“Super cibi per la mente”: quando medicina e alimentazione si incontrano

supercibi_sonda_recensione chrlROMA“Il libro che hai tra le mani vuole imprimere una svolta a questa situazione (progressiva perdita della memoria e crescente numero di persone affette da malattie al sistema nervoso ndr). Possiamo fare tantissimo per prevenire le perdite di memoria, o semplicemente per massimizzare le nostre prestazioni mentali, in modo da sentirci sempre meglio. Bastano semplici scelte per potenziare e proteggere il cervello, per guadagnare energia, per dormire meglio e migliorare la salute in generale”. Con queste certezze il professor Neal D. Barnard dà vita a “Super cibi per la mente”, un programma alimentare per proteggere il cervello e rafforzare la memoria. Il saggio, pubblicato in Italia da Sonda con la prefazione di Luciana Baroni, è un viaggio nel tanto agognato benessere psico fisico partendo dalla tavola. La nutrizione, infatti, gioca un ruolo fondamentale sulla nostra salute: secondo il dottor Barnard il cibo può aiutare a combattere contro i vuoti di memoria, il deterioramento cognitivo, l’ictus, l’Alzheimer e tutte quelle malattie che compromettono il funzionamento del nostro cervello. Dall’altra parte, ci sono cibi che a causa della massiccia presenza di metalli e grassi saturi non fanno altro che alimentare e aumentare il rischio di danni per la nostra salute psicofisica. Come proteggersi? Come dare nuovo vigore al nostro cervello e al nostro cuore?

 

Attraverso un “programma in 3 passi” (sfruttare i cibi migliori, allenare il cervello ed eliminare i pericoli dovuti ai disturbi del sonno e ai farmaci) e con l’aiuto dei cibi, o meglio dei Super cibi, possiamo ridurre il rischio di malattie neuro degenerative. I Super cibi – questi alimenti con i super poteri tratteggiati dal dott. Barnard – ci vengono in soccorso con vitamine importanti che svolgono un ruolo cruciale nella protezione del cervello: a Vitamina E (antiossidante) contenuta in broccoli, spinaci, mandorle, noci e nocciole; Vitamina B (acido folico) presente in spianaci, asparagi e verdura a foglia verde; poi cereali, fagioli e banane e molti altri Super cibi che concorrono ogni giorno alla nostra salute. Il libro, infatti, si chiude con una sezione ricette che rende molto più facile e pratico il nostro viaggio verso il benessere.

 
Con chiarezza, passione e conoscenza, il professor Neal D. Barnard ci rende consumatori consapevoli, ci fa capire a quali conseguenze può portare una errata educazione alimentare e ci conduce verso uno stile di vita più sano.

 

L’invasione dei Food Books, 10 Libri gourmet da regalare a Natale

GiuliaSiena_libricucinanataleROMA – Probabilmente il 2013 rimarrà alla storia come l’anno dei libri di cucina. Migliaia di titoli con tematica cibo (o pseudo tale) hanno invaso gli scaffali delle librerie. Tutti, ma proprio tutti, hanno scritto un libro di cucina e tutti, ma proprio tutti, hanno comprato un libro di cucina: E’ il 2013, baby! Per questo, anche per questo, ricorderemo il 2013; ma quest’anno non è ancora giunto al termine, prima della fine c’è la fatidica domanda: cosa regalo alla mia amica gastrofissata? oppure cosa posso regalare alla madre-di-mia-sorella-quella-fissata-con-le-ricette-quella-che-non-è-mia-madre-ma-alla-quale-devo-fare-un-regalo? Ecco, non fatevi trovare impreparati! Provate con questi titoli, 10 Libri gourmet da regalare a Natale.

 

1. “Christmas. Ricette semplici per un buon Natale” di Donna Hay, Guido Tommasi Editore
2. “Il Cucchiaio d’Argento. Pasta delle Feste”, Editoriale Domus
3. “A tavola con Hemingway” di Craig Boreth, Ultra
4. “Pret-à-gourmet” di Gianluca Biscalchin, Mondadori
5. “Quando in cucina c’è solo lui. Manuale di sopravvivenza culinaria” di Nico Conti, Iacobelli
6. “Food Lovers. Viaggio tra i sapori del mondo”, Lonely Planet – EDT
7. “Una polpetta ci salverà” di Anna Scafuri e Giancarlo Roversi, Giunti
8. “Dire, fare, cucinare… Con gusto”, Trenta Editore
9. “Pomodori sull’orlo di una crisi di nervi” di Alessandro Fullin, Cairo
10. “Aroma di caffè. Tanti dessert dal gusto inconfondibile”, De Agostini

 

Novità: “Ladri di cotolette”, un libro di ricordi e sapori

Diego-Abatantuono-e-Giorgio-Terruzzi_MILANO – Ricordi, carriera e gusto: i tre elementi che compongono “Ladri di cotolette”, il libro di Diego Abatantuono e Giorgio Terruzzi. Per la prima volta con questo libro, il celebre attore milanese svela qualcosa di sé, ripercorrendo “il dietro le quinte” di tutti i grandi film di cui è stato protagonista, e usa il cibo come filo conduttore: ricette incontrate quasi per caso e diventate memorabili, piatti poveri spesso arricchiti dalla conversazione. Diego così riporta alla memoria i profumi e i sapori di paesi lontani, le risate che hanno rallegrato le tante nottate passate lontano da casa, circondato da colleghi, divenuti con il tempo sinceri amici.

“Ladri di Cotolette” svela il vero volto di Diego, un attore che ha da sempre stabilito un rapporto profondo con il suo pubblico, che a lui è sempre rimasto fedele. Un libro ricco di racconti da backstage ovvero storie e aneddoti divertenti, a volte memorabili, fatiche, imprevisti e anche appassionate “storie d’amore”, più o meno clandestine, nate durante le riprese, con protagonisti veri ma nascosti, per non entrare troppo prepotentemente nelle vita privata altrui. Si ripercorrono attraverso i suoi film (da “Eccezionale Veramente” 1992 al “Peggior Natale della mia vita” 2012) gli incontri con i grandi attori e registi del cinema italiano, con i quali Diego ha spesso collaborato, come Salvatores, Pupi Avati, Mazzacurati e Vanzina, uomini che hanno condiviso con lui una stessa passione per il cinema e per la convivialità.

 

 

“Foodies 2014”, la guida di chi segue il gusto

COPFoodiesFrontROMA – Oltre 40 nuovi itinerari con box e pagine di approfondimento per un totale di 1200 indirizzi; inoltre, non si assegnano voti ma vengono selezionati rigidamente i locali in partenza con gli esperti. Tutto questo è “Foodies 2014″, la guida del Gambero Rosso giunta alla sua quarta edizione. La guida è dedicata a chi del cibo non ha fatto una sua professione, a chi per il cibo nutre passione vera, a chi è curioso e vuole chiedere sempre. Una guida fuori dagli schemi che si diverte a girovagare lungo il nostro territorio per mettere in fila un indirizzario a prova di vero appassionato. E se all’inizio Foodies era il termine che identificava l’appassionato di cibo e vino del terzo millennio, ora l’orizzonte si sta allargando. Grazie a una maggiore consapevolezza, Foodies è oggi uno stile di vita, un modo di porsi e di porgere. I Foodies sono disposti ad investire nel buon cibo e nel buon vino e vuole conoscere la storia di chi lo fa. Dal grande cuoco alla signora che fa marmellate con frutti dimenticati, dal locale di design con offerta golosa no stop alla baita di montagna con prodotti home made, tutti si sono attrezzati per far fronte alle richieste dell’esercito dei buongustai del 3.0.


Ogni regione è introdotta da un testimonial d’eccezione (un giornalista, un attore, un regista, un imprenditore, uno sportivo) che svela i suoi luoghi del gusto. Si sono divertiti a raccontare il loro amore per la cucina e a svelare i loro luoghi foodies: Arianna Follis, Piero Chiambretti, Roberto Perrone, Alfonso Signorini, Tania Cagnotto, Mara Navarria, Francesca Cavallin, Pupi Avati, Giorgio Panariello, Cesare Bocci, Federica De Sanctis, Pino Quartullo, Bruno Vespa, Alessio Di Majo Norante, Lina Sastri, Mango, Emilio Solfrizzi, Marina Valensise, Paolo Briguglia, Cristiana Collu; 20 personaggi di mondi diversi fra loro ma uniti da un invisibile filo conduttore: l’amore per la propria regione e per i sapori veri.

“PappaMilano 2014” la guida giusta per l’indirizzo giusto

pappamilano_2014MILANO – Il “PappaMilano 2014” di Valerio M. Visintin ci solleva dal difficile compito di scegliere il ristorante per trascorrere una piacevole serata nella città meneghina. “PappaMilano 2014”, pubblicata da Terre di Mezzo Editore, ci porta alla scoperta di 100 ristoranti di qualità (con 32 nuovi indirizzi e tutte le schede aggiornate) a buon prezzo per conciliare la soddisfazione del palato con quella del portafogli. PappaMilano contiene tra le sue preziose pagine indicazioni su osterie, trattorie, enoteche, ristoranti classici, regionali e pizzerie: praticamente tutto lo sciibile sul mangiar bene a Milano senza spendere una fortuna

Una serie di icone favoriscono il colpo d’occhio: i ristoranti garantiti dall’autore, quelli a prezzo veramente stracciato, le cucine aperte fino a tarda ora. Inoltre, una pratica mappa vi suggerisce il ristorante più vicino. Un capitolo è dedicato alle interessanti “risto-botteghe”, gli alimentari con uso di tavoli.

 

“Manuale di cucina sentimentale”, la vita è una ricetta che non ti aspetti

manuale-di-cucina_chronicalibri_recensione_liveraniGiulia Siena
ROMA
“Quei venerdì erano qualcosa di più di una semplice cena tra amiche a parlare di tizi carini, fidanzati immaginari, capi insopportabili, lavori precari, sesso insoddisfacente, dipendenza da social network, chili da perdere e colpi di testa: era l’idea che in un periodo storico di inquietudine e incertezza, in cui la precarietà lavorativa e sentimentale ci costringeva ad aggiornare i nostri sogni e a non prenderci troppo sul serio, gli unici punti fermi che avevamo erano l’amicizia e una cena da condividere con chi la sapesse apprezzare”. Tessa, Agata e Cecilia si incontrano ogni venerdì sera. Il loro è quasi un rito, un appuntamento al quale non si può rinunciare: ogni settimana, a turno, si mettono attorno a un tavolo imbandito, si spogliano dei propri orpelli sociali e assaporano il gusto e la piacevole complessità delle chiacchiere. Ogni venerdì di ogni settimana, nonostante tutto. Il tutto per Tessa, “foodblogger imprigionata nel corpo di un avvocato”, era un fidanzato QuantoBasta, un lavoro alquanto frustrante e una madre che le ripeteva “E adesso? Te lo avevo detto!”; ma la sua unica, vera e grande passione era la cucina, anche se spesso si lasciava imprigionare dalla ricerca della ricetta perfetta. Il “tutto il resto” di Agata, “una giornalista di moda sovrappeso con l’ossessione per la dieta” era spalmato durante la settimana, quando, vestiti i panni di una milanese fashion writing scriveva di diete, bellezza e tendenze. Per Cecilia “una bio-donna integralista  del km zero”, il resto era rappresentato dalla lotta ai pesticidi e agli OGM, mentre passava il tempo ad accudire Romeo, un panetto di pasta madre che si portava dietro dalla fine della storia con Gaspare.

Le vite di queste giovani donne così diverse si incrociavano ogni venerdì sera; mano mano che i mesi passano e i venerdì si alternano, le loro vite cambiano, prendono direzioni differenti, inaspettate e sorprendenti. Le nostre tre donne devono scontrarsi con la vita che, fuori dalle mura domestiche, continua sagace a cambiare le carte in tavola.
E loro devono crescere, improvvisando la ricetta della propria esistenza.

 

Questo – e molto altro – è “Manuale di cucina sentimentale”, il primo romanzo di Martina Liverani, giornalista e foodblogger già autrice di “10 ottimi motivi per non cominciare una dieta” (Laurana). Pubblicato da Baldini&Castoldi, il nuovo libro della Liverani è un romanzo piacevole e divertente, un racconto immediato e veritiero (tranne la possibilità di riuscire a trovarsi lo stesso giorno della settimana di qualsiasi mese) della società attuale. L’autrice fa del cibo uno strumento comunicativo: ci si confronta attraverso il cibo, si parla attraverso il cibo e lei stessa parla attraverso il cibo; infatti, usa il cibo – tema tanto inflazionato in questo periodo – per parlare di una generazione, quella dei trentenni, sempre alla ricerca della felicità.

 

Manuale di cucina sentimentale. Penso che la cucina abbia molto da insegnare, ed è una specie di metafora della vita- Come si cucina un arrosto o una torta fatta in casa, così si cucina la vita. Fateci caso, le regole della cucina valgono anche per la vita e per i sentimenti”.

Novità: “Venezia nel piatto”, cucina e ricette della città lagunare

venezia nel piatto_marsilio_chronicalibriVENEZIA“Venezia nel piatto… ma che piatto!”, il libro di Enrica Rocca con le fotografie di Jean Pierre Gabriel, sarà in tutte le librerie da mercoledì 6 novembre. Pubblicato da Marsilio, “Venezia nel piatto” è un viaggio nella cucina veneziana; una cucina semplice, perché semplici sono gli ingredienti di base, i metodi di preparazione e i tempi di cottura, ma allo stesso tempo è complessa perché è il risultato di un lungo processo di commistioni tra Oriente e Occidente, di incontri e scontri che hanno dato vita ad accostamenti decisi e inusuali. La tradizione gastronomica veneziana è anche il frutto di un territorio molto particolare, in cui acqua e terra si compenetrano strettamente. Ecco, quindi, il pesce ed i crostacei della laguna e del vicino Adriatico, le verdure e la frutta delle isole dell’ estuario, la carne e la cacciagione della terraferma, le spezie provenienti dal lontano Oriente. Quale miglior modo per presentare i piatti tradizionali veneziani, come i Risi e bisi o le Sarde in saor, dei magnifici vetri di Murano?

 

In un inedito e azzardato abbinamento fra gastronomia e arte, fra bellezza e sapore, il vetro veneziano, da sempre sinonimo di raffinatezza e buon gusto, mostra i suoi molteplici aspetti affascinanti e sempre attuali e rivive sulla tavola moderna grazie a questi originali accostamenti. Piatti, coppe, bicchieri delle più famose manifatture muranesi (Venini, Barovier & Toso, Seguso) e dei maggiori artisti contemporanei (Carlo Moretti, Massimo Michieluzzi) si reinventano in una nuova dimensione e riacquistano attualità.

“Street Food all’italiana”: il buono e il bello di mangiare con le mani

Street Food_Giunti_chronicalibriGiulia Siena
ROMA
– “Un viaggio lungo tutto lo stivale, emozionante e coinvolgente, alle radici della cucina italiana più verace, semplice e generosa, fatta di pochi ingredienti poveri, quella che ha nutrito il popolo per secoli. Le bevande e le pietanze dello “street food all’italiana” testimoniano una grande storia, ricca di umanità e creatività: ve la raccontiamo attraverso i tanti protagonisti che abbiamo incontrato”.
Comincia da qui il viaggio di Clara e Gigi Padovani lungo le strade italiane del gusto alla ricerca di pietanze autentiche, genuine e pronte da consumare. Questo viaggio è “Street Food all’italiana. Il cibo di strada da leccarsi le dita”, il libro della “coppia fondente del food writing italiano” pubblicato da qualche settimana da Giunti. Il volume, presentato il 5 ottobre a Cesena nel’ambito di Saporìe, Festival del Cibo di Strada, racconta le origini antiche, le evoluzioni gourmet e l’attuale notorietà dello street food.
“Con il termine street foods – definisce la Fao – si indica un’ampia gamma di cibi pronti da mangiare e di bevande, venduti e a volte preparati in luoghi pubblici, in particolare nelle strade”. Questo fenomeno, molto in voga negli ultimi anni, ha radici molto antiche che risalgono ai banchetti della Roma imperiale e alle feste regali di Lorenzo il Magnifico. La tradizione vuole, poi, che il cibo di strada – caratterizzato in ogni regione d’Italia dalla territorialità e dalla stagionalità dei prodotti – abbia conosciuto il declino e l’ascesa secondo guerre, carestie e sviluppo economico. Oggi lo street food è il simobolo di una cucina che torna alle sue radici seguendo la qualità e la crescente necessità di un cibo buono, gustoso, territoriale, veloce ed economico. Sono questi, infatti, gli elementi che contraddistinguono lo street food all’italiana dal fast food globalizzante; nei nostri cibi di strada c’è, poi, un tipo di ristoanzione che riflette le culture locali tradizionali e si accompagna alla perfezione con il piacere di mangiare in piedi usando le mani: un’azione, un’esperienza che riesce a coinvolgere tutti i sensi.

In questo viaggio culinario-emozionale si va dall’Alto Adige all’Abruzzo, dall’Emilia Romagna alla Sicilia, dalla Liguria alla Puglia alla scoperta degli artigiani del gusto, donne e uomini che ogni giorno nei loro chioschi e nei loro negozi interpretano e re-interpretano una cucina fatta di passione, fatica, idee e coraggio. I “Mangiari di strada” dello chef Giuseppe Zen di Milano (via Lorenteggio 269), il Lampredotto Pollini di Firenze (via De Macci) o la focaccia ligure di Zena Zuena di Genova (via Cesarea, 78); il pani ca’ meusa di Rocky Basile (piazza Caracciolo) o di Chiluzzo (Piazza Kalsa, 11) a Palermo, così come le specialità napoletane di Timpani e Tempura (vico della Quercia, 17) o la tradizione romana del filetto di baccalà nel centro storico di Roma dal Filettaro a Santa Barbara (Largo dei Librari, 88) sono le tappe del gusto che Clara e Gigi Padovani hanno esplorato per raccontare un’Italia che si lascia conoscere attraverso le specialità culinarie. Non ci sono – e non è una scelta casuale, ma un po’ ci dispiace – le nuove declinazioni di street food (guarda il Trapizzino di Stefano Callegari a Roma o le tante varianti italiche del kebab o del panino), perché “Street Food all’italiana” è un libro che va alla radice di questo fenomeno molto italiano, ne racconta la nascita, il percorso e i virtuosi protagonisti che portano avanti la storia.

 

“Street Food all’italiana” non è solo un libro; è un itinerario, è una guida, è un ricettario, è una testimonianza di come il cibo di strada sia espressione di alta cucina e spunto per l’alta cucina. Infatti, lo street food è stimolo e invettiva anche per grandi chef: Gualtiero Marchesi, Massimo Bottura, Fabio Picchi, Davide Scabin, Ciccio Sultano e Mauro Uliassi parlano in questo libro della loro passione e del loro legame con il cibo di strada, regalando al lettore-buongustaio rivisitazioni e ricette di piatti street. Il libro, poi, è un continuo viaggio che non si esaurisce all’ultima pagina, anzi! Grazie al pratico Qr Code (il simbolo è rintracciabile in oltre 40 pagine del libro) il lettore viene rimandato direttamente al sito di Street Food Italia con video interviste e approfondimenti che permettono un contatto diretto con tutti i protagonisti del volume.

 

“Si mangia per strada, da secoli, per necessità, per fare in fretta, per risparmiare. Ma anche per il piacere di condividere un’esperienza con persone che, diero al banco, sono lì tutti i giorni a fare il loro lavoro con passione e impegno”.

“Hamburger Gourmet”, tutto il gusto in un solo boccone

hamburger-gourmet (1)MILANO – Arriva dall’Ippocampo Edizioni “Hamburger Gourmet”, un nuovo e gustoso libro che vede il panino più famoso del mondo protagonista assoluto di queste pagine. All’inizio degli anni 2000 l’hamburger vive un cambiamento sostanziale: gli chef finalmente se ne interessano. La personalità di spicco è Daniel Boulud, chef francese stabilitosi a New York, che inserisce nel menu del proprio ristorante un hamburger al foie gras al costo di 29 dollari. Questo nuovo approccio acquisisce rilevanza internazionale e i cuochi di tutto il mondo cominciano a considerare l’hamburger con grande attenzione. Gli chef si concentrano sulla ricerca del blend perfetto, che determina la qualità dell’hamburger “gourmet”. Un blend è una miscela, la fusione di diverse qualità, e consiste nel selezionare differenti pezzi di manzo in base alle loro proprietà e punti di forza, mescolandoli per ottenere un equilibrio ottimale di consistenza e di gusto. Una volta ottenuto questo risultato, sono possibili infinite varianti.

58 ricette di hamburger di carne, pesce e vegetariani.

“Lo chef è una donna”, da Piemme un romanzo di amore e ricette

LO-CHEF-E-UNA-DONNAROMA “Graciane chiuse gli occhi, assaporando la perfezione di quel momento: un uomo che sapeva di buono e il cui odore si mescolava a quello del caffè, illuminato da un raggio di sole della bruma pungente del primo mattino. Bastava così poco per essere davvero felici”. 

Graciane è una donna, ha quarant’anni ed è uno chef. Nulla di strano se non fosse che ha passato la vita a competere con Florent, il suo ex marito, un famoso chef sempre impegnato a sperimentare nuove ricette e nuove tecniche. Ma per Graciane la cucina è donna e vuole dimostrarlo anche agli altri: divorzia e prende in mano la sua vita. Comincia così “Lo chef è una donna”, il romanzo di Valérie Gans pubblicato da Piemme.

Graciane allora decide di affrontare “l’uomo che, per oltre dieci anni, l’aveva trattata come una ragazzotta, senza mai perdere l’occasione di sminuirla, possibilmente in pubblico”e si mette alla prova. Apre un ristorante nella sua Parigi, ma lei vuole differenziarsi dai tanti chef della città, nella cucina di Graciane le materie prime e il ruolo della squadra sono fondamentali; poi, un menu che non dimentica le sue origini basche e i segreti culinari di nonna Ama fanno la differenza. Così, la vita della protagonista cambia: oltre agli impegni, alle preoccupazioni e alle gioie per i suoi due figli Timothèe e Elija, nel quotidiano di Graciane trova sempre più spazio la cucina e una nuova e inaspettata sfida. Infatti, la brigata di cucina iscrive Graciane a una competizione per eleggere il miglior chef di Parigi tra i più rappresentativi cuochi delle cucine parigine.

“Lo chef è una donna” è un romanzo leggero composto da pochi e semplici ingredienti: passione, fantasia, amore e avventura. Un perfetto mix che si completa grazie alla tematica culinaria (ormai di gran moda), tanto che ogni capitolo prende il nome di una pietanza e si chiude con la ricetta stessa.

Eccone un esempio:

La ricetta di Graciane
Soufflé al cioccolato

Per 4 persone
135 gr. di cioccolato al 70% di cacao, 30 gr. di burro + burro per stampini, 30 gr. di tuorlo d’uovo, 130 gr. di albume d’uovo, 45 gr. di zucchero + zucchero per gli stampini

1. Scaldare il forno a 180°
2. Far sciogliere a bagnomaria il cioccolato con un po’ di acqua o latte.
Togliere dal fuoco, aggiungere il burro a tocchetti e poi i tuorli d’uovo.
3. Montare gli albumi a neve non troppo ferma con lo zucchero e una presa di sale.
4. Incorporate gli albumi al composto: cioccolato, uova, burro.
5. Distribuire il preparato in 4 stampi da soufflé individuali, imburrati e spolverizzati di zucchero. Infornare per 10 minuti.
6. Servite subito.