15-18 novembre 2012: a Pescara il Festival delle Letterature dell’Adriatico

PESCARA – Tutto pronto per la decima edizione del Festival delle Letterature dell’Adriatico. Da giovedì 15 a domenica 18 novembre, Pescara sarà la capitale di un Festival che conta oltre 70 appuntamenti per bambini e adulti.
Grandi ospiti, cinque sezioni, due performance teatrali e un concerto, sono il biglietto da visita della decima edizione del Festival delle Letterature dell’Adriatico. Quattro giorni in cui il cuore di Pescara, il centro storico della città affacciata sull’Adriatico, proporrà incontri – tutti gratuiti – con scrittori, fumettisti, giornalisti e autori per bambini, in un vortice emotivo che si verrà a creare tra Auditorium Petruzzi, Circolo Aternino e la Casa natale di Gabriele d’Annunzio.

«Una novità interessante – spiegano l’ideatore del Festival Giovanni Di Iacovo e il direttore artistico Vincenzo D’Aquino – sarà quella costituita dagli incontri frontali della sezione “La Cultura e le città”, nata per stimolare riflessioni e spunti su un rapporto nuovo tra la cultura e le istituzioni, iluoghi, le scuole, le imprese e gli abitanti di una città. Saranno tre contributi di pensiero: il docente universitario Pierluigi Sacco interverrà venerdì 16, il giornalista de “La Stampa” Massimiliano Panarari sabato 17 e il docente de “La Sapienza” Carlo Donolo domenica 18 novembre».


Il Festival si aprirà il 15 novembre alle 17.00 presso il Città Sant’Angelo Village con la cerimonia di premiazione del contest letterario “Love me do”. Il contest ha visto la partecipazione di 428 racconti, di cui 246 per la nuova sezione Progetto scuole.
Venerdì 16 novembre all’Auditorium Petruzzi spazio a Daria Bignardi, autrice e conduttrice televisiva, che presenterà al pubblico il suo nuovo romanzo. Nella stessa location, ma nella giornata di domenica 18, grande attesa per l’incontro (ore 19) di Erri De Luca con i lettori.
Domenica, poi, spazio alla musica con il Premio Torri Camuzzi 2012 alla giovane Simona Molinari, una delle voci più belle del jazz e del pop d’autore italiano, che per l’occasione si esibirà in una tappa del “Sola me ne vo’ in tour” al cinema teatro Massimo alle 21.00 in collaborazione con l’agenzia “Events 365 pro&motion” (prevendite nel circuito Booking Show).
Due saranno anche le performance teatrali previste quest’anno: “Il lavoro rende liberi”, portato inscena venerdì 16 novembre alle 21,15 dal giornalista Daniele Biacchessi, vice caporedattore di Radio24-Il sole 24 Ore e interprete di teatro civile; e “Memorie di Adriano”, sabato 17 novembre,sempre alle 21,15, ad opera della compagnia abruzzese Teatro Immediato.
Tra le novità di quest’anno c’è la sezione “Un grande paese”, coordinata dal giornalista Luca Sofri, fondatore e direttore della testata on line “Il Post”, in cui si parlerà di com’è diventata l’Italia e di come potrebbe diventare. Concita De Gregorio sarà un’ospite di spicco nella giornata di sabato.

Carlo Bonini (La Repubblica), Marco Imarisio (Corriere della sera), Mattia Feltri (La Stampa),Marco Simoni (London School of Economics), Sofia Ventura (Università di Bologna), Makkox (Il Post), saranno solo alcuni dei nomi presenti alla X edizione del Festival delle Letterature dell’Adriatico.
La nuova sezione “Giovani e Lavoro”, realizzata insieme alla CGIL Pescara, ospiterà occasionidi riflessione sull’attualità tramite delle novità editoriali, come il libro “Morti bianche”, scritto dalla giornalista abruzzese Samanta Di Persio (prefazione di Beppe Grillo), o come “La rivolta dei migranti” di Vittorio Longhi, o il romanzo in versi di Francesco Targhetta “Perché veniamo belli nelle fotografie”, o il “diario tragicomico del giornalista precario” Antonio Loconte “Senza paracadute”.
Cresce per questa edizione la sezione kids “Tante storie per giocare”, che, grazie alla collaborazione dell’associazione Movimentazioni, dal 15 al 18 novembre propone laboratori e incontri formativi per bambini ed educatori dell’infanzia principalmente nella sala Favetta del Museo delle Genti d’Abruzzo, mattina e pomeriggio: tra gli appuntamenti il workshop di domenica 18 alle 16.00 con il paper-engineer Massimo Missiroli, che insegnerà a costruire libri pop-up, e quello di sabato 17 alle 18.00 all’auditorium Petruzzi con Bruno Tognolini, creatore delle trasmissioni Rai “Melevisione” e “L’albero azzurro”.
Per la sezione Abruzzo L.O.C. (Letteratura di Origine Controllata) sono previsti oltre 20 incontricon autori abruzzesi grazie all’interazione con alcune case editrici del territorio, mentre tragli eventi collaterali tornano le cene letterarie, ogni sera in convenzione con alcuni locali delcentro storico; gli aperitivi letterari dal 16 al 18 novembre alle 19.00 nel Circolo Aternino,quest’anno in collaborazione con la Cantina Citra Vini e preceduti da incontri tra letteratura edenogastronomia in collaborazione con C come magazine, come quello con la sommelier AduaVilla venerdì 16 novembre alle 18; e la mostra di fumetti “Da grande”, a cura della “ScuolaInternazionale di Comics” di Pescara, che animerà il Circolo Aternino mettendo a confrontoi disegni dell’adolescenza di alcuni dei maggiori fumettisti italiani con quelli della maturitàprofessionale.

Alcuni appuntamenti fuori sezione sono quelli con gli autori Paola Maugeri, Daniela Farnese e Filippo La Porta; durante i giorni del Festival sarà infine attiva una raccolta libri per la piccola biblioteca solidale donata da Marifarma al reparto di chirurgia pediatrica dell’ospedale civile di Pescara.

Il Festival delle Letterature dell’Adriatico è organizzato dall’associazione culturale Mente Localee gode del sostegno del Comune di Pescara e della Presidenza del Consiglio della RegioneAbruzzo. Main sponsor è il Città Sant’Angelo Village; partner sono Progeco, Marifarma e Citra;partner tecnici La Feltrinelli e la Scuola Internazionale di Comics. Media partner del Festival sonoIl Post, Il Centro, Intercity Magazine, Radio Studio 5 e C come magazine. La sezione infanzia è realizzata dall’associazione Movimentazioni e dal Book Caffé Primo Moroni, con la collaborazionedelle associazioni Eclamé e Nati per leggere, Cuspds Università d’Annunzio.

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Logos Festa della Parola, week end con la parola Terra

ROMA – Parte la seconda edizione di Logos – Festa della Parola in programma a Roma dall’11 al 14 ottobre. Per quattro giorni l’ex Snia, Parco delle Energie (via Prenestina 173-175) sarà la cornice di presentazioni di libri, messe in scena, cinema, musica, reading, installazioni e mostre, seminari e incontri. La seconda edizione di Logos si prepara a interpretare la parola Terra.
In apertura, giovedì 11, Letteratura&Conflitto, un incontro in cui, interpreti, autori e autrici si confrontano sul palco tra reading e socialità e a seguire il concerto delle band romane Banda Jorona e Muro del Canto, da sempre dedite al folk in romanesco.
Previsti per sabato 13 l’incontro dal titolo Dallo Sputnik al Bosone di Higgs, e gli interventi dell’astrofisica Margherita Hack e dell’astronauta Umberto Guidoni, appuntamento aperto alle scuole superiori. Alessandro Portelli, Piero Bevilacqua, Nicoletta Poidimani, sono solo alcuni degli altri nomi che porteranno il proprio contributo a discorsi su colonialismo e neocolonialismo, landgrabbing, l’erosione di territorio e la speculazione, il cibo, le migrazioni e il meticciato, il surriscaldamento del pianeta e il saccheggio delle risorse, fino alle ultime scoperte scientifiche che inducono anche profonde riflessioni su uomo, natura, dio.

Tra gli incontri da segnalare, il ciclo a cura della Scuola Popolare Pigneto-Prenestino e l’Università delle Lingue, che si apre simbolicamente nei locali della scuola Pisacane con la preziosa partecipazione di Enzo Caffarelli, direttore della Rivista italiana di Onomastica, alle prese con l’appello delle classi del quartiere, un ideale caleidoscopio di cognomi da tutto il mondo. Il ciclo continua alla Snia con Luca Serianni, linguista e filologo dell’Accademia dei Lincei, le scrittrici Igiaba Scego e Elvira Mujcic, tra discorsi su contaminazioni linguistiche, convivenza nei quartieri popolari e la costruzione del nuovo italiano.
Le serate musicali, oltre al già citato momento di folk romanesco, vedranno avvicendarsi Paolo Innarella Flute Project e a seguire Dj set Luzy L, e per il sabato interessanti sonorità dall’est e dal sud con Serhat Akbal (saz/violino – Kurdistan), Sandro Joyeux (afrobeat/folk/reggae), Precharija Orkestar (balcan music) e a seguire balcan Dj set con Gadjo D’Rome da Radio Sonar.
A Logos grandi anteprime cinematografiche: la trilogia del Cinema Corsaro, quest’anno in concorso a Venezia: Gli Intrepidi di Giovanni Cioni, Iolanda, tra bimba e corsara di Tonino De Bernardi e Carmela, salvata dai filibustieri di Giovanni Maderna e Mauro Santini, l’esclusiva proiezione di Mare Chiuso di Andrea Segre e Stefano Liberti, non ultimo La Madre di Jean-Marie Straub. Il prezioso contibuto del Festival delle Terre e del Festival del Cinema Kurdo completano la ricca programmazione.
Per il teatro spicca Alessandro Langiu che presenta Venticinquemila granelli di sabbia, teatro di narrazione pluripremiato. Grande programma per i più piccoli con le narrazioni L’Orecchio Verde di Gianni Rodari, un omaggio ecologista allo scrittore dedicato a grandi e piccoli/e e FaRe Mi FaVolare del Teatro dei Dis-Occupati, favole dal terzo mondo. Per i più piccoli, inoltre, workshop, laboratori e percorsi di gioco organizzati dalla LudOfficina Mompracem.
Una rete di associazioni e realtà da tutta Italia e non solo, che agiscono sui temi della lotta per la terra, della sovranità alimentare, contro lo sfruttamento bracciantile e per il consumo critico, diventerà poi animatrice del ciclo Riprendiamoci la vita, la terra, la luna e l’abbondanza, con momenti di confronto, di studio, di divulgazione e di condivisione di pratiche e saperi con la partecipazione di Antonio Onorati, Stefano Liberti e Antonello Mangano e una delegazione dei movimenti di lotta per la terra dall’Andalusia.
Il collettivo fotografico OcchiRossi, proporrà un incontro che coinvolgerà fotografi/e, tra cui il collettivo Terraproject, con progetti a tema, ed è da segnalare anche la performance-colloquio organizzata dal gruppo Stalker Walking School con gli urbanisti Paolo Berdini, Vezio de Lucia, la giornalista Ella Baffoni, la scrittrice Carola Susani, un momento di azione e riflessione sulla città di Roma, tra passato, presente e futuro.
Un ecosportello di bioarchitettura sarà a disposizione per fornire consigli a chi voglia ristrutturare la propria abitazione in chiave ecosostenibile.

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In Sardegna torna Tuttestorie Festival di Letteratura per Ragazzi

CAGLIARI – Una settimana di letture, racconti e dialoghi. Una settimana in cui scrittori, giornalisti, ragazzi e insegnanti si confrontano sui libri e sulle loro tematiche. Questo è Tuttestorie Festival di Letteratura per Ragazzi, arrivato alla sua VII edizione e in programma dal 4 al 10 ottobre a Cagliari e dintorni.
Il Festival quest’anno avrà una tematica dalle tante sfaccettature: l’Incomprensibile. Per queste strade camminerà il nuovo Festival Tuttestorie, dall’Incomprensibile del potere, per quello del dolore fino a quello del piacere, con passo lieve e spavaldo da Tonti Magnifici, invitando il suo pubblico a lasciar fuori dall’Exmà la sterile bigia boria degli Intelligenti.Da lì saranno libri misteriosi, che gli autori cercheranno, invano o non del tutto, di spiegare. Oppure libri chiari ed evidenti, che si dovrà allora usare come mappe per svelarne l’Incomprensibile nascosto. Saranno figure che sembrano una cosa ma sono un’altra, e illustratori che le trasformano in un’altra ancora. Saranno giochi di ribaltamento, dove i bambini brandiscono l’Incomprensibile come arma di rivalsa sugli adulti, che per esempio sono tonti digitali. Saranno rebus e puzzle, oracoli oscuri, enigmi celebri della storia e privati degli spettatori, risolti o proclamati eterni misteri. E un Re dei Tonti, gran Superesperto di Niente, governerà elargendo premi e redenzioni.

Emanuela Nava, Marino Sinibaldi, Carlo Carzan e Chiara Carminati saranno solo alcuni dei tanti ospiti protagonisti di questa bellissima manifestazione.

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Dal 13 settembre parte Babel, il Festival di letteratura e traduzione

ROMA – Babel, il festival letterario centrato sulla traduzione, è in programma a Bellinzona  dal 13 al 16 settembre. L’edizione 2012 ha come ospite la Polonia e si spinge oltre i confini del romanzo nella poesia, i saggi, i reportage, il teatro e l’illustrazione. Tra gli ospiti: Adam Zagajewski, Julia Hartwig, Antoni Libera, Francesco Cataluccio, Jaroslaw Mikolajewski, Mariusz Szczygiel, Wojciech Bonowicz, Eugeniusz Tkaczyszyn-Dycki, Jacek Dehnel, Bester Quartet. Babel ospita scrittori che hanno uno stretto rapporto con più lingue o più culture a dialogo con i loro traduttori italiani, laboratori di traduzione, traduzioni tra le arti e pubblicazione di libri. Babel è metafora di ospitalità linguistica, attraversamento e incontro.
Ogni anno Babel invita una lingua ospite, e questa si presenta sotto forma di scrittori, artisti, musicisti e traduttori: l’ungherese, le lingue balcaniche, gli inglesi uniti d’America, il russo, lo spagnolo messicano e le lingue della palestina, con ospiti come Derek Walcott, Amitav Ghosh, Mourid Barghouthi, Ismail Kadaré, Paco Ignacio Taibo II, Jamaica Kincaid, Ljudmila Ulickaja, Ruben Gallego, The Tiger Lillies, West-Eastern Divan Orchestra e András Keller: vai a Galleria di immagini e Podcast audio.
Accanto alla programmazione letteraria, denominata «La parola oltre i confini», con «Oltre i confini della parola» Babel estende la sua ricerca agli altri linguaggi artistici. Completano il festival il Settore ricerca, Scuole, extraBabel, infraBabel.
Babel 2012 (13-16 settembre) Babel2012 ospita la Polonia e si spinge oltre i confini del romanzo nella poesia, i saggi, i reportage, il teatro e l’illustrazione. Tra gli ospiti: Adam Zagajewski, Julia Hartwig, Antoni Libera, Francesco Cataluccio, Jaroslaw Mikolajewski, Mariusz Szczygiel, Wojciech Bonowicz, Eugeniusz Tkaczyszyn-Dycki, Jacek Dehnel, Bester Quartet.

 

l programma «Oltre i confini della parola» propone un intricato percorso di traduzioni tra i diversi linguaggi artistici: il concerto Hourglass Sanatorium del Bester Quarter, vertiginosa interpretazione tra klezmer e jazz del capolavoro di Bruno Schulz composta per il quartetto da John Zorn; la rassegna cinematografica cineBabel, che apre il festival con I colori della passione e dà ampio spazio al giovane cinema polacco; per artBabel, l’esposizione dei manifesti cinematografici e teatrali polacchi dal 1989 a oggi, e le proiezioni delle «poesie visive» di Lech Majewski e di Street of Crocodiles dei Brothers Quay, cortometraggio di animazione a sua volta ispirato ai racconti di Bruno Schulz.

 

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“La Diamond Editrice si aggiudica il primo Cortegiano. Un omaggio al libro nel paese che ha dato i natali ad Aldo Manuzio”

Alessia Sità
ROMA – Quella che sta volgendo al termine è stata un’estate ricca di soddisfazioni per la Diamond Editrice. L’ultimo riconoscimento è arrivato il 5 agosto, sul finire di Stradaria – la manifestazione artistica- letteraria- enogastronomica ideata dalla cooperativa sociale Utopia 2000 a Bassiano – con l’assegnazione del Premio “Cortegiano”. La manifestazione ha voluto rendere omaggio al libro, proprio nella casa del padre dell’editoria moderna: Aldo Manuzio, nato nel 1449 nel paese lepino. La kermesse, decisamente unica nel suo genere, ha celebrato il libro in quanto prodotto: carta, caratteri usati, copertina, immagini e idee inerenti al “packaging”.
A vincere il primo premio Nazionale, istituito in memoria dell’illustre tipografo, è stato l’ultimo lavoro di Antonio Veneziani: “D’amore e di libertà”. Il volume, concepito come un libretto d’opera dell’Ottocento e illustrato da Giampaolo Carosi, è un ritratto immaginario della brigantessa Maria Elisabetta. Pagina dopo pagina, si ripercorre la storia del brigantaggio femminile, soffermandosi particolarmente sul cuore di una donna, poeta e briganta allo stesso tempo. L’editore Simone Di Matteo è stato premiato dall’attrice Valentina Riccio con il libro d’arte “Barca e costruttori” di Serge Uberti, artista francese trapiantato a Roma, considerato erede di Giacometti. Il giovanissimo editore ha voluto dedicare la vittoria a Latina, agli autori e a tutti i lettori.
Quello vinto dalla Diamond non è solo un premio al miglior libro, ma è soprattutto un riconoscimento per la piccola casa editrice che da sempre punta all’originalità e alla riscoperta del vero sapore letterario, offrendo ampio spazio a nuovi testi e a nuovi talenti letterari.

Dall’8 settembre la V edizione del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica

ROMA – “Oltre i confini” è il tema della V edizione del Festival Internazionale di Letteratura e Cultura Ebraica. Dall”8 al 12 settembre il Vecchio Ghetto Demolito di Roma sarà la cornice del Festival curato da Ariela Piattelli, Raffaella Spizzichino e Shulim Vogelmann. L’edizione 2012, oltre a dedicare grande spazio alla letteratura – cuore pulsante della manifestazione – allarga i suoi orizzonti presentando eventi di cultura ebraica, con spettacoli teatrali, arte contemporanea, danza e musica.

Il mondo è solcato da infiniti confini, visibili e invisibili. Da una parte i grandi confini che sancisono dolorose fratture nella storia dell’uomo: confini tra Stati, tra culture e ceti sociali; dall’altra, i confini più intimi ed individuali che percorrono le vite di ognuno di noi: i confini tra l’uomo e Dio, tra l’inconscio e la consapevolezza, tra ciò che siamo e quello che vorremmo essere.
Grande inaugurazione l’8 settembre con la Notte della Cabbalà (dalle 21.00 alle prime ore del mattino), una “no-stop” di eventi culturali dedicata alla mistica ebraica, con artisti italiani e internazionali che si alterneranno tra musica, teatro, arte, degustazioni, incontri letterari e danza, per celebrare il sodalizio tra la Capitale e la Roma ebraica. Ad aprire la serata e il festival sarà lo scrittore, pittore, regista e intellettuale di fama internazionale Marek Halter, intervistato alle ore 21.00 presso il PALAZZO DELLA CULTURA dal giornalista e scrittore Pierluigi Battista. Ebreo di origini polacche, fuggito dal ghetto di Varsavia ancora bambino, e profugo in Uzbekistan, Marek Halter trova dimora infine a Parigi. Da qui partirà per continui viaggi che lo porteranno ad esplorare i luoghi più significativi della storia ebraica, da Praga a Birobijan, in Siberia. Halter scriverà di questi confini che hanno segnato la sua vita, rivelando storie, aneddoti, esistenze, scoperte durante le sue infaticabili peregrinazioni. Nello stesso luogo alle ore 22.30 il Capo Rabbino della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Di Segni incontrerà Moshe Idel, uno dei più grandi esperti di Cabbalà al mondo, mentre a mezzanotte si svolgerà l’incontro tra il Rabbino Roberto Colombo e Yarona Pinhas, tra le più importanti studiose di mistica ebraica.Alle 23.00 avrà luogo presso la Ermanno Tedeschi Gallery, in VIA DEL PORTICO D’OTTAVIA 7, una straordinaria performance d’arte contemporanea di Rami Meiri, considerato il più grande artista di murales in Israele. Il primo murales di Meiri è del 1980, nella storica spiaggia Gordon, di Tel Aviv. Da allora “l’urban artist” non ha smesso mai di vestire di colori la Città Bianca, dipingendo murales in ogni angolo della città. Anche la musica sarà protagonista della Notte della Cabbalà con due importanti concerti in LARGO 16 OTTOBRE 1943: alle ore 22.30 il concerto chitarra e voce del musicista israeliano e star internazionale David Broza; alle ore 00.30 il concerto Jewish Experience del quintetto del sassofonista, clarinettista e flautista italiano Gabriele Coen. Nel corso della serata l’area dell’antico Ghetto ebraico costituirà la scena dello spettacolo itinerante Jewish Flash Mob del coreografo Mario Piazza, tra i maggiori coreografi contemporanei, una miscela esplosiva in cui confluiscono danza, teatro, cinema, canto e arti figurative.Il Museo Ebraico di Roma e la Grande Sinagoga saranno aperti tutta la notte per visite guidate (dalle ore 21.30 alle 00.30 – ultimo ingresso alle ore 24.00). La Notte della Cabbalà è realizzata con contributo dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale.

Dal 5 al 9 settembre Mantova si veste di Festivaletteratura

MANTOVA – Dal 5 al 9 settembre 2012 Mantova ospita la XVI edizione del Festivaletteratura. Idee e memorie contro la crisi, non solo economica. Ospiti internazionali, scrittori, saggisti, alcuni riconosciuti, altri meno noti. Con una certezza: è attraverso le voci più differenti, attraverso le idee e ivicinati inediti che si crea dialogo e produzione intellettuale. A Mantova, quest’anno, grandi nomi della letteratura: da Seamus Heaney a Ngugi Wa Thiongo. E ancora: i ritorni di Englander e Pablo d’Ors.Gli ospiti che non ti aspetti: Shaul Ladany e Jan Douwe van der Ploeg. Attenzione alla poesia: omaggia Turoldo e Szymborska, una retrospettiva per il premio nobel Toni Morrison e uno sguardo anche allastoria recente. In un momento d’inquietudine diffusa, a causa della perdurante crisi economica e del sisma che ha colpito Mantova insieme ad altre città, gli organizzatori del Festival pensano che la cosamigliore da fare sia realizzare il Festival secondo lo spirito degli esordi, nel lontano 1997.

Per l’edizione 2012 Festivaletteratura procederà applicando la formula già felicemente collaudata: chiamerà a Mantova autori elettori, farà vivere la città come luogo di dialogo e produzione di idee e narrazioni, offrirà per cinque giornisuggestioni e letture da mettere a frutto nei mesi a seguire.Festivaletteratura sceglie per il 2012 di partire dai fondamentali. In moltidegli incontri o delle serie di appuntamenti che compongono il calendario di questa sedicesima edizione ci siaddentrerà nelle forme o nei generi della letteratura, secondo modalità di volta in volta diverse ma chepuntano  a  metterne  in  luce  specificità  stilistiche,  potenzialità  creativa,  apertura  alla  contaminazione,attraverso il confronto – in presenza o a distanza – tra alcuni dei loro maggiori interpreti o incursioni a voltepiù ludiche e spettacolari.In questo senso, uno degli eventi più attesi è la festa sull’Orlando Furioso che si terrà tra Palazzo Te e l’exSagrestia della SS. Trinità annessa all’Archivio di Stato. L’idea è di riportare a Mantova questo capolavorospesso dimenticato a cinquecento anni dalle prime letture che Ludovico Ariosto ne faceva a Isabella d’Este. La macchina fantastica del poema sarà rimessa in moto chiedendo a oltre quaranta tra scrittori, poeti, artisti,studiosi di varie discipline di raccontare per mezz’ora ciascuno il proprio Orlando Furioso. Il pubblico sarà invitato a perdersi nelle sale di Palazzo Te come tra le stanze del poema e, attraverso le varie storie cheincontrerà, a lasciarsi trasportare dagli infiniti rimandi della narrazione. Nello spazio presso l’Archivio diStato sarà allestita, per i cinque giorni della manifestazione, una stanza multimediale che permetterà alpubblico di guardare e ascoltare documenti d’epoca, immagini di affreschi, programmi radiofonici, spettacoliteatrali e film televisivi ispirati all’Orlando Furioso.

Tre incontri saranno dedicati alla forma racconto, capace spesso di mettere in crisi anche i più affermati tra iromanzieri.  Aimee Bender,  Nathan Englander,  Pablo d’Ors,  Etgar Keret e alcuni scrittori italiani chefelicemente frequentano il racconto saranno invitati a confrontarsi sulla gestione del ritmo, sugli artificistilistici, sui modelli presenti e passati utili a tenere il passo della narrazione breve.

La favola entra a Festivaletteratura nella ricorrenza del bicentenario della pubblicazione della prima edizionedelle Favole dei fratelli Grimm. In una serie di incontri organizzati in collaborazione con il  Goethe Institut,Pino Costalunga chiamerà narratori italiani come Marcello Fois o Michela Murgia, un poeta tedesco comeLutz Seiler, scrittori-illustratori per ragazzi come  Simone Frasca, o persone apparentemente lontane dalmondo delle fiabe come  Gherardo  Colombo a raccontare o a reinventare una favola dei Grimm, permostrare ad adulti e  ragazzi come queste storie – a duecento anni di distanza – continuino a toccarci nelprofondo, esprimendo le nostre paure e i nostri desideri più inconfessati.Sul rapporto tra maestro e allievo si giocheranno invece gli appuntamenti di quest’anno dedicati al giallo. A tre tra i più popolari giallisti italiani –  Massimo Carlotto,  Carlo Lucarelli e  Marco Malvaldi – è stato chiesto di scegliere l’autore del passato sulla cui lettura si sono più esercitati per affinare i ferri del mestiere. A questo  sguardo  sul  lavoro  di  apprendistato  della  scrittura  nera  e  poliziesca,  si  affiancano  per  gliappassionati del genere gli incontri con due fra i più interessanti interpreti a livello internazionale: l’argentinaClaudia Piñeiro e gli svedesi Lars Kepler.Con costante interesse il Festival segue gli autori che si cimentano con la narrazione per immagini, genereche si presta a ibridazioni e sperimentazioni costanti. Insieme alla presenza di un illustratore classico comeEmiliano Ponzi (autore dell’immagine del programma 2012), di un osservatore a fumetti dell’antropologiadegli spazi urbani come  Guy Deslile, del giovane autore di graphic novel per adolescenti  Sualzo, vannosegnalati gli incontri con Vittorio Giardino e lo storico Gabriele Ranzato sulla genesi delle graphic novel dai documenti d’archivio, e quello con Emmanuel Guibert e Fréderic Lemercier, che compongono i lorolibri-reportage  mescolando  racconto  a  fumetti,  fotografia,  inchiesta  giornalistica.  Per  rendere  piùappassionante per il pubblico il confronto tra narrazione scritta e narrazione per figure, il Festival rinnova gliappuntamenti delle  temporary stories, che vedono parallelamente all’opera uno scrittore e un autore digraphic novel nello sviluppo di una stessa storia; mette la spontaneità della matita di Yocci al servizio dellavoce di Paolo Nori; offre la possibilità nei laboratori di ri-tratto di cimentarsi ora con il disegno (insieme a Chiara Carrer), ora con la scrittura (con Marcello Fois).”E’ ancora possibile la poesia?” è il tema che attraversa in filigrana tutta la sezione dedicata alle scritture inversi e che sarà al centro di uno specifico incontro con due studiosi della lingua e della letteratura italianacome Maria Luisa Altieri Biagi e Pietro Beltrami, coordinati da Daniele Piccini. I poeti italiani ospiti a Festivaletteratura 2012 saranno Cristina Alziati, Pierluigi Cappello, Anna Maria Farabbi, Giulia Perronie  Antonio Prete. Gli omaggi di  la parola cui abbiamo creduto sono rivolti a Ezra Pound, David Maria Turoldo e Wislawa Szymborska, alla cui opera sarà dedicato anche un recital al Teatro Bibiena che vedràprotagonista  Licia  Maglietta.

Uno  speciale focus –  germanica – sarà  dedicato  ad alcuni  dei principaliinterpreti della poesia tedesca contemporanea: Ulla Hahn, Michael Krüger e Lutz Seiler. Il posto d’onorespetta  però  al premio  Nobel  irlandese  Seamus  Heaney,  per  la  prima  volta  a Festivaletteratura,  il cuiintervento è previsto nel giorno inaugurale della manifestazione.

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“Le novità editoriali proposte da ChronicaLibri per le vostre vacanze”

Alessia Sità

ROMA – Questa settimana ChronicaLibri vi invita a fare un salto in libreria per scoprire le nuove proposte di letture da portare in vacanza, magari sotto l’ombrellone o in montagna. Scopriamo, dunque, le novità offerte da Giulio Einaudi Editore, che a luglio segnala l’uscita di “Io sono il libanese”, il nuovo libro di Giancarlo de Cataldo, autore di “Romanzo Criminale”; “Lo spettro” e “Il leopardo” di Jo Nesbǿ e “A tuo rischio e pericolo” di Josh Bazell. Molte anche le proposte targate Piemme che per questo mese propone: “Gli ultimi curanderos” di Hernán Huarache Mamani; “Il codice di Mida” di Boyd Morrison; “La casa del vento e delle ombre” di Deborah Lawrenson. Fra le sue novità, Neri Pozza annovera: “La figlia del boia” di Oliver Pötzsch; “Il profumo del caffè” di Anthony Capella; “Narcopolis” di Jeet Thayil e “Sinfonia Leningrado” di Sarah Quigley. Inoltre, da non perdere “Festa di Nozze” di Maggie Shipstead e “Il ragazzo della Kaiserhofstrasse” di Valentin Senger, in libreria fra qualche giorno.
Per gli amanti della letteratura ‘chick lit’, Newton Compton, invece, suggerisce il divertente romanzo di Marjorie Hart: “I love Tiffany”; mentre per gli appassionati del brivido e del mistero segnala “La febbre” di Saskia Noort; “Il vangelo di Nosferatu” di James Becker. Inoltre, non perdete prossimamente “Gli amori del vampiro” di Nancy Kilpatrick; “101 consigli per vivere ogni giorno rispettando l’ambiente” di Gloria Mastrantonio; “101 misteri della Puglia che non saranno mai risolti” di Rossano Astremo e “Le cattive ragazze scelgono l’uomo giusto” di Fiona Neill.
Pubblicata a fine giugno, Bompiani ricorda l’uscita di “Amy, mia figlia”, la toccante biografia dedicata alla compianta regina del soul, scritta da Mitch Winehouse. Mentre Fandango Editore suggerisce “I pappagalli“, il nuovissimo romanzo di Filippo Bologna. Le novità di Ciliegio Edizioni accontentano e soddisfano i gusti di tutti i lettori, da qualche giorno infatti, potrete trovare sugli scaffali: “L’ammiratore. Io sono il male” di Andrea Palazzo; “Il mito della lanterna” di Jim Tatano; “Venere a tavola” di Roberto La Paglia; “Piove. La controversia dei punti di vista” di Simone Lattanzio e “Che buio, non riesco a vedere” di Dino Ticli.
Concludiamo il nostro viaggio fra le novità editoriali, segnalando l’uscita di “Private Games” di James Patterson – Mark Sullivan per Longanesi e “Vertigo” di Ahmed Mourad edito da Marsilio.

 

VerbErrando: Pigneto dreaming

ROMA – “L’etica e le regole di comportamento che ho escogitato e applicato fino a oggi, che mi hanno permesso di condurre e interpretare la mia vita come pareva a me, hanno smesso di funzionare, e non ne ho di nuove a rimpiazzarle. Mi ritrovo circondata da persone che, a quanto pare, invece, mi hanno sempre vista in un modo tutto loro e che ora continuano a impormi questa immagine falsata di me […]
Ce l’ho messa tutta perché su di me non ci fossero mai fraintendimenti. Ho sempre esposto le mie opinioni, agito nel modo più diretto, franco e inequivocabile […] Possibile che non sia servito a niente?”  (Romanticidio
di Carolina Cutolo, Ed. Fandango 2012)

 

Il Pigneto da un po’ è diventato l’ombelico del mondo culturale di Roma. Lì trovi sempre qualcosa in corso, che sia un concerto, un reading, un contest di scrittura, una mostra, qualcosa c’è  e non sei mai solo. Giovani buttati sui marciapiedi, o poggiati addosso alle macchine o fuori dai locali. Giovani che bevono… ecco, hanno sempre in mano un bicchiere di vino, di superalcolico o una bottiglia di birra, a seconda della propria inclinazione e al gruppo al quale appartengono. Ebbene sì, al Pigneto trovi i gruppi, proprio come accadeva nei paesi tanti anni fa. Così, se vai da Necci, ad esempio, torvi quelli della ‘dolcevita’, che mangiano spiedini di pesce spada cucinati da uno chef inglese; se vai da Birra + trovi i punk seduti sul ciglio della strada con i loro cani a guinzaglio. Al Forte Fanfulla gli habitué dei circoli ARCI che vanno lì per rilassarsi e ascoltare un po’ di musica o di passaggio, per fumarsi una sigaretta nel giardinetto esterno, ché tanto qualcuno che conosci lo trovi sempre; al Chiccen c’è Rossano che ti fa sedere al tavolino, ti accende una candelina immersa in quello che una volta era un vasetto di omogeneizzato ed ora è un portacandele, e ti serve vino e cibo cucinato da lui, tra un libro e l’altro. E’ proprio lì che, un venerdì qualunque di primavera, passeggiando, ti capita di incontrare Jack Hirschman che legge le sue poesie, accompagnato dalla Brigata dei Poeti Rivoluzionari di Roma, nuova di zecca. E allora, al fresco della sera, con un vinello tra le mani, puoi ascoltare le parole dell’ultimo genio della beat generation, ex professore di inglese alla UCLA di Los Angeles, che nel 1966 fu licenziato perché promotore di proteste e manifestazioni contro la guerra in Vietnam, tra le quali dare il massimo dei voti a tutti gli studenti destinati all’arruolamento per aiutarli a sfuggire alla guerra.

 

Il poeta dei giovani, per i giovani. Forse è per questo che tutti se ne innamorano. Forse è per questo che in tutto il mondo fioccano Brigate dei Poeti Rivoluzionari in suo onore, gruppi di giovani, promettenti poeti che hanno scelto lui come mentore. Una carrellata dei suoi più incisivi e accorati appelli al mondo fanno trattenere il respiro a una via del Pigneto stranamente stretta intorno a un unico luogo. I suoi arcani, tra cui quello “dei giorni dei morti”, dedicato a Pasolini e l’intramontabile “One day”:

“Un giorno smetterò di scrivere e dipingerò soltanto
smetterò di dipingere e canterò soltanto
smetterò di cantare e me ne starò seduto soltanto
smetterò di stare seduto e respirerò soltanto
smetterò di respirare  e morirò soltanto
smetterò di morire e amerò soltanto
smetterò di amare e scriverò soltanto”.

Insomma, sì, al Pigneto accadono cose. Ogni venti metri. Cose di arte, di musica, di letteratura, di folklore. Cose pubbliche, per le strade o nei locali, ma anche semi-pubbliche, dentro le case o nei cortili, quelli nascosti alla vista. Ed è proprio fuori da un cortile che mi trovo e sto per citofonare. Citofonare interno 7, questa è la mia destinazione. Giorni prima avevo ricevuto una convocazione segreta per questo evento a cui puoi partecipare solo dietro invito del padrone di casa (e fin qui tutto normale) e  se conosci la parola d’ordine. L’evento è un reading, di quelli che di solito si fanno alla libreria Eternauta, ma stavolta è dedicato a pochi, ai più intimi o ai più fortunati, i privilegiati. Questo invito ha del massonico, probabilmente è la ragione per cui risulta così affascinante. Ogni volta la location cambia, perché ogni volta si svolge nella casa dell’autore del libro di turno.
Questa volta l’invito è in via del Pigneto ed è il turno di Carolina Cutolo e devono aver esagerato, perché di invitati ce ne sono tantissimi, almeno una settantina, compreso qualche infiltrato, che si riconosce perché è staccato dagli altri, non parla con nessuno e non osa nemmeno avvicinarsi allo squisito buffet che la padrona di casa ci ha amorevolmente preparato.
Lì incontri tante persone, come Girolamo, che lavora per una cooperativa impegnata nel sostenere e aiutare i senza fissa dimora. Con lui mi metto a parlare di quanto sia ancora tragicamente naturale scansare le persone come loro, quelli che vestono abiti lisi, sporchi e maleodoranti  “La gente viene a chiedermi perché sono senza tetto e sai cosa rispondo io? Domandalo a loro! Avvicina uno di loro e chidiglielo, parlano, sai?”. Discutiamo circa l’importanza della conoscenza come mezzo per sconfiggere la paura della diversità, e delle azioni, necessarie e mirate, che la sua associazione, la casa di cartone, organizza per creare ponti tra i senza fissa dimora e le persone che una casa ce l’hanno, perché “la gente raggruppata dentro questa categoria è la più disparata. C’è il barbone, il tossicodipendente, il rifugiato politico. L’anziano che aspetta il suo posto in ospizio e l’uomo che ha perso il lavoro; c’è il vedovo, il trans, c’è la schizofrenica e poi ci sono quelli in fuga. Sono storie diverse, mondi diversi e necessitano approcci diversi, attenzioni diverse, aiuti diversi. La generalizzazione è un male da curare.” Ci diamo appuntamento al 15 di giugno, sulla Tuscolana, ci sarà un evento curato dalla sua associazione: il BIP , un mega concerto in un ricovero per i senza fissa dimora.
Appena il tempo di salutarlo e parte la serata. Ci sono ospiti-amici ad aprire il reading, tra cui Fabio Viola con l’estratto del suo libro prossimamente in uscita; e poi, alla fine, lei, Carolina Cutolo con lui, il  protagonista della serata, Romanticidio.
Si rivela subito. Generoso e ospitale, proprio come la padrona di casa. Il pretesto narrativo è qualcosa a cui non posso resistere: le cose stupide che si fanno per amore. Come finire in coma, ad esempio. Come affidarsi alle fantasticherie, negare la realtà, rifuggirla e sostituirla con un surrogato a metà tra il sogno e la schizofrenia. Carolina è così quando scrive, come quando parla: diretta, concreta, senza sofisticazioni, inutili orpelli, dice quello che vede con semplicità e garbo; circa la vita, l’amicizia, la ricerca del proprio futuro, la costruzione dei rapporti, l’amore e la morte. E quando ne scrive, così come quando ne parla, non puoi fare a meno di ridere, perché lei è fatta in questo modo: ironica e carismatica, teatrale e dissacrante ai limiti del paradossale e del grottesco. Così, quando fa incontrare alla sua protagonista, per la prima volta, l’amore e un nuovo inizio le fa incontrare, immancabilmente, anche il suo opposto: la fine. E lo fa così:
“Eccola, la mia fine perfetta, la mia morte ridicola, il mio istinto di sopravvivenza sacrificato all’idiozia di volermi far bella ai suoi occhi a ogni costo. Avevo appena messo a rischio la mia vita in modo irreversibile, e lo avevo fatto perché sopraffatta e vinta da qualcosa di cui, fino a quel giorno, avevo negato l’esistenza con tutte le mie forze. Come se non bastasse, su questo già patetico epilogo ecco implacabile l’ironia della sorte a chiudere il cerchio e a prendermi per il culo senza pietà: una fiera professionista dell’alcol che schiatta assassinata dall’acqua minerale.”

Numerosi bicchieri di vino dopo e, ormai, a notte fonda, lascio quel cortile per tornare a casa.
Il Pigneto… il luogo dove accadono cose…
Il quartiere dove sei sempre il benvenuto, in cui puoi non abitare e, comunque, sentirti accolto, casa. Basta andarci più di due volte per essere uno di loro, riconosciuto e salutato per strada, intrattenuto dai camerieri dei locali. Il quartiere per chi vuole ancora assaporare il gusto della vita di paese, un paese di arte e cultura, un paese di usi e costumi… calorosamente consigliato a chi è pronto a mettersi in gioco, a darsi agli altri senza sovrastrutture, a sorridere e a prendere la vita con la freschezza del ponentino che sembra soffiare per le sue vie. Per chi cerca la poesia delle piccole cose, per chi ha fame di conoscenza e di diversità, per chi, insomma, non si accontenta del proprio cortile e la vita la vuole vivere a più braccia. Un posto, insomma, perfetto sempre e per tutti.

Unica controindicazione: da evitare rigorosamente nel caso in cui voleste incontrarvi con qualcuno in clandestinità.

 

 

Festival della Letteratura a Milano

MILANO – Sono tante le ragioni che hanno permesso la creazione del Festival della Letteratura a Milano, dal 6 al 10 giugno. All’inizio ci fu una voglia lunga un secolo, condivisa da tanti, in mille chiacchiere, incontri, dibattiti, convegni; tazze di caffé sul tavolino o inquieti ticchettii tra quattro mura e infiniti punti cardinali. C’è forse un altro mondo all’interno di questo. C’è gente che continua a credere – nonostante tutto – che con la cultura non solo si può mangiare, ma perfino imparare a guardare in modo diverso il piatto che ci troviamo davanti, le persone che ci stanno intorno, la stanza che ci ospita, quella precisa ora del giorno in cui ci fermiamo a curiosare sotto la superficie delle cose, e scopriamo odori, colori, sapori, sensazioni nemmeno  sospettati un attimo prima. Qualcuno coniò, molto tempo fa, una parola che ne racchiude tante altre. Cittàmondo. Pressappoco il paradigma zen dell’esistenza: un tutto conformato da singoli segmenti, in ognuno di essi si trova il tutto. Per chi vive a Milano, per coloro che ci sono nati o semplicemente hanno deciso di piantare qui le tende, in un certo momento della loro vita, quel concetto diventa ogni giorno più chiaro. Questa è la città che racchiude tutti i mondi possibili, e perfino quelli che un giorno lo diventeranno.

Da qui nasce l’idea di un Festival della Letteratura. Letteratura come incontro, dialogo, discussione, riflessione, incanto, come “sintesi organica dell’anima e del pensiero d’un popolo”, conformato da tanti popoli. Un contenitore nel quale ospitare tutti quegli incontri, quelle chiacchiere, quelle inquietudini, quelle sensazioni. Incrociando conoscenze, lingue, storie, percorsi personali e collettivi, passioni, desideri, idee. Uscire dai recinti in cui spesso ci siamo da soli confinati e portare tutto quanto alla luce del sole, nelle piazze, nei cortili, nelle biblioteche, sulla strada. E trovare la vera voce di questa CittàMondo, che continua a modificare la sua veste, giorno dopo giorno, a ingrandirsi, a colpi di umanità. Sempre più variegata, multiforme, variopinta.

Protagonisti siamo tutti noi, la gente che legge e quella che scrive, coloro che raccontano con la penna, con la voce, col corpo e coloro che hanno voglia di ascoltare. Cinque giorni di giugno per conoscerci e continuare a dialogare un anno intero.L’idea di base è quella di una rete cittadina composta da librerie, biblioteche, teatri, scuole, università, centri sociali, piazze, androni, cortili, stazioni, tram… e ovunque ci venga concesso uno spazio nel quale fare incontrare la gente con la gente. La gente che scrive e quella che legge, la gente che recita e quella che assiste, la gente che canta, che s’incanta, che suona, che stampa, che disegna, che racconta, che soffre, che denuncia, che ammalia…

 

Trasformare la città da bere, in una città da leggere, per qualche giorno della sua vita. Invitandola a fermare la sua corsa, soltanto un istante, e a respirare un’aria diversa.E provare a trasformare quel filo vivente delle mille e più realtà culturali che sferragliano senza sosta in una metropoli dalla vocazione cosmopolita, in un tappeto variopinto, forse quello sul quale transitare, Maya permettendo, verso le edizioni successive.