Daniela Distefano
CATANIA – “Ci sono momenti in cui è meglio accettare che sia tutto finito, che non ci sia più niente da fare. Cedere e abbandonare ogni speranza, arrendersi.
Ecco come mi sono sentita allora. Non credevo ai miracoli. Tutto ciò era accaduto perché ci eravamo ostinati a voler cambiare un destino già scritto. Non ne avevamo nessun diritto, non potevamo reinventare la storia. Eravamo condannati a essere ingannati sin dalla nascita”.
La ragazza tedesca (Editrice Nord) – romanzo di Armando Lucas Correa, caporedattore di People en Espanol, la rivista di lingua spagnola più venduta in America (nel corso della sua lunga carriera di giornalista, ha ricevuto numerosi premi. Attualmente vive a Manhattan) – è un libro che racconta due storie intersecanti.
Nella prima, siamo nel 1939. Sono 937 gli ebrei a bordo del transatlantico St. Louis, tutti in fuga dalla violenza della Germania nazista. Tra loro ci sono Hannah Rosenthal e Leo Martin, entrambi ragazzini che si giurano amore eterno.
Hannah otterrà il permesso di sbarcare a Cuba, Leo no. Una tragedia sulla tragedia perché Leo morirà lasciando ad Hannah un vuoto nell’anima (mai colmato) e una scatolina indaco sigillata.
Corre parallela la seconda vicenda, quella di Anna Rosen. Stavolta siamo catapultati nella New York del 2014. Questa futura donna, piena di speranze e dolci pensieri sul padre sepolto tra le macerie delle Torri Gemelle, riceve uno strano regalo per i suoi dodici anni: la lettera di una certa Hannah Rosenthal, sua zia paterna.
Ecco la fusione in uno spazio temporale sospeso tra nostalgie, dolore per la perdita, attesa di una rivelazione.
La ragazza tedesca è un romanzo che vuole coniugare il verbo affettivo con la Storia mondiale fino ai giorni nostri. Un progetto ambizioso non del tutto riuscito, ma le pagine scorrono come acqua corrente, si insinuano nei nostri sensi, si respira aria di famiglia, amore, sofferenza e alla fine anche se manca un po’ di sano realismo, ci si concilia con una narrazione gradevole e lontana dal gravame dell’odio, della vendetta, del subbuglio emotivo.