ROMA – Viviamo in un mondo relativamente libero, che ci permette di scegliere a cosa dedicare la nostra vita. E abbiamo scelto: la dedichiamo a noi stessi.
È proprio l’individualismo, secondo Charles Taylor, il maggiore dei mali della nostra società. La causa di tutti i disagi e cioè della perdita di un fine e della libertà politica. Nel saggio “Il disagio della modernità” il filosofo canadese ci illustra i passaggi che portano l’uomo a rinchiudersi nella gabbia dorata dell’adorazione di sé, dimenticandoci dell’aspetto fondamentale della nostra essenza umana: la socialità.
La ricerca insistente dell’approvazione, di un elogio che dimostri la nostra unicità, l bisogno di diversificarsi dagli altri, diventano fini a se stessi, perdendo un’oggettiva utilità. L’estro artistico viene ricercato da tutti, senza spesso saper riconoscere il talento oggettivo.
Bene, Taylor non condanna completamente questo innamoramento egoistico, ma lo vorrebbe educare ad una funzione sociale. La socialità infatti, è l’unico aspetto a dare un fine alle nostre azioni. Così come lo è l’impegno politico in senso lato di impegno sociale. Senza il contesto le nostre scelte perdono di significato, perdono ogni valore.
Un tempo il destino dell’uomo veniva definito alla sua nascita. Nelle civiltà moderne non è così: il cambio di posizione sociale è possibile, seppure con sforzi sensibili. In questo modo l’uomo si arroga il diritto di assumere delle posizioni diverse da quelle tenute dal proprio governante, che un tempo era l’unico a poter decidere della vita dei suoi sudditi.
Se riuscissimo ad indirizzare i nostri interessi contestualizzandoli ad un bene maggiore, come quello comunitario, potremmo restituire alle idee la loro giusta valenza e il loro stesso ruolo di idee. Soprattutto in un mondo globalizzato che permette la circolazione di queste idee e la loro funzionalità cosmopolita.
Charles Taylor ha insegnato a Oxford, Princeton, Berkeley. Attualmente è docente di Scienza della politica e filosofia presso la McGill University, dedicandosi alle scienze sociali e alla filosofia politica. Sono importanti i suoi studi sulla tematica della secolarizzazione e sui rapporti tra modernità e religione.