“Roghi fatui”: la più grande invenzione della storia.

Roghi fatuiGiulio Gasperini
AOSTA – Probabilmente è stata la più grande invenzione dell’umanità: un’invenzione che ha rivoluzionato il mondo in tanti modi, aprendo prospettive e percorsi inarrestabili. La stampa ha cambiato il mondo della cultura, e la cultura ha cambiato la storia dell’uomo: un’evidenza che non è mai troppo sottolineata né considerata, quando si discute di cultura, di costi e tagli. Ma quale prezzo abbiamo pagato per la libertà di stampa? Questa è la domanda dalla quale parte l’indagine romanzesca di Adriano Petta, che in “Roghi fatui. Oscurantismo e crimini dai Catari a Giordano Bruno” edito da La Lepre Edizioni nel 2011 nella collana “Visioni”, dispiega un’appassionante vicenda, ai limiti del giallo e della spy story, tutt’intorno all’universo del libro e della stampa.
Quella di Petta è una narrazione basata su un’indagine storica accuratissima, secondo le parole stesse dell’autore: “Per scrivere questo libro ho scavato nella cenere dei roghi delle biblioteche e di tutti i martiri della ragione e della scienza”. Nelle intenzioni dell’autore “Roghi fatui” è una sorta di conclusione ideale del precedente romanzo, “La via del sole”, e porta a compimento un cammino di conoscenza e di indagine delle ragioni culturali e sociali di cambiamenti epocali: quelli scientifici e culturali.
La storia affonda le sue radici in epoche remotissima a conferma di come il cambiamento sia sempre in moto, sempre in azione: “Nella Grecia antica cominciava il cammino della conoscenza”, a partire dai calcoli di Eratostene sulla circonferenza della Terra all’ipotesi di Aristarco di Samo che la Terra non stesse ferma ma si muovesse intorno al Sole. E poi la storia continua, si dipana in una trama oscura, fatta di episodi snelli e ben descritti, attraverso lo sviluppo e il fiorire della cultura ellenistica, nell’Alto medioevo, nella persecuzione dei Catari, il filosofo Bacone e altri illustri esponenti dell’età moderna, fino ad arrivare a Galileo Galilei, il padre della scienza moderna, ingiustamente umiliato per posizioni che nulla avevano in contrasto con la religione.
Nel corso della storia si tramandano segreti appassionanti, potenzialmente destabilizzanti la tranquilla placidità di un mondo dove la religione detta le paure e mantiene il controllo di un’umanità da imbavagliare. Donne e uomini, tutti sono protagonisti di una rivincita: la stampa terrorizza l’istituzione e alimenta le speranze degli intellettuali, fiduciosi (al di là dell’illusorietà) di liberare la cultura e di poter gridare al mondo verità ritenute pericolose per la religione.
Struggenti e paradigmatiche di questo scontro eterno sono le pagine dedicate al colloquio tra Giordano Bruno, da tempo imprigionato a Castel Sant’Angelo, e il cardinale Roberto Bellarmino, uno dei principali responsabili della sua morte a Campo de’ Fiori. Lo scontro tra i due, serrato e appassionato, mette in campo due diverse e divergenti visioni del mondo, che fin da subito si caratterizzano come inconciliabile e non mediabili, in nome di interessi discordanti.

 

ChronicaLibri ha intervistato l’autore, Adriano Petta: http://www.youtube.com/watch?v=clLJW7Q1Ba8