bene.
Se lui non chiama, non preoccupatevi cercando di capire che cosa sia successo o se avete fatto qualcosa di sbagliato, piuttosto coltivate altri interessi. La prima legge del fascino dice che tutto quello a cui nella vita le persone danno la caccia, fugge”. La stessa regola vale anche per gli uomini. “Comportatevi come un dono del cielo e lo trasformerete in devoto credente”. La Argov, però, ci ricorda che essere “stronze” non vuol dire essere maleducate o cattive, ma indipendenti e fiere di mantenere la propria dignità sempre al primo posto. Il successo in amore non si raggiunge curando l’aspetto esteriore, ovviamente anche quello conta, ma la carta vincente, che ogni donna dovrebbe giocare, è quella dell’atteggiamento. Essere uno ‘stimolo intellettuale’ è la caratteristica che gli uomini trovano più attraente. “Una donna viene percepita come uno stimolo intellettuale nella misura in cui l’uomo non sente di avere il cento per cento del controllo su di lei”. Basta mollare le amiche o passare le ore a fare e a rifare trucco e parrucco prima di un appuntamento! Il segreto per piacere veramente all’uomo dei vostri sogni consiste essenzialmente nella vostra personalità, “pensate sempre con la vostra testa e ignorate chiunque tenti di definirvi in termini limitativi”.

“Falli soffrire 2.0 ” non vuole essere una guida su come vendicarsi di chi vi ha spezzato il cuore, ma una sorta di vademecum su come migliorare il proprio comportamento con l’altro sesso, senza dover rinunciare alla propria individualità e alle proprie abitudini.

Con uno stile brillante e spiritoso, Sherry Argov ci regala tante dritte intelligenti per capire quali errori bisogna evitare nel rapporto di coppia per essere realmente felici e soddisfatte.

"La banda della rosa", la Costituzione per piccoli lettori

Giulia Siena
ROMA “La banda della rosa” di Teresa Buongiorno, pubblicato da Piemme Junior nella collana Il battello a vapore,  ci porta a Roma nei primi anni del Dopoguerra.  Isotta è una ragazzina vivace e attenta al fermento sociale che la circonda, per questo motivo, assieme alle sue amiche, dà vita ad un gruppo per rivendicare i diritti delle ragazze. Così nasce la Rosa, una sigla che per le ragazze rappresenta la forza delle novità che vogliono apportare e la grinta che mettono in tutti i loro incontri. Durante le loro chiacchierate e le loro riunioni spesso si chiedono cos’è tutta l’agitazione che vedono nelle loro famiglie e nella Roma che cambia, si domandano se la caduta del Regime abbia portato tali novità. Nel frattempo, la vera rivoluzione italiana è la Costituzione…mentre le donne finalmente prendono parte alle decisioni, Isotta cresce e deve scegliere la sua strada, forte dell’esperienza della sua Rosa. Questo libro ripercorre la storia, fa conoscere ai giovani lettori gli anni cruciali della democrazia, senza tralasciare le piccole cose che hanno fatto crescere i ragazzi dell’epoca. In appendice un interessante excursus storico a cura di Luciano Tas.
L’Italia è a una svolta: infatti, il cinema, la moda, la scuola, tutto sta cambiando così come la protagonista fa notare alle sue amiche.

"Le stanze di lavanda", il romanzo di un’infanzia armena

Silvia Notarangelo

Roma – Un’anziana donna affida alla nipote le sue memorie, le memorie di una vita segnata dalla deportazione. Nasce da questa sofferta confessione il romanzo di Ondine Khayat “Le stanze di lavanda”, pubblicato da Piemme.

Attraverso gli occhi di una quattordicenne, rivive, nelle pagine del libro, il genocidio degli armeni, una tragedia colpevolmente sottovalutata.
E’ il 1915 quando Louise, una giovanissima poetessa dall’infanzia felice, perde, improvvisamente, tutto: la famiglia, la propria casa, la propria dignità. Non solo. Assiste, in prima persona, alla dissoluzione di tutto, al macabro spettacolo della testa del nonno esposta lungo le strade, alle fiamme che spezzano la vita dei suoi cari.

E’ possibile ricominciare? Si può ancora credere in un “dio che ha permesso tutto questo” o l’unica, possibile reazione è quella di lasciarsi andare fino a desiderare la morte, in un mondo che sembra restare così terribilmente indifferente?
A giudicare dalla storia di Louise, sì. Rimasta orfana, con una sorella più piccola di cui prendersi cura, è proprio nell’estrema difficoltà che inizia a risalire la china, ad attingere “dal fondo del suo odio la forza per sopravvivere”.
Con la tenacia e l’aiuto di affetti inattesi, riesce a raccogliere i pezzi della propria esistenza, perché se è vero che non ha potuto “ritrovarli tutti, ed è per questo che esistono delle falle”, è altrettanto vero che si può tornare a “stare in piedi e camminare”.
La vita le riserverà, purtroppo, nuove, durissime prove da superare e la gara con la memoria resterà per sempre aperta, ma Louise imparerà, con il tempo, a credere che “tutto sia di nuovo possibile”, a “ripiantare in un angolo di terra ciò che resta del suo cuore”.