Il buio che è dentro; Federica Magri per Volevamo solo ridere

“Il buco nero”
FEDERICA MAGRI – Nel silenzio notturno della mia stanza mi ritrovo seduta sul letto, qualche foglio bianco qua e là e una penna in mano. È una penna nera, come questa notte che non passa mai. Nera come questa notte che ascolta i miei pensieri e che sembra essere pronta ad accogliere le mie confessioni, le mie parole, le mie paure. Nera come il sangue arrabbiato che mi scorre nelle vene, a volte lento, altre veloce. E vorrei poter scrivere, qui, ora, adesso, tutto quello che quel maledetto sangue nasconde e porta con sé, tutto quello che porta in giro per il corpo e lo mescola ai globuli e piastrine.
Vorrei poter scrivere, velocemente, che tutto quello che c’è dentro di me è nero, è solo sangue nero, un misto di petrolio, chimica e poco altro. Continua

“Ogni maledetta notte”, le parole di Vincenzo Zonno per Volevamo solo Ridere

“Ogni maledetta notte”
VINCENZO ZONNO – La notte non porta nulla con sé. È fastidiosa e stupida, e induce la nausea. Qualcuno vomita negli angoli. Ha bevuto senza sfogare l’alcol e il caldo li ha fiaccati fino a farli stremare in terra. Le pietre nere, lungo i marciapiedi, bollono. Smollano le tante ore di sole dell’intera giornata. Restituiscono la tortura al mittente e chi stramazzato cerca un attimo di conforto a sofferenze ampiamente volute, nell’intera nottata, sente questo bollore trapassargli il corpo. Umiliargli il viso appiccicoso di lacrime e sudore e chissà quale altro liquido rivoltante. Tu li vedi, sono tuoi amici, sono giganti. Hanno stesse vite, interessi, sogni disillusi. Tutti allo stesso modo studiano sperando in un futuro frizzante. Continua