“Mamma, papà: devo dirvi una cosa”

ROMA “Mamma, papà: devo dirvi una cosa” scritto da Giovanni e Paola Dall’Orto e pubblicato da Sonda arriva oggi in tutte le librerie d’Italia. Una doppia guida affrontata dal punto di vista del genitore e dal punto di vista del figlio, indispensabile per vivere senza traumi l’omosessualità in famiglia.  Con testimonianze personali e spunti di discussione sia per i giovani che per i loro genitori. Omosessuali non si nasce. E nemmeno  si diventa. Omosessuali si è. Riconoscere e  accettare questa identitàrisulta difficile, in famiglia  e in una società a cui bisogna dimostrare che l’omosessualità non è una malattia da cui sipuò guarire o la scelta dovuta al capriccio di una moda. L’ignoranza  e i pregiudizi duri a morire fanno  sì che essereomosessuali sia ancora causa di emarginazione, disprezzo e fonte  di sofferenza. Paola  e  Giovanni Dall’Orto, madre  e figlio, hanno scritto questo manuale a quattro maniesaminando tutti gli  aspetti con cui  deve confrontarsi  ungiovane gay (o lesbica) alle prese con la propria omosessualità: dall’accettazione  di sé a quella in famiglia; dal rapporto  con amici e conoscenti alla reazione della «società»; dal coming out  allascoperta degli ambienti gay; dalle prime esperienze con l’amore a quelle con la sessualità. Attraversola propria esperienza personale, con un approccio diretto adatto sia ai giovani che alle loro famiglie, gliautori  guidano i lettori nell’affrontare l’omosessualità con serenità e rispetto, fornendo  numerosiconsigli e riportando le testimonianze di chi  ci  è passato in prima persona (come Alex Grisafi, giovanissimo cofondatore del gruppo giovanile di omosessuali più numeroso d’Italia). Perché prima si arriva ad accettare la propria identità omosessuale, meglio è.

“I ragazzi e io”, il romanzo-manuale per capire i maschi

Giulia Siena
ROMA
“Yannis e io siamo grandi amici e veri compagni da quando mi ricordo, perché siamo sempre vissuti da buoni vicini in questo noioso complesso di villette a schiera. Solo che ci è voluto un attimo prima che capissi quali sentimenti (quali meravigliosi, incredibili, pruriginosi sentimenti) provassi realmente per lui.” A parlare è Sara, la giovane protagonista di “I ragazzi e io”, il nuovo libro di Ilona Einwohlt per le Edizioni Sonda. Dopo “Il mio brufolo e io” e “Il mio succhiotto e io”, la penna della Einwohlt torna a raccontarci le avventure e disavventure della sua giovane eroina. Sara è alle prese con l’amore; quell’amore che ti rende ribelle, ti cambia le giornate e fa passare in secondo piano l’amiche; quell’amore curioso, fatto di batticuore, baci e troppe domande. Infatti, Sara – come tutte le sue amiche – si fa mille domande sui comportamenti di Yannis, il suo ragazzo da circa 331 ore. Stanca di dover interpretare ogni movimento o gesto di Yannis, Sara decide che bisogna cambiare: “Devo iniziare a studiare i ragazzi e scoprire perché sono come sono. E qual è davvero la loro parte migliore…”.
Fiera di questa decisione la nostra eroina vorrà dimostrare che in una coppia bisogna tener conto delle esigenze di entrambi, che i ragazzi hanno bisogno anche dei propri silenzi e che non si comportano da maschi solamente i propri fidanzati, ma anche fratelli e papà.

L’autrice, attraverso un romanzo divertente, scanzonato e molto diretto, riesce a parlare agli adolescenti spiegando azioni e atteggiamenti che, all’apparenza, sono incomprensibili anche agli occhi (indagatori) delle donne.

“Il libro della Shoah. Ogni bambino ha un nome…”

ROMA “La memoria è qualcosa di delicato, dunque, e non ci si può giocare sopra, pena il rischio di farsi male e di bruciarsi le ali […]”
Dal 2000, quando venne istituita dallo Stato italiano, ogni anno il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria. Ma come spiegare ai più piccoli che in questo giorno non si celebrano i morti e il ricordo delle sofferenze imposte bensì la vita e la storia? Nel difficile percorso che porta alla consapevolezza del passato ci accompagna “Il libro della Shoah. Ogni bambino ha un nome…” di Sarah Kamiski e Maria Teresa Milano pubblicato dalle Edizioni Sonda.

Un volume ricco e complesso sulla storia della Shoah e della Seconda Guerra Mondiale, un libro intenso che si offre come strumento per insegnanti ed educatori al fine di crescere le nuove generazioni alla tolleranza e alla consapevolezza del passato. “Il libro della Shoah” è diviso in tre parti: la prima parte dedicata alle Narrazioni di diversi autori, tra cui Lia Levi e il suo toccante racconto. Vissuti è la parte dedicata alla storiografia: foto, testimonianze e cronologie riportano al grande dramma del Novecento. L’ultima sezione, il Laboratorio, è dedicata ai lettori – grandi e piccoli – e alla loro voglia di confrontarsi e rielaborare le sezioni precedenti.  Cartine geografiche, glossario e tante tavole colorate completano un’opera che riassume in modo eccellente una drammatica fetta di Storia.

"Il clandestino", nel labirinto dei sospetti

Marianna Abbate
ROMA – Mi piacciono i gialli. Le idee originali, le storie che mi stupiscono. Ecco, “Il Clandestino” di Ferdinando Albertazzi mi è piaciuto. Edito da Sonda nella collana Giallo Noir, è un libro per ragazzi fatto molto bene. Non per niente l’autore insegna in corsi di scrittura creativa. La trama segue con attenzione tutte le regole della struttura perfetta di un giallo- ma è l’argomento e il modus operandi dei protagonisti ad essere diverso, innovativo.
La storia si dipana in una scuola, dove viene trovata strangolata una studentessa. Tragico incidente, suicidio, oppure omicidio?
Sono le tre ipotesi su cui indirizza le indagini il commissario Marchetti, il poliziotto incaricato delle indagini. I sospetti ricadono subito sui suoi compagni, con i quali aveva instaurato un rapporto inquietante e morboso legato ad un gioco di ruolo.
Ma come ogni giallo che si rispetti, la soluzione non è mai semplice come potrebbe sembrare. Un finale a sorpresa, completa la soddisfazione della lettura, sempre avvincente.
Un testo piacevole e divertente, che consiglio anche agli insegnanti come esercizio dell’analisi strutturale di un romanzo.