Festivaletteratura di Mantova: si chiude nel segno del successo

Agnese Cerroni
MANTOVA – Un contesto complesso: quello della crisi, dei tagli alla cultura in tutto il Paese, cui fa da contraltare, a Festivaletteratura, una partecipazione che cresce, un numero maggiore di incontri – è aumentato il numero dei luoghi di fruizione, a capienza inferiore rispetto al passato, per consentire al pubblico un ascolto e una ricezione migliori. E’ uno scenario confortante quello che lascia in eredità la quindicesima edizione di Festivaletteratura: nonostante la congiuntura economica, la domanda di cultura della piazza – Agorà, terreno di discussione e di confronto, di partecipazione – non accenna a diminuire.

64.000 i biglietti staccati. 40.000 circa le presenze stimate agli eventi gratuiti. Come sempre i soli numeri – sottolineano gli organizzatori – non sono importanti. Non è l’incremento registrato a segnare soddisfazione, ma l’avvio di progetti di approfondimento, destinati a durare nel tempo, a produrre studio e riflessione. Da qui può scaturire un motivo di compiacimento. Più precisamente: l’Archivio del Festival è ormai a disposizione della collettività – e alcuni materiali hanno già offerto il destro per alcuni spunti per il programma dedicati alla Primavera araba. La “Biblioteca della fantascienza”, i “Quaderni di scuola”, la “Sciarà” sono rassegne che, contraddistinte da un buon successo, avranno seguito non solo attraverso il festival e si caratterizzeranno come progetti aperti che produrranno pubblicazioni e ulteriori coinvolgimenti del pubblico. Una piccola sintesi si può trarre: nel tempo sembrano aggiungersi altre possibilità alla manifestazione. E se l’identità del Festival resta legata a un’idea di confronto e di avvicinamento tra gli autori e i lettori, la produzione in autonomia di contenuti da rielaborare e discutere, di materiali che restano a disposizione di tutti, è ormai una realtà.

Peraltro anche gli spazi del web, i social network della manifestazione, riflettono attorno a Festivaletteratura il desiderio di confronto. Sono nell’ordine di diverse migliaia le visite on line -spesso protratte nel tempo, per una consultazione accurata – al portale della Manifestazione. E, anche in questo caso, i numeri sono solo l’indice di una partecipazione che, anche quest’anno, si è diretta all’ascolto di scrittori poco noti, per la prima volta di passaggio in Italia grazie al Festival. Che tornerà l’anno prossimo dal 5 al 9 settembre 2012 ancora contraddistinto da quella vocazione per la tradizione letteraria, da quella passione civile per il dialogo e la lettura che caratterizzano la manifestazione fin dalle sue origini.

Festivaletteratura di Mantova, edizione 2011 all’insegna della partecipazione

MANTOVA – Sarà un’edizione segnata  dall’idea di “riprendere la piazza”, dall’orientamento a vivere fino in fondo potenzialità e possibilità offerte dal contesto urbano, ambito ricco di attori, risorse, opportunità, sempre da integrare, sempre da cogliere secondo nuove logiche progettuali, inedite politiche culturali: torna Festivaletteratura – dal 7 all’11 settembre – e la quindicesima edizione punta forte sulla città come centro di relazione e di scambio.

I lettori che arriveranno a Mantova per condividere idee, libri, passioni, avranno a disposizione oltre quaranta luoghi “ufficiali” per poterlo fare: è un record per Festivaletteratura. E, nella scelta,  più che l’esibizione di un patrimonio storico-artistico c’è la voglia di mostrare tutte le opportunità, le situazioni, le problematiche, le risorse che lo spazio della città può offrire nel momento in cui si torna a viverlo secondo la sua autentica vocazione: quella di luogo della socialità e dell’incontro. L’accento si sposta dunque sulla partecipazione: se il pubblico al Festival è sempre stato più protagonista che spettatore, chiamato a costruirsi un percorso più che ad assistere, in questa edizione sarà chiamato anche a pratiche originali, ad un metodo alternativo per fruire e attivare spazi e incontri secondo logiche non  abituali o consolidate.
Sono molti, quest’anno, gli eventi del festival che nascono seguendo la storia di un palazzo, di un monumento o assecondando la funzione di un negozio o di un’area dedicata allo svago o, ancora, che restituiscono nuova vita a spazi abbandonati.