“Romancing Miss Brontë”: il genio delle sorelle Brontë rivive fra le pagine del romanzo di Juliet Gael

Alessia Sità

ROMA – Fin dai tempi del Liceo, ho sempre nutrito un profondo interesse per la letteratura del periodo vittoriano e in particolar modo per le tre sorelle Brontë: Charlotte, Emily e Anne. A soddisfare ulteriormente la mia curiosità  ha contribuito anche “Romancing Miss Brontë”, l’accurata biografia romanzata dell’americana Juliet Gael, pubblicata da Tea. In perfetta armonia fra realtà e finzione, questo straordinario romanzo ripercorre scrupolosamente le tormentate e drammatiche vicende della famiglia Brontë. Figlie di un sacerdote anglicano di origine irlandese, le tre sorelle trascorsero un’esistenza solitaria nella selvaggia natura delle brughiere dello Yorkshire. Dopo la prematura morte della madre e delle due sorelle maggiori, furono allevate dall’inflessibile zia Mrs. Branwell. L’isolamento però non impedì loro di ricevere un’eccellente istruzione, che favorì la creazione di un mondo fantastico e allo stesso tempo crudele. Nonostante le rigide regole e le tipiche consuetudine dell’Inghilterra dell’Ottocento, Charlotte, Emily e Anne sfidarono i pregiudizi di un’epoca e della gente, facendo conoscere al mondo intero il loro straordinario talento letterario, decisamente fuori dal comune.
Infranto il sogno di aprire una scuola presso la parrocchia e nostalgica di rivivere l’adrenalina culturale del periodo trascorso a Bruxelles, Charlotte persuase Anne ed Emily a pubblicare le loro poesie usando gli stessi pseudonimi dell’infanzia. Fu così che nel 1847, i tre fratelli Ellis, Acton e Currer Bell pubblicarono presso due note case editrici di Londra i loro romanzi – Jane Eyre, Cime Tempestose e Agnes Grey – destinati a suscitare l’interesse della critica e a diventare un vero e proprio successo mondiale. L’anonimato tenacemente difeso, soprattutto da Emily, contribuì per molto tempo ad alimentare il sospetto che vi fosse un unico autore per tutte e tre le opere. La grande popolarità suscitata nel mondo editoriale però non cambiò la solitaria esistenza del trio di scrittrici. Lo spettro della morte continuò a far loro visita prematuramente. Prima fu la volta di Branwell, l’unico maschio della famiglia vittima dell’oppio e dell’alcol, la cui degradazione fisica e morale divenne un vero tormento per l’intera famiglia; poi toccò anche alla ribelle Emily e alla dolce Anne, entrambe scomparse alla soglia dei trent’anni. Tenacemente e confidando solo nella forza della fede, la piccola Charlotte proseguì  il suo lavoro di scrittrice nel ricordo delle adorate sorelle. Con straordinaria capacità narrativa e con grande sensibilità, Juliet Gael ricostruisce, attraverso le vicende e le sofferenze di Charlotte Brontë, la storia, le passioni e gli amori di tre donne decisamente in contrasto con l’ideale femminile del periodo vittoriano, in quanto simbolo di coraggio e determinazione. “Romancing Miss Brontë” ha il merito di ricreare l’atmosfera di un’epoca e di commuovere il lettore in modo del tutto inaspettato.

"Nel tuo deserto", la storia di un viaggio indimenticabile


Silvia Notarangelo
Roma – Pensare spesso a momenti vissuti, senza trovare il coraggio e i modi di raccontarli per paura di rovinarne il ricordo. E’ questa la sensazione che ha accompagnato Miguel Sosa Tavares per oltre vent’anni prima di riuscire a rivivere, mettendo nero su bianco, quel viaggio indimenticabile. Non è il Sahara, non è l’entusiasmo del reportage, a renderlo così speciale è Claudia, la sua giovane e inaspettata compagna di viaggio. “Nel tuo deserto”, pubblicato da Cavallo di Ferro Editore, è la storia del loro incontro, di una brevissima convivenza forzata che saprà regalare ad entrambi irripetibili emozioni.

Sono diversi, Miguel e Claudia, attraversano momenti della vita diversi, cercano e vogliono cose diverse. Claudia è partita per distrarsi, per allontanarsi da “un altro deserto senza fondo” in cui sentiva di precipitare, Miguel per lavoro, per raccontare e filmare la magia del Sahara. Claudia è dolce, vulnerabile e, a tratti, un po’ infantile, Miguel è sicuro di sé, attento e orgoglioso. Una combinazione apparentemente esplosiva.
Eppure bastano pochi giorni per rendersi conto di quanto le differenze li uniscano, di come, in quel preciso momento, ognuno sembri avere un terribile e, talvolta, inconfessato, bisogno dell’altro. Miguel diventa la guida e Claudia il suo sostegno, quando lui decide, lei, incondizionatamente, lo appoggia. Non lo ammettono, ma, a poco a poco, nasce in tutti e due la consapevolezza di condividere un’esperienza unica, in cui persino le parole diventano un inutile accessorio. Sono, così, i silenzi ad accompagnare, spesso, il tempo che passano insieme. Nell’abitacolo di una jeep o in una piccola tenda, sopportando il freddo e il caldo, le giornate trascorrono velocemente tra imprevisti burocratici, riprese televisive e lunghe serate dedicate a contemplare le stelle. Ma tutto passa troppo in fretta e il ritorno alla routine quotidiana segna il definitivo allontanamento tra i due.
La distanza temporale, e non solo, è ormai tanta, ma l’autore, ancora oggi, sembra a tal punto coinvolto da confessare alla fine del libro: “Ci sono viaggi senza ritorno né repliche ed io non tornerò mai da questo viaggio”.

“Il lavoro più (in)adatto a una donna. Le avventure semiserie di una docente precaria”. Una finestra sulla realtà scolastica, edito da CentoAutori

Alessia Sità
ROMA – Al giorno d’oggi, l’ossessione del posto fisso accomuna intere generazioni di lavoratori precari e di disoccupati. Trovare l’impiego dei propri sogni non è un’impresa facile; ma che cosa fare quando il tanto atteso lavoro arriva e ci si rende conto che non è esattamente quello desiderato? Ad affrontare questa difficile scelta è Chiara Santoianni, la protagonista del romanzo autobiografico “Il lavoro più (in)adatto a una donna. Le avventure semiserie di una docente precaria”, edito da CentoAutori, nella collana Palpiti. Già da bambina Chiara aveva una certezza: “da grande farò qualsiasi cosa, ma non l’insegnante”. Il destino, però, riserva a tutti delle sorprese inaspettate.

E così la nostra eroina, suo malgrado, si ritrova a ricoprire il ruolo che non avrebbe mai voluto avere. La sua esperienza di docente di Lettere, alle prese con alunni chiassosi, maleducati e poco interessati alla cultura, viene descritta in ogni piccolo particolare. Nonostante le numerose difficoltà incontrate e il mancato sostegno da parte di presidi, docenti e professori, Chiara tenta con ostinazione di portare a termine la sua missione impossibile: “sostenere la formazione delle coscienze”.
L’autrice oltre ad aprire una finestra sulla realtà degli istituti italiani, ritrae gli aspetti poco noti delle organizzazioni didattiche e i numerosi giochi di potere che si celano dietro.
Con una scrittura semplice e ironica al punto giusto, Chiara Santoianni offre un’eloquente fotografia del variegato universo della scuola di oggi, soffermandosi in particolare su cosa resta della professione docente e del mondo che lo circonda.