Un viaggio nei sentieri occulti del potere


Silvia Notarangelo

ROMA – Un libro per varcare le soglie e visitare molti di quei luoghi avvolti dal mistero, complici leggende, credenze mitologiche, storie, talvolta, di pura fantasia. Stephen Klimczuk e Gerald Warner di Craigenmaddie nella loro “Guida ai luoghi più segreti del mondo” (Castelvecchi Editore) si propongono di far luce, in modo razionale e rigoroso, su quelli che definiscono i “santuari” del potere, sulla loro storia, sul perché, ad oggi, ci si continui ad interrogare sulla loro vera natura.
Con uno stile chiaro e asciutto, proprio come una tradizionale guida turistica, i due autori conducono il lettore attraverso i territori, gli ambienti, le stanze che, in modi diversi, sono stati o continuano ad essere luoghi esclusivi, sedi private di attività e gruppi più o meno ufficiali. Un autentico viaggio nell’incognito che spazia dalle residenze degli ordini cavallereschi a quelle delle società segrete universitarie, dai templi del potere economico-finanziario alle “isole del mistero”. Si può percorrere il Passetto di Borgo a Roma, avventurarsi nel terribile Castello di Wewelsburg in Germania, introdursi nei moderni rifugi destinati alla protezione e alla sicurezza, come l’inaccessibile Mount Weather in Virginia, immaginare il “backup del mondo intero”, la famosa galleria nell’isola di Spitzbergen che conserva i semi di tutte le piante terrestri.
L’obiettivo di questa intrigante guida è dichiarato: “scavare al di sotto degli strati della cattiva informazione e presentare i fatti reali”. Un’aspirazione legittima e pienamente raggiunta che, nonostante getti più di qualche dubbio sul valore acquisito da alcuni luoghi, nulla toglie al loro fascino e a quella particolare suggestione che li circonda.

Il Kenya nelle pagine de “Il signore delle pianure”

Silvia Notarangelo
ROMA– L’Africa, terra d’adozione dello spagnolo Javier Yanes, è al centro del suo romanzo d’esordio, “Il signore delle pianure” (Tea). Curro Mencía aveva dieci anni quando ascoltava rapito i racconti del vecchio Hamish, pieni di vegetazione esotica e di esploratori, di cieli sconfinati e di savane, di leoni uccisi e di trofei di caccia. La nonna, l’adorabile e indomabile Uke, era morta da poco, e Hamish, uno scozzese dai capelli rossi scomparso negli immensi spazi africani dopo averla messa incinta, era inaspettatamente tornato per renderle omaggio. Nelle poche settimane in cui si era trattenuto prima di scomparire nuovamente nel nulla, quel nonno che non aveva mai conosciuto era riuscito a instillare in Curro, attraverso i suoi affascinanti racconti, un’insopprimibile e misteriosa nostalgia, chiamata mal d’Africa. Quando, molti anni dopo, viene messa in vendita la residenza nei pressi di Madrid che da generazioni appartiene alla sua famiglia e che insieme a essa sta andando in rovina, in Curro si riaccendono i ricordi sopiti. Perché quella è ben più di una casa, è un universo intero che racchiude i ricordi di un’infanzia piena di avventure, di affetti e di mistero: è lì che Curro ha conosciuto fugacemente il suo bizzarro nonno ed è da lì che intende ripartire alla ricerca di indizi che glielo restituiscano. Un viaggio sulle tracce delle proprie radici che lo porterà fin nel cuore del Kenya, all’appuntamento da troppo tempo rimandato con il «signore delle pianure»…

Vini d’Italia 2012, un quarto di secolo in Tre bicchieri

Giulia Siena
ROMA
– Oltre mille pagine, circa 70 degustatori impiegati, 375 Tre bicchieri, 95 Tre bicchieri verdi, 52 Tre bicchieri sotto i 15 euro, quest’ultimi a confermare l’attenzione al rapporto qualità-prezzo. Inoltre, per la prima volta nella sua storia, Vini d’Italia viene pubblicata anche in lingua cinese. La Guida, curata da Gianni Fabrizio, Eleonora Guerini e Marco Sabellico, è un lavoro completo che fotografa in modo esaustivo un’Italia del vino in continua crescita ed evoluzione. Continua

“La Parigina. Guida allo Chic”

L'ippocampo Edizioni_la PariginaROMA – Quali sono i segreti dello chic parigino? Ines de la Fressange, icona dell’eleganza francese , ci offre i suoi personali consigli di stile e bellezza raccolti in anni e anni trascorsi nel mondo della moda. In “La Parigina. Guida allo Chic”, pubblicata da L’Ippocampo edizioni, insegna a vestirsi come una parigina costruendo un guardaroba basato soltanto su sette abbordabili capi basici, da movimentare con accessori di grido. Continua

“Cucina per principianti”: la guida per chi non ha alcuna intenzione di arrendersi ai fornelli.

Alessia Sità
ROMA L’idea di invitare a cena i vostri amici vi mette ansia? Vi sentite totalmente incapaci di preparare anche le ricette più banali? Se vi riconoscete in questo profilo appena tracciato, non temete: a tutto c’è un rimedio. Se apprezzate la buona cucina e desiderate imparare tutti i segreti di questa nobilissima e gustosissima arte, non potete fare a meno di leggere “Cucina per principianti” edito nel 2011 da Giunti Demetra nella collana Minuto per minuto.

Troverete tante illustrazioni e validi spunti per diventare dei veri cuochi provetti. Una pratica guida per chi non ha alcuna intenzione di arrendersi ai fornelli.

Ecco finalmente un libro che insegna a partire con il piede giusto, che spiega dettagliatamente come risolvere tutti i piccoli-grandi problemi dei neocuochi per diventare in men che non si dica esperti di cucina. Questo “corso intensivo” fornirà una preparazione a tutto campo a chi si accosta ai fornelli per la prima volta, o a chi si è scoraggiato alle prime sconfitte, proponendo in modo chiaro e semplice quelle conoscenze che sembrano scontate, ma sono invece indispensabili per la buona riuscita di una ricetta.

“Il Medico da Viaggio. Partire sicuri senza riempirsi di farmaci e di vaccinazioni inutili”: una guida sicura per le v


Alessia Sità
RomaPartire per le vacanze è sempre una grande gioia, ma abituarsi ai nuovi ambienti o seguire consuetudini completamente diverse dalle nostre non è facile . Per evitare lo stress delle partenze difficili e per imparare a reggere nel migliore dei modi i repentini cambi climatici, evitando di scontrarsi con l’imprevisto, leggete “Il Medico da Viaggio. Partire sicuri senza riempirsi di farmaci e di vaccinazioni inutili” di Alfonso Anania, edito nel 2011 da Polaris. Scoprirete le profilassi e le terapie da adottare per non trasformare la vostra permanenza in un vero incubo.

Grazie alla rapidità dei voli aerei oggi è possibile spostarsi in poche ore da un capo all’altro del pianeta, ma non è altrettanto facile mutare repentinamente le abitudini di vita e di alimentazione, sopportare improvvisi e significativi cambi di altitudine, temperatura e clima e, non ultimo, proteggersi da malattie sconosciute. In un’epoca di globalizzazione il concetto di regionalizzazione dei problemi sanitari e in particolare delle patologie infettive potrebbe sembrare superato, ma, se si escludono le grandi pandemie virali, non lo è affatto.
Anche se si sente spesso parlare di zanzara tigre e di anofele, di malattie esotiche come chikungunya, dengue, West Nile virus e SARS, in Italia, come nella maggior parte dei cosiddetti Paesi industrializzati, lo stile di vita della popolazione e l’esistenza di strutture sanitarie capaci di diagnosticare e trattare queste malattie esotiche ne impediscono la diffusione.
In viaggio la situazione è diversa, e sorge spontaneo domandarsi quali sono i rischi sanitari per il viaggiatore internazionale? Conseguentemente quali le precauzioni, i comportamenti, le profilassi e le terapie da adottare per non trasformare il paradiso esotico in un inferno e i sogni in incubi, e diventare un veicolo di infezione una volta tornato a casa?
Scopo di questo manuale è offrire regole, suggerimenti ed informazioni ai viaggiatori internazionali, ovvero cosa fare e soprattutto cosa non fare prima, durante e dopo aver intrapreso un viaggio per qualsiasi destinazione del mondo, attraverso la descrizione dei rischi generici e specifici che si possono correre alle diverse latitudini e nei diversi continenti, delle malattie più frequenti e della loro epidemiologia, nonché consigli su eventuali vaccinazioni e profilassi e quando rivolgersi al proprio medico di fiducia o ricorrere a uno specialista in Medicina Tropicale.
Alcune di queste regole saranno familiari a back-packers, globe trotter di lungo corso e agli amanti dei viaggi-avventura estremi, ma ricordarle è utile: non si può certo dimenticare che statisticamente sono proprio l’eccessiva sicurezza e la superficialità a creare i maggiori problemi e gli incidenti banali ad avere le conseguenze più tragiche.

"Sognando Jupiter", il diario di un viaggio

Silvia Notarangelo
Roma – È possibile mettersi in gioco, accettare nuove sfide in una età in cui il peso degli anni consiglierebbe il riposo e inviterebbe alla quiete? Sì, se si crede che i sogni non abbiano mai fine. E questo è ciò che dimostra Ted Simon con il suo Sognando Jupiter, edito da Elliot, diario di un viaggio da lui effettuato, ormai alla soglia dei settant’anni, seguendo lo stesso itinerario del suo giro del mondo del 1973.
Partire per mete uguali trent’anni dopo, con una moto BMW R80 GS, percorrendo quarantotto Paesi, sopravvivendo a due gravi incidenti, per osservare, documentare e comunicare agli altri “cosa era accaduto su quel percorso di centoventicinquemila chilometri che mi ero inventato negli anni settanta e soprattutto cercare di scoprire se riuscivo a ritrovare la persona che ero allora”, un uomo diventato mito per molti.

È questo il duplice scopo del viaggio del leggendario Jupiter nel 2001: un lungo percorso nella memoria di luoghi, incontri, sentimenti di ieri da confrontare con le emozioni scaturite dai nuovi vissuti di viaggio.

Con un racconto dal ritmo serrato, arricchito da minuziose descrizioni di ambienti, uomini cose, Ted Simon conduce i suoi lettori in Africa, in America Latina, in Australia, a Singapore, in India, in Turchia, coinvolgendoli e rendendoli partecipi delle sue riflessioni, delle sue impressioni ma anche dei pericoli incontrati in strade disagevoli, piene di buche, dei rischi corsi nel procedere affondando nel fango del Kenja o arrancando nella selva boliviana, delle difficoltà da superare alle frontiere per ottenere i visti.
Le trasformazioni che l’autore, durante il suo percorso, rileva nei luoghi e nei modi di vita sono molte e, talvolta, generano quella delusione che deriva dalla perdita di qualcosa, unita al rimpianto che “una sola cultura sia diventata così potente da rendere schiave le altre o costringerle a pagare un tributo, anche se quella cultura è la mia”. I cambiamenti sono evidenti anche negli amici ritrovati, invecchiati nel fisico, ma con un’immutata disponibilità all’accoglienza, a conferma “della grandezza del genere umano”.
Giunto al termine del suo itinerario, Ted Simon si congeda con la speranza che questo libro incoraggi a viaggiare, perché un viaggio non finisce ma continua nei ricordi, nella mente, nella ricchezza delle esperienze.

“Chiedi al Dottor Chopra” la valida guida per migliorare la propria salute

Alessia Sità
ROMA – Il caffè è davvero un salvavita? Esiste davvero la dieta “ideale”? L’aspirina previene il cancro?
Questi è molti altri sono i quesiti affrontati in “Chiedi al Dottor Chopra”, di Sanjiv Chopra e Alan Lotvin, con la collaborazione di David Fisher, edito da Casini nel 2011. Negli ultimi anni – complice lo sviluppo della rete e dei social network – la cattiva informazione medica riportata dai media è diventata un fenomeno dilagante. Cercare di ottenere diagnosi usando il web e affidandosi a motori di ricerca per auto-curarsi, può essere però estremamente rischioso.
Ogni giorno veniamo ‘bombardati’ da promesse allettanti per dimagrire, per avere capelli più sani, per mantenere una pelle giovane o per prevenire spiacevoli malattie. Capire cos’è buono per la nostra salute non è mai stato così difficile. Come si fa dunque a distinguere le notizie valide dalle ciarlatanerie?
Se desiderate migliorare la vostra condizione fisica ed evitare inutili rischi, che potrebbero costarvi caro, seguite i consigli del Dottor Chopra. L’intento di questa valida guida, perfetta da consultare velocemente, è quello di sfatare i falsi miti sulla salute, eliminando definitivamente “la propaganda e le promesse per far paralare i fatti”.
Scritto in forma di conversazione e con uno stile semplice e diretto, “Chiedi al Dottor Chopra” fornisce i risultati di studi clinici al fine di rafforzare o sminuire i quesiti più comuni in campo medico.
Dopo avere letto questo libro, sarete in grado di dare la giusta importanza a tutti quegli annunci riportati sui giornali e saprete come distinguere le speranze dalle false promesse.

"Cafone sarà lei"

Silvia Notarangelo
Roma L’estate è alle porte, le spiagge si affollano e il rischio di ritrovarsi immersi in un “universo parallelo” si fa incombente. Meglio allora correre ai ripari e dotarsi, sotto l’ombrellone, di “Cafone sarà lei” il divertente vademecum redatto, per Edizioni Cento Autori, dal giornalista Salvatore Manna. Protagonista assoluto, di questa guida dissacrante, il cosiddetto Pianeta Cafone, con tutte le sue fattispecie e un ampio repertorio di esemplari. La capitale può sfoggiare il suo coatto/coatta, il cui ruolo è stato recentemente ricoperto da Debora e Romina, due ragazze intercettate sul litorale, rese memorabili dal loro ‘na bira e un calippo. A Napoli imperversano i tamarri, categoria in continua evoluzione, piena di sfaccettature, che, complice l’innegabile creatività partenopea, si arricchisce ogni giorno di nuovi sinonimi.

Non è certo da meno il nord Italia, dove proprio la diffusione del vocabolo tamarro, in alternativa al piemontese truzzo, sembra confermare come il “genere” non conosca distinzioni di latitudine.

Attenzione, però, a non fare confusione: inutile additare come cafone chi parcheggia in doppia fila, chi svuota il portacenere dal finestrino o si esalta per sorpassi da immediato ritiro della patente. E’ vero, i confini possono essere molto labili, ma tra cafonaggine e semplice maleducazione persiste una sostanziale differenza.
Ogni settore, poi, come sottolinea Manna, può vantare una serie di illustri esemplari. Tra i vip il numero 1 è Flavio Briatore, seguito dai partecipanti, sempre più imbarazzanti, ai reality show. Nello sport primeggia, su tutti, il presidente del Napoli e produttore cinematografico, Aurelio De Laurentis, il cui repertorio linguistico sembra non poter fare a meno del termine “cafone”, adeguatamente corredato da gesti e atteggiamenti capaci di esplicitarne, in modo inequivocabile, il significato. Anche la classe politica non è certo priva di simili “modelli di comportamento”, tutti prontamente ripresi da Dagospia nelle sue apposite e seguitissime rubriche, “Cafonal” e “Cafonalino”.
Per fortuna, però, il cafone trascende i confini nazionali, ed ecco, allora, che Oltre Manica fa la sua apparizione l’anglo-cafone: per lui, partenza dalla periferia londinese, giri spericolati per le vie più chic e tappa nel solito pub. In questa speciale classifica, della serie “tutto il mondo è paese”, impossibile non annoverare i nuovi magnati russi, sogno di intere tifoserie calcistiche, il cui conto in banca sembra inversamente proporzionale ai discutibili, quanto ostentati, modi di fare.
L’ascesa del cafone o il simil-cafone appare, insomma, inarrestabile. Non a caso, per quanti desiderano approfondire ulteriormente l’argomento, si segnala il debutto televisivo di “Tamarreide”, una docu-soap che promette di far luce sul Pianeta Cafone, nella speranza di suggerire (anche) adeguate strategie di difesa.

Tutti i segreti della "Cucina di Lunigiana"

Silvia Notarangelo
ROMA
Salvatore Marchese è giornalista attento e scrupoloso come conferma nel suo ennesimo lavoro “Cucina di Lunigiana”, pubblicato da Franco Muzzio Editore.
Se, soffermandovi sul titolo, vi sembrasse un classico libro di ricette, dovreste ricredervi in fretta. Perché “Cucina di Lunigiana” è anche un libro di ricette, ma è, soprattutto, altro.
È una guida accurata, documentata, ricca di testimonianze storiche e aneddoti, in grado di smentire la comune definizione di cucina povera, attribuita abitualmente alla tradizione culinaria della zona. Il cibo è, nella Lunigiana (zona tra la Liguria e la Toscana), elemento imprescindibilmente legato alle risorse locali e, nelle sette sezioni del libro, nulla viene trascurato: l’origine di alcuni alimenti, la loro lavorazione e gli strumenti utilizzati, la diffusione e le varianti con le quali si presentano.

Un ruolo importante è ricoperto dal castagno, vero emblema di tutto il territorio, il cui apporto è risultato, nel tempo, fondamentale. Tagliatelle, castagnacci, frittelle sono solo alcuni dei piatti che sfruttano a pieno le potenzialità delle castagne, da cui si ricava una farina, proposta a lungo, come unica sostituta di quella di frumento. La scarsa reperibilità del grano, fonte di sostentamento puramente occasionale, non ha, tuttavia, impedito l’affermarsi di una solida tradizione, legata, ancora oggi, alla preparazione di testaroli, focacce lievitate e polente incatenate.
Ritenuta da sempre cibo per signori, la carne trova spazio in significative attestazioni che ne confermano la scarsa accessibilità: manzo e vitello erano prerogativa di pochi, per quanti vivevano nella campagne la carne era quella del coniglio o, in alternativa, del pollo. Insostituibile quella di maiale, un vero e proprio toccasana per la produzione di insaccati, carni da salare, lardo e trippa.
Una positiva accoglienza, a partire dal XV sec., viene inoltre riservata a baccalà e stoccafisso, ben presto associati alla polenta di granoturco, e, successivamente, a patate, pomodori e melanzane, la cui introduzione non ha, comunque, pregiudicato l’uso delle preziose erbe spontanee destinate al ripieno di torte e ravioli.
I dessert, con l’immancabile spongada, un “miscuglio a base di frutta secca e canditi”, e i liquori, tra cui spiccano il nocino e il rosolio, concludono una guida capace di stupire per la
sua originalità e trasversalità.