“Il mio ragazzo”, il racconto di Ermanno Tamburrano per Volevamo solo ridere

“Il mio ragazzo”
ERMANNO TAMBURRANO – I tempi a cavallo tra la scuola elementare e le medie mi sono rimasti impressi, cuciti addosso, stampati nella memoria. I motivi credo siano riconducibili ai ricordi che mi appaiono, nitidi, oggi più di ieri, come le figure che mi rilassavo a disegnare quando il maestro ci lasciava la libertà di immaginare. Ed io mi divertivo tanto. Alcuni miei compagni si annoiavano, pensando a chissà cosa, li vedevo strani, distanti. Ricordo il sole, e mentre cambiavo i colori fra le mani guardavo spesso fuori. Cercavo sempre di avere un banco che desse sul cortile, una finestra che mi permettesse di sognare, perché dopo un po’, lo devo ammettere, ascoltare la lezione mi stancava. Continua