Bébert Edizioni: “La Malora”, sopravvivenze e mistero

La-Malora_ChronicalibriGiulia Siena
BOLOGNA
“C’era il suono del silenzio, di quando il silenzio ha senso. Quella distesa senza margini mi riempiva di calma. Volgendo lo sguardo a poppa, e guardando la scia, lungo il mio spettro visivo avevo tutto l’orizzonte a disposizione”.
La Malora è come una maledizione, una sciagura che poco a poco si avvicina e si fa reale. La Malora è il libro di J. D. Raudo (al secolo Nico Ambrosino) pubblicato da Bébert Edizioni, ed è anche il titolo di un disco dei Marnero.

Una foresta. Un labirinto. Una taverna. Taverna come approdo, via di fuga, via di scampo, ritrovo e palcoscenico. Continua

NEO: “Sfida all’Ok Dakar”, ovvero la sfida di un uomo insicuro

Sfida all'Ok Dakar_chronicalibriGiulia Siena
PARMA Sfida all’Ok Dakar, il romanzo di Otello Marcacci, è un libro targato NEO Edizioni. E non poteva essere altrimenti. In questo romanzo c’è tutto quello che la casa editrice abruzzese garantisce da sempre con i suoi libri: trama originale, colpi di scena, sorrisi, lacrime e un protagonista inconfondibile, un protagonista che tiene in piedi tutto, inconsapevolmente e non.
Eugenio Bollini non ha più verve. Un tempo era un ciclista famoso, un uomo che sapeva il fatto suo; ma ora è un semplice quarantenne paranoico, indebitato, insicuro e perennemente smarrito. Continua

“Il posto giusto”: Garbarini e il ruolo del padre

casasirio _ Il posto giustoROMA – Scrittura immediata, forte e appropriata per Il posto giusto, il romanzo di Simona Garbarini pubblicato da CasaSirio Editore.
Guido era stato un giovane e rampante viceprimario del reparto chirurgia di un rinomato ospedale di Torino. Poi ha cominciato a bere. E sono iniziati i problemi. Quell’unico difetto in una carriera di successi è diventato un buco nero in cui si è lasciato trascinare. A causa di quel suo vizio ha dovuto lasciare tutto, cambiare lavoro, cambiare vita e inventarsi nuovamente, vestendo i panni di medico sportivo. Continua

“La proprietà transitiva”: romanzo d’utopia rivoluzionaria. Intervista agli autori, Nelson Martinico e Federico Ligotti

La proprietà transitiva_chronicalibriGiulia Siena
PARMA – E’ un argomento affascinante e coinvolgente; una tematica che, ultimamente, sta prendendo piede nella narrativa italiana contemporanea. Stiamo parlando del futuro, ma non uno qualsiasi, bensì un futuro non troppo lontano fatto di scontri, sotterfugi, lotte, drammi, piccole conquiste e grandi silenzi di un’Italia in subbuglio.
La proprietà transitiva, il romanzo scritto a quattro mani da Nelson Martinico (alias Giuseppe Elio Ligotti) e Federico Ligotti (padre e figlio) e pubblicato dalle Edizioni Spartaco, ci catapulta nel 2040. La storia si muove fluida tra la Sicilia – terra di Don Raìsì, l’imprenditore che muove i fili di una tragica commedia in cui i protagonisti, i suoi stessi operai, escono di scena a causa di misteriose “morti bianche” – e Roma. Qui, nella Capitale d’Italia, la situazione è allo sbando: disoccupazione, corruzione, malcontento e cattiva politica sono gli ingredienti di un mix sociale davvero letale. Continua

“Adua”, il nuovo libro di Igiaba Scego racconta un sogno

adua_recensione ChronicalibriGiulia Siena
PARMA – Adua porta con sé la sua Somalia. Lo fa ogni giorno anche senza saperlo; lo fa anche ora, ferma, in piedi di fronte a una statua di pietra nel centro di Roma. Ora Adua racconta a quell’elefante scolpito nella pietra dal Bernini della sua casa a Magalo e della possibilità di tornarci dopo molti anni trascorsi in Italia, in una città eterna che le ha rubato il cuore e tutti i sogni.

Adua è la storia di una migrazione, di più vite e storie che si intrecciano raccontate con maestria e consapevolezza dalla giornalista e scrittrice Igiaba Scego. Continua

“Ovunque tu sarai” ci sarà posto per la vita. Il romanzo di Fioly Bocca

ovunque-tu-sarai_BOCCAGiulia Siena
PARMA – Anita ha più di trent’anni ma è rimasta la ragazza esile e discreta di quando, molti anni prima, arrivò a Torino dalle valli delle Dolomiti per rincorrere il sogno di scoprire nuovi talenti letterari. Con il tempo il suo cercare scrittori è diventato un lavoro meccanico e per nulla stimolante, così come la sua vita sentimentale: una storia con Tancredi che dura ormai da tredici anni. Una vita normale – o quasi – noiosa e un po’ banale che si ritrova ad analizzare in un nebbioso pomeriggio di gennaio.
Da questo momento comincia Ovunque tu sarai, il romanzo di Fioly Bocca pubblicato da Giunti Editore. Continua

Anteprima ChronicaLibri: arriva “Ma già prima di giugno”, intrecci di memorie e verità nel racconto di una figlia

primagiugnoGiulia Isaia
ROMA – “Due rette parallele che si incontrano”. Questo sono Ena e Maria Antonia, protagoniste di Ma già prima di giugno, il nuovo romanzo di Patrizia Rinaldi pubblicato da Edizioni E/O e in libreria dal prossimo 13 maggio.
Una figlia, Ena, giunta alla fine della sua vita e impegnata a trovare ordine nei ricordi, reminiscenze di un passato che ricostruisce, a tratti con fatica, complici le sofferenze che non l’hanno lasciata immune. Una madre, Maria Antonia, raccontata da giovane fino al momento della nascita della sua terzogenita, Ena.  Continua

Antonio L. Falbo: “Finché brucia la neve” si può entrare nel buio del dolore

finchèbrucialaneve_falbo_chronicalibriGiulia Siena
PARMA“Loro, come tutti gli altri ventidue utenti, ai miei occhi è come se non fossero più esseri umani, speciali nel loro essere affetti da una grave patologia psichica, ma insieme a me e ai colleghi, a pari livello, i nervi, le arterie, il midollo, i globuli bianchi e rossi che compongono e regolano l’organismo di una sola gigantesca creatura. E come tali, continuiamo a svolgere il nostro compito senza conoscere lo scopo”. Una comunità, la neve, il dolore intenso della sofferenza, il dolore inflitto e i problemi di ogni giorno visti e vissuti da Desy e Alex. Questi ultimi sono i protagonisti di Finché brucia la neve, il nuovo romanzo di Antonio L. Falbo pubblicato da Armando Curcio Editore.

 

Desy è una giovane educatrice della comunità che da qualche tempo, anche a causa della misteriosa morte di Max, il suo collega e compagno, vive una sorta di burn-out. Si sente persa nella sua solitudine, attraversata da quelle stesse sofferenze che vivono i suoi pazienti e caricata di quegli stessi problemi che ogni giorno cerca di alleviare. Forse la soluzione alla sua devastazione potrebbe essere il farmaco, lo stesso che viene somministrato agli utenti della comunità. Una dose, anche piccola, per alleviare la morsa di quel senso di colpa per la scomparsa di Max, per quella condanna che pende sulla sua testa per l’incapacità di avvicinarsi ai “suoi ragazzi” con la semplicità e la gioia di prima. Solo un po’ di cura, qualche pasticca, nulla più. Il nulla poi arriva, veloce come un turbinìo e doloroso come un calcio nello stomaco per farla svegliare. A svegliarla è Nikolas che la mette di fronte a una verità scomoda e dolorosa. Verità, e poi, verità per chi?

Dall’altra parte c’è Alex che lotta con tutte le sue forze per non cadere in quello stesso baratro che ha travolto, anni prima, anche sua sorella Clare. Ora lei non c’è più, ma c’è la sua voce che cerca, in ogni istante, di coinvolgere Alex in quella malattia disarmante che è la schizofrenia.

 

Desy e Alex si sfiorano per tutto il romanzo; le loro storie camminano accanto per tutte le pagine del racconto per poi avvicinarsi, incontrarsi e scontrarsi sul finire del romanzo. Falbo li delinea come due mondi paralleli estremamente diversi eppure simili: due mondi assordati dalla propria lotta personale e lacerati dalle sofferenze che incontrano. Il mondo di Desy e quello di Alex si intrecciano a causa del dolore mentre fuori nevica e il tepore invernale sembra non avere mai fine una volta arrivato. Qui, mentre la neve attutisce la rabbia e i rumori, e proteggi i protagonisti dai propri demoni, la mano dell’uomo infligge nuova sofferenza e nuovo rammarico a un equilibrio già instabile.

 

Antonio L. Falbo con Finché brucia la neve ha il merito di raccontare – come già fece nel 2010 con Bonding (Pendragon, 2010) – il dramma interiore dei personaggi e di descrivere – alle volte in modo un po’ troppo prolisso (questa l’unica pecca) – i sentimenti e il sentire con molta arguzia e precisione.

 

Vedi QUI il booktrailer di Finché brucia la neve.

“L’azzurro squarciato di Ester”: Nicola Vulcano e il suo racconto di violenza, rabbia e perdono

Natalevulcano PARMA“Come se fosse facile perdonare! Se si provasse a essere umiliati e a sentirsi schiantati dentro come un albero colpito da un fulmine, non si userebbe  facilmente la parola perdono. Contro la cattiveria serve la vendetta più atroce”. Ester vorrebbe vendetta per l’orrore subito, vorrebbe trascinarsi in un deserto e lì, finalmente, poter urlare tutto il suo dolore e il disgusto per quella sua vita rovinato. Ora “la sua vita è in bilico tra la dannazione di vivere e il desiderio di farla finita”. Comincia così L’azzurro squarciato di Ester, il libro di Natale Vulcano pubblicato da Falco Editore. Ester era un’adolescente come tante, di quelle che sognano l’amore e di diventare, un giorno, un buon medico. Ma qualcosa ha arrestato la sua corsa. In una notte di violenza tutto è cambiato. Ora con lei c’è Tamara, quasi una ulteriore condanna, ricordo  di quella notte.

Tamara che vorrebbe morire anche se non sa cosa è la morte, Tamara che batte le mani, dondola e urla. Tamara che cerca un legame con la madre che non la ama, anzi, a casa la picchia. Tamara, infatti, “è piccola, ma è il parafulmine su cui si scarica ciò che accade in casa”. Perché Tamara è figlia di quello stupro che Ester ha subito e ogni volta, nei suoi occhi in cui si specchiano gli occhi della figlia, torna il ricordo di quella violenza.

 

La violenza di Ester è la violenza che alcune donne subiscono, nel corpo e nell’anima, nel presente, nel quotidiano e nel futuro. E questa violenza viene narrata da Natale Vulcano con la semplicità e il trasporto in un romanzo di forte impatto emotivo.

“Lasciami contare le stelle”: il racconto di una vita reale, di Elvia Grazi

Lasciami contare le stelle Alessia Sità
ROMA – “… Ho imparato che qualche volta bisogna mollare il colpo, avere il coraggio di lasciarsi portare …”
I sentimenti possono scardinare le certezze mentali che ci si costruisce per tutta la vita? Si può far cambiare rotta ai viaggi della mente per un’intuizione del cuore? E’ proprio questo l’interrogativo che fa da filo conduttore in Lasciami contare le stelle, il toccante romanzo di Elvia Grazi edito da Tea. Bianca è un’affermata donna in carriera della Milano bene. La sua vita sembra essere perfetta, almeno fino a quando il marito non decide di lasciarla per un’altra. La fine del suo matrimonio però, nonostante la sofferenza, l’amarezza e la delusione, segna al contempo un inaspettato inizio. L’incontro con il ribelle Walter, insofferente ai legami sentimentali e fedele esclusivamente a Tabata, la barca su cui vive, cambierà per sempre l’esistenza della donna. Bianca si abbandona totalmente a una liaison fatta di weekend rubati alla monotonia di una vita solitaria, di attimi di fugace passione, di leggerezza e di libertà. Giorno dopo giorno, impara ad alzarsi in volo, a rischiare, forte della consapevolezza di aver già sperimentato sulla propria pelle le “promesse di chi ti dice «è per sempre» e poi ti volti e non c’è già più”. “Lasciami contare le stelle” non è solo un romanzo di formazione emotiva, ma è un viaggio introspettivo, che spinge a indagare nel profondo della propria coscienza. Fin da subito, Elvia Grazi informa il lettore che quella che sta per leggere è “il racconto di una vita reale”. Inevitabilmente, ci si sente trascinanti nel mare delle emozioni e dei ricordi dei due protagonisti. Ci si sente un po’ come Bianca: fragile, piccola, ma allo stesso tempo determinata a vivere una vita a colori, dove il nero non è assolutamente contemplato; ma ci si sente anche un po’ come Walter: ribelle, “elementare, basico, lineare”. Elvia Grazi ha dato voce e anima a un diario di bordo, custode di un amore sui generis, speciale e unico. “Ognuno di noi, ne sono sicura, ci può trovare qualcosa di personale. Sta in questo la grandezza delle storie d’amore. Ed è il motivo per cui non smettiamo di leggerle e di raccontarle”.