“Incontriamoci all’Inferno” con un Dante spensierato.

Giulio Gasperini
ROMA – E se Dante diventasse meno austero e istituzionale? E se fosse possibile scherzare con la Commedia, la più grande opera che l’umanità letteraria abbia mai pensato e partorito? E se immaginarsi le liti, i bisticci, le incomprensioni tra Dante e la moglie Gemma non sottraesse nulla alla magia dell’opera ma, anzi, ce l’avvicinasse e la rendesse più familiare? Cinzia Demi, toscana di origine, lancia un invito e una sfida: “Incontriamoci all’Inferno”, edito da Pendragon nel 2007 e ripubblicato in nuova edizione nel 2010, non è una semplice “parodia” dei fatti e dei personaggi che formano quel “racconto di incontri” che è la Commedia, ma è una maniera nuova e quasi rivoluzionaria di penetrare nella complessità della materia e della forma poetica. Come strumento la Demi utilizza quella stessa ironia con la quale Dante aveva così sapientemente tessuto il suo poema, le sue sillabe poetiche, le sue metafore e le immagini ricche di vita e di quotidianità. Dante aveva scherzato su tutto, su ogni aspetto dell’uomo, della vita, della religione, senza farsi problemi e senza timori reverenziali sulla materia trattata.
Si comincia con una lettera che un fiorentino invia al suo illustre concittadino, rimproverandolo per aver seminato il terrore su quello che, nell’oltretomba, i morti avrebbero trovato: “Va bene che c’avevi rabbia ‘n corpo e core / ma la paura ci fe’ ghiacci marmati / e pe’ secoli s’è tramandato ‘l terrore”. Poi si prosegue con il catalogo delle donne più importanti, da Bice Portinari (che, insieme a Rossana Fratello, canta “sono una donna non sono una santa”), al dialogo tra Pia de’ Tolomei, Francesca da Rimini e Piccarda Donati, infastidite tutte dalla presunzione di un Dante che crede di poterle ridurre loro e le loro vite a una manciata di sillabe: “Nessun uomo, nemmen’il Poeta / ha, in nessun tempo, mai afferrato / di quanta giustizia è fatta la meta / che può raggiunger sol chi ha capito / quanto noi donne siamo speciali / nel sentimento e nella ragione / e che ‘un siamo tutt’uguali / ma ognuna di noi è pur’emozione!”. Poi ci sono gli uomini, da Ulisse al Conte Ugolino; e poi ci sono i demoni, da Caronte a Pluto, che affermano, in tutta onestà, qualche lato divertito e divertente della loro personalità. E poi la Demi crea dei contrasti, delle dispute verbali sul modello della tenzone, così tanto di moda ai tempi di Dante: Gemma Donati litiga con Dante per la sua infedeltà di sguardi (“Madonnina mia che attaccabottoni! / Tu e tu’ amici rimatori e la sapete lunga: / ‘n chiesa co’ santi e ‘n taverna co’ ghiottoni, / e la lista de le conquiste qui s’allunga! / E io a casa: co’ tutto quello ch’ho portato ‘n dote / oberata di figli, mai nelle tu’ opere citata: / che forse ti riscordi cosa disse ‘l sacerdote? / Che so’ meno gentile e onesta di ‘sta Bice dannata?”), Bonifacio VIII e Celestino V si confrontano ironicamente sui loro peccati, Virgilio protesta con Dante di averlo sfruttato per accompagnarlo e gli angeli e i demoni si offendono con lieve sarcasmo.
La lingua della Demi è corposa, densa, plastica. È una lingua tangibile, deittica perché figura un hic et nunc applicabile a ogni momento, ogni attimo, a ogni realtà che possa presentarsi a ognuno di noi. È la lingua che si usa correntemente in Toscana, è quella che ribolle come magma e fluisce come acqua potente. È una lingua che può essere giustamente declinata anche negli incontri che caratterizzano la Commedia, negli incroci di persone e di realtà, nella varietà delle situazioni. Con Dante, insomma, si ride e si scherza, senza per questo perdere la potenza delle sue parole e del suo messaggio ma, anzi, calandolo in una ricca quotidianità e capendo più intensamente la grandezza della poesia.

“Mamma, papà: devo dirvi una cosa”

ROMA “Mamma, papà: devo dirvi una cosa” scritto da Giovanni e Paola Dall’Orto e pubblicato da Sonda arriva oggi in tutte le librerie d’Italia. Una doppia guida affrontata dal punto di vista del genitore e dal punto di vista del figlio, indispensabile per vivere senza traumi l’omosessualità in famiglia.  Con testimonianze personali e spunti di discussione sia per i giovani che per i loro genitori. Omosessuali non si nasce. E nemmeno  si diventa. Omosessuali si è. Riconoscere e  accettare questa identitàrisulta difficile, in famiglia  e in una società a cui bisogna dimostrare che l’omosessualità non è una malattia da cui sipuò guarire o la scelta dovuta al capriccio di una moda. L’ignoranza  e i pregiudizi duri a morire fanno  sì che essereomosessuali sia ancora causa di emarginazione, disprezzo e fonte  di sofferenza. Paola  e  Giovanni Dall’Orto, madre  e figlio, hanno scritto questo manuale a quattro maniesaminando tutti gli  aspetti con cui  deve confrontarsi  ungiovane gay (o lesbica) alle prese con la propria omosessualità: dall’accettazione  di sé a quella in famiglia; dal rapporto  con amici e conoscenti alla reazione della «società»; dal coming out  allascoperta degli ambienti gay; dalle prime esperienze con l’amore a quelle con la sessualità. Attraversola propria esperienza personale, con un approccio diretto adatto sia ai giovani che alle loro famiglie, gliautori  guidano i lettori nell’affrontare l’omosessualità con serenità e rispetto, fornendo  numerosiconsigli e riportando le testimonianze di chi  ci  è passato in prima persona (come Alex Grisafi, giovanissimo cofondatore del gruppo giovanile di omosessuali più numeroso d’Italia). Perché prima si arriva ad accettare la propria identità omosessuale, meglio è.

“I ragazzi e io”, il romanzo-manuale per capire i maschi

Giulia Siena
ROMA
“Yannis e io siamo grandi amici e veri compagni da quando mi ricordo, perché siamo sempre vissuti da buoni vicini in questo noioso complesso di villette a schiera. Solo che ci è voluto un attimo prima che capissi quali sentimenti (quali meravigliosi, incredibili, pruriginosi sentimenti) provassi realmente per lui.” A parlare è Sara, la giovane protagonista di “I ragazzi e io”, il nuovo libro di Ilona Einwohlt per le Edizioni Sonda. Dopo “Il mio brufolo e io” e “Il mio succhiotto e io”, la penna della Einwohlt torna a raccontarci le avventure e disavventure della sua giovane eroina. Sara è alle prese con l’amore; quell’amore che ti rende ribelle, ti cambia le giornate e fa passare in secondo piano l’amiche; quell’amore curioso, fatto di batticuore, baci e troppe domande. Infatti, Sara – come tutte le sue amiche – si fa mille domande sui comportamenti di Yannis, il suo ragazzo da circa 331 ore. Stanca di dover interpretare ogni movimento o gesto di Yannis, Sara decide che bisogna cambiare: “Devo iniziare a studiare i ragazzi e scoprire perché sono come sono. E qual è davvero la loro parte migliore…”.
Fiera di questa decisione la nostra eroina vorrà dimostrare che in una coppia bisogna tener conto delle esigenze di entrambi, che i ragazzi hanno bisogno anche dei propri silenzi e che non si comportano da maschi solamente i propri fidanzati, ma anche fratelli e papà.

L’autrice, attraverso un romanzo divertente, scanzonato e molto diretto, riesce a parlare agli adolescenti spiegando azioni e atteggiamenti che, all’apparenza, sono incomprensibili anche agli occhi (indagatori) delle donne.

Nuovissima uscita: “La Porta dei Tre Chiavistelli”

ROMA – “In questo romanzo, Sonia Fernández-Vidal mescola, per la prima volta, la fantasia  e la fisica quantistica rendendo la scienza accessibile e attraente per tutti i lettori.” Muhammad Yunus
Feltrinelli Kids porta in libreria “La Porta dei Tre Chiavistelli”, il nuovissimo romanzo di Sonia Fernandez-Vidal.
Un’inspiegabile scritta sul soffitto della camera di un ragazzino quattordicenne, Niko, una casa misteriosa, impossibile da aprire con un’unica chiave per tre chiavistelli, elfi, gatti che compaiono e scompaiono, buchi neri, armadi che portano lontano e… nientemeno che la fisica quantistica: questi alcuni degli ingredienti, apparentemente incompatibili tra loro, che compongono la storia di Niko alle prese con le sorprendenti vicende che accadono nel mondo dei quanti. Proiettato in quell’universo, Niko assiste alla guerra tra materia e antimateria e vive in concreto la relatività del tempo e dello spazio; incontra personaggi fantastici e trova nuovi amici che lo guidano attraverso quel mondo in cui a strane domande si ribatte con strane risposte. Una volta tornato a casa, Niko avrà una missione da compiere. Ma come potrà tornare? “Se vuoi andare da qualche parte devi fare le domande giuste” si dice nell’universo quantico. E Niko le fa. Età di lettura: da 13 anni.

“Il violino del signor Stradivari”

ROMA – Arriva alla seconda edizione “Il violino del signor Stradivari”, il libro di Paola Pacetti pubblicato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Prendete due fratelli, due tipi svegli di otto e dieci anni e buttateli in un’avventura niente male sulle tracce di un violino scomparso. Non si tratta di un violino qualunque, ma di un famoso Stradivari, misteriosamente sparito da un’asta.

Per risolvere l’enigma ci vuole l’aiuto di qualcuno che ne sappia di più, per esempio una zia un po’ mattacchiona e il suo amico violinista.
Un tranquillo week-end di sorprese si trasforma nella divertente avventura di un grande musicista.

“Nidi di note. Un cammino in dieci passi verso la musica”

gallucci editore_nidi di note_paolo fresuROMA – Un libro che è musica. Un piccolo volume che intreccia la storia di due fratelli alle note delicate di Paolo Fresu, alle immagini di Alessandro Sanna e alle parole di Bruno Tognolini.
Il libro con cd è “Nidi di note. Un cammino in dieci passi verso la musica” ed è uno degli ultimi nati nella famiglia Gallucci.
“Nidi di note” è la storia di Cirino e Coretta, due fratelli che partirono alla ricerca del Sole Suonatore e della Luna Cantante. È un libro che racconta fiabe, mostra figure, suona musiche e recita filastrocche. Si può leggere e ascoltare come un percorso di educazione musicale per i bambini. O come un cammino di scoperta di sé e del mondo per tutti. O come una fiaba incantevole e basta. Il Cd nascosto in questo nido di note contiene un’ora di musica e poesia: i dieci brani originali suonati da Paolo Fresu, Sonia Peana e il Devil Quartet, e le undici tiritere del libro recitate da Bruno Tognolini.

“L’Onda”, l’incontro della bambina con il mare

Chronicalibri_onda_corraini_libri_bambiniROMA – Quando le sue onde giocano e poi si ritirano, il mare lascia sulla spiaggia le conchiglie che portava con sé: una sorpresa inattesa! “L’Onda”, il libro di Suzy Lee pubblicato da Corraini, è la storia dell’incontro di una bambina con il mondo del mare: prima osservato curiosamente dall’esterno, poi sfiorato timidamente e infine “giocato” fra spruzzi e scherzi, con la compagnia di un buffo gruppo di gabbiani. Fino a quando i loro mondi si incontrano con un’onda che colora tutto di azzurro, e si possono raccogliere le conchiglie come il regalo di un nuovo amico.
Le illustrazioni di questo libro sono state realizzate con carboncino e colori acrilici, e rielaborate digitalmente.

“Saremo Alberi”, apriamo le porte alla primavera

ROMA – “Disegnare gli alberi srotolando una corda…”
Ottimo libro per salutare la primavera appena arrivata. Per i bambini è in libreria “Saremo Alberi” di Mauro Evangelista, il nuovo libro delle edizioni Artebambini. Nella terra dormono tantissimi semi che attendono di svegliarsi. Se proviamo a chiedere quale albero sperano di diventare ed ascoltando con attenzione, riusciremo a sentire le loro risposte. Sulle pagine del libro si manifestano allora i desideri e le speranze di questi piccoli semi. Saranno alberi forti – magri – tristi – eleganti… ognuno con la sua particolare forma ed anche il suo particolare… carattere! Le immagini del libro nascono dalla manipolazione di una piccola corda. I fili intrecciati si dipanano e si allargano disegnando una figura che si sviluppa seguendo un processo di crescita simile a quello degli elementi del mondo vegetale. Una storia che ci parla con semplicità dell’infinita bellezza del mondo ma anche dell’importanza delle differenze regalandoci una sorpresa finale: una pagina-laboratorio su cui far crescere il nostro albero da far vedere e… toccare! .

“Odio la matematica!”, il problema di non saper risolvere i problemi

chronicalibri_recensione_odio matematicaROMA “La maestra ha detto che se mi esprimessi in matematica con la stessa abilità con cui mi esprimo in italiano, sarei il primo della classe. Ecco la dimostrazione che la maestra Flora ha una fissa per questa materia: anche quando usa gli aggettivi anziché pescare tra quelli qualificativi, sceglie i numerali.”

 

Leo ha quasi undici anni e il suo grosso problema sono i problemi di matematica; lui odia trovare soluzioni numerali a quesiti matematici. “Odio la matematica!” di Emanuela Da Ros (già autrice di “Avventure in cucina” e “Ricette per ridere”) e pubblicato dalle Nuove Edizioni Romane, è un simpatico volumetto che tratta un piccolo “dramma” quotidiano con semplicità e spensieratezza.

Leo adora la maestra Flora nonostante quest’ultima sia così affascinata e presa dai numeri da non accorgersi che a lui questi “scarabocchi” non vanno proprio giù. Ma, con il tempo, Leo imparerà che anche la matematica ha qualcosa di comprensibile e che la maestra Flora non è solo una maestra, ma una donna con la propria sensibilità e i suoi grandi e piccoli problemi.

“La linea di minor resistenza”, l’ultimo scritto di Carlo Fruttero

gallucci_frutteroROMA “La linea di minor resistenza”, l’ultimo scritto del grande Carlo Fruttero, è stato appena pubblicato da Gallucci Editore. Questo titolo, che tanto affascinò lo scrittore recentemente scomparso, racchiude un poemetto di riflessioni sulla vita e sulla fine di essa. La linea di minor resistenza è quella che segue la materia per progredire ed evolvere, così come la vita che scorre e trascorre per poi finire.

“Le parole gli uscivano rapide, una dietro l’altra, senza pause, senza incertezze. E via via prendeva forma una ballata lunga una vita, la sua vita. Non si interruppe mai, se non per accendersi una sigaretta, non mi chiese mai di rileggere il testo e così, di getto, nacque La linea di minor resistenza. Quando smise mi guardò e mi chiese: – Allora, che te ne pare? L’avevo in testa da vent’anni, ma non ero mai riuscito a scriverlo. Forse perché non era ancora il momento.” Maria Carla Fruttero