Il figlio (nerd) del vampiro

Agnese Cerroni

Roma- Dal nove di giugno è in libreria Il figlio del vampiro (Eighth Grade Bites, 2007), edito dalla Nord, primo volume della serie The Chronicles of Vladimir Tod della scrittrice Heather Brewer. La serie è rivolta ai giovani, ma godibilissima anche per lettori adulti. L’autrice ha saputo creare un nuovo tipo di vampiro, un ragazzino che dei vampiri ha molte potenzialità, ma anche tanti problemi.

Dimenticate gli aitanti e sexy vampiri tutto muscoli e canini per focalizzarci, invece, sulla figura di Vladimir Tod, ragazzino di 13 anni, il classico sfigato preso di mira dai bulletti della scuola e innamorato di una ragazza che invece non lo considera ed è attratta dal suo migliore amico. Ma Vlad non è come tutti gli altri: lui è un ibrido, figlio di madre umana e padre vampiro, sempre in bilico tra la normalità e una voglia smodata di sangue. Vladimir Tod frequenta le normali scuole statali ma deve nascondere il suo essere mezzo-vampiro e veste sempre di nero, indossa occhiali scuri, non mangia in mensa e porta il “suo” pranzo da casa (spaghetti conditi con sangue 0 Rh+), ha un unico vero amico, che si chiama Henry ed è quasi l’unico a sapere che Vladimir, Vlad per gli amici, è un vampiro. Solo un’altra persona è al corrente della faccenda: sua zia Nelly con cui vive.

"La libraia di Orvieto", da Fanucci il primo romanzo di Valentina Pattavina

Giulia Siena
ROMA – “Se la gente capisse quanta bellezza si cela dietro la solitudine, se l’accettasse invece di combatterla, vivrebbe senza condizionamenti e comprenderebbe assai meglio sé stessa.” E’ la ricerca della solitudine che fa fuggire Matilde. Lei, è la protagonista di “La libraia di Orvieto”, il primo romanzo di Valentina Pattavina, edito Fanucci. Matilde è una quarantenne romana con la passione per i libri; dopo aver messo nel cassettto Milano, Brunico, Urbino e Roma, arriva a Orvieto con la sua bicicletta. La provincia è accogliente, ricca di silenzio, semplicità e spunti di riflessione: proprio quello di cui ha bisogno Matilde per pensare alla sua vita.
Così la protagonista si lascia guidare dalle stradine della città; si ferma, entra nella piccola libreria e scopre che quel luogo sarà il suo rifugio e la sua spinta: da questa opportunità comincia la sua nuova storia. Con i giorni Matilde impara ad accudire Doris e Lessing e, grazie al professor Paolini, il suo anziano datore di lavoro, trova una casa, si inserisce nella quotidianità di Orvieto e conosce Michele. Insieme a quest’ultimo andranno alla scoperta di un vecchio mistero avvolto per anni dal silenzio della città.

“La libraia di Orvieto” ti cattura e ti coinvolge, ti spinge nelle strade di Orvieto, ti fa entrare nella libreria, nei negozi e tra i protagonisti. E’ un romanzo dalle tinte noir, colorato con la tranquillità e le sensazioni dalla sapiente penna di Valentina Pattavina.

Nasce ChronicaLibri, il nuovo giornale di Letteratura, Editoria e Cultura

ROMA – ChronicaLibri è il nuovo settimanale online di Letteratura, Editoria e Cultura nato dall’esperienza quadriennale della rubrica “Letteratura”di Chronica.
L’obiettivo è aggiornare i lettori con sempre maggior costanza sulle novità del mercato librario e del panorama editoriale nazionale con interviste, recensioni, approfondimenti, segnalazioni e suggerimenti.
ChronicaLibri, dal 22 novembre 2010 un blog dal semplice utilizzo e con una struttura compatta, accompagnerà ogni giorno – secondo un calendario prestabilito – i propri lettori: lunedì recensioni, martedì interviste (seguendo un format già collaudato o secondo le curiosità scaturite dalla lettura del libro o dalla conoscenza di realtà editoriali), mercoledì letteratura per l’infanzia (“Leggendo Crescendo”), giovedì articoli riguardanti guide o saggi, venerdì recensioni di poesia o narrativa, sabato “Libri in Cucina” e ricette dei lettori e domenica la nuovissima rubrica di “Letture Vintage”( bei libri del passato che la redazione si diverte a scovare in mercatini dell’usato e bancarelle sparse per l’Italia).
ChronicaLibri è uno spazio informativo che unisce esperienza e passione, novità e tradizione, incontro, confronto e viaggio attorno al pianeta libro. Lettori, appassionati e addetti ai lavori di ogni età e tipologia potranno trovare in ChronicaLibri (testata registrata al Tribunale di Roma nel 2010) una vetrina pronta ad ospitarli, una redazione disposta ad ascoltarli, un’amica con tanti consigli e un giornale che persegue con passione un’informazione che entra nel libro. Interviste, chiacchierate, articoli e ricche rubriche per entrare nel mondo della letteratura dalla porta dei lettori.





Da Sperling&Kupfer "La rivincita delle zitelle" di Angela Di Pietro

Giulia Siena
ROMA  “L’incubo, in realtà, inizia a metà dicembre, quando gli amici mi chiedono: ‘Dove vai a Capodanno?’ E come se non bastasse, quando inizio a illudermi che sia tutto finito a metà gennaio ricomincio a ritrovare la verve perduta, ecco che un’altra catasta di legna si abbatte sulla mia testa: San Valentino.” Ironico, immediato ed intelligente. Potrebbero essere questi i tre aggettivi per descrivere “La rivincita delle zitelle” di Angela Di Pietro. Ripensandoci non basterebbero soli tre termini per racchiudere la genuinità
 degli aneddoti che la giornalista di Latina racconta con disarmante semplicità nei piccoli capitoli che formano questa avvincente lettura. Prima come blog, dopo due anni le parole della Di Pietro si sono fissate su carta per diventare un libro: da qualche settimana “La rivincita delle zitelle” è in tutte le librerie per la  Sperling & Kupfer.
Un libro che diverte con arguzia e semplicità perché le avventure (raccontate con il giusto equilibrio di ironia e senso critico) sono quelle comuni a tutte le donne, episodi “catastrofici” nella vita di ogni adolescente e giovane coppia. Allora leggendo “La rivincita delle zitelle” non si smette di ridere e di rivedere se stessi nelle vicende della Di Pietro, perché la “zitella” è solo il pretesto per parlare del rapporto uomo-donna e di come cambino, negli anni, i rapporti con se stesse e con gli altri . “La verità è che gli uomini detestano lasciare una donna. Detestano avere sensi di colpa. Lasciandoti in eredità i loro sensi di colpa”.

Leggi anche l’intervista ad Angela Di Pietro:
Intervista ad ANGELA DI PIETRO

“A casa di Jo”: intervista in cucina a Francesca Barra

Giulia Siena 12/01/2010 ore 11.00
ROMA – Intervista a Francesca Barra, autrice di “A casa di Jo” (Aliberti Editore)

Estro e tradizione, possono essere queste le parole chiave di “A casa di Jo”?
Io vivo in costante oscillazione fra le mie nature. Una tradizionalista, l’atra creativa, indipendente e incontenibile. Tutto ciò, comunque, converge sempre in quello che faccio. Non utilizzo mai una solo visione della vita, le lascio libere perfino di scontrarsi. Siamo donne, succede!

Il libro è diviso in sezioni, ognuna dedicata a dei momenti e a delle persone; come sono nate le varie parti del libro?
Il libro è nato prima su Facebook, con un gruppo che prende spunto dalle mie cene casalinghe con gli amici che mi chiamano, appunto, Jo, visto che Jo March di “Piccole donne” era la mia musa. Scrittrice ribelle, libera e ostinata. Poi diventa libro e spontaneamente ho deciso di mescolare ricordi, testimonianze di amici, di colleghi conosciuti al pubblico, come attori, cantanti, scrittori, conduttori…
All’inizio del volume affermi che “cucinare è un atto d’amore”, può essere davvero un “mezzo di comunione” anche per cuochi imperfetti?
Per me non esistono persone stonate o cuochi senza dote. Si educa a tutto con una qualità che è, appunto, l’amore.
Quanto tempo dedichi alla cucina?
Ogni giorno cucino da brava mamma al mio bimbo, e ci tengo a farlo personalmente anche se due lavori mi impegnano non poco. Magari preparo il sugo il fine settimana o i minestroni. Per sempre un piccolo aperitivo nell’attesa, primo secondo e contorno. Frutta lontana dai pasti. In questo sono molto tradizionalista, sì.
Come vedi il successo della cucina in tv?
Il cibo è un bisogno primario. E’ affascinante, non noioso dunque, mai scontato. Colorato, curioso e divertente, alla portata di tutti e, per ogni portafoglio ci sono varianti. Direi l’unico superstite della democrazia!

Leggi anche la recensione di “A casa di Jo”:
 recensione di “A casa di Jo”: