“Conigli bianchi”, il talismano dell’infanzia

conigli bianchi_topipittoriGiulia Siena
ROMA
“Ogni mese, il primo del mese, bisogna dire prima di ogni altra cosa “white rabbits!”, conigli bianchi. Se ci si ricorda di farlo, si è fortunati per il mese intero.” White rabbits, conigli bianchi, una “formula magica” da pronunciare ogni mattina di ogni primo giorno del mese. E’ questo che fa la piccola Margherita da quando Bridget le dice che in queste due piccole parole è custodito il talismano dei neozelandesi.

Da qui il titolo del libro di Margherita Emo pubblicato nella collana Gli anni in tasca di Topipittori.

“Conigli Bianchi” è l’autobiografia dell’infanzia dell’autrice, trascorsa in Veneto negli anni Ottanta. Erano gli anni della crescita per Margherita, gli anni delle vacanze a Londra – nella casa della nonna – gli anni dei giochi con Cate e della nascita di Angelo. Gli anni dei capricci e del festival nella grande villa, gli anni in cui tutto cambiò, anche l’atteggiamento della piccola Margherita di fronte ai cambiamenti. Un giorno, dopo che il padre decise che la grande villa sarebbe diventata un hotel, promise che non si sarebbe mai più affezionata a una casa. Ha inizio dalla fine di questo libro, quindi da questa promessa alle soglie dell’adolescenza, il peregrinare di Margherita per il mondo.

Oggi l’autrice vive a Bruxelles e ha trovato il suo habitat ideale in una casa editrice di libri illustrati per bambini, forse ripetendo ogni mese “white rabbits”!”…pare davvero porti fortuna…

“La gallina che non mollava mai” Feltrinelli Kids

chronicalibri la gallina che non mollava maiROMA – Nuovissima uscita per Feltrinelli Kids nella collana Gatto Nero. La novità si chiama “La gallina che non mollava mai”, la storia di Jill Tomlinson illustrata da Anna Laura Cantone.
Hilda era una gallina molto, molto testarda. Per andare a trovare la zia Emma, che aveva appena avuto una nidiata di pulcini, provò ogni mezzo: il camion dei pompieri, il furgoncino del latte e perfino il rullo compressore! Quando finalmente vide i pulcini, decise che anche lei avrebbe covato le sue uova. E niente e nessuno l’avrebbe fermata.

 

“Erano come due notti”, le parole buie della speranza

recensione di erano come due notti_orecchiacerbo_chronicalibriGiulia Siena
ROMA
“Erano come due notti: la notte e il mare nero come la notte che ci viene addosso. Tutti pregavano, musulmani e cristiani, pregavano anche quelli che non credono”. La notte è sempre buia quando si deve intraprendere un viaggio e lo diventa più del solito quando il viaggio è di speranza. “Erano come due notti” è un racconto corale di emigranti – quindi immigrati – che raccontano attraverso brevi frasi la propria “apocalisse”. Il volume, stampato in serigrafica, cucito e rilegato a mano, è promosso da Orecchio Acerbo Editore, Cemea del Mezzogiorno Onlus, Asinitas Onlus e pubblicato dalle Edizioni Libri Serigrafici E altro.

“Erano come due notti” parla di una oscurità doppia, multipla, quasi infinita: il buio di un passato doloroso, di un presente di difficoltà e di un futuro incerto. Nonostante tutta questa apparente negazione della vita le voci che costruiscono questo racconto fuggono dalla guerra, dalla miseria e dalle sofferenze e affrontano dei viaggi dilanianti. E’ questo il loro buio: un viaggio che per arrivare alla speranza e alla salvezza deve oltrepassare con coraggio naufragi, carceri e confini. Un racconto di tante differenti lingue e culture per raccontare una sofferenza comune, priva di immagini stereotipate da telegiornale ma piena di realtà.

 

Piemme Junior: “La ragazza della foto” di Lia Levi

chronicaLibri_lia levi_piemmeROMA Piemme Junior porta in libreria un nuovo, nuovissimo libro di Lia Levi. “La ragazza della foto”, per lettori dai 10 ai 13 anni, è un viaggio nella memoria. Federica non crede ai suoi occhi: tra le foto di una mostra sulla Liberazione di Roma c’è anche quella di una ragazzina identica a lei! E’ sua nonna Teresa, che nel 1944 aveva la sua stessa età e che solo ora si decide a svelare i segreti del suo passato… Perché durante la Resistenza, nella città occupata, anche lei ha fatto la sua parte…
(scheda libro a cura della casa editrice)

“Le dodici tavole. Le prime leggi dell’antica Roma” per tutti

le dodici tavole nuove edizioni romane recensione ChronicaLibriGiulia Siena
ROMA
” Esplose poi la notizia che, nella nuova riunione del Senato, Appio Claudio contrariamente alle attese, e lontano dal ribadire le tesi dei conservatori, aveva riconosciuto l’opportunità, e addirittura la necessità, di una raccolta scritta delle leggi di Roma”. Siamo nel 450 a. C. circa e ci troviamo nell’antica Roma. E’ questo il periodo di svolta per l’impero: Tarquinio Prisco e Servio Tullio, entrambi re etruschi, portano Roma a una straordinaria crescita, tanto che la città diventa una vera e propria potenza, oltre che il nodo cruciale per il commercio con i Cartaginesi. A raccontarci in modo semplice e lineare l’antica Roma e la nascita delle prime leggi di diritto romano è Luigi Capogrossi Colognesi, nome illustre tra gli accademici. Il professore, cambiando la sua solita platea, parla ai bambini e ai ragazzi nel libro “Le dodici tavole. Le prime leggi dell’antica Roma”, bellissima novità delle Nuove Edizioni Romane. “Mi sono reso conto che mancava del tutto un elemento che valeva la pena approfondire. […] – ha dichiarato l’autore nell’introduzione del libro – Si trattava per me dunque di narrare, in particolare ai più giovani, come proprio quel diritto è stato poi, ed è tuttora, strumento indispensabile per governare le nostre società e orientarne lo sviluppo“.

In un momento di grande fermento, le Dodici tavole rappresentavano la svolta democratica per una società che vedeva contrapporsi patrizi e plebei. Il valoroso Appio Claudio, comandante delle legioni straniere, si accorse che l’impoverimento della plebe potesse causare diversi problemi anche ai ricchi di Roma, i patrizi. Toccò quindi al Senato – un organo fondato da Romolo per dar voce decisionale agli “anziani”-  far redigere delle leggi scritte che mettessero ordine nei rapporti tra cittadini per lo svolgimento della storia a venire, fino a noi.

Un volume essenziale questo di Luigi Capogrossi Colognesi che districa anche i nodi più difficili del passato, rendendo ancora più affascinante la storia del grande impero romano.

 

 

“Il magnifico lavativo”, la fanciullezza di un fumettista

Giulia Siena
ROMA
“In barba ai noiosi esercizi per casa ordinati dalla maestra, il magnifico lavativo insegue solo la sua curiosità per ciò che lo circonda. Tutto è un’indagine personale, fatta di importantissime distrazioni e di un cervello sempre in movimento.” Come far raccontare a un fumettista impertinente la propria infanzia? Dopo aver disegnato e dato voce a Garibaldi (nel libro “Garibaldi”), al Papa e al Gabibbo (con il volume “Apocalypso! Gli anni dozzinali”), ora Tuono Pettinato parla di sé. Il fumettista dal nome d’arte insolito si racconta ne “Il magnifico lavativo”, il libro inserito nella collana Gli anni in tasca della casa editrice Topipittori. Dall’inizio degli anni Ottanta, quando cominciò l’asilo, fino ai primi anni Novanta, alle prese con l’adolescenza, Tuono Pettinato si racconta in modo ironico e un po’ rocambolesco. Un bambino curioso, sicuro di sé, divertente e spesso divertito da tutto ciò che lo circonda: dagli amici agli oggetti dell’armadio della nonna, dai videogiochi alle maschere del carnevale. Ironia, osservazione e creatività sono state le costanti che hanno portato Tuono Pettinato a diventare uno degli esponenti della fumettistica odierna. Ideatore, assieme ad alcuni amici, della rivista “Hobby Comics”, del free-press “Pic Nic”, disegnatore per “Repubblica XL” e con “Il magnifico lavativo” è arrivato all’autobiografia esprimendosi con la sua matita ricca di graffiante ironia e lucida consapevolezza.

“Il libro della Shoah. Ogni bambino ha un nome…”

ROMA “La memoria è qualcosa di delicato, dunque, e non ci si può giocare sopra, pena il rischio di farsi male e di bruciarsi le ali […]”
Dal 2000, quando venne istituita dallo Stato italiano, ogni anno il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria. Ma come spiegare ai più piccoli che in questo giorno non si celebrano i morti e il ricordo delle sofferenze imposte bensì la vita e la storia? Nel difficile percorso che porta alla consapevolezza del passato ci accompagna “Il libro della Shoah. Ogni bambino ha un nome…” di Sarah Kamiski e Maria Teresa Milano pubblicato dalle Edizioni Sonda.

Un volume ricco e complesso sulla storia della Shoah e della Seconda Guerra Mondiale, un libro intenso che si offre come strumento per insegnanti ed educatori al fine di crescere le nuove generazioni alla tolleranza e alla consapevolezza del passato. “Il libro della Shoah” è diviso in tre parti: la prima parte dedicata alle Narrazioni di diversi autori, tra cui Lia Levi e il suo toccante racconto. Vissuti è la parte dedicata alla storiografia: foto, testimonianze e cronologie riportano al grande dramma del Novecento. L’ultima sezione, il Laboratorio, è dedicata ai lettori – grandi e piccoli – e alla loro voglia di confrontarsi e rielaborare le sezioni precedenti.  Cartine geografiche, glossario e tante tavole colorate completano un’opera che riassume in modo eccellente una drammatica fetta di Storia.

“Questa non me la fumo”, bambini contro le sigarette

recensione libri per bambini_chronicalibri_carthusia_colloredoGiulia Siena
ROMA
– Lisa, Chiara, Federico e Filippo hanno un compito da svolgere. Devono capire ed elencare tutti i danni che provoca il fumo smascherando le piccole leggende che circolano attorno alla dipendenza dal tabacco. I quattro amici raccontano delle storie perché vogliono vederci chiaro; così nasce “Questa non me la fumo. Proviamo a vederci chiaro nei discorsi fumosi” scritto da Sabina Colloredo e illustrato da Giulia Ghigini per Carthusia Edizioni. Chi lo ha detto che fumando ci si sente grandi? Lisa sa benissimo che il fumo spegne il colorito, fa venire i brufoli e ti spezza il fiato e proprio lei, una sportiva provetta, non può permettersi queste sbandate inutili. Il fumo non danneggia solamente chi ha questo brutto vizio, ma influisce anche sulla vita degli altri: il fumo passivo è il peggior nemico dei bambini. Chiara ha una mamma che fuma nonostante aspetti un bambino; Chiara sa che il fumo non fa crescere la sorellina come dovrebbe. Allora la battaglia contro le sigarette comincia presto e diventa anche una canzone rap per spiegare a tutti che con le 4000 sostanze tossiche (tra cui acetone, candeggina, cadmio e monossido di carbonio) contenuti in una sigaretta non bisogna scherzarci.


Il libro, un albo illustrato con splendide immagini e spiegato con parole efficaci, affronta una problematica esistente ma presa poco in considerazione: il fumo tra i giovanissimi. In Italia sono circa il 23% i bambini che iniziano a fumare tra i 9 e i 10 anni e i danni a cui vanno incontro sono tanti e da non sottovalutare. “Questa non me la fumo. Proviamo a vederci chiaro nei discorsi fumosi” è uno strumento chiaro e divertente per affrontare tematiche difficili come quella della dipendenza da tabacco a tutte le età.

In libreria “Bruno. Il bambino che imparò a volare”

ROMA – Le novità editoriali sono tante anche nella rubrica Leggendo Crescendo. Oggi vi presentiamo “Bruno. Il bambino che imparò a volare” di Nadia Terranova con le illustrazioni di Ofra Amit pubblicato da Orecchio Acerbo. Fredda serata di fine autunno. Bruno Schulz è ancora bambino. La madre entrain camera sua e lo trova intento a nutrire alcune mosche con granelli di zucchero.Stupita, gli domanda cosa mai stia facendo. ” Le sto irrobustendo per l’inverno.”Vero o falso l’aneddoto raccolto da David Grossman, di certo quel bambinonon poteva immaginare che da lì a pochi anni non l’epoca geniale da lui sognata sarebbe sorta,ma una delle più buie dell’umanità. Un lungo inverno nel quale, come mosche,sarebbero morte milioni di persone. Ebrei, rom e sinti, malati di mente, testimoni di Geova,omosessuali, oppositori politici. Tutti umiliati, straziati, trucidati. Lui tra questi.A quel bambino che nutriva le mosche è dedicato il ricordo, delicato e poetico come le suebotteghe color cannella, di Nadia Terranova e Ofra Amit.
Un bambino, ebreo. La grossa testa lo rende incerto e impacciato nei movimenti, il carattere schivoe introverso. Curioso e attento a ogni cosa che lo circonda, è affascinato dalle eccentriche stravaganzedel padre, dalle sue continue, stupefacenti metamorfosi. Lo perderà anzitempo, ma, non volendoseneseparare del tutto, fa rivivere quella straordinaria capacità del padre di riconoscersi e identificarsi in ognioggetto, in ogni animale, in ogni persona nei suoi disegni e nei suo scritti. E nei racconti, in classe,ai suoi allievi. Fino a una giornata d’autunno del 1942, quando un ufficiale nazista lo uccide per strada.Persa la vita, persi i suoi scritti, persi i suoi disegni.Di certo non per caso, sarà una bambina a ritrovarli, anni dopo, in un vecchio baule nascosto in soffitta.Un ricordo di Bruno Schulz, un omaggio alla sua straordinaria fantasia. (Scheda libro a cura della casa editrice. La recensione di ChronicaLibri verrà presto pubblicata).

“Crepi la paura!”, tutta colpa della terra ballerina

                                           Giulia Siena
ROMA
“Perché sono nato in una terra così ballerina, col mostro del terremoto sempre in agguato? Avrei potuto nascere da un’altra parte, in una pianura placida, sopra una solida montagna, magari in un deserto battuto dalle tempeste di sabbia, ma senza questo continuo, angosciante traballìo”. Questa è la domanda che Renzino si pone tutte le sere da quando non ha più la sua casa, i suoi ricordi e le sue cose. Il protagonista di “Crepi la paura!”, il libro di Ugo Vicic pubblicato dalle Nuove Edizioni Romane, è un bambino coraggioso che si trova a fare i conti con il temuto terremoto. Una mattina, all’improvviso, la casa del piccolo Lorenzo – chiamato dalla nonna Renzino – si sveglia con una vistosa crepa nel muro. Probabilmente, come dice il papà, la lesione è stata causata dai movimenti della terra ma su costruzioni fatte male. Infatti, Renzino sa da un suo amico che alcuni costrutturi hanno risparmiato sui materiali per edificare le case e ora tutto è in pericolo. Secondo Renzino è la Terra che ha paura degli uomini, che non ne può più di cattiverie e abusi sul suo suolo, ma perché deve provocare tanta agitazione nella sua città? La spensieratezza dei bambini viene cancellata dalla preoccupazione per lo sciame sismico che non smette di spaventarli, ma Renzino affronta la paura con il sorriso sulle labbra.
Il terremoto visto con gli occhi di chi non riesce a spiegarsi come ma la Natura diventa cattiva e non da tregua. Le parole di Vicic, le sue descrizioni semplici e intense fanno sì che “Crepi la paura!” sia un racconto educativo e pieno di speranza.