Daniela Distefano
CATANIA – “Il paesaggio è una composizione “pluristratificata”, risultato della vita di una comunità locale che ha agito spontaneamente ma anche di concerto lungo un periodo lunghissimo di tempo. L’Italia è “il contesto dei contesti”, mandato in gran parte alla malora!”
Andrea Carandini è professore emerito di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana presso l’Università di Roma La Sapienza. Allievo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, ha condotto importanti scavi tra il Palatino e il Foro, scoprendo la prima Roma dell’VIII secolo a. C. e la Roma prima di Roma del IX e del X secolo.
Nel 2009 è stato nominato Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, carica che ha ricoperto fino al 2012.
Dal febbraio 2013 è Presidente del FAI. Per lui “l’archeologo somiglia a un sagace investigatore, che si avvale di un metodo universale e di tanti specifici sussidi”.
La forza del contesto, pubblicato da Laterza, è un saggio godibilissimo, fruibile anche da lettori non addetti ai lavori in cui si avverte una sottile linea rossa, la missione di chi vorrebbe preservata la bellezza dell’Italia, sempre più sbriciolata sotto il peso dell’incuria e dell’anomalo intervento.
I musei non sono mai stati l’esatta soluzione, ci vuole un concetto olistico alla base per rafforzare la “forza del contesto” in un manufatto, un’opera, un paesaggio in collegamento con il resto, con il tutto, con l’insieme che i nostri occhi percepiscono. Ecco perché “la storia è piena di brutture ma la sua conoscenza è comunque luminosa e bella.
Nulla pertanto è trascurabile e da scartare tra ciò che è, perché i contesti della vita sempre sono un miscuglio di brutto/bello e buono/cattivo”.
Ogni oggetto, ogni essere, ogni creazione è frutto di un ciclo e “molte cose della natura e della storia ricominciano a vivere perché non si tratta di esistenze individuali in sé conchiuse ma di organismi materialmente conservati che si sviluppano e perpetuano, reciprocamente confermandosi nel riuso o smentendosi nell’obliterazione, entro una medesima porzione di spazio”.
La forza del contesto è un libro intrigante, meticoloso, stimolante che consiglio di leggere per imparare ad amare l’arte come espressione di vita che si rigenera e non viene sepolta tra le scartoffie della nostra anima, o con la mania del cacciatore che impaglia la testa dell’animale abbattuto.