Accoglienza dei migranti e destino dell’Italia

Nessun paese è un'isolaGiulio Gasperini
AOSTA – Evidentemente superata una stagione “emergenziale”, l’accoglienza dei migranti che da tante rotte e orizzonti arrivano sul territorio italiano sta diventando una situazione cardine nell’organizzazione della società italiana, mettendo in discussione l’intero sistema futuro. Stefano Catone, nella raccolta di saggi e articoli Nessun paese è un’isola, edita da Imprimatur, parafrasando la celebre poesia di John Donne, sottolinea come il sistema Paese sia fondante e fondamentale per affrontare la questione di migranti, accoglienza ed Europa.
I tanti contributi presenti in questo volume passano in rassegna i tanti aspetti e le sfaccettature di un modello italiano che presenta criticità evidenti e persistenti, potenzialità inespresse e procedure burocratiche assurde quanto inumani. Stefano Catone, nella sua introduzione, introduce un nuovo termine, quello di “transitanti”, col quale intende partire per spiegare in modo più convincente come mai l’attuale modello di accoglienza sia inadeguato e completamente privo di senso: considerare le persone come provvisoriamente presenti e non come obbligatoriamente ospiti cambia notevolmente la prospettiva.
Il volume di Catone è attento e puntuale nelle varie analisi, affidate a esperti e a studiosi che da tempo si occupano di migrazioni e immigrazione: dall’antropologo Luca Ciabarri, che profila una storia delle migrazioni “irregolari” oramai in atto da anni alla parlamentare europea Elly Schlein che tratteggia le politiche europee in atto (e quelle proposte), dal sociologo e presidente dell’Associazione InMigrazione Marco Omizzolo che declina tutte le forme dell’accoglienza previste in Italia (dai CARA ai CAS) a Daniela di Capua, direttrice dello SPRAR che parla di accoglienza integrata.
Attraverso tutti questi articoli veniamo a conoscenza di un mondo altrimenti sconosciuto, i cui dati, le cui buone pratiche, i cui successi e le potenzialità più o meno già espresse (anche con positive ricadute sui territori), sono sempre più soffocate e offuscate dalle urla insensate di politici e giornalisti da cabaret che riempiono i loro programmi di odio sociale e di bieco qualunquismo, senza cogliere i veri sensi e significati della situazione che l’Italia sta vivendo.
Strumento agevolissimo, scritto in maniera scorrevole e puntuale, con un italiano che non confonde termini e li usa per quello che realmente significano, corredato di tabelle, grafici e cartine, “Nessun paese è un’isola” diventa uno strumento necessario e fondamentale per provare a tratteggiare il futuro – oramai certo, e non ipotetico – a cui il nostro paese è destinato.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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