Frontiere e orizzonti sul limite di Lampedusa.

Le rughe sulla frontiera. Lampedusa: restiamo umani!Giulio Gasperini
AOSTA – Lampedusa è un’isola di undici chilometri di lunghezza per 2,5 di larghezza: quasi uno scoglio. È quasi esattamente orizzontale rispetto alla linea dell’orizzonte. È una piega di terra, una ruga che interrompe la frontiera. Proprio quest’aspetto è stata la molla che ha spinto Gianpiero Caldarella, giornalista e autore satirico siciliano, a curare nel 2011 “Le rughe sulla frontiera. Lampedusa: restiamo umani!” per Navarra Editore: una raccolta di vignette satiriche dei più importanti disegnatori e illustratori italiani, da Altan a Vauro, che per il progetto non hanno percepito nessun compenso. Esposte durante l’edizione del LampedusaInFestival, organizzato ogni anno dal Collettivo Askavusa, tutte queste illustrazioni hanno come protagonisti Lampedusa, i migranti, i politici e le tante direzioni dell’umano peregrinare.
Anche la dedica a Vittorio Arrigoni, con il richiamo al suo motto “Restiamo umani!”, morto a Gaza il 15 aprile 2011, è un evidente richiamo alla vocazione ultima di questa raccolta, che vuole proprio essere un’opportunità di riflessione attraverso l’arte, il disegno, il colore. Abbandonando le usuali e più complesse forme di partecipazione, anche arrabbiata, ma concedendosi una pausa. Che pausa, comunque, in definitiva, non è, perché seppur con il sorriso le implicazioni sociali, umane, politiche che stanno alla base di questi disegni sono tutt’altro che spiritose e divertenti. Sono amare, feroci, persino crudeli nella loro capacità di cogliere il lato più disumano e grottesco della vicenda.
Nessun aspetto viene risparmiato, nessuno viene perdonato. Si smascherano le responsabilità e si cerca di far luce sulle cause, sulle conseguenze, sui paradossi e le vergogne della gestione di un’emergenza che emergenza, in realtà, non è. E soprattutto si cerca di fare luce su cosa Lampedusa rappresenti, su quali siano i ruoli di cui è stata suo malgrado investita e quale gioco si porti avanti sulla sua pelle. Ellekappa, Giuliano, Makkox, Staino, Vincino sono soltanto alcuni dei nomi presenti in questa antologia su e per Lampedusa: su un’isola che spesso è teatro aperto e smascherato del caso.
Dal 2011 la situazione è un po’ cambiata: tanti ministri dell’Interno si sono succeduti al Viminale, tante operazioni sono state messe in piedi e portate a termine, è finita l’epoca dei respingimenti in mare e la violazione, almeno, della Convezione di Ginevra sui rifugiati. Ma tante cose, invece, sono rimaste inalterate: come il nostro senso di smarrimento di fronte a quella che assume la sostanza di una gravissima crisi umanitaria e i muri che, dentro la mente e nella realtà, pensiamo di poter innalzare per stare al sicuro. Senza capire mai bene da che cosa.