Giulio Gasperini
AOSTA – 61 anni fa, a Marcinelle, in un incidente di miniera, morirono 262 minatori, di cui 136 italiani. Oramai sono considerati eroi, simboli di un’Italia che andava a lavorare all’estero, piuttosto che morire di fame, in cerca di un futuro migliore. Ma, in realtà, i grandi esodi degli italiani – perché di esodi si tratta, essendo partiti quasi 30 milioni di persone dall’Unità di Italia a oggi – sono stati tutt’altro che eroici. Spesso gli italiani (e Sciascia ce lo svela con la sua leggendaria profondità nel racconto “Il mare color del vino”) venivano attratti verso un supposto e ipotetico Eldorado da falsi volantini e procacciatori di esseri umani (essì, anche in passato esistevano i trafficanti e la carne da contrattazione erano nostri connazionali). Parimenti, però, numerose associazioni ed enti benefici cominciarono a scrivere una serie di guide, per aiutare i connazionali che volevano partire e, soprattutto, sopravvivere nelle nuove terre oltremare. Hermann W. Haller ha raccolto, nell’interessantissimo volume Tutti in America, edito da Franco Cesati Editore, alcune delle “guide elaborate per gli emigranti italiani durante il periodo del grande esodo”. Continua
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La Benedizione di una vita ordinaria
Giulio Gasperini
AOSTA – Benedizione, primo volume della Trilogia della pianura di Kent Haruf, che uscirà il 19 marzo 2015 per NN Editore, nuovissima casa editrice nel panorama italiano, è un romanzo di intenso realismo contemporaneo. Un racconto, essenziale e scarno, che fa affacciare il lettore sulla psiche dei protagonisti con un’apparente semplicità ma con uno sguardo penetrante e chirurgico. Benedizione racconta di un uomo, Dad Lewis, e della sua ultima estate, in un’accelerazione inevitabile all’ultimo respiro. In questi ultimi suoi tre mesi Dad Lewis, prevedibilmente, si trova a fare i conti col suo passato, con le questioni irrisolte, con le mancanze e i tentativi di recupero di rapporti, in particolare quello del figlio, fuggito da casa quindicenne per vivere al meglio la propria vita da omosessuale. Più di una volta, Dad Lewis si trova al centro di una sorta di tribunale familiare, coi fantasmi del suo passato che si ritrovano attorno al capezzale, fornendo i capi di imputazione e non arrivando mai né a un’assoluzione né a una condanna.
La sua vita ordinaria è stata la sua benedizione personale, una sorta di suo privato American dream che lo ha risollevato dalla misera condizione familiare di origine, dalla quale ha sempre voluto fuggire. L’aspirazione era aprire un negozio, dove poter dare alle persone quello di cui avevano bisogno. Il commercio era la sua unica religione. Oltre alla famiglia: una famiglia come tante, non perfetta, non assoluta; una famiglia all’interno della quale si commettono errori e recuperarli diventa il compito più arduo e tremendo.
A muoversi tutt’intorno a lui varie figure che rappresentano un exemplum dell’americanità: la donna anziana che vive assieme alla figlia zitella, la nonna con la nipotina rimasta orfana, la figlia senza una relazione stabile e con il doloroso ricordo delle perdita della figlia amatissima, la moglie fedele che sopporta e supporta il marito, il pastore protestante che si scontra con il dominante pensiero di guerra e difesa militare e viene licenziato dalla Chiesa.
La narrazione procede decisa da un verbo a un altro, da un’azione a un’altra. Poco spazio per i pensieri, per le mappature intime e mentali; è l’azione che definisce le persone, che le caratterizza e dà loro valore, in una sorta di nuovo realismo contemporaneo, dove l’autore/narratore si ritira dietro le quinte della narrazione e non si palesa concretamente, se non per inanellare come in una specie di salmo i gesti e i comportamenti di un esercito variegato ma molto ben differenziato di attanti.