"Bambina e la fatina computerina", Virginia Defendi narra la favola nell’era di internet

Giulia Siena
ROMA “Se lei, Fatina Computerina, fosse riuscita ad aiutare la fanciullina, magari sarebbe stata in grado di aiutare se stessa, portando progresso nel Mondo Fatato!” 
“Bambina e la fatina computerina” di Virginia Defendi (Onirica Edizioni, 2010) è una storia fatata che crede nei sogni. Bambina è stanca di vivere a Grigiolandia, tra le stanze buie e noiose del suo Palazzo Imperiale. Vorrebbe sognare e crescere, ma è intrappolata nei suoi dodici anni per colpa di una punizione imperiale voluta da un avo principiante in materia di magia. Spera almeno che il futuro possa portare più colori e qualche gioia; per questo, leggendo una magnifica storia, invoca l’aiuto di una Buona Fatina. La richiesta di Bambina viene accolta nel Mondo Fatato dalla piccola della famiglia reale delle Fate e dei Maghi, la Fatina Computerina.
Dallo spirito grintoso e ribella, la Fatina Computerina vuole anche lei sovvertire le usanze e le antiche regole del suo bel regno, partendo dalla missione a Grigiolandia e da qualche rivoluzione tecnologica. Ma come colorare il mondo di Bambina nel suo regno triste? Come far valere il suo ruolo di fata lasciando crescere serenamente bambina? Forse i mondi delle due principesse non sono così lontani: entrambe vorrebbero cambiare la staticità che le costringe alla noia. Forse, le vecchie favole unite alla volocità dei nuovi mezzi di comunicazione possono spronare a superare tutti gli ostacoli. Forse, anzi sicuramente, Bambina e Fatina Computerina hanno bisogno una dell’altra, come tutti abbiamo bisogno di qualcuno vicino per i problemi di ogni giorno. Ed è a questo punto che capisci che “Bambina e la fatina computerina” è una favola per tutte le età.