Giulia Siena
PARMA – “Mi dispiace davvero, ma ci sono cose nella vita che si possono avere e altre no. Il tortellino al pomodoro proprio no. Il tortellino muore nel brodo”. La presa di posizione di Emilio Zucchini nelle prime pagine di questo libro dovrebbe metterci sulla buona strada, da questa affermazione dovremmo già capire diverse cose: Il tortellino muore nel brodo di Filippo Venturi (Mondadori) non è un libro di cucina, ma un romanzo, ed Emilio Zucchini non è un ristoratore qualsiasi. Zucchini, per tutti Zucca, ha uno sguardo attento e ironico, è perspicace ed è uno scapolo incallito che ama vivere tra i tavoli della sua trattoria e“la trattoria è ancora uno di quei luoghi che probabilmente non salveranno il mondo, ma di sicuro possono rendere migliore una giornata, o perlomeno un paio d’ore […] E la trattoria di Emilio è proprio questo: una scatola piena di ricordi e di antichi sapori a cui lui cerca di dare quotidianamente vita”. In un giorno qualsiasi, mentre è alle prese con le tagliatelle e il ragù – sono pochissimi i piatti che si diletta a cucinare prima di accogliere i clienti – fuori dal suo locale succede qualcosa che sconvolgerà la vita di diverse persone. Tra le strade di Bologna, lì dove è nato, cresciuto e vive tuttora l’autore, Filippo Venturi, si intesse la storia fatta di tante vite che si incroceranno in una via qualsiasi. Nicola, il migliore amico di Zucca, ancora stordito dalla sparizione di sua moglie, parcheggia in doppia fila per correre a prendere il giornale. Tutto quello che rimane a Nicola è in quella macchina con le chiavi attaccate; lì c’è sua figlia e lì c’è quel poco di tranquillità che gli rimane. Ma nella banca a due passi dall’edicola Cico Pop e Mangusta hanno una “missione” da compiere, devono rubare quella moneta che per loro non vuol dire nulla, ma che per il boss è fondamentale. Peccato, però, che quello sia lo stesso giorno che Joe Solitario ha scelto per il proprio riscatto: da cantautore dimenticato a rapinatore improvvisato. In un attimo tutto si compie: Joe Solitario cerca di sfuggire dalle grinfie di Cico Pop e Mangusta salendo sulla macchina di Nicola. Dalle vetrine de “La vecchia Bologna” si avverte il trambusto; Zucca osserva, e da questo momento sarà colui che terrà le redini del gioco. La perspicacia di Emilio lo accompagnerà sulle strade del rapimento di Giulia, incrociando le tracce dei due malviventi e la disperazione di Joe Solitario.
Il tortellino muore nel brodo è un noir ben congegnato perché ogni elemento è calibrato alla perfezione come tanti ingredienti di un piatto ben riuscito: ironia e suspense, vite in evoluzione e colpi di scena, amori, ricordi e amicizie, nuovi ostacoli e nuovi inizi.