30 grandi miti (sfatati e no) su Shakespeare

30 grandi miti su ShakespeareGiulio Gasperini
AOSTA – Shakespeare è, da sempre, uno scrittore che ha alimentato leggende e fantasie, particolarmente nel cinema, con una serie di film che hanno contribuito ad alimentare la leggenda su alcuni aspetti della sua vita umana e professionale. Nel saggio 30 grandi miti su Shakespeare, appena pubblicato da ObarraO Edizioni nella collana agli-estremi dell’Occidente, la docente Laurie Maguire e la ricercatrice Emma Smith analizzano 30 grandi “leggende metropolitane” che riguardano il Bardo, affrontandole con una preparazione attenta e puntuale e riferimenti bio-bibliografici altrettanto mirati e significativi.
Le studiose partono dal tratteggiare il concetto di mito, che spesso viene usato a sproposito e senza cognizione di causa. La parola mito, dal greco mythos, significa semplicemente “qualcosa che viene raccontato”, una narrazione. Sono gli uomini che hanno bisogno di qualcosa da raccontare, senza preoccuparsi troppo dove termini la verità e dove inizi l’abbellimento, la credenza, la leggenda. Perché spesso di leggende l’uomo ha bisogno, come fossero modelli rassicuranti; diventa una forza misteriosa che scorre sottopelle.
Shakespeare continua a essere uno dei grandi miti letterari (e umani). In questo testo, le scrittrici si soffermano su miti piuttosto diffusi e noti, a cominciare dalla vera o presunta esistenza di William Shakespeare o, addirittura, del sospetto che le sue opere siano state scritte effettivamente da lui o da qualchedun altro, come il recente film Anonymous (2011, diretto da Roland Emmerich e scritto da John Orloff). La lettura del testo è scorrevole e appassionante, nonostante si affrontino argomenti complessi per chi magari non ha una conoscenza così approfondita di Shakespeare e della sua poetica. Praticamente tutte le opere vengono affrontate, per vari aspetti, e tutte sono prese in esame, offrendo al lettore tante curiosità e dettagli che sorprendono e appassionano, spingendosi in qualche caso addirittura fino all’indagine investigativa delle fonti, delle tracce materiali, dei documenti che riservano ancora sorprese, a distanza di anni (come il suo testamento e lo svogliato e sbrigativo riferimento alla moglie Anne Hathaway).
Il volume è arricchito anche dalle notizie di alcune messe in scena delle opere shakespeariane, a sostegno o meno di particolari tesi: la messa in scena diventa la chiave interpretativa per cogliere le intenzioni del regista (significativa, ad esempio, in questo senso, la partecipazione di Judi Dench nel ruolo di Titania nell’allestimento di Peter Hall nel 2010 di Sogno di una notte di mezza estate, in cui la Dench assume caratteristiche più simili alla regina Elisabetta interpretata di Shakespeare in Love che non di una “semplice” regina delle fate).
“30 grandi miti su Shakespeare” è uno strumento preziosissimo per chi, incuriosito dall’opera immortale del Bardo (che sia il teatro o che siano gli altrettanto preziosissimi sonetti), vuole cominciare a indagare il complesso mondo di verità e finzione sulla sua opera e la sua altrettanto incuriosente personalità.