“Belgrado e Itinerari di Serbia”, la nuova guida targata Lonely Planet

belgradoMILANO – Arriva fresca di stampa targata Lonely Planet (garanzia per il viaggiatore!) “Belgrado e Itinerari in Serbia”, la nuova guida curata da Luigi Farrauto. In questo libro, completo di itinerari guidati e pianificazione giornaliera, si viaggia alla scoperta di un territorio affascinante e ricco di mistero. Sorta dove il Danubio incontra la Sava, a metà tra oriente e occidente, da sempre Belgrado è territorio di frontiera, crocevia di culture. Oggi è una città giovane e dinamica, capitale maestosa di giorno e metropoli vivace di notte. Ogni volta che alzerete gli occhi noterete una delle sue mille facce: un mosaico dalla bellezza decadente. Visto da lontano rivela tasselli rotti e parti mancanti, ma è dai solchi che emergono i disegni precedenti. Occorre scavare.

 

Con cartine di ogni quartiere e consigli degli esperti, la guida comprende, inoltre, una introduzione, una parte dedicata alla Città Vecchia e Kalemegdan, poi Trg Republike e Dorćol, Da Savamala a Tašmajdan, Vračar e Neimar, Senjak, Topčider e Ada Ciganlija, Zemun e Novi Beograd e Guida pratica.

 

“Across Asia on the cheap”: quando i sogni costano poco.

Giulio Gasperini
ROMA – Ogni sogno ha una partenza. E la partenza, di solito, è sempre il momento più difficile, quello più arduo. Tony e Maureen Wheeler decisero di partire: presero un anno sabbatico, nel 1972, come in quegli anni accadeva a molti: da Londra, a bordo di un minivan, raggiunsero l’Australia, attraversando tutta l’Asia, passando per Turchia, Iran, Afghanistan, Pakistan, India e il sud-est asiatico. Fu per rispondere a tutte le curiosità dei loro amici che decisero di scrivere un resoconto del viaggio, raccontando le proprie esperienze e mettendo a disposizione di tutti le scoperte e le informazioni che avevano raccolto. Era il 1973 quando fu pubblicata codesta rivoluzionaria guida, dal titolo emblematico nella sua puntuale prolissità: “Across Asia on the cheap: a complete guide to making the overland trip with minimum cost and hassles”; dove hassles sta, ovviamente, per ‘seccature’.
Viaggiare liberi, senza orpelli, senza percorsi prefissati né scadenze da rispettare. Viaggiare liberi, con il solo obbligo di obbedire a sé stessi e alle proprie casualità. Viaggiare liberi sapendo che il viaggio non è solo visitare i luoghi e fotografarsi con il loro sfondo, ma anche – e soprattutto – viaggiare è cogliere la ricchezza umana di ogni incontro e di ogni scontro. Fin da subito, da quella prima guida stampata e pinzata a casa, si caratterizzò lo stile particolare e unico che da sempre contraddistingue le loro guide. Note di colore, acuti commenti, ironie raffinate e descrizioni grottesche accompagnano il viaggiatore alla scoperta dei vari angolo della Terra, insieme a indicazioni precise sulle parti più tecniche del viaggio, da come procurarsi ai visti a quanti soldi portarsi e, soprattutto, a dove sistemarseli per non farseli rubare.
Da questa prima guida le Lonely Planet si affermarono come le migliori guide scritte sul campo, superando anche le polemiche nate nel 2008 quando un autore famoso, Thomas Kohnstamm, dichiarò di aver recensito luoghi e alberghi in cambio di favori (le beate mazzette!) e addirittura di aver inventato passi interi della Colombia per confezionar la guida, senza essersi mai mosso dalla poltrona di casa. Questo perché le guide Lonely Planet hanno fatto la storia del viaggio overland: il paradosso è che, adesso, ogni luogo si fregia della menzione nelle Lonely, diventando tutt’altro che conveniente e, per questo, contraddicendo lo spirito e la missione originaria delle guide stesse.
Al di là di queste polemiche attuali e recenti, il viaggio di Tony e Maureen Wheeler ha aperto la strada a una nuova concezione del viaggio, e dell’esplorazione del mondo. Di solito, nei viaggi, gli inconvenienti, le casualità che spesso sono a sfavore, vengon considerate sfortune, quasi delle noie. Tony e Maureen Wheeler ci insegnano che, tutto sommato, se non esistessero, il viaggio sarebbe l’occupazione più noiosa di questo mondo. E che non varrebbe neppure la pena di partire.