Novità editoriali, gennaio 2012 con tanti libri e per tutti i gusti

Novità editoriali gennaio 2012Giulia Siena
ROMA
– Dall’ondata di novità editoriali che invadono le librerie di tutta la Penisola si può dire che il 2011 si è chiuso con l’ispirazione degli scrittori e la sfida degli editori. Infatti, l’anno che è appena cominciato vede l’uscita di tante nuove pubblicazioni e per tutti i gusti… Marsilio Editori propone “La verità del serpente” di Gianni Farinetti, “Tu sei il male” di Roberto Costantini  e “Il potere in Italia” di Lucia Annunziata. Mursia pubblica “Un altro best-seller e siamo rovinati”, “il libro del libraio” Marino Buzzi dal titolo un po’ provocatorio. Anche Gene Gnocchi è tra gli autori che inaugurano questo 2012; infatti, il comico parmense sbarca in libreria con “L’invenzione del balcone” pubblicato da Bompiani. Sempre Bompiani propone anche “L’occhio dell’uragano” di Patrick Withe e “La seconda mezzanotte” di Antonio Scurati. Dopo i successi ottenuti  in Inghilterra e Stati Uniti, “Non ti addormentare” di S. J. Watson viene portato in tutte le librerie italiane dalle Edizioni Piemme. La stessa casa editrice milanese annovera tra le sue novità di questo intenso 2012 letterario anche “Le lezioni proibite” di Suraya Sadeed e “Firelight. La ribelle” di Sophie Jordan. La piccola casa editrice pistoiese Via del Vento pubblica nella collana I quaderni di Via del vento “I vagoni rossi” di Stig Dagerman e “Ronzinante di nuovo in viaggio” di John Dos Passos nella collana Ocra Gialla. “Dune” di Frank Herbert è una intera serie formata da sei volumi proposta da Fanucci Editore. Quest’ultimo porta in libreria anche “Debito di ossa” di Terry Goodkind, “I fiumi di Londra” di Ben Aaronovitch e “568 D.C. I Longobardi – Il re solo” di Sabina Colloredo. Dal 19 gennaio su tutti gli scaffali italiani saranno presenti per LeggerEditore “Il segreto del libro proibito” di Karen Marie Moning, “Il bacio oscuro” di Lara Adrian, “Passione eterna” di Larissa Ione e “Dark dream” di Kresley Cole. Mentre “Lavoro domestico e migrazione postcoloniale” è uno studio di Sabrina Marchetti sul lavoro e la migrazione femminile pubblicato da Ediesse. Per finire questa carrellata di novità editoriali segnaliamo una guida ideale per il periodo di saldi: “Meditazioni sullo shopping” di Achim Seiffarth pubblicato da Mimesis Edizioni.

“Opendoor” aprire le porte non significa essere liberi

Marianna Abbate
ROMA  “Opendoor” è la prima opera di Josi Havilio tradotta in italiano, pubblicata da Caravan Edizioni. Prima di presentare il testo volevo soffermarmi sulla scelta grafica e di formato, della casa editrice, che non ha nulla da invidiare alle grandi edizioni tascabili (se non il prezzo…). I libri si presentano compatti, gradevoli alla vista e al tatto, con un testo ben leggibile, elementi imprescindibili per una buona lettura. Devo quindi riconoscere che già in partenza ero favorevolmente influenzata dall’involucro.

Il libro è originale, vago, pieno d’emozione.

Josi Havilio è un giovane autore argentino, che si è guadagnato la fama proprio grazie a questo suo primo romanzo, pubblicato in origine da una piccola casa editrice.

La storia si svolge ad Opendoor, un paese sperduto nella campagna argentina. Un posto dove dall’inizio del ‘900 vivevano in esilio tutti i matti del paese. Il nome del villaggio è simbolico, le porte delle case, dell’ospedale, sono aperte, perché è inutile cercare di scappare.

E qui arriva la protagonista, anonima e sola. Sospesa tra sanità e follia, stringe amicizie passeggere, vive rapporti d’emergenza. Non è la sola a soffrire, tutti soffrono. L’aria e la noia danno l’illusione di una pace che non esiste.

Un romanzo quasi mistico, indolente ma allo stesso tempo malinconico e quasi nostalgico. Letteratura.

Tutti pazzi… per le stelle

Agnese Cerroni

Roma – Gli italiani, depressi per la congiuntura negativa di spread alle stelle e recessione all’orizzonte, si rifanno con le promesse ben auguranti degli astri. Così, nonostante la crisi economica, in edicola e libreria i tomi dei guru dell’astrologia sono andati a ruba: da Branko a Paolo Fox, da Astra a Rob Brezsny, in tanti sbirciano tra le profezie sperando di trovare qualche buona notizia.

Tutti pazzi per l’oroscopo quindi.Ma cosa avevano previsto gli oroscopi a Capodanno 2011? Tanta salute, prosperità, ricchezza e fortuna per tutti. E’ questo che abbiamo bisogno di sentirci dire? Anche se non è vero? Perché oroscopo, alla fine dell’anno, fa rima con “speranza”. Speranza nell’anno che verrà, speranza di essere assunti con un contratto a tempo indeterminato, di non essere più solo dei lavoratori precari, di innamorarci, di trovare l’uomo giusto, di sposarci, di avere dei figli.

E allora ci verranno in aiuto Paolo Fox, Branko e, come ogni anno, verranno rispolverate le profezie di Nostradamus e confutate le apocalittiche previsioni dei Maya che fanno del 21 dicembre 2012 l’ultimo giorno di vita sulla Terra.

Attesi e ormai punti di riferimento imprescindibili per chi è appassionato di astrologia, arrivano «L’oroscopo 2012» di Paolo Fox (Cairo, pag. 262, euro 15) e il «Calendario astrologico 2012» di Branko (Mondadori, pag. 200, euro 10).Come nelle sue trasmissioni televisive, Paolo Fox tranquillizza e fa riflettere, segnala le criticità e i punti di forza, non prendendosi mai troppo sul serio e ricordando costantemente ai suoi lettori che le stelle possono aiutare od ostacolare, ma artefici del nostro destino rimaniamo sempre noi.

Ma perché gli astrologi hanno tanto successo? Perché ascoltiamo le loro previsioni e acquistiamo i loro libri?
La ragione, secondo Claudio Sabelli Fioretti, l’autore del salace “antioroscopo” Stelle Bastarde e noto giornalista delle principali testate italiane, è una sola: “l’astrologia è una truffa, per poveri di spirito, gli astri se ne fregano di noi. Gli astrologi nel migliore dei casi sono degli abili psicologi che captano dai nostri sguardi l’ispirazione per parlarci di noi stessi. E poi sono degli adulatori”. Insomma, è arrivato il momento di dire basta a questa ipocrisia dilagante, di smascherare questo impero della menzogna e chiarire una volta per tutte come stanno veramente le cose: gli oroscopi sono stupendi, ma la vita fa schifo.

 

Dal più affascinante, ironico e preparato astrologo italiano Marco Pesatori ecco un volume che, oltre a essere un repertorio di piccole previsioni e suggerimenti per il 2012 segno per segno, come si conviene, è anche una lettura piacevole e divertente, densa di citazioni e suggerimenti che nulla hanno a che vedere con un’arte divinatoria spesso raffazzonata: 2012. Visioni e previsioni sul nuovo anno. Segno per segno (Feltrinelli, pag. 304, euro 14).

Un paragrafo originalissimo merita una citazione a sé: Se il mondo finiscese si avvererà la profezia dei maya voi come affronterete questo fastidioso imprevisto?
E allora eccoci lì a leggere gli oroscopi per segnare le cose più belle, per farci qualche risata o per sorridere credendoci almeno un po’…

Patrizia Simonetti ai microfoni di ChronicaLibri

Stefano Billi

ROMA – ChronicaLibri si fa radio. Infatti, abbandonata la consueta scrittura di articoli, per un istante ChronicaLibri diventa speaker radiofonico ed intervista Patrizia Simonetti, autrice del libro “Il giornalista radiofonico. Istruzioni per l’uso“, Armando editore.

 

 

Lei ha lavorato in radio sia come speaker, sia come giornalista. Quale dei due tipi di approcci al mondo radiofonico è attualmente il Suo preferito?

 

In questo momento mi piacerebbe molto tornare a lavorare in radio come speaker, nello specifico come conduttrice di un programma musicale o di attualità, in cui poter parlare a ruota libera senza limitarmi a leggere il testo di un notiziario o di un servizio giornalistico, seppure redatti da me. Questo probabilmente perché ho lavorato come giornalista per ben vent’anni, dal 1989 al 2009, e sento il bisogno di cambiare. O piuttosto di tornare al mio primo amore che è,  appunto, quello di fare radio in modo più “libero”. Allo stesso tempo la mia natura è oramai quella di giornalista per cui l’ideale per me sarebbe uno spazio da riempire, ad esempio, con musica e notizie, magari a tema, o, ancor meglio, un programma, anche di utilità, che preveda l’intervento degli ascoltatori. Interagire con chi ti segue è molto gratificante, anche se allo stesso tempo rischioso. E’ come una prova del nove in diretta: se la gente ti chiama e vuole parlare con te, vuol dire che il tuo programma è buono e tu stai lavorando bene, se invece ti ignora, evidentemente c’è qualcosa che non va. Ma sarei disposta ad accettare la sfida.

 

Nel Suo manuale, Lei affronta la realtà del giornalista radiofonico in maniera davvero schietta e sincera, fornendo un taglio consapevole sui pregi e difetti di questa professione. Stante questa consapevolezza, Lei immagina la radio ancora come qualcosa di magico, così come quando ha iniziato questo mestiere?


La radio “è” magica e non smetterà mai di conquistarmi con il suo fascino. Sono convinta, come ho anche accennato nell’introduzione del mio libro, che nessuna nuova tecnologia potrà mai soppiantare questo mezzo unico e creativo. La radio regala informazione, intrattenimento, compagnia, senza chiedere nulla in cambio. Puoi ascoltarla mentre fai altre cose o concentrarti solo su di lei. E’ diretta, immediata, sincera. La radio ha un potere che definirei generoso, perché può esser messo a disposizione sia di chi la fa che di chi la ascolta, offrendo ad entrambi un’infinita gamma di possibilità: può comunicare, far riflettere, divertire, aiutare, può persino alleviare solitudini e  rafforzare legami. Io ho sempre vissuto di radio, prima come ascoltatrice, poi come conduttrice. La radio è stata il sottofondo della mia vita e la mia vita stessa. Come potrei mai smettere di amarla?

 

Perché ha sentito il bisogno di scrivere un manuale sul tema del giornalismo radiofonico?


Ho lavorato per vent’anni in un’agenzia di stampa radiofonica come giornalista, ricoprendo ogni tipo di mansione: redattrice, responsabile di settore, conduttrice, inviata. Sebbene dura e faticosa, è stata un’avventura bellissima. Ma poi è finita. Le lunghe storie d’amore, anche se ci fanno soffrire, ci lasciano sempre qualcosa. Così ho pensato che anche questa mia complessa “relazione” doveva e poteva lasciare un segno. Ho quindi deciso di documentare quella che è stata la mia lunga esperienza in questo settore e metterla a disposizione di chi vuole intraprendere questa strada, illustrandone con sincerità  il fascino ma anche le difficoltà, sperando che possa essere d’aiuto. Anche scrivere, del resto, è stata sempre la mia passione: in questo modo ho potuto unire i miei tre grandi amori: la radio, il giornalismo, la scrittura. E poi, dopo aver tenuto alcune lezioni di giornalismo radiofonico all’Università, coltivo l’idea di tenere un corso tutto mio come docente e mi piacerebbe che questo testo potesse esserne la base.

 

Molti speaker o giornalisti radiofonici hanno appreso il loro mestiere attraverso numerosi anni di esperienza, forgiando la propria voce a partire dalle emittenti più piccole sino a quelle più blasonate. L’avvento di molteplici libri che aiutano a diventare speaker o giornalisti radiofonici, secondo Lei può arricchire e accelerare il processo di formazione professionale delle nuove voci che si affacciano in radio, accorciando il tempo che prima era necessario ad imparare questo mestiere?


Ho cominciato da giovanissima e come autodidatta in piccole emittenti di quartiere: all’epoca, parliamo degli anni 80, andavano molto di moda le dediche radiofoniche ed io ne facevo tante! Poi, a mano a mano che acquistavo esperienza e sicurezza, mi proponevo ad emittenti più prestigiose, in alcune delle quali sono riuscita ad entrare, fino ad approdare in Rai. Ritengo dunque che la pratica, sia per la conduzione radiofonica che per il giornalismo, sia assolutamente la scuola migliore. Tenendo tuttavia presente che, come scrivo nel mio libro, tutto può riuscire più facile se si possiedono alcune cosiddette doti innate. I testi sull’argomento certamente possono aiutare, purché spieghino realmente ciò che è meglio fare e ciò che è meglio evitare, fornendo una base teorica che può rivelarsi molto utile ad apprendere più velocemente il mestiere. Ma poi la pratica è fondamentale. Sicuramente anche un buon corso può dare una mano. Purtroppo però c’è da dire che attualmente non basta “saper fare”: la crisi colpisce ogni settore ed anche quello di cui stiamo parlando.  Non è facile trovare un lavoro, quanto meno degno di questo nome, neanche in radio. Ma se c’è la passione il mio consiglio è: insistere!

 

Perché i lettori del nostro giornale dovrebbero leggere il Suo libro?


“Dovrebbero” è una parola grossa! Direi che lo consiglio a coloro che vogliono intraprendere questa professione perché può essere un valido aiuto di base: l’esperienza insegna sempre. Può quindi aiutare ad essere più preparati ad una prova pratica, spiegando in modo chiaro e semplice cosa verrà chiesto loro nella redazione di una radio o di un’agenzia radiofonica, aiuta a familiarizzare con i termini tecnici del giornalismo radiofonico e illustra, proprio come un libretto di istruzioni di un kit, come si prepara e si realizza un notiziario, un servizio, un’intervista. Se durante uno stage viene chiesto di preparare un lancio o procurarsi un sonoro, chi ha letto il mio libro non dovrà chiedere di cosa si sta parlando, ma potrà mettersi subito all’opera. Allo stesso tempo lo consiglio anche ai semplici curiosi: non vi siete mai chiesti, ascoltando un notiziario o un servizio, cosa c’è dietro e come è stato preparato? Il mio libro ve lo racconta.

Santificare le feste… con gusto!

Agnese Cerroni
ROMA – Un giro del mondo a tavola, un tuffo nei menù e nelle tradizioni gastronomiche della cristianità. Pietro Semino in Santifica le feste … a tavola!Menù e tradizioni da tutto il mondo (Ancona Editore) ci guida fra le tavole imbandite delle varie chiese e confessioni (a occidente e a oriente di Roma), illustrandone con competenza la simbologia, le radici storiche, gli usi e costumi, e dando pratiche ricette da eseguire passo passo.

Partendo dalla festa della Resurrezione fino al Natale e passando per Capodanno e Epifania . Si gustano i tipici menù della tradizione Ortodossa, Copta o di quella Caldea. Ricette di livello medio, eseguibili con facilità grazie anche al reperimento degli ingredienti o ai consigli sui succedanei equivalenti. In fondo al testo un glossario in ordine alfabetico descrive i cibi più esotici e poco conosciuti.

Arriva “Le mie migliori ricette. GialloZafferano”, il libro che nasce dal web

libro di ricette di giallozafferanoROMA – “Cucinare è raccontare una storia: quella della ricetta, delle infinite versioni elaborate in luoghi diversi e in momenti lontani, dei passaggi attraverso i quali è arrivata fino a chi la prepara. È una storia nella quale non credo ci debbano essere segreti, altrimenti si rischia che non ci sia più nessuno in grado di continuarla. GialloZafferano è il mio modo di raccontare quella storia: ho raccolto 130 ricette inedite e non, pescandole dal grande archivio che è diventato il mio blog e dalla mia creatività. Ci sono le mie preferite, i miei cavalli di battaglia, una decina di piatti “insospettabili” per stupire, tantissime idee per suscitare meraviglia e per preparare piatti espresso (ma da urlo), quelle che proprio non si può non cucinare una volta nella vita, le più ricercate dagli utenti e quelle che faranno impazzire i vostri bambini. E ancora: sofà food, finger food, Street food, piatti adatti a banchetti luculliani, a cenette tra innamorati, a serate con gli amici… Oltre, naturalmente, ai miei “segreti”: da madre di tre figlie posso dire senza incertezze che la cucina è bella se è condivisa, se il tavolo sul quale si mangia può accogliere tante persone, se è occasione di confronto e di ascolto. Tutto, con un paio di doverose eccezioni, è rigorosamente italiano: perché la nostra è la cucina più appassionante al mondo e perché vale la pena essere consapevoli dell’infinita varietà di possibilità, incroci e sapori che possiamo creare con gli ingredienti della nostra terra.” (dall’introduzione di “Le mie migliori ricette. GialloZafferano”, Sonia Peronaci, Mondadori)

Compagne di un viaggio difficile

Marianna Abbate
ROMA – Il cibo razionato, i negozi con gli scaffali vuoti, solo aceto in vendita. 20 dollari al giorno per rimanere nel tuo paese, se hai sposato uno straniero. Sono racconti che ho sentito mille volte, da mia madre, ancora incredula e triste, e da mio padre, che ne parla come se fosse una barzelletta. Ma la Polonia dei tardi anni Ottanta sembra il paradiso se confrontata alla Romania di Nicolae Ceausescu. “Compagne di viaggio, racconti di donne ai tempi del comunismo”, pubblicato da Sandro Teti Editore, ci avvicina un po’ a questa storia.

Ho sentito delle storie anche sulla Romania, paese di origine della mia adorata insegnante di violino. Erano terribili, per quanto si possa raccontare ad una bambina. Quello che mi è rimasto impresso è che per parlare di politica a casa si usava aprire il rubinetto dell’acqua per coprire le voci. Perchè non ti potevi fidare di nessuno, i tuoi stessi familiari potevano essere spie, ma soprattutto potevi essere certo di avere delle ricetrasmittenti nascoste in casa (fatto che si è poi confermato durante un rinnovo della casa negli anni Novanta: il telefono era sotto controllo).

Ero, dunque, abbastanza preparata nell’approcciare questo libro. Ma il brivido gelato non mi ha risparmiato, quando ho letto delle donne uccise perché avevano abortito, dei chilometri fatti con buste pesantissime al gelo, delle file interminabili per comprare del cibo. Della lotta infinita per trovare del combustibile durante gli inverni più freddi.

Sono diciassette le scrittrici che hanno voluto condividere la loro esperienza con il comunismo. Ognuna di esse aveva a cuore qualcosa di diverso, ma il mondo che vivevano voleva uniformarle a tutti i costi. Indossavano tutte le stesse mutande bianche, le stesse calze. Non potevano truccarsi, semplicemente perché non c’erano trucchi. Sembrano stupidaggini, in un Paese dove la gente veniva uccisa per un nonnulla; ma la morte ha diversi volti e uno di questi è sicuramente la depersonificazione tramite l’uniformazione- come avveniva nei lager.

I racconti  non sono lagnosi, non sono pregni di quell’idealismo astratto che piace tanto agli uomini. Sono storie di donne che dovevano comunque sopravvivere, che sapevano ridere delle proprie disgrazie. E cavarsela. Sempre.

Arriva in libreria “Molto buono! Il meglio della cucina italiana in 1000 ricette”

ROMA – Oltre 800 ricette tutte fotografate e provate, facili ma originali, per sperimentare ogni giorno gustose e semplici variazioni sui “soliti ingredienti”, ma anche raffinate e di gran classe per le occasioni speciali. Questo è “Molto buono! Il meglio della cucina italiana in 1000 ricette”, il libro portato in libreria da Food Editore proprio in questi giorni. La semplice suddivisione per argomenti (salse e condimenti, antipasti, primi piatti, carne, pesce, uova, salumi e formaggi, verdure, frutta e dolci) rende il libro molto intuitivo e facile da consultare. Ogni sezione apre poi con un approfondimento sugli ingredienti, con una selezione delle varietà più comuni e con una breve scuola di cucina. Un libro con un occhio alla tradizione e uno al futuro, indispensabile per tutti gli amanti della cucina italiana.

“L’arte dell’attrazione in cucina. Oltre 250 ricette irresistibili che vi faranno perdere la testa”: l’elisir d’amore della cucina di coppia

ROMA – Il nostro benessere non dipende solo da una sana alimentazione o da una dieta equilibrata, ma anche da come si prepara qualcosa da mangiare. Potrà sembrare banale, ma cucinare in due può riservare piacevoli sorprese. Se siete pronti a dare sfogo alla vostra fantasia in cucina, leggete “L’arte dell’attrazione” di Marino Valentina edito pochi giorni fa da Newton Compton nella collona Grandi manuali Newton . Tante deliziose e allettanti ricette vi aspettano. Inoltre, scoprirete che la felicità passa anche in cucina. Continua

Se leggi questo post … c’è un complotto governativo

Agnese Cerroni
ROMA – Se non riesci a trovare un lavoro decente, la tua casa viene periodicamente svaligiata dai ladri e i tuoi partners inesorabilemnte ti scaricano, non abbatterti! Non è colpa tua, c’è lo zampino dei men in black dell’FBI! Se ti capita di pensare di essere osservato, spiato, seguito, hakerato … hai ragione, è proprio così. Quello che accade a te è esattamente ciò che succede a Jeffrey Parker, il protagonista di A cazzo di cane, il nuovo romanzo di Barry Schechter edito da Casini Editore. Continua