Scoprire il buon profumo dei libri nei book shops di New York

Stefano Billi

NEW YORK – Sono pochissime quelle librerie che ancora possiedono un fascino naturale e il buon profumo della carta. Sparuti vegliardi dislocati dove meno te l’aspetti, negli angoli di strada sconosciuti, quelli che prendi per sbaglio.
A New York – sulla Broadway avenue, incrocio con l’82ma strada – esiste un posto così, chiamato “Westsider Books”, caratteristico per il suo colpo d’occhio inconfondibile.

Le pareti sono nascoste da altissimi scaffali, inzeppati di libri vintage, soprattutto testi dello scorso secolo, provenienti da quasi tutto il globo.

Letteratura nordamericana, asiatica, europea, si fondono in un crogiolo di lingue che raccontano migliaia di storie.

Già oltre la soglia dell’entrata sale su dallo stomaco un tipo di fame strana, che fa dimenticare l’orario e le chiamate al cellulare e tutto il mondo che sta fuori. L’appetito dell’arte, a cui non basta una vita intera per essere sazio.

I polpastrelli si asciugano sulla carta invecchiata, sulle stampe d’annata, tra le rilegature che si sono arrese al tempo già da tempo.

E ci si sente a casa quando, tra una scorribanda ed un altra in mezzo alle copertine, appare fulgida una copia della Divina Commedia, o un romanzo di un grande scrittore italiano.

Migliaia di titoli stipati in uno spazio piccolo, accogliente, caldo. Un ventre materno della cultura, che avvolge ogni lettore tra le miriadi di fogli di carta e di inchiostro.

Quando arriva il momento di uscire, che nessuno ti aspetta perché sei andato da solo, visto che la maggior parte di eventuali accompagnatori si sentirebbe soddisfatta solo a guardare la vetrina e a dire: «guarda quanti libri usati!», provi la stessa sensazione del risveglio da un bel sogno, dove ci si sforza di ricordarne i particolari, perché i primi minuti della colazione sono in agguato per rubarteli.

Durante il ritorno a casa magari capiterà di incrociare invece una grande libreria, dentro ad un centro commerciale, stracolma di una folla che aspetta lo scrittore famoso di turno per una sigla sul libro appena comprato, dotata di scale mobili e libri sul “fai da te” e giochi da tavolo, insaporita dall’odore di una caffetteria interna che sforna brodaglie annacquate, e poltrone così larghe che più che aiutare la lettura sembrano invogliare un pisolino.

Magari capiterà pure di “fare un salto” in questa libreria così moderna, giusto per dare un’occhiata, appena il tempo per rendersi conto di come all’interno ci sia troppo, e fa capolino una debolezza alle gambe, sebbene siano passati solo quindici minuti dall’ingresso.

Neanche qualche ora fa, invece, si è stati in piedi a lungo, estasiati, leggeri.

Eppure non servivano nemmeno un caffè, in quell’antico book shop. C’era solo un buon profumo di carta.