Daniela Distefano
CATANIA – “Il silenzio è la condizione per ritrovarci con noi stessi e con la natura, il pentagramma sul quale scriviamo la nostra cadenza, l’eco delle parole che abbiamo pronunciato o taciuto.
Dal microcosmo che ci compone alla volta celeste che ci sovrasta, il silenzio è più forte della parola; è la parte di eterno che accompagna il mormorio della vita”.
Nata nel 1971 a Udine, Cristina Noacco insegna Letteratura francese del medioevo all’Università Jean Jaurès di Tolosa.
Al centro della sua ricerca il romanzo cortese e il tema della metamorfosi.
Oltre all’insegnamento, ama esprimersi attraverso la scrittura, la fotografia, e il disegno. E’ autrice di una raccolta di poesie in friulano e in italiano, tradotta anche in francese. Pubblica regolarmente su una rivista locale i suoi racconti di viaggio e di alpinismo, molto spesso in solitaria.
Con questo agile opuscolo, La forza del silenzio (Ediciclo), ci immerge nell’estasi data da un suono senza volume, il grado zero del nostro udito; apprendiamo così che lo scintillio delle stelle e il viaggio di una foglia, lo sciabordio delle onde o lo scricchiolio dei ghiacciai compongono una musica da ascoltare con uno spirito contemplativo.
Mentre il suono non può esistere senza silenzio, quest’ultimo può fare a meno del suono.
Il silenzio è una vera e propria nota.
Nel corso del tempo, hanno fatto del silenzio uno dei pilastri della loro regola i benedettini, i certosini, e i carmelitani. Una scelta estrema? Affatto: bisogna solo volerlo e staccare la spina.
Anche la scrittura è attraversata dall’alternarsi di note e taciti segnali.
La punteggiatura non è solo un codice convenzionale: è il respiro del discorso e lo strumento di percussione che gli attribuisce, fin da Aristofane di Bisanzio, nel terzo secolo avanti Cristo, il suo ritmo particolare.
Il silenzio è quindi necessario per comunicare a viva voce o attraverso la lettura e la scrittura.
Come fare in modo che il silenzio parli in noi stessi? Bisogna ascoltare il cuore.
“Grazie al silenzio interiore si realizza l’accordo tra l’anima e l’armonia dell’universo, l’unione fra il silenzio dell’uomo e quello della natura: Sileo ergo sum”.
La forza del silenzio è un libretto delizioso che l’autrice riesce a rendere leggero e pieno di riferimenti concettuali semplificati e digeribili. Oggi è quasi impossibile separare il nostro bisogno di meditazione silenziosa da tutta la pattumiera uditiva della società odierna.
Viviamo connessi a effetti acustici che sono diventati delle protesi, dei prolungamenti del nostro corpo. Se provassimo a sganciarci poco a poco dal brusio tecnocratico gusteremmo la vita con ben altra pubblicità dello spirito.