Direttore. Per gli amici: il direttore di ChrL. Pugliese del nord, si trasferisce a Roma per seguire i libri e qui rimane occupandosi di organizzazione di eventi e giornalismo declinato in modo culturale e in salsa enogastronomica. Fugge, poi, nella Food Valley dove continua a rincorrere le sue passioni. Per ChrL legge tutto ma, come qualcuno disse: "alle volte soffre un po' di razzismo culturale" perché ama in modo spasmodico il Neorealismo italiano e i libri per ragazzi. Nel 2005 fonda la rubrica di Letteratura di Chronica.it , una "vetrina critica" per la piccola e media editoria. Dopo questa esperienza e il buon successo ottenuto, il 10 novembre 2010 nasce ChronicaLibri, un giornale vero e proprio tutto dedicato ai libri e alle letterature, con occhio particolare all'editoria indipendente. Uno spazio libero da vincoli modaioli, politici e pubblicitari. www.giuliasiena.com

66THAND2ND: John Graham Davies ha battuto Berlusconi

Giulia Siena
ROMA
– Lo abbiamo incontrato a Roma in occasione di Più Libri Più Liberi e quando lo senti parlare capisci che potresti rimanere impigliato nella fitta rete che crea la sua voce. Sì, perché con la voce John Graham Davies si è guadagnato il successo negli anni Settanta come attore teatrale. Oggi, dopo un passato sulle tavole del palcoscenico e come drammaturgo, l’attore britannico veste i panni di scrittore e arriva in Italia con “Ho battuto Berlusconi! Racconto in due tempi (più supplementari e rigori)”. Il libro, pubblicato dalla casa editrice romana 66THAND2ND, è una felice commistione di ironia e quotidianità, politica, passione e sarcasmo. Il protagonista del racconto, Kenny Noonan è un tifoso sfegatato del Liverpool e segue la sua squadra fino a Istanbul per la finale di Champions League contro il Milan. Allo stadio Olimpico Atatürk, Kenny si trova rocambolescamente seduto accanto a Silvio Berlusconi. Da qui parte un racconto che usa le parole del calcio per arrivare alla storia, alla politica e alle lotte che ha dovuto affrontare Liverpool e un uomo come Kenny.

 

ChronicaLibri intervista l’autore di “Ho battuto Berlusconi!”,  John Graham Davies.

 

Una delle peggiori figure della politica italiana entra in un libro di un attore-autore inglese: Berlusconi è un buon personaggio per un libro come il Suo?
Come tantissime persone grandi e potenti anche Berlusconi può ribaltarsi – e alle volte si ribalta – in una caricatura di se stesso; io sono britannico e penso a Margaret Thatcher che per alcuni versi assomigliava al politico italiano, la Thatcher, infatti, negli anni Ottanta è diventata la caricatura di se stessa. Sono personaggi talmente trabocchevoli che perdono la loro credibilità e diventano personaggi perfetti per un libro.

 

John Graham Davies prima di “Ho battuto Berlusconi” è un attore e la Sua professionalità in questo settore è entrata nel libro. Infatti Kenny, il protagonista del racconto, ha la forza narrativa di un attore e si esprime in un monologo che percorre tutta la storia. Come è avvenuto il passaggio dal palcoscenico alla scrittura?
Quando ero ancora attore ho scritto un monologo, quando poi ho cominciato a scrivere questo la prima cosa che mi è balzata in mente è stata l’importanza della voce, il modo di parlare, il ritmo e il ritmo mi piace moltissimo. Quando l’attore parla in maniera diretta è perché si crea una vera intimità; scrivendo questo libro che è appunto un monologo, più andavo avanti e più mi rendevo conto che la formula del monologo poteva funzionale.

 


Nel libro parla di Liverpool, di quei giovani che tenevano molto alla politica e ai propri diritti. Non pensa che la Liverpool di oggi sia cambiata? In che direzione sta andando la nuova Inghilterra?
Sono d’accordo in parte perché sì, certo, è vero: oggi i giovani di Liverpool non si sentono più parte di un movimento organizzato perché queste forme di aggregazione sono state superate e distrutte così da rendere difficile, per esempio, mettere inpiedi una resistenza contro il processo di privatizzazione che sta andando avanti. Dall’altra parte, però, ci sono prese di posizione: le manifestazioni di dicembre a Liverpool per protestare contro la privatizzazione della sanità era piena di giovani. Dal mio punto di vista c’è molto desiderio, anche da parte dei giovani, di resistere, l’unico problema è trovare modi nuovi e adatti al giorno d’oggi per attuare questa resistenza.

 

C’è una città italiana che le ricorda Liverpool?
Sicuramente non conosco così bene il vostro Paese per stabilire un paragone, forse potrebbe aiutarmi Lei, dovrebbe essere comunque una città portuale come Genova o Livorno perché le città portuali sono aperte sul mondo e sono abituate ad accogliere gente e quindi abituate alla mescolanza e alla tolleranza.

 

Io Le dico che leggendo “Ho battuto Berlusconi” vedevo un po’ degli scorci di Genova, ma se dovessimo guardare al futuro, a un nuovo libro cosa pubblicherebbe per il mercato italiano?
Credo che un libro a quattro mani con un amico funzionerebbe nel mercato editoriale italiano. Ora sto scrivendo nuovamente di un uomo di Liverpool dei primi dell’Ottocento, un uomo che ha combattuto la schiavitù e a forza di lavorare nelle navi e aiutare gli schiavi a scappare, contrae una malattia che lo rende cieco. Per il resto della vita, quindi, quest’uomo continua a combattere le varie forme di schiavitù. Chissà se questa trama potrebbe coinvolgere i lettori italiani…

 

Noi, allora, aspettiamo il nuovo libro!

 

La forza di raccontare

Giulia Siena
ROMA
– “Se non puoi aggiungere giorni alla vita prova ad aggiungere vita ai giorni.” Questo è quello che si ripete Anne-Dauphine da quando il primo marzo, nel giorno del secondo compleanno di Thais, scopre che sua figlia è malata. Thais, la sua bambina, presto sarà portata via da una malattia. Il tiranno tanto temuto si chiama Leucodistrofica metacromatica. Il nome le fa paura, ma forse, a farle più paura sono quei piccoli ed esitanti passi sulla sabbia bagnata lasciati da Thais sulle spiagge della Bretagana. Comincia così la storia di una madre che racconta con amore e minuzia la malattia genetica di sua figlia.
“Due piccoli passi sulla sabbia bagnata” è il primo libro di Anne-Dauphine Julliand, giornalista e scrittrice francese, che nel romanzo di Bompiani racconta due anni della propria vita: sfide, dolori e scommesse.

Il giorno del secondo compleanno di sua figlia, Anne-Dauphine scopre che la bambina, con il passare del tempo, non potrà più correre, sorridere e parlare. Con il tempo i movimenti di Thais diventeranno più lenti, sempre più lenti, fino a spegnersi. L’allegria e la curiosità della bambina saranno annientati da questo mostro oscuro, da questa lenta e inesorabile coltre che offuscherà le giornate della sua famiglia. E cosa ne sarà del bambino che ora porta in grembo Anne-Dauphine? La nuova gravidanza, quel piccolo germoglio che sta crescendo nel suo grembo, è minato dal mostro che ha catturato ora Thais? Domande, dubbi e perplessità accompagneranno i protagonisti di questa storia per due anni di vita, un periodo in cui la caparbia e l’amore hanno combattuto con forza il dolore.

“Due piccoli passi sulla sabbia bagnata” è il resoconto di come la vita possa essere riscritta al presente; vivendola ogni giorno, nonostante tutto.

Trenta Editore, una vocazione imprenditoriale al buono e al bello

Giulia Siena
MILANO
– La storia di Trenta Editore parte nel 2004 con la pubblicazione del libro “Gli Chef del Vino”; da allora la casa editrice milanese è diventata un punto di riferimento nel settore editoriale legato all’enogastronomia. Ma quali sono state le scelte, i cambiamenti e quali sono le novità per l’imminente anno nuovo lo chiediamo a Barbara Carbone, amministratore delegato della casa editrice.

 

Perché Trenta Editore, come nasce l’idea?

Per passione e per vocazione imprenditoriale. Da giornalista professionista a editore il passo è stato lungo e complesso, ma le sfide mi hanno sempre appassionato e in un campo come quello della cultura, e dell’editoria nello specifico, ancora di più. Avevo scritto molti libri per altre case editrici, alcuni di successo; nel 2004 avevo voglia di mettermi in gioco, avevo un’idea innovativa e la possibilità di dedicarmi al progetto: la cosa più difficile è stata sicuramente la ricerca di un partner per la distribuzione, senza il quale non avrei mai iniziato. Editoria per me ha sempre significato pubblico e libreria, capacità di confrontarsi sul campo, una condizione indispensabile per diventare imprenditori nel settore. E tutt’oggi è la sfida più difficile: editare libri che siano di interesse, comunicarli alla libreria prima che al pubblico e seguire da vicino
tutte le dinamiche che stanno dietro alla produzione e diffusione è il vero impegno. E’ un dato di fatto che ogni settimana arrivino sugli scaffali delle librerie migliaia di volumi, ma è qui che si misura la capacità di ogni singolo ‘attore’ del settore ovvero quella di valutare, promuovere e confrontarsi con gli utenti finali affinché non arrivi sempre lo stesso messaggio, lo stesso tipo di informazione, dagli stessi operatori, ma l’offerta di prodotti editoriali sia sempre la più ampia, interessante e di valore.

 

Trenta Editore nasce nel 2004 con lo scopo di occuparsi di temi all’epoca ancora poco inflazionati (leggo dal sito); ma alla luce del successo della cucina e dell’enogastronomia sui mezzi di comunicazione è cambiata la vostra proposta editoriale?

Dal 2004 a oggi abbiamo fatto molti progressi, ci siamo strutturati con collane tematiche, abbiamo migliorato la comunicazione, ma non abbiamo certamente cambiato mission: Trenta Editore continua a presidiare il comparto enogastronomico con sempre maggiore attenzione verso quei temi ‘insoliti’, talvolta più curiosi e meno alla portata dei grandi player di mercato. Lo facciamo con serietà e senza mai dimenticare il pubblico che, accanto ai grandi personaggi televisivi, cerca anche temi più sfiziosi, tecniche antiche rivisitate, ingredienti più sani, ma altrettanto golosi.
Non solo: abbiamo anche provato ad affrontare argomenti più diffusi, penso ad esempio ai libri sullo Champagne – sempre di gran moda – con un taglio innovativo e aperto; ci interessava tutto il pubblico della libreria, non solo gli esperti e gli appassionati e quindi abbiamo scelto di raccontare un tema di grande prestigio parlando di emozioni, di storie, di uomini che ogni giorno hanno a che fare con vigneti e grappoli d’uva, prima che con prestigiose etichette dai prezzi inavvicinabili; e questo è stato apprezzato dal pubblico che ha scoperto un volto sconosciuto della regione Champagne.

 

Quali sono le novità autunno/inverno 2012 targate Trenta Editore?

Tre in particolare: C’è tort@ per te 2, Vito Mollica e Manuale di conversazione sullo Champagne. Tre titoli molto diversi tra loro che incontrano esigenze diverse: il primo segue il grande successo di C’è tort@ per te (2011), una carrellata di soffici dolci ideati dalle food blogger. In questa nuova edizione i blogger sono diventati 33, dai
16 originari, e il ricettario si è arricchito di insoliti racconti legati al tema del viaggio e delle spezie; quasi in contemporanea è stato anche lanciato un divertente cofanetto a valigia (per non perdere il tema del viaggio) che raccoglie il libro e una tortiera Ballarini per mettere in pratica le ricette. Vito Mollica, lo chef premiato dalla Guida L’Espresso e dal Sole 24 Ore come miglior cuoco del 2012, inaugura la collana 30 Gourmet, dedicata ai grandi protagonisti del comparto; si tratta storie e racconti di piatti, in un’elegante veste, con testi in italiano e inglese, e rappresentano la punta di diamante delle nostre collane, per un pubblico colto e molto appassionato alla cucina di un certo livello. Manuale di conversazione di Champagne, come improvvisarsi esperti intenditori è invece un curioso libercolo in 10 capitoli per imparare a conoscere i fondamentali di questo importante prodotto, mentre si cerca di… conquistare la propria partner. Aneddoti, battute e pratici consigli raccontano a un vasto pubblico come anche la bollicina più famosa al mondo può essere oggetto della scelta di tutti durante una cena e può diventare spunto di conversazione e di romantici incontri!

 

I tre libri sui cui puntate in questo momento?

Oltre a quelli che ho già raccontato, I peccati di gola dei campioni, storie e ricette di grandi sportivi, scritto da un giornalista della Gazzetta dello Sport (Francesco Velluzzi) per la collana 30 Storie; L’oroscopo nel piatto perché leggere che esistono ingredienti e ricette adatte a ciascun segno (e alla coppia) è un tema davvero originale; e Mille e un… panettone, una chicca per scoprire che il dolce italiano più noto al mondo può avere dei risvolti in cucina davvero unici.

 

Barbara Carbone prima di essere editore è autore di libri, come si vive in questa doppia veste?

Ho abbandonato la doppia veste anni fa… Fare l’editore è un mestiere impegnativo che non lascia tregua: parlare con gli autori, con i librai, con tutti i canali della distribuzione; leggere e curiosare tra gli scaffali; osservare quanto avviene nel mondo in campo editoriale; adeguarsi alle nuove tecnologie e sviluppare progetti in linea
con il mercato; cercare di dare ai propri prodotti il giusto taglio per il pubblico del momento… Se le mie giornate avessero 36 ore sarei molto più felice!

 

Fare libri è…

Nella prefazione di uno dei nostri libri, La cena della Vigilia, che nel 2009 apriva la collana 30 Storie, ho scritto: “Quello che oggi non vorrei mai smettere di fare è incontrare persone, conoscere le loro storie, raccontare loro la mia, vivere con loro. Per cinque minuti, un’ora, per sempre. Chi può dirlo. Nessuno, questo è il bello. Non puoi sapere chi o cosa ti cambierà la vita, puoi solo fare delle scelte.” Come quella di fare libri…

“Stasera cucino con papà!”, ricette e suggerimenti per crescere insieme

ROMA“Il soffio della passione per chi vive di cucina e di emozioni è come una lama sottile… che stuzziche quella continua e maledetta adrenalina di ogni giorno… per non mollare mai. Anche nella vita.” La cucina per Paolo Bodon, chef mantovano classe 1971 dell’Osteria Capoborgo di Gavardo, in provincia di Brescia, è tutto questo. E questa passione, questa adrenalina cerca di trasmetterla ogni giorno a sua figlia Camilla. A lei e con lei ha scritto “Stasera cucino con papà!”, un libro di ricette, immagini e vita pubblicato da Trenta Editore. Attraverso le magnifiche foto di Tiziana Arici, Paolo e Camilla consigliano ai lettori grandi e piccini semplici ricette da cucinare insieme per divertirsi e crescere in cucina.

Prendere parte alla preparazione dei piatti, conoscere i cibi e i passaggi che li trasformano nei succulenti pasti che consumiamo ogni giorno è fondamentale, infatti, per lo sviluppo dei bambini. Come spiega la neuropsichiatra infantile Cristina Bodon nella prefazione del libro, il cibo rappresenta “anche un nutrimento psicologico ed affettivo, è veicolo simbolico di cura e trasmette messaggi e significati di relazioni tra chi lo riceve e chi lo fornisce fino a diventare possibile mezzo di espressione e di gestione delle proprie emozioni”.
La curiosità del bambino e la sua naturale creatività, vengono in questo modo alimentati e rafforzati, cosa che sa bene la piccola Camilla che in “Stasera cucino con papà!” si diletta a sperimentare pizza e meringhe per la merenda, sandwich, fish and chips sani e gustosi, torta per la colazione e crème caramel da grande pasticcera.

La gioia di crescere insieme ai propri figli, di accompagnarli alla scoperta della genuinità dei sapori e delle materie prime è la strada che si intraprende insieme a Paolo e Camilla leggendo “Stasera cucino con papà!”; allora buone letture e buone ricette!

“Il corso innaturale delle cose”

Giulia Siena
ROMA
“La lingua felice è assolutamente semplice e brutale: era la ragazza più bella che avessi mai visto. La lingua felice forse è spiacevole: mi guardava come uno più vecchio.”
Ma nell’amore l’età non conta. Nella felicità l’amore non conta; o forse sì. Qualcosa forse, in fondo, conta. Quel divario di età che all’inizio attrae e impaurisce, eccita e rende inquieto Tomas si chiama amore impossibile. Prima di lui, prima di loro, in questo amore controverso e problematico, caddero i cuori di Abelardo ed Eloisa e, ancor prima, quelli dei poeti latini e di quelli greci. Ma in una notte di inizio anno, Tomas e Janna, si incontrano.

“Il corso innaturale delle cose” dell’autore norvegese Tomas Espedal e pubblicato da Ponte alle Grazie, è la visione poetica e sovversiva dell’amore e del lavoro da parte di un uomo che insegue controcorrente la felicità.
Nella scrittura di Espedal e nella storia del suo protagonista, la quotidianità e il lavoro in fabbrica, l’attrazione per Agnete e il matrimonio, l’esperienza in Guatemala e la figlia, il cambiamento, la giovinezza di Janna e l’abbandono sono piccole cicatrici che segnano. Sono impronte che suggeriscono un percorso controcorrente, il percorso di un uomo che trova il successo e lo perde, che cerca l’amore e gli sfugge, che rifugge la solitudine per poi rimanere solo, che assapora la felicità e ne trova l’essenza.

 

Poche volte l’oggettività dei sentimenti: la felicità – e la sua assenza – la vita e la sua negazione, il futuro e il suo aborto sono state così magistralmente descritte.

Štěpán Zavřel: “Nonno Tommaso” e la forza delle generazioni

Giulia Siena
ROMA
 – Nell’ anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni, la Bohem Press Italia pubblica “Nonno Tommaso”, il libro del grande autore e artista ceco Štěpán Zavřel. 
Con nonno Tommaso Piera e Gianni non si annoiano mai; con lui i passerotti del giardino diventano uccelli tropicali, i pesci nell’acquario draghi fantastici e la vasca un battello su cui navigare. Nonno Tommaso va sui pattini e, nonostante abbia i capelli grigi e sia un po’ stanco, ogni sera diventa protagonista di fiabe magiche per tutti i bimbi del vicinato. Ma un giorno il sindaco della città dice che i nonni saranno più felici in una casa tutta dedicata a loro, una casa felice, appunto, dove tutti i nonni potranno stare insieme.  Ma cosa fanno i nonni senza le proprie famiglie e i propri nipoti? E come fanno i bambini senza il divertimento, la compagnia e la gioia che solo i nonni sanno regalare?

 

Scritto e illustrato da Štěpán Zavřel, “Nonno Tommaso” viene proposto da Bohem Press Italia rieditato da Mafra Gagliardi e si presenta come un libro magico e delicato. Un volume che racchiude la sensibilità e il genio di un grande artista del Novecento europeo. Štěpán Zavřel, infatti, ha lasciato un segno profondo non solo nella Mitteleuropa, ma anche in Italia, in Friuli, in Veneto e in particolare a Sàrmede. Qui l’artista ha  affrescato parecchie pareti interne ed esterne di edifici pubblici e privati, tanto che con gli anni questa cittadina in provincia di Treviso è diventato il “paese delle fiabe”. Nel 1983, poi, Zavřel ha dato il via alla Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia e nel 1989 ha fondato la Scuola internazionale di illustrazione, attività che hanno sempre voluto avvicinare i bambini all’arte e il mondo ai bambini.

 

 

“Catalogo dei giorni felici”. Quando la poesia torna a farsi leggere

Giulia Siena
ROMA 
“L’amore è veloce / oppure non è. / La notte rimane / attaccata alla gola / al tavolo oscuro / alla lampada spenta.”
Che Daniela D’Angelo con le parole ci sapesse fare lo avevamo già capito dal suo lavoro di ufficio stampa e di editor, ma che con le parole intraprendesse un percorso poetico – fatto di lavoro, ascolto e  traduzione delle emozioni – lo scopriamo con il “Catalogo dei giorni felici”. Pubblicato qualche mese fa da Salvatore Sciascia Editore, il “Catalogo dei giorni felici” (con il quale la D’Angelo è finalista al V Premio Nazionale di Narrativa e Poesia Città di Fabriano 2012) è una raccolta poetica che racchiude circa dieci anni di vita ed è un percorso che porta Daniela D’Angelo, al suo primo libro, nel temuto e po’ inflazionato olimpo dei poeti. Sì, perché di Poeti ormai ce ne sono pochi. Ci sono quelli che scrivono vomitando su carta tutto quello che gli passa per la testa, senza alcun filtro e senza che le parole passino per un lavoro di scrematura. La poesia di Daniela D’Angelo, invece, è quella che avevamo un po’ dimenticato; è quella poesia in cui la parola viene data alla luce, soppesata, modellata fino a diventare sacra; quella poesia che manca da molto tempo negli scaffali delle librerie – dove ormai rimangono solamente i grandi poeti da antologia scolastica – e dai comodini di molti lettori.  Le parole di Daniela sono oggetti che plasma con le sue mani: “umide scodelle per l’acqua”, “camicie lenzuola canovacci”, stessi oggetti che prendono vita grazie alle emozioni di cui sono latori. Oggetti che germogliano dopo la sofferenza, la delusione, l’abbandono e la gioia. Parole che sono consapevolezza: prendono forma in un momento sospeso, in uno stato di quiete, quasi partorite dallo stesso dolore, dallo stesso pensiero e da un esercizio lieve e necessario.

 

Il libro è acquistabile QUI oppure scrivendo a sciasciaeditore@virgilio.it

10 Libri del Natale dei bambini

ROMA – Cosa regalare ai bambini per Natale? Scartare un libro può avere ancora il suo fascino. Allora regaliamo letture ai nostri ragazzi, doneremo loro non solo la gioia di esplorare nuove strade e nuove storie, ma anche la semplicità e il calore che solo le parole sanno offrire. Ecco a voi i 10 Libri del Natale dei bambini.

1. “Buon Natale, Samira” di Bolliger e Manna, Bohem Press Italia (dai 5 anni)

2. “I tre doni del giullare” di Bolliger e De Conno, Bohem Press Italia (dai 5 anni)

3. “Lotje e la Principessa delle befane” di Lieve Baeten, Aer (dai 5 anni)

4. “Una stella nel buio” di Lucia Tumiati e Joanna Concejo, Topipittori (dai 6 anni)

5. “Il pupazzo di neve e le Fate del Natale” di Rachel Williams e Kim Martin Campanila editore (dai 4 anni)

6. “Il mio nome è NO” di Marta Altés, Sinnos (dai 4 anni)

7. “Le avventure di Huckleberry Finn” di Antonio Tettamanti e Lorenzo Mattotti, Orecchio Acerbo (dagli 8 anni)

8. “I racconti di Punteville Ovvero le mirabolanti cronache degli uomini che viaggiarono nelle città della punteggiatura” di Gianluca Caporaso e Rita Petruccioli, Lavieri Piccole Pesti (dai 7 anni)

9. “Il coraggio dei piccoli”, di Graziella Favaro, Carthusia (dai 7 anni)

10.“Gioca e impara. 10 Libri in pila” Sassi Junior (dai 2 anni)







Più Libri Più Liberi: l’XI edizione è ai nastri di partenza

ROMA – 400 espositori, 60mila titoli, 280 appuntamenti in fiera, 140 iniziative in 50 luoghi della città. Autori internazionali, talenti italiani, esplorazioni tra fumetto, musica e arti visive. Più grande, ricca e indipendente che mai, torna Più Libri Più Liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria a Roma, Palazzo dei Congressi, da giovedì 6 a domenica 9 dicembre 2012. E il percorso di avvicinamento quest’anno è stato caratterizzato da un fittissimo network di appuntamenti fuori fiera, che coinvolge università (Più libri più idee), scuole (Più libri più grandi), biblioteche e numerosi altri luoghi cittadini (il circuito off di Più libri più luoghi, grande novità dell’edizione 2012 della fiera). Una rete di eventi – trasversale, pulsante, dinamica – che ha di fatto regalato alla città, ai suoi studenti e agli appassionati di libri un intero mese all’insegna della cultura e dell’editoria indipendente.

A Più libri più liberi quest’anno si esploreranno nuove correnti letterarie internazionali (Russia, Brasile, Grecia e l’immenso continente africano). Si ascolterà la lezione di maestri della narrativa italiana contemporanea e si andrà alla scoperta dei giovani autori della nuova generazione. Si parlerà di mafia, di storia, di società… ma anche di fisco, yoga e calcio, scoprendo il modo in cui queste materie vengono trattate, scritte, raccontate. Ma non ci si limiterà alla parola, esplorando anche i mille modi in cui essa si mescola, fonde e reinventa con le altre discipline creative: il fumetto, la musica, il cinema, l’arte, le nuove suggestioni digitali. Ci si rivolgerà agli addetti ai
lavori, con una serie di iniziative professionali e tavole rotonde sull’editoria; agli studenti, con un progetto che crea un ponte tra scuola e fiera; alla città, con un circuito off che si espande sotto forma di network, coinvolgendo con appuntamenti, incontri e spettacoli decine di luoghi “esterni”: biblioteche, librerie, associazioni.

Più libri più liberi è organizzato dall’Associazione Italiana Editori (AIE) con il sostegno di: Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Generale per i beni librari, gli istituti culturali e il diritto d’autore con il Centro per il Libro e la Lettura, Regione Lazio, Provincia di Roma, Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico, Camera di Commercio di Roma e in collaborazione con l’Istituto Biblioteche di Roma, l’ICE ex Istituto per il Commercio con l’Estero, l’azienda per i trasporti capitolina Atac, Radio 3 Fahrenheit e ALI – Associazione Librai Italiani. Contribuiscono inoltre: Sony, Ricoh, Ibs.it, Meta, Liberologico, Argentovivo, Informazioni editoriali, Promedia, Scripta, CSC Grafica.

 

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“Cicale”, il rumore dell’infanzia

Giulia Siena
ROMA 
– Marta è una cicala. Marta si sente una cicala; come loro adora il sole, il mare, Napoli, la vivacità della gente e odia andare all’asilo. Più che l’asilo in se, Marta odia essere reclusa in solo posto. Forse perché, con la sua famiglia, è sempre stata abituata a spostarsi di città in città e conoscere e scoprire nuove vite e nuove culture. Fin da piccola Marta ha una paura-attrazione per tutto ciò che vola, quindi, con la sorella Anna, lanciano di tutto dall’ottavo piano della loro abitazione partenopea. Ma la piccola protagonista a un certo punto deve scontrarsi con la realtà: la vita felice della cicale deve evolvere e intraprendere una strada. Ma Marta si ribella. Sono gli anni Ottanta e Marta Jorio è la bambina che oggi si racconta in “Cicale”, l’ultima uscita della collana Gli anni in tasca di Topipittori.

L’autrice, per raccontarsi, parte dal concetto che “si nasce e ci si forma fra le atmosfere di una precisa geografia” ed è questa geografia a fare di Marta una bambina curiosa, entusiasta e alle volte malinconica. Le sfumature malinconiche, infatti, in questo libro prendono colore: il colore dei ricordi, della forza degli adulti,  delle avventure e dei caratteri dei familiari; il ricordo di un forte terremoto, della speranza nonostante la paura.