Direttore. Per gli amici: il direttore di ChrL. Pugliese del nord, si trasferisce a Roma per seguire i libri e qui rimane occupandosi di organizzazione di eventi e giornalismo declinato in modo culturale e in salsa enogastronomica. Fugge, poi, nella Food Valley dove continua a rincorrere le sue passioni. Per ChrL legge tutto ma, come qualcuno disse: "alle volte soffre un po' di razzismo culturale" perché ama in modo spasmodico il Neorealismo italiano e i libri per ragazzi. Nel 2005 fonda la rubrica di Letteratura di Chronica.it , una "vetrina critica" per la piccola e media editoria. Dopo questa esperienza e il buon successo ottenuto, il 10 novembre 2010 nasce ChronicaLibri, un giornale vero e proprio tutto dedicato ai libri e alle letterature, con occhio particolare all'editoria indipendente. Uno spazio libero da vincoli modaioli, politici e pubblicitari. www.giuliasiena.com

“10 Libri dell’Estate Sinnos”, perché le letture non vanno in vacanza

ROMA – Le letture non hanno stagione e accompagnano i piccoli e grandi lettori tra storie e avventure che nascono in terre lontane o ambientate nelle vite di ognuno di noi. Sinnos Editrice, per questa estate 2012 propone i suoi 10 LIBRI:

1. Mare giallo, di Patrizia Rinaldi, ill. di Federico Appel (dai 9 anni): imperdibile giallo estivo per ragazzi, ambientato a Napoli, tra mare “giallo”, sotterranei, contrabbandieri e rumori di catene… ma soprattutto tra amicizia e legami indelebili!

2. Dorando Pietri e gli altri, storie di sport e di Olimpiadi , di Vinicio Ongini, ill. di Luca Carnevali (dai 7 anni): in questo periodo di Olimpiadi, come perdere le storie di quei grandi che hanno fatto la storia dello sport, ma che sono stati anche bambini?

3. Il pinguino verde, di Valentina Muzzi (dai 3 anni): i più piccoli non potranno resistere al fascino di questo pinguino lettore e coraggioso, che vuole ad ogni costo essere se stesso.

4. Il segreto dei pirati, di Paola Balzarro, ill. di Ilaria Pigaglio (dai 7 anni): un’avventua ambientata a Rocciadura, paesino a picco sul mare, un tempo luogo privilegiato dai pirati e deposito dei loro tesori… Libro della collana Leggimi che facilita la lettura anche ai dislessici!

5. Ti ricordi il calcio?, di C. Carzan, ill. di Dido (da 11 anni): terminati gli europei, i nostalgici potranno leggere questo romanzo per giovani lettori in cui si immagina un 2030 in cui il calcio è stato addirittura abolito…

6. Nina e i diritti delle donne, di Cecilia D’Elia, ill. di Rachele Lo Piano (da 11 anni): l’estate è anche tempo di letture che fanno riflettere e pensare. La storia dei diritti delle donne raccontata alle più giovani, per non dimenticare (e per ricordarla ai loro genitori)!

7. Amelia e Zio Gatto. Il mistero dei cloni giganti , di Anna Lo Piano, ill. di Chiara Nocentini, (dai 9 anni): nuovissima avventura della coppia di amici Amelia e Ale e del simpaticissimo Zio gatto, stavolta alle prese con un caso eclatante di esperimenti scientifici.

8. E per colazione? Latte, biscotti e involtini primavera, di Rebecca Lacoq, ill. di Gabriela Rodriguez Cometta (dai 4 anni): dedicato a quei genitori che devono convincere i loro piccoli a fare colazione! Curiosità dal mondo, giochi e tanti consigli sul perchè è bene iniziare la giornata con una sana colazione.

9. Leyli che vola e altre fiabe dalla Turchia, di Sofia Gallo e Mehmet Fatih Yilmaz, ill. di Francesca Assirelli, (dai 7 anni): chi sceglie come meta la Turchia, non può non leggere questa raccolta di bellissime fiabe, che richiamano le atmosfere magiche da Mille e una notte. Testo a fronte in turco!

10. Fragile, di Fabrizio Casa (da 11 anni): un romanzo per adolescenti dai temi scottanti della criminalità, della violenza e della possibilità di uno aport come il rugby di cambiare la vita.

 

Cercateli su www.sinnos.org

“10 Libri dell’estate Edizioni CentoAutori”

ROMA – Le  Edizioni CentoAutori ci consigliano i “10 Libri dell’estate da Editore” e ricorda che La lettura di un libro è un’avventura ogni volta diversa. Ti porta lontano verso orizzonti sempre più ampi. Ognuno di noi ha dentro di sè un mondo inesplorato, e attraverso la lettura si ha la possibilità di conoscerlo.

1. L’omicidio carosino di Maurizio de Giovanni

2. Il casalese di AA. VV.

3. Auf Wiedersehen Claretta. Il diario dell’uomo che poteva salvare Mussolini e la Petacci di Gunther Langes a cura di Nico Pirozzi

4. Concordia. Cronaca di una tragedia annunciata di Gino Barbieri

5. Non sono un fottuto giornalista eroe di Antonio Di Costanzo

6. De Nimbo. Il Codice delle nuvole di Gordon Bloom

7. Nient’altro che amare di Amneris Di Cesare

8. Il Grande Napoli di Massimiliano Amato e Stefano Valanzuolo

9. Per le vie del borgo di Mauro Ferdinando Perillo

10. Buona fine e.. buon principio di Tonino Scala

Dal 5 al 9 settembre Mantova si veste di Festivaletteratura

MANTOVA – Dal 5 al 9 settembre 2012 Mantova ospita la XVI edizione del Festivaletteratura. Idee e memorie contro la crisi, non solo economica. Ospiti internazionali, scrittori, saggisti, alcuni riconosciuti, altri meno noti. Con una certezza: è attraverso le voci più differenti, attraverso le idee e ivicinati inediti che si crea dialogo e produzione intellettuale. A Mantova, quest’anno, grandi nomi della letteratura: da Seamus Heaney a Ngugi Wa Thiongo. E ancora: i ritorni di Englander e Pablo d’Ors.Gli ospiti che non ti aspetti: Shaul Ladany e Jan Douwe van der Ploeg. Attenzione alla poesia: omaggia Turoldo e Szymborska, una retrospettiva per il premio nobel Toni Morrison e uno sguardo anche allastoria recente. In un momento d’inquietudine diffusa, a causa della perdurante crisi economica e del sisma che ha colpito Mantova insieme ad altre città, gli organizzatori del Festival pensano che la cosamigliore da fare sia realizzare il Festival secondo lo spirito degli esordi, nel lontano 1997.

Per l’edizione 2012 Festivaletteratura procederà applicando la formula già felicemente collaudata: chiamerà a Mantova autori elettori, farà vivere la città come luogo di dialogo e produzione di idee e narrazioni, offrirà per cinque giornisuggestioni e letture da mettere a frutto nei mesi a seguire.Festivaletteratura sceglie per il 2012 di partire dai fondamentali. In moltidegli incontri o delle serie di appuntamenti che compongono il calendario di questa sedicesima edizione ci siaddentrerà nelle forme o nei generi della letteratura, secondo modalità di volta in volta diverse ma chepuntano  a  metterne  in  luce  specificità  stilistiche,  potenzialità  creativa,  apertura  alla  contaminazione,attraverso il confronto – in presenza o a distanza – tra alcuni dei loro maggiori interpreti o incursioni a voltepiù ludiche e spettacolari.In questo senso, uno degli eventi più attesi è la festa sull’Orlando Furioso che si terrà tra Palazzo Te e l’exSagrestia della SS. Trinità annessa all’Archivio di Stato. L’idea è di riportare a Mantova questo capolavorospesso dimenticato a cinquecento anni dalle prime letture che Ludovico Ariosto ne faceva a Isabella d’Este. La macchina fantastica del poema sarà rimessa in moto chiedendo a oltre quaranta tra scrittori, poeti, artisti,studiosi di varie discipline di raccontare per mezz’ora ciascuno il proprio Orlando Furioso. Il pubblico sarà invitato a perdersi nelle sale di Palazzo Te come tra le stanze del poema e, attraverso le varie storie cheincontrerà, a lasciarsi trasportare dagli infiniti rimandi della narrazione. Nello spazio presso l’Archivio diStato sarà allestita, per i cinque giorni della manifestazione, una stanza multimediale che permetterà alpubblico di guardare e ascoltare documenti d’epoca, immagini di affreschi, programmi radiofonici, spettacoliteatrali e film televisivi ispirati all’Orlando Furioso.

Tre incontri saranno dedicati alla forma racconto, capace spesso di mettere in crisi anche i più affermati tra iromanzieri.  Aimee Bender,  Nathan Englander,  Pablo d’Ors,  Etgar Keret e alcuni scrittori italiani chefelicemente frequentano il racconto saranno invitati a confrontarsi sulla gestione del ritmo, sugli artificistilistici, sui modelli presenti e passati utili a tenere il passo della narrazione breve.

La favola entra a Festivaletteratura nella ricorrenza del bicentenario della pubblicazione della prima edizionedelle Favole dei fratelli Grimm. In una serie di incontri organizzati in collaborazione con il  Goethe Institut,Pino Costalunga chiamerà narratori italiani come Marcello Fois o Michela Murgia, un poeta tedesco comeLutz Seiler, scrittori-illustratori per ragazzi come  Simone Frasca, o persone apparentemente lontane dalmondo delle fiabe come  Gherardo  Colombo a raccontare o a reinventare una favola dei Grimm, permostrare ad adulti e  ragazzi come queste storie – a duecento anni di distanza – continuino a toccarci nelprofondo, esprimendo le nostre paure e i nostri desideri più inconfessati.Sul rapporto tra maestro e allievo si giocheranno invece gli appuntamenti di quest’anno dedicati al giallo. A tre tra i più popolari giallisti italiani –  Massimo Carlotto,  Carlo Lucarelli e  Marco Malvaldi – è stato chiesto di scegliere l’autore del passato sulla cui lettura si sono più esercitati per affinare i ferri del mestiere. A questo  sguardo  sul  lavoro  di  apprendistato  della  scrittura  nera  e  poliziesca,  si  affiancano  per  gliappassionati del genere gli incontri con due fra i più interessanti interpreti a livello internazionale: l’argentinaClaudia Piñeiro e gli svedesi Lars Kepler.Con costante interesse il Festival segue gli autori che si cimentano con la narrazione per immagini, genereche si presta a ibridazioni e sperimentazioni costanti. Insieme alla presenza di un illustratore classico comeEmiliano Ponzi (autore dell’immagine del programma 2012), di un osservatore a fumetti dell’antropologiadegli spazi urbani come  Guy Deslile, del giovane autore di graphic novel per adolescenti  Sualzo, vannosegnalati gli incontri con Vittorio Giardino e lo storico Gabriele Ranzato sulla genesi delle graphic novel dai documenti d’archivio, e quello con Emmanuel Guibert e Fréderic Lemercier, che compongono i lorolibri-reportage  mescolando  racconto  a  fumetti,  fotografia,  inchiesta  giornalistica.  Per  rendere  piùappassionante per il pubblico il confronto tra narrazione scritta e narrazione per figure, il Festival rinnova gliappuntamenti delle  temporary stories, che vedono parallelamente all’opera uno scrittore e un autore digraphic novel nello sviluppo di una stessa storia; mette la spontaneità della matita di Yocci al servizio dellavoce di Paolo Nori; offre la possibilità nei laboratori di ri-tratto di cimentarsi ora con il disegno (insieme a Chiara Carrer), ora con la scrittura (con Marcello Fois).”E’ ancora possibile la poesia?” è il tema che attraversa in filigrana tutta la sezione dedicata alle scritture inversi e che sarà al centro di uno specifico incontro con due studiosi della lingua e della letteratura italianacome Maria Luisa Altieri Biagi e Pietro Beltrami, coordinati da Daniele Piccini. I poeti italiani ospiti a Festivaletteratura 2012 saranno Cristina Alziati, Pierluigi Cappello, Anna Maria Farabbi, Giulia Perronie  Antonio Prete. Gli omaggi di  la parola cui abbiamo creduto sono rivolti a Ezra Pound, David Maria Turoldo e Wislawa Szymborska, alla cui opera sarà dedicato anche un recital al Teatro Bibiena che vedràprotagonista  Licia  Maglietta.

Uno  speciale focus –  germanica – sarà  dedicato  ad alcuni  dei principaliinterpreti della poesia tedesca contemporanea: Ulla Hahn, Michael Krüger e Lutz Seiler. Il posto d’onorespetta  però  al premio  Nobel  irlandese  Seamus  Heaney,  per  la  prima  volta  a Festivaletteratura,  il cuiintervento è previsto nel giorno inaugurale della manifestazione.

Qui il programma completo

Intervista a Giancarla Dapporto

Matteo Dottorini
ROMA
– ChronicaLibri intervista Giancarla Dapporto, autrice de “La ribellione di Antigone”

Perché ha deciso di raccontare la storia di Antigone? Dopotutto nei tragici è possibile trovare personaggi meno noti, meno rivisitati e sotto certi punti di vista più complessi.
La tragedia di Sofocle viene continuamente rappresentata, studiata, riscritta ancora oggi, dopo duemilaquattrocento anni, perché affronta i famosi conflitti fondamentali che ancora oggi rimangono i nodi irrisolti di ogni società: conflitto fra diritti umani e leggi politiche, conflitto fra individuo e società, conflitto fra generazioni, fra uomo e donna, fra vivi e morti.
E Antigone, la principessa tebana che va incontro alla morte per sostenere il diritto alla pietà, continua a commuoverci, ma anche ad affascinarci, a causa della misteriosa potenza del suo gesto. “Ade…” dice Antigone “…brama il rito funebre e non distingue tra buoni e cattivi.”
Ogni interpretazione di questa tragedia dà ad Antigone un nuovo volto, una diversa voce ed anche una diversa anima. Da Hegel ad Anouilh, a Brecht, alla Yourcenar, sono innumerevoli gli autori di ieri e di oggi che se ne sono innamorati. Più si legge intorno all’Antigone, più il mistero della sua bellezza e vitalità s’infittisce, come quando, puntando il telescopio nel blu della notte, il tondo della lente si riempie di miliardi di stelle. Antigone è una galassia. La bellezza intramontabile di Antigone sta anche negli aspetti della sua personalità, che confluiscono in straordinaria forza di carattere e purezza di sentimenti, uniti a una lucidità intellettuale rara e poco compresa e alla consapevolezza del dolore.
Qualche anno fa ho ritrovato le parole di Antigone nei versi sublimi della tragedia omonima:“Non son d’ieri né d’oggi, ma da sempre vivono e nessuno sa quando apparvero.” Si tratta delle grandi leggi eterne che sono a fondamento della civiltà. Una commozione improvvisa ha fatto riaffiorare il ricordo della mia tesi sulla Fenomenologia dello spirito, dove Hegel definisce Antigone radiosa figura etica, un’essenza etica pura.
A volte, in un periodo storico così sovraffollato di linguaggi contradditori e mistificanti, è necessario sospendere il giudizio per chiedersi:“Come far aderire il significato delle parole alla verità che devono esprimere?” Bisognerebbe tornare alla lingua dei classici greci, al mito.

Perché affidare il racconto alla sorella Ismene?
La voce narrante di Ismene riporta in prima persona e, per così dire, in presa diretta sia gli avvenimenti più lontani che i più vicini. Ismene inizia a interrogarsi sulle cause che hanno provocato la morte della sorella e in questa ricerca, passo dopo passo, ci conduce nell’azione viva della tragedia.
Antigone si rivolge a Ismene chiamandola sorella nel sangue comune, che vuol dire più che sorella di sangue, quasi fossero tessute insieme da un rapporto osmotico. Le correnti osmotiche possono, a volte, annullare la personalità individuale, dissolvere la persona e “permettere agli esseri umani di fluire gli uni negli altri” (Keats). Dunque, quasi uno sdoppiamento del personaggio di Antigone.
Ho avuto qualche riluttanza ad assumere il personaggio di Ismene in positivo, tanto ero affascinata dall’eroina Antigone. Poi, mossa da compassione verso noi mortali comuni, ho preso in considerazione la povera derelitta Ismene, simbolo della femminilità vituperata, che nessuno ama, che ognuno dimentica, destinata a rimanere fuori dalla storia.
Ho immaginato fosse la minore dei fratelli. Mi ha affascinato la visione del mondo di una ragazzetta da poco uscita dall’adolescenza, davanti a fatti gravi come l’incesto dei genitori, immersa nella solitudine a cui era stata costretta dopo la morte della madre e la partenza di Edipo per l’esilio insieme ad Antigone.
Ismene assiste a ogni azione, soffre, interviene, cerca di aiutare la sorella, la ammira ma sa di essere diversa, sa di non voler rinunciare alla vita, alle seduzioni di Eros, che inizia a serpeggiare nel suo giovane corpo. Ci sono molti dialoghi fra le due sorelle, che si snodano durante il loro viaggio di ritorno a Tebe mentre infuria la battaglia sotto le sue mura della città. C’è una relazione fra colpa e destino? E quale fu la colpa che ricade sulle loro teste innocenti?
Quando Antigone viene condannata a morte, Ismene vacilla e in un impeto di generosa disperazione si auto-accusa di averla aiutata a seppellire Polinice. Ma Antigone interviene a scagionarla, salva Ismene perché sarà lei a raccontare tutta la storia. Ismene è la donna che ha scelto di vivere, anche sotto il giogo dell’oppressione.
Vuole dimenticare le colpe dei padri, non vuole essere vittima del destino. Riuscirà a fuggire, ma non potrà dimenticare e diventerà l’erede delle idee della sorella, colei che racconterà al mondo, scrivendo sui fogli di papiro, importati da Cadmo, la storia di Antigone.


Perché proprio questa storia meritava di essere messa in prosa?
Ho sentito la necessità di condividere la passione per Antigone con gli altri; questa storia è un tale tesoro di sapienze e di emozioni che dovrebbe essere oggetto di studio nelle scuole superiori, perché, se le ragazze e i ragazzi la conoscessero, avrebbero gli insegnamenti morali e razionali per comprendere le dinamiche della società odierna. Perciò conscia di affrontare un sacro mostro, ho sentito l’impulso di riscrivere questa materia incandescente in forma divulgativa per tutti.
L’Antigone di Sofocle è un testo per il teatro e non tutti hanno la possibilità di vederlo rappresentato. La lettura del testo di Sofocle non può supplire alla mancanza dell’ambientazione, delle voci, dei costumi, delle danze del coro, che creano la suspance, insomma della drammaturgia cui è destinato. Inoltre anche assistendo alla rappresentazione teatrale, il testo è difficile da penetrare, da approfondire, per cogliere la complessità dei rapporti familiari che legano i personaggi nel rapporto fra colpa e destino. Al tempo di Sofocle i personaggi mitici erano di dominio comune. Tutti sapevano la storia di Edipo- ricorrono parecchie iscrizioni e immagini nell’arte vascolare dell’ antica Grecia- ed è in questo senso che ho cercato di ricostruire l’intero mito di Tebe, per facilitare al lettore la comprensione dei destini fatali che coinvolgono tutti i personaggi, immaginando le azioni ambientate nei paesaggi dell’antica Grecia.
Antigone è un testo anche filosofico. Partendo dal mito di Tebe, dal connubio e dallo scontro fra dei e uomini, nella discendenza da Cadmo e Armonia e dai Seminati, figli del serpente, si potrebbero individuare le origini del genere umano e la duplicità della sua identità, divina e terrena. Così, quando il maestro dell’accademia tesse le lodi dell’uomo, insegna agli allievi la differenza fra legge e diritto e sostiene che il vero male è la superbia. Una sorta di cecità che infrange l’equilibrio fra natura e cultura e porta tutti alla catastrofe. L’Antigone è di un’attualità insospettabile.


Chi sono i Creonti e le Antigoni di oggi? Dove li ritrova e come dovrebbero agire?
A mio avviso i Creonti oggi sono molti, purtroppo. Si potrebbero ravvisare in coloro che, insuperbiti dal potere, perdono di vista la realtà e il dovere che sono chiamati a compiere, in quanto rappresentanti dei cittadini, e provocano danni alle persone e alla natura.
Sono ravvisabili nelle istituzioni che tentano di sopraffare i bisogni e le idee delle persone, opponendo alle leggi democratiche principi religiosi, ostacolando la libertà del singolo di espletare il proprio culto o seguire la propria scelta laica. Mettere in contrasto queste istanze, che dovrebbero rimanere parallele, è un errore di superbia perché, come dice Sofocle, entrambe appartengono ai mortali.
Le Antigoni sono coloro che in tutto il mondo difendono strenuamente i diritti umani contro le barbarie e le inciviltà, si oppongono alle leggi sia laiche che religiose che infrangono i diritti inalienabili della persona. Certo il conflitto esiste, è ineliminabile. Tutti siamo responsabili e chiamati a eleggere degni governanti, ma anche a diffondere e scambiare le idee, a controllare costantemente gli eventi della politica. Siamo noi a creare i dittatori, con la nostra indifferenza.
Ma oggi credo che si debba intendere l’azione di Antigone come ribellione all’imposizione del potere di decidere della vita dei singoli. Se il suo amato fratello Polinice si trovasse in coma profondo e fosse tenuto in vita forzatamente, a causa di un obbligo legislativo, Antigone potrebbe compiere lo stesso gesto di pietà: lasciare scivolare il suo corpo amato nell’atro talamo che tutti ci accomuna, poi dargli sepoltura. Non farebbe altro che seguire una legge sacra antichissima, che sta a fondamento delle prime civiltà.
Nei conflitti armati che oggi opprimono alcuni paesi vediamo come, dopo la distruzione di una città, i parenti dei combattenti caduti richiedano la restituzione del cadavere per dargli la dovuta sepoltura rituale. E, purtroppo, a volte, veniamo a sapere con dolore che dai vincitori viene impedita la restituzione e che i cadaveri vengono lasciati come carcasse allo scempio dei rapaci e degli elementi naturali, per sottolineare che non appartenevano alla comunità degli uomini. Oltre alle perdite della guerra, anche l’ ultimo oltraggio viene inflitto ai vinti.


Possiamo attenderci da lei altre storie ispirate o riprese dalla classicità e dai miti greci?
Sto studiando testi della Grecia classica e ho molte idee, ma non posso ancora rivelare l’argomento.

“10 Libri dell’Estate Laurana Editore”

MILANO Laurana, la casa editrice nata nel settembre del 2010, suggerisce sulle nostre pagine i suoi “10 Libri dell’Estate da Editore” perché “Leggere d’estate conviene perchè si ha il tempo per farlo, e poi -diciamoci la verità- fa caldo, a fare sport si suda e la sabbia scotta. Meglio muoversi il meno possibile, rilassarsi, far lavorare il cervello e viaggiare (anche) con la fantasia.”

1.  “Era solo una promessa” di Fausto Vitaliano
Segreti inconfessabili e misteri di famiglia per un  romanzo che mette in scena con abilità di sguardo e in maniera non esibita gli anni scuri di Tangentopoli, laboratorio da cui è sbucata fuori l’Italia dell’ultimo ventennio.
2. “La felicità terrena” di Giulio Mozzi
Pubblicato originariamente nel 1996 da Einaudi ed entrato nella cinquina del Premio Strega, La felicità terrena è il capolavoro di Giulio Mozzi, ripubblicato da Laurana in una nuova edizione con racconti inediti e una nota finale dell’autore.

3. “10 modi per diventare un mito (e fare un sacco di soldi)” di Michele Monina
Il segreto del successo esiste. Dopo aver scritto decine di biografie per celebrità appartenenti agli ambiti più diversi, Michele Monina ci spiega come diventare delle star e raggiungere il successo.

4. “10 cose buone per l’Italia che la sinistra deve fare subito” di Pippo Civati
Grande successo di lettori per il libro del giovane Consigliere regionale del Pd. Futuro, lavoro, territorio, ambiente e soldi pubblici. 10 proposte concrete che ci aiutano a riappropriarci della politica.

5. “10 modi per impararare a essere poveri ma felici” di Andrea Pomella
Andrea Pomella ci spiega con un testo acuto come scoprire una rinnovata cultura della povertà che non significhi necessariamente miseria.

6. “10 idee per il lavoro dei nostri figli” di Marina Calderone
Un libro raro, che affronta la questione crisi analizzandola non in termini generali, ma partendo “dal basso”, dal singolo individuo. Marina Calderone fornisce ai giovani 10 utili consigli per costruirsi un futuro solido.

7. “10 ottimi motivi per non cominciare una dieta” di Martina Liverani
Il libro che cambierà l’estate di molte donne. Martina Liverani propone alcuni validissimi motivi per non sottostare alle logiche perverse del business delle diete e per imparare a volersi bene così come si è.

8. “Atene è un sogno” di Michele Monina
Un libro che è nel contempo una guida aggiornatissima e un reportage vibrante. Per scoprire le meraviglie di Atene, ma anche per conoscere cosa sta accadendo in un Paese che versa in una condizione di grave difficoltà economica.

9. “Londra è un orologio” di Michele Monina
Partendo da Piccadilly Circus, Monina esplora una metropoli in costante evoluzione, proprio nel periodo in cui la capitale britannica si prepara a ospitare le Olimpiadi. Preparatevi a partire: London calling.
10. “Barcellona ti sorride” di Michele Monina
Monina ci racconta il sogno di un’intera generazione. Fra movida, mare, musei unici, l’istantanea di una metropoli dall’atmosfera incantevole che si trova a fare i conti con la pesantissima crisi economica nazionale.

 

La tragedia secondo Ismene

Matteo Dottorini
ROMA
– Che cos’è “La ribellione di Antigone”… di certo un libro, l’ultimo lavoro di Giancarla Dapporto, edito da Portaparole che ripercorre alcuni stralci della tragedia di Sofocle, ma è anche altro, molto altro.
E’ un testamento, che Antigone, figlia di Edipo, lascia ai posteri per mano della sorella minore Ismene. E’ Ismene infatti che la Dapporto, andando controcorrente rispetto alla tradizione, ingaggia come narratore di questa tragedia. Antigone, di ritorno dal lungo esilio durante il quale ha assistito il padre Edipo, è testimone dello scontro tra i fratelli maggiori che, per questioni dinastiche, si tolgono la vita l’un l’altro sotto le mura di Tebe. Lo zio Creonte, successore al trono, nega la sepoltura a Polinice, tra i due defunti il fratello reo di aver guidato un esercito straniero contro la città. Antigone, allora, dopo aver fatto appello alle leggi eterne degli dei e reclamato una degna sepoltura per il fratello traditore, vistasi negare la richiesta dall’irremovibile zio, si toglie la vita come sacrificio, mettendo fine all’intera dinastia reale.
“La ribellione di Antigone”, però, è anche un buon compendio del ciclo tebano. La giovane Ismene narra gli epici natali della sua famiglia, genìa divina, ma vittima della maledizione degli dei che porterà lei, la più giovane e meno coraggiosa tra i discendenti di Cadmo e Armonia, a rimanere l’unica sopravvissuta e, allo stesso tempo, testimone di un ciclo glorioso e ancor più tragico.
Ma “La ribellione di Antigone” è soprattutto il racconto dell’eterna lotta tra due passioni: in questo caso la tracotanza, la Hybris, del sovrano, e la Pietas di Antigone.
La Dapporto, attraverso Ismene, racconta e, nel farlo, mostra. Mostra delle immagini, un flusso di immagini usando uno stile asciutto, senza orpelli. I ragionamenti e il filo dei pensieri della voce narrante sono funzionali allo svolgimento, filologicamente ineccepibile, delle vicende. La prosa e i dialoghi, sempre essenziali, conservano il pathos della teatralità originaria.
Rimane intatta la dimensione religiosa, perduta in altri adattamenti moderni della tragedia. Gli dei,ossia le forze e le passioni che i greci riconoscevano e umanizzavano, tornano ad essere il motore della tragedia. La negazione del loro ascendente, individuabile nella tracotanza del sovrano, torna nell’opera della Dapporto il punto centrale degli eventi da cui scaturiscono la ribellione di Antigone, il suo suicidio e, nella catarsi finale, la resa di Creonte che, finalmente, apre gli occhi di fronte alla sua stoltezza. Elemento non da poco, che mette luce sulla profonda conoscenza e il grande rispetto per il pensiero greco da parte dell’autrice.
Giancarla Dapporto, con uno stile semplice e comprensibile a tutti, come lo stesso Sofocle, narra una storia epica e inossidabile, adattando il linguaggio della sua prosa agli archetipi che essa racconta, sempre attuali e che non necessitano di alcuna vera modernizzazione. Non è mai semplice riscrivere i classici, la tentazione di adattarli ai tempi per renderli commercialmente accattivanti e fruibili al largo pubblico, o quella di attualizzali, mettendoli in sintonia con la corrente sociologica sposata dall’autore di turno, presta spesso il fianco all’emergere di stereotipi dal sapore scolastico, quando non scade in stucchevoli adattamenti postmoderni. Il pericolo è sempre lo stesso: individuare un buono e un cattivo, pratica che, inesorabilmente, pone un velo sulla saggezza antica che, da ogni classico, letteralmente trabocca nelle nostre mani. Una saggezza smarrita eppure pronta all’uso, così preziosa e utile per la costruzione di una coscienza personale, sociale, civica e che, in questo frangente storico, andrebbe più che mai recuperata. La Dapporto, nel suo breve libro, mantiene pulsante questa saggezza e ha, tra l’altro, il merito di non trasformare Antigone in quel modello di proto-femminista , nichilista o ribelle, tanto caro a certi ambienti giornalistici, letterari e soprattutto politici novecenteschi.
E’ tutto questo che rende “La ribellione di Antigone” un romanzo di formazione, un testo da possedere, adatto a chiunque: a chi ama i tragici e a chi ha fruito anche dei loro svariati adattamenti,a chi ama le storie di eroine che non passano con la moda del momento, a chi mastica Calasso e a chi cerca un ottimo libro per far conoscere alcuni personaggi, per la prima volta, ai propri figli.

“10 Libri dell’estate in cucina”

ROMA – L’estate si entra in cucina in modo diverso: siamo più curiosi di sperimentare nuovi gusti e nuovi abbinamenti nonostante il caldo e la voglia di vacanza possano prendere il sopravvento. Allora perché non mettersi ai fornelli con i “10 Libri” che ci indicano come poter fare dell’estate la stagione di piatti nuovi, veloci e colorati.

1. Le ricette del pranzo di Ferragosto di Susanna Cascella e Simone Riccardini
2. Cucina Fast & Chic di Laura D’Angelo
3. Frullato e Mangiato di Lucia Giovannini e Giuseppe Cocca
4. Cocktail & Stuzzichini di Maria Cristina Giordano
5. La bambina che contava le formiche. Meditazioni in cucina di Gabriella Ganugi
6. Shakerato non mescolato di Enrico Piscitelli
7. Freschi dessert di Carla Bardi
8. L’essenza del crudo. Oltre 180 ricette crudiste, vegan e biologiche di David Cotè e Mathieu Gallant
9. Ecocucina. Azzerare gli sprechi, risparmiare ed essere felici di Lisa Casali
10. Le ricette del desiderio di Francesca Panzacchi

“Libri sulla Cresta dell’Onda”, a Formia fino al 13 agosto

FORMIA – Fino al 13 agosto il Golfo di Gaeta ospita “Libri sulla Cresta dell’Onda”. La rassegna letteraria, giunta alla XIX edizione, in questi anni ha accolto scrittori provenienti da tutto il mondo che hanno fornito imperdibili occasioni per riflettere sulla letteratura e sui grandi temi sociali. Le parole ascoltate durante questi incontri sono state in seguito discusse tra amici, nelle scuole, nelle associazioni, costruendo un patrimonio prezioso fatto di letture condivise, una di quelle rare esperienze che fanno sentire una comunità tale. I luoghi scelti per gli incontri sempre diversi negli anni, siti archeologici o monumentali, luoghi di passaggio come piazze e giardini, sono stati proposti durante le serate in una veste assolutamente nuova, creando così un itinerario insolito. La musica, la recitazione, le arti visive e soprattutto la grande partecipazione dei lettori contribuiscono a rendere unico ogni appuntamento.

Il 13 agosto Carlo Lucarelli e Maurizio De Giovanni saranno protagonisti a Formia di letture e discussioni intorno ai loro ultimi libri.

“10 libri dell’estate Casini Editore”, Art of Life

ROMA – I “10 Libri dell’estate Casini Editore” sono letture piene di avventura, suspance e mistero; libri che regalano alla vostra estate la totale evasione.
1. Oltre il buio, per riflettere sulla forza dei sentimenti anche nei frangenti più estremi.
2. Antarctica, per sopportare meglio il caldo immergendosi nei ghiacci enelle avventure adrenaliniche!
3. T+L, perché la storia d’amore di Redlie e Sean deve affrontare coccodrilli, rapaci e le nebbie della Pianura Padana!
4. Amon Saga III – L’Apocalisse, per scoprire tutti i retroscena della morte di Daniel e combattere l’ultima epica battaglia contro Baal.
5. Little Dreamers – Fantasia al potere!, per tornare bambini leggendofumetti, rubriche e miniracconti speciali!
6. La mente che crea, per tornare dalle vacanze con una consapevolezza tuttanuova delle proprie potenzialità.
7. La prima goccia di pioggia, per godersi le atmosfere magiche delle caldenotti dell’estate toscana.
8. A cazzo di cane, perché leggere una storia così, giallo–commedia–trattatosociologico–psicodramma collettivo, vale un’intera estate.
9. Mastodon, perché un fantasy storico di questa “portata” riempirà le vostre vacanze.
10. La vita perduta di Annie, per avventurarsi nella Storia alla ricerca di unsegreto di famiglia.