“La piccola bibbia del matrimonio perfetto”, la guida la sposa wedding planner

Piccolaguidaalmatrimonioperfetto_chronicalibriROMA – “Avete deciso di convolare a giuste nozze. Che lo vogliate o no, a meno che non cerchiate di demandare il più possibile la gestione dei vari passaggi, i mesi che precedono il fatidico giorno saranno tanto emozionati quanto impegnativi e stressanti”. Se avete in mente tutto questo, “La piccola bibbia del matrimonio perfetto” fa al caso vostro. Scritto da Fabiola Marchet e pubblicato dal Gruppo Editoriale Armenia, questo libro è un supporto efficace e indispensabile per organizzare un matrimonio e calendarizzare al meglio tutti i piccoli grandi impegni per arrivare al fatidico sì, evitando – non cosa da poco – di cadere nel tanto temuto kitsch!

Decidere il periodo, la location, il tema, gli addobbi, i vestiti, le bomboniere; non dimenticare nessuno dei particolari che renderanno unico quel giorno e, allo stesso tempo, non farsi prendere dal nervosismo, dall’ansia e dalla stanchezza, sono i piccoli grandi ostacoli da affrontare e superare prima del gran giorno. Ma di tutto questo non dovete preoccuparvi: al vostro fianco, ora, c’è “La piccola bibbia” e tutta la lungimiranza e l’attenzione di Fabiola Marchet che vi accompagna passo dopo passo e senza intoppi verso un grande successo.

Si parte subito con individuare il periodo del matrimonio: primavera, estate, autunno o inverno. Tutte le stagioni, infatti, donano agli sposi e al ricevimento un grande fascino: il sole, il calore e la luce dei giorni di primavera ed estate, la freschezza e i colori dell’autunno e il fascino e le grandi atmosfere dell’inverno. Dopo aver scelto il fatidico giorno, tutto il resto è una naturale conseguenza: location, tema, vestiario, addobbi floreali, cibo e torta.  Allora si entra nel vivo del libro, si passa alle fasi concrete dove alla teoria si passa alla pratica con esempi, curiosità e piccole accortezze.

Auguri!

Intervista ad Angela Nanetti: la tutela dell’infanzia passa anche dai libri

angela-nanettiROMAAngela Nanetti vive per scrivere, ma la sua vita è fatta anche di altro. Osserva, ascolta e trascrive le esigenze dell’infanzia. Negli anni ha dedicato la sua scrittura ai bambini e ai ragazzi, perché la scrittura è una forma per tutelare e stimolare il bambino in una delle tappe fondamentali della vita dell’uomo, l’infanzia. Abbiamo incontrato Angela Nanetti e con lei abbiamo parlato di scrittura, premi e progetti.

 

Cos’è la scrittura per Angela Nanetti?
La scrittura è una passione, un bisogno fondamentale, un lavoro che richiede grande disciplina e dona un senso profondo.

 

Angela Nanetti ha una lunga esperienza nel campo della letteratura per ragazzi; come è cambiato negli anni il modo di scrivere per i più piccoli?
Il mio scrivere è sempre rivolto ai ragazzi, naturalmente dando vita e voce a personaggi reali, tengo conto dei mutamenti sociali e di costume che avvengono con il tempo. La mia convinzione è che mentre muta il mondo esterno, però, i processi interiori e psicologici cambiano con grande lentezza. I bisogni fondamentali rimangono immutati, come tappe cruciali della crescita.

Si può coltivare, tutelare l’infanzia attraverso la letteratura?
Io penso che l’infanzia, come prima tappa della storia dell’uomo, vada rispettata nelle sue caratteristiche (psicologiche e pedagogiche) che la rendono unica e la separano dalle altre età. La ricchezza dell’infanzia non sta solamente nelle capacità che vanno potenziate e coltivate, ma nella stessa naturalità di questa età, nello sguardo che l’infanzia ha del mondo, gli occhi pieni di curiosità e di sorpresa con i quali guarda al mondo. Questo va tutelato e mantenuto come risorsa fondamentale per il genere umano, la base da cui partire per andare avanti, le fondamenta su cui costruire la persona che sarà in futuro il bambino di oggi. Nei miei libri ho voluto raccontare questa modalità di essere bambino. I libri – e molte altre cose del quotidiano – sono degli strumenti per crescere bene e con rispetto.
Tutelare l’infanzia ma, allo stesso tempo, anche spronare la naturale curiosità del bambino anche attraverso le parole dei libri.

 

Come si sceglie il linguaggio adeguato a questa età?
Scrivere per l’infanzia non è semplice e non deve esserlo poiché è in questa fase che il bambino apprende e diventa il lettore di domani. Esiste, infatti, anche una letteratura per ragazzi caratterizzata da un linguaggio piccolo e ripetitivo; mentre penso che all’infanzia si dovrebbe riservare la qualità più alta: una letteratura fatta di parole giuste che spronino la naturale curiosità del bambino.

Abbiamo letto qualche mese fa “Piccole donne oggi” delle Nuove Edizioni Romane. Come è nato questo libro?
Ho appoggiato l’idea di Claudio Saba, l’editore, non pensando assolutamente di trascrivere il romanzo della Alcott. Ho voluto, invece, affrontare questo nuovo progetto come una sfida personale con me stessa: ho voluto ricreare una famiglia ma ho cercato di mettere nelle pagine di questo romanzo tutta la modernità del nostro tempo e ho tracciato dei personaggi caratterizzati da psicologie e modalità differenti tra loro in cui si ritrovano sia ragazze che ragazzi. Infatti, andando nelle scuole, ascoltando il feedback del pubblico, mi sono sorpresa a scoprire che “Piccole donne oggi” è stato un libro molto apprezzato anche dai ragazzi.
Qualche mese fa è uscito per Giunti “La città del circo Pop Corn”, un libro in cui inadeguatezza ed emarginazione spiccano come risorsa, mentre, la sua prima esperienza nella scrittura per “adulti” con “Il bambino di Budrio” è tra i cinque finalisti del Premio Neri Pozza.

Sì, devo ammettere di essere molto soddisfatta per questi risultati. “La città del circo Pop Corn”è un libro che affronta tematiche fondamentali: Giacomo ha una fragilità emotiva che lo spinge a infilare le dita nel naso, un gesto demonizzato dagli adulti ma, che per questo bambino, rappresenta un rifugio dalle paure. Invece, ritrovarmi tra i cinque finalisti (tra le 1781 proposte) del Premio Neri Pozza con “Il bambino di Budrio” è stata davvero una grande sorpresa. Questo libro, la prima esperienza per me con un romanzo per il vasto pubblico, è la storia di un fallimento umano e di un’infanzia tradita. Per me è stato un grande lavoro, perché siamo nel Seicento e il contesto è quello ecclesiastico: bisognava, quindi, ricostruire un mondo lontano ed entrare nella psicologia maschile.

Jovanotti: le emozioni non finiscono, arriva “Ti porto via con me”

jovanotti_ti porto via con me_libroMILANO“Deve essere una grande festa, e il ruolo del pubblico sarà importante. Voglio prenderlo per mano e accompagnarlo via con me sulle montagne russe della musica”. Lorenzo Jovanotti
26 settembre 2013: arriva in libreria “Ti porto via con me. Backup tour Lorenzo negli Stadi“, il volume che racconta la magia dell’ultimo tour di Jovanotti. Con le foto di Michele Lungaresi e i testi di Lorenzo Cherubini Jovanotti, il libro pubblicato da ISBN, è un viaggio unico ed emozionante negli stadi che hanno visto e ascoltato la musica, l’energia e la grinta di Jovanotti.

Lo show dell’estate 2013 è iniziato il 7 giugno allo Stadio del Conero, ad Ancona. Lorenzo Jovanotti e la sua band hanno attraversato l’Italia da Nord a Sud, da San Siro all’Olimpico, dal Dall’Ara di Bologna al Della Vittoria di Bari, per suonare l’accordo conclusivo del BackUp tour allo stadio di Cagliari, il 20 luglio. Più di 300 persone coinvolte nella produzione di un tour che ha registrato il tutto esaurito a ogni tappa, uno spettacolo vissuto da più di mezzo milione di spettatori, una vera e propria festa mobile sulle note dei più grandi successi di Lorenzo, di cui l’album Backup è la raccolta definitiva. Le immagini di questo libro ritraggono l’artista prima, durante e dopo i concerti, l’occhio dietro la macchina è quello del suo fotografo ufficiale, Michele Lugaresi detto Maikid, che il tour l&rs quo;ha vissuto da dietro le quinte. L’obiettivo di Maikid non inquadra solo il palcoscenico, ma anche il pubblico: i volti di chi ha atteso sin dal pomeriggio in prima fila e di chi ha partecipato a questo show, ballando, ridendo, alzando le braccia al cielo, saltando, e qualche volta commovendosi. I testi di Lorenzo, il diario registrato sull’immancabile taccuino che porta sempre con sé, accompagnano le fotografie ripercorrendo i momenti più emozionanti del tour.
Sono venticinque anni che Lorenzo fa ballare l’Italia. Chi se lo ricorda Walking, uscito nel 1987, primo segno musicale d’esistenza dell’entità chiamata Jovanotti? Qualcuno sì, e moltissimi ricordano Gimme Five, tormentone tardo-Eighties che dominò la scena pop italiana l’anno seguente. Ma nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare che oggi, nell’anno di grazia 2013, ancora lui, ancora Jovanotti, sarebbe stato ancora uno degli avvenimenti più interessanti della scena pop italiana.

 

«È un’opera d’arte! Bellissimo fare una raccolta fotografica del mio pubblico! È un’Italia bellissima… Perché non ne facciamo un libro? Titolo possibile: BELLA»

L’estate si chiude nella tana del Lupo

lupo-editoreGiulia Siena

COPERTINO (Le) – Strada provinciale Copertino – Monteroni, a pochi chilometri da Lecce. Queste, più o meno, le coordinate stradali per arrivare al quartier generale della Lupo Editore, la casa editrice salentina che dal 1992 è il punto di riferimento per l’editoria pugliese. Qui “la letteratura è la madre di tutto, la musica e il cinema sono due figlie bellissime e ribelli che donano gioia, completezza e qualche dispiacere alla madre-letteratura”. Da queste parole parte Cosimo Lupo (nella foto in basso), deus ex machina di questa realtà editoriale in continuo fermento, per spiegare il suo progetto che negli anni si è evoluto, cambiato, cresciuto e che con la forza delle idee e dei sogni si sta plasmando.

 

Da qualche mese la Lupo Editore ha spento 20 candeline: quali sono i traguardi, gli obiettivi e le speranze da cui partire e con i quali andare avanti?

Il bilancio di questi venti anni è sicuramente positivo perché, finalmente, posso dire con orgoglio di intravedere la luce in fondo al tunnel! Questo mestiere, il mestiere dell’editore, è un lavoro difficile e allo stesso tempo bellissimo, un mestiere che ti permette di entrare in contatto con le persone, vivere nelle storie, scoprire racconti e personaggi ogni volta diversi. Ma, allo stesso tempo, è un mestiere che ti prosciuga e che richiede sacrifici e, negli ultimi venti anni, di sacrifici ne abbiamo dovuti fare tanti per andare avanti. Come dicevo, comunque, negli ultimi anni siamo riusciti a crescere, a diventare visibili nel panorama nazionale e il punto di riferimento per la cultura salentina perché i libri sono il cibo per la mente e a noi piace essere la mensa da cui attingere.

 

E la mensa Lupo Editore è davvero ricca: 16 collane, oltre 200 scrittori e nuovi progetti che uniscono letteratura, musica e arti visive.

Sì, il nostro catalogo è ormai davvero ampio e comprende tante novità, tra cui romanzi, libri per bambini e ragazzi, una rivista laboratorio (“UnduetreStella”), libri sonori, racconti di cucina (“Una frisella sul mare”) e una nuova collana di letteratura rosa. Quest’ultima, una vera novità, è una collana di “libri intelligenti camuffati dal rosa” scritta solo da autrici donne. Tutte le nostre pubblicazioni, comunque, partono dalla genuinità dei testi – che è forse il punto di forza di un piccolo editore – sulle storie forti, coinvolgenti e molto vere. Da editore, poi, penso che sia indispensabile la capacità di promuovere i libri, comunicando e incuriosendo il lettore con fantasia e idee.

 

Cosimo Lupo_casa editrice_intervista chronicalibriQui siamo in provincia, fuori dalle grandi rotte editoriali e lontano dai colossi che dettano il mercato. Per Cosimo Lupo fare editoria a Copertino è un handicap o un punto di forza?

Partire da qui è sicuramente un vantaggio. Mentre nei grandi centri e nelle metropoli si lotta e si compete per creare la propria vetrina, qui c’è tanto spazio. Il Salento, infatti, offre spazio e visibilità. In questo periodo, poi, si è anche aiutati dal fermento turistico e culturale che sta vivendo la zona; a testimonianza di ciò arriva anche la candidatura della città di Lecce a capitale mondiale della cultura 2019. La forza della sua candidatura è che Lecce è una città fondata sulla persona poiché ogni persona è un racconto, un libro e una storia a se. Il mio sogno, infine, è di costruire qui in Salento una Casa della Cultura, un luogo di commistione tra le arti, una grande masseria con laboratorio a vista in cui la parola, l’arte e la cultura prendono forma per diventare fruibili.

 

Tu che libro sei?

Il libro che mi rispecchia di più è “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry; amo talmente tanto questo libro che ne colleziono copie in diverse lingue. Io – del resto – vorrei essere un libro per bambini, un libro semplice e allo stesso tempo “saggio”. Un racconto che abbia come protagonista l’ulivo, un albero mite, longevo, tranquillo, determinato e prolifico; una pianta provata dal tempo, ma nonostante le tante prove che deve affrontare l’ulivo si apre, accoglie dentro di se, scava in profondità per cercare l’acqua attraverso le sue radici e regala la vita, l’olio. Per il titolo penserei a “Il lupo e l’ulivo” e lo dedicherei a Michele, Chiara e Rossana, la mia vita vera oltre la carta.

“Guida teorico-pratica per soli uomini all’uso del ferro da stiro”: 1992, quando gli uomini volevano ancora stirare

Todd Williams_guida teorico pratica per soli uomini_longanesi_chrLGiulia Siena
ROMA “Per prima cosa, restate calmi: il ferro da stiro è uno strumento. Appartiene alla stessa categoria di oggetti di cui fanno parte un trapano o una morsa. Magari lo considerate un lampante emblema di femminilità, la prova tangibile che siete un povero castrato, ma allora forse siete anche quel genere di uomo che giudica la caccia con l’arco un passatempo da femminucce”. Il ferro da stiro è solo un attrezzo, un oggetto di metallo creato per facilitare la vita di chi stira; tra questi ci sono anche gli uomini. A loro, soprattutto a loro, forse solamente a loro (ma utile anche per noi donne), è dedicata la “Guida teorico-pratica per soli uomini all’uso del ferro da stiro”. Pubblicato nel 1992 da Longanesi, questo piccolo e interessante opuscolo di E. Todd Williams è – come dice il titolo – una spassosissima guida all’utilizzo del ferro da stiro. Questo amico/nemico delle massaie viene visto dai maschi della specie umana come una fumante minaccia alla propria virilità: stirare non è da veri uomini, ma le camicie si indossano necessariamente senza pieghe!

 

Allora, cari uomini, smettete di piagnucolare e guardate in faccia la realtà: dovete stirare e nessuno vi aiuta, nessuno lo farò al posto vostro. Dovete – esorta l’autore – rimboccarvi le maniche e imparare ad andare su è giù sull’asse da stiro con un aggeggio ferroso e spesso ingrato a disinnescare e appianare solchi dovuti al lavaggio. Ma non tutto è perduto; il libro dispensa alcuni piccoli accorgimenti da tenere a mente per venirne a capo: 1. non trovate scuse, dovrete farlo voi; 2. scegliete le camicie giuste (tutti sanno che il lino è il peggior tessuto da stirare); 3. istruitevi sul vostro nemico ferro da stiro, spesso ha anche alcuni pregi; 4. capite come lavare e asciugare, vi faciliterà il lavoro; ora comincia il bello… imparare a stirare! Dalla teoria si passa alla pratica, dallo scetticismo alla determinazione per portare a casa (e tenere a casa!) il risultato.

 

Un libro divertente, pratico e geniale; un testo ironico e immediato che purtroppo è tra le pubblicazioni fuori catalogo, un vintage da accaparrarsi al volo.

 

 

Festival Letteratura 2013, al via la cinque giorni di cultura e attualità

festletMANTOVA “La metamorfosi è ormai attesa, ogni anno, si direbbe da sempre:  Mantova si risveglia e sprigiona un’energia che attrae, fonde, mescola e crea. Grandi scrittori, artisti, intellettuali sono un tutt’uno con i loro attenti e fedelissimi lettori; elementi architettonici si confondono con le sagome della gente, cittadini mantovani si mischiano con turisti, affezionati frequentatori con neofiti e curiosi, grandi  temi d’attualità con trame narrative di fantasia. E la città sembra uscire  dalle pagine di un romanzo, con un’atmosfera surreale. Reali sono invece le persone, le piazze, le vie, l’allegria e la pace, reale è la mescolanza di caos e serenità, di movimento e approfondimento, di amore e psiche, di precisa organizzazione e libero pensiero […]” Nicola Sodano, Sindaco di Mantova

Torna puntuale, ormai da diciassette anni, il Festival Letteratura di Mantova. Da oggi, fino a domenica 8 settembre, le piazze, le strade e i luoghi della città lombarda ospiteranno la nuova edizione della kermesse divenuta modello dei tanti – troppi – festival nazionali legati al mondo editoriale. Per cinque giorni, i 239 eventi in programma faranno di Mantova la capitale internazionale della cultura; l’internazionalità, inoltre, sarà il punto di forza dell’edizione 2013. La letteratura europea, latinoamericana e africana si incontreranno a Mantova attraverso libri, scrittori e critici: Emmanuel Carrère, Almudena Grandes e Mathias Énard; poi Margaret Drabble, critica letteraria, tra le più prolifiche e autorevoli narratrici inglesi; l’autore finlandese Tuomas Kyrö, l’ungherese László Krasznahorkai; Dan Lungu, voce tra le più brillanti e pungenti della letteratura romena post-comunista e Clara Usón, esponente della nuova narrativa catalana.

Festivaletteratura2013Oltre ai tanti e interessanti scrittori stranieri tornano al Festival anche molte e note penne italiane: Francesco Abate, Eraldo Affinati, Paolo Cognetti, Paolo Giordano, Carlo Lucarelli, Dacia Maraini, Paola Mastrocola, Melania Mazzucco, Roberto Saviano, Hans Tuzzi e Andrea Vitali.

 

Al Festival Letteratura 2013 la scrittura incontra nuovamente la cucina: dopo il successo delle passate edizioni saranno riproposti gli incontri tra cucina e letteratura (Casa Slow). Tra le proposte di quest’anno un laboratorio di pasticceria per grandi e piccini curato dal maestro siciliano Corrado Assenza, una conversazione sul vino naturale tra Giovanni Bietti e Corrado Dottori, una cena funebre ispirata ad “À rebours” di Huysmans e lo Shabat di tutti, una vera cena di Shabat curata da Miriam Camerini.

 

Festival Letteratura Mantova. Cinque giorni. 239 appuntamenti. Tanta curiosità. Ci auguriamo anche tanti libri.

 

 

“Lo chef è una donna”, da Piemme un romanzo di amore e ricette

LO-CHEF-E-UNA-DONNAROMA “Graciane chiuse gli occhi, assaporando la perfezione di quel momento: un uomo che sapeva di buono e il cui odore si mescolava a quello del caffè, illuminato da un raggio di sole della bruma pungente del primo mattino. Bastava così poco per essere davvero felici”. 

Graciane è una donna, ha quarant’anni ed è uno chef. Nulla di strano se non fosse che ha passato la vita a competere con Florent, il suo ex marito, un famoso chef sempre impegnato a sperimentare nuove ricette e nuove tecniche. Ma per Graciane la cucina è donna e vuole dimostrarlo anche agli altri: divorzia e prende in mano la sua vita. Comincia così “Lo chef è una donna”, il romanzo di Valérie Gans pubblicato da Piemme.

Graciane allora decide di affrontare “l’uomo che, per oltre dieci anni, l’aveva trattata come una ragazzotta, senza mai perdere l’occasione di sminuirla, possibilmente in pubblico”e si mette alla prova. Apre un ristorante nella sua Parigi, ma lei vuole differenziarsi dai tanti chef della città, nella cucina di Graciane le materie prime e il ruolo della squadra sono fondamentali; poi, un menu che non dimentica le sue origini basche e i segreti culinari di nonna Ama fanno la differenza. Così, la vita della protagonista cambia: oltre agli impegni, alle preoccupazioni e alle gioie per i suoi due figli Timothèe e Elija, nel quotidiano di Graciane trova sempre più spazio la cucina e una nuova e inaspettata sfida. Infatti, la brigata di cucina iscrive Graciane a una competizione per eleggere il miglior chef di Parigi tra i più rappresentativi cuochi delle cucine parigine.

“Lo chef è una donna” è un romanzo leggero composto da pochi e semplici ingredienti: passione, fantasia, amore e avventura. Un perfetto mix che si completa grazie alla tematica culinaria (ormai di gran moda), tanto che ogni capitolo prende il nome di una pietanza e si chiude con la ricetta stessa.

Eccone un esempio:

La ricetta di Graciane
Soufflé al cioccolato

Per 4 persone
135 gr. di cioccolato al 70% di cacao, 30 gr. di burro + burro per stampini, 30 gr. di tuorlo d’uovo, 130 gr. di albume d’uovo, 45 gr. di zucchero + zucchero per gli stampini

1. Scaldare il forno a 180°
2. Far sciogliere a bagnomaria il cioccolato con un po’ di acqua o latte.
Togliere dal fuoco, aggiungere il burro a tocchetti e poi i tuorli d’uovo.
3. Montare gli albumi a neve non troppo ferma con lo zucchero e una presa di sale.
4. Incorporate gli albumi al composto: cioccolato, uova, burro.
5. Distribuire il preparato in 4 stampi da soufflé individuali, imburrati e spolverizzati di zucchero. Infornare per 10 minuti.
6. Servite subito.

“Una frisella sul mare”. Tutti al mare, compreso il menu

una frisella sul mareLECCE“Ognuno di noi ha dei ricordi “ambientati” in spiaggia o al mare, legati alla musica (soprattutto quella dei falò, ormai vietati), a luoghi precisi (le spiagge dove abbiamo passato le nostre infanzie vi fanno sempre sorridere e ricordare le corse pinnate o le prime fidanzatine) e ricette (perché in spiaggia, comunque bisogna pur mangiare)”.

“Una frisella sul mare. Canzoni, ricordi e ricette da spiaggia” racchiude le tre “anime” della vacanza: musica, ricordi e sapori. Il mix di questi tre elementi dà vita a un libro a più voci, curato dal giornalista Pierpaolo Lala (già ideatore del concorso di cucina Fornelli Indecisi e autore del libro “50 sfumature di fritto”) e arricchito dagli scritti di amici, giornalisti e scrittori che attraverso i loro ricordi e aneddoti ripercorrono la costa pugliese da Bari all’estremo Salento. Pubblicato da Lupo Editore, “Una frisella sul mare” è un viaggio sulle spiagge, sotto gli ombrelloni e nelle case pugliesi degli ultimi trent’anni. E’ un viaggio lungo le usanze, i costumi e i sapori di una tradizione gastronomica che non si è mai dimenticata, non si è mai lasciata a casa, anzi. Lo “stanato” – la teglia da forno in acciaio – è sempre stata presente, anche sotto il sole d’agosto in spiaggia. Allora dopo i racconti, ecco le ricette: Cannelloni ripieni, Calamari fritti, Pasta al forno in bianco, Involtini di pollo, Cocule, Zucchine ripiene, Torta di mele e ancora primi, secondi e dolci perché al mare tutto il cibo diventa un ricco e succulento piatto unico.

 

 

“Ricordi.
Così proseguo in questo viaggio in questa Puglia infinita e inizio inevitabilmente a ripensare alla vita”. Daniele Silvestri – Me fece male a chepa

“La vita è un sorso” che si racconta tra un drink e l’altro

la vita è un sorsoROMA – Quando attraverso una manciata di drink si può raccontare la vita, le avventure e gli amori. Questo è “La vita è un sorso, Choosy. Come salvarsi l’anima e dannarsi il fegato in trenta drink”, il libro di David Santoro e Luca Gregorio Patané pubblicato da Ultra; un libro in cui tutto è possibile.

 

È possibile che un gatto suoni la batteria in una jazz band e ascolti il racconto di un week-end romantico del suo convivente umano mentre gli prepara un Negroni? Oppure che discuta con lui di filosofia davanti a due Connemara? O di astronomia sorseggiando un Pink Cardinal? A giudicare da questo curioso libretto, sembrerebbe proprio di sì. I due strani, inseparabili amici – Choosy e Da – sono i protagonisti di una bohéme alcolica e musicale dai contorni planetari, ricca di avventure e di amori (a volte persino fortunati), narrata e illustrata in forma ironica e lapidaria in un divertente breviario: 30 racconti per altrettanti cocktail (con tanto di ricetta) di cui nessun bevitore e nessun poeta, umano o felino, potrà più fare a meno.

L’estate vien bevendo: “Succhi e frullati”

succhi di fruttaMILANO “Succhi e frullati” di Carla Bardi è il libro perfetto per chi cerca idee e suggerimenti per bevande gustose e salutari: succhi di frutta, centrifugati, frullati. Questo volume, pubblicato recentemente da Gribaudo, raccoglie tantissime ricette (ben 100 e tutte testate) – dalle più classiche a quelle più particolari – facili e veloci da preparare. Succhi di frutta, frullati e centrifugati sono adatti per qualsiasi circostanza e a qualsiasi ora del giorno: per una leggera merenda, con gusti decisi alle verdure, o per una dolce colazione, con creme e cioccolato: dal succo di mela e zenzero al frullato di banana caramellata, al succo di pomodoro fatto in casa, al frullato di cipolla, sedano e pastinaca.

Siete curiosi? Non vi resta che provare!