“Con le ali di Aurora”: essere normali e essere strani. Quando le storie rendono tutti uguali

Giulia Siena
PARMA – Lolo, protagonista di Con le ali di Aurora di Sofia Gallo, ha un padre dall’altra parte del globo e una madre, Augusta, che inventa storie irreali e strampalate. Pubblicato da qualche settimana dalla sempre sorprendente casa editrice Coccole Books, Con le ali di Aurora racconta i dubbi, le difficoltà e le emozioni che vive ogni giorno Lorenzo, per tutti Lolo. Lolo vive a Pesaro, adora il basket e per lui sta per cominciare la fatidica quarta elementare; il classe ritroverà Maurizio, quell’amico a cui è tanto affezionato ma per il quale la classe viene spesso distratta e disturbata. Maurizio ha l’abitudine di alzare la voce, di non ascoltare le maestre Giulia e Agostina, di andare subito su tutte le furie e scaraventare tutto a terra. Le maestre lo definiscono “strano“, ma Lolo non ha mai fatto caso a questa stranezza, anzi, è suo amico da sempre e Maurizio ha un debole per le storie fantasiose e quasi sconnesse che racconta Augusta; con quei racconti quasi si calma. Un giorno, però, dopo il laboratorio di lettura del martedì, arriva in classe Aurora. “Aurora è strana” – sentenzia Carolina, la ragazza più simpatica della classe. “Cosa vuol dire normale? – si chiede Lolo – Maurizio è Maurizio e Aurora è Aurora. Sono entrambi normalissimi”.

La normalità, infatti, è un gioco di sguardi; è crescere insieme, ascoltare storie e fare dolci; la normalità sono bambini che si tengono per mano; è ascoltare le urla, calmare la rabbia. La normalità è una condivisione quotidiana ed è non troppo differente dall’essere strani.

Attraverso le storie, i colori e l’ascolto, Lolo, Maurizio e Aurora suggelleranno un patto.
E delle storie di Augusta, detta Lola, cosa ne sarà?

Sofia Gallo con questo libro riesce e raccontare una diversità spesso trattata come problema, limite e ostacolo. Riesce a intessere una storia ricca di semplicità, accoglienza e ascolto.

 

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