Il metodo di Sherlock in materiale inediti

Sherlock. Un uomo, un metodoGiulio Gasperini
AOSTA – Un’opera teatrale interamente progettata da Conan Doyle, due racconti brevissimi e una scaletta apprestata per l’abbozzo di un racconto: questo è il prezioso contenuto di Sherlock: un uomo, un metodo di Arthur Conan Doyle, edito da Rogas Edizioni con la traduzione di Adalgisa Marrocco nella collana #DarcyincontraDupin, nata dall’incontro della collana di letteratura inglese con quella dedicata al giallo e al poliziesco. Particolarmente nell’opera teatrale, intitolata La banda maculata, il celebre detective, col quale Conan Doyle ha da sempre intrattenuto un rapporto complesso e conflittuale, appare in tutta la sua tridimensionalità, la sua scaltrezza, il suo talento nel risolvere complicate situazioni che all’inizio appaiono invece senza logica apparente.
Anche in questo volume torniamo alla solita familiarità con questo detective un po’ sopra le righe, che consuma cocaina, che rifiuta i clienti, che non ha paura apparentemente di nulla, disinvolto nell’utilizzare un’arma e nel travestirsi per confondere e illudere chiunque, che possiede infiniti talenti e ancor più infinite risorse. Sherlock è un personaggio che destabilizza, dal quale riceviamo spesso più sorprese che conferme, sempre con la certezza che, se c’è lui, tutto non potrà non andare a finire nel migliore dei modi. Interessante anche il racconto Come Watson imparò il metodo, una scheggia di narrazione nella quale i due ruoli celebri, quelli di Sherlock e del suo amico-aiutante Watson, sono completamente rovesciati: è Watson a trarre conclusioni da osservazioni e deduzioni di comportamenti e dettagli apparentemente insignificanti, a elaborare una teoria indiscutibilmente veritiera e inconfutabile. All’apparenza, però; perché il metodo di Sherlock è indubbiamente impenetrabile, un’abilità che solo lui conosce e che, per questo, ci appare ancora più affascinante e ammaliante.
Il testo di Rogas Edizioni è prezioso perché ci consegna materiale inedito ma non per questo minore, all’interno del canone di Conan Doyle. Ogni elemento che possiamo ricavare da questi testi conferma e arricchisce la nostra immagine di uno dei detective più famosi della storia della letteratura, scintillante protagonista di un immaginario collettivo e persino patinato, colonizzatore del grande e del piccolo schermo (basti pensare al successo dell’attualissima serie TV “Sherlock”).

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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