Le tante novità di VerbaVolant Edizioni

Giulio Gasperini
AOSTA – Tante, tantissime sono le novità editoriale di VerbaVolant Edizioni, coraggiosa casa editrice di Siracusa. Continuano le pubblicazioni di Libri da parati, ovvero contemporaneamente albi illustrati e poster d’autore, da leggere e da appendere alle pareti. Questa volta, è il turno di Litania per un lettore lamentoso, divertentissima storia scritta da Laura Mango e illustrata da Marco Petrella, che ci racconta, con una deliziosa e ipnotica allitterazione in l-, di un lettore che si lamenta di non trovare libri interessanti; sarà compito di un libraio, linguacciuto, fargli scoprire una ricchezza inesauribile e indomabile di volti e storie.
Una storia che riguarda tutti noi lettori, più o meno viziati, più o meno insaziabili e incontentabili. Ma con lo straordinario lietofine.  Continua

Festival delle Letterature migranti: a Palermo dal 12 al 16 ottobre

festival-letterature-migrantiPALERMO – Seconda edizione per il Festival delle Letterature migranti che torna a Palermo da domani, mercoledì 12 ottobre e continuerà fino domenica 16 ottobre. Centinaia di ospiti, incontri e spettacoli in decine di luoghi della città: palazzi storici, teatri, università, scuole. Il Festival, promosso dal Comune di Palermo insieme all’Università e a tante istituzioni pubbliche e private, si deve ai sogni e al lavoro di tante persone – scrittori, volontari, docenti, studenti – per contribuire alla pace e alla convivenza. Continua

Passaggio in Sicilia nella terra dei mille incontri

Passaggio in SiciliaGiulio Gasperini
AOSTA – La Sicilia è terra ricca e copiosa: di natura, di paesaggi, di arte, di letteratura, di società più o meno complesse, di odori. Massimo Onofri, dall’alto di una vasta cultura e di una scrittura coinvolgente e penetrante, che riempie ogni piega della mente e significa ogni prospettiva, declina la terra di Sicilia con una sintonia di amorosi sensi impressionante in un Passaggio in Sicilia, edito da Giunti Editore, che fa da controcanto a un precedente Passaggio in Sardegna: le due maggiori isole della penisola italiana, così diverse per cultura lingua società e storia, esplorate con dettaglio e competenza da un critico letterario che diventa anche guida ed esploratore.
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“Una marina di libri”: dal 9 al 12 giugno 80 case editrici arrivano all’Orto Botanico di Palermo

una marina di libri 2016_chronicalibriPALERMO  – Ottanta case editrici indipendenti da tutta Italia per l’edizione 2016 di Una marina di libri, il festival dell’editoria indipendente promosso dal CCN Piazza Marina & Dintorni in collaborazione con le case editrici Navarra e Sellerio, in programma all’Orto Botanico di Palermo da giovedì 9 a domenica 12 giugno. La settima edizione della manifestazione trasforma gli alberi nei protagonisti della manifestazione: il complesso monumentale dell’Orto Botanico accoglie – a ingresso gratuito – i migliori nomi del panorama editoriale italiano trasformando le presentazioni e gli incontri in un grande giardino letterario all’aperto. Continua

La vita dipinta di un pittore immenso

L'uomo che veniva da MessinaGiulio Gasperini
AOSTA – Le parole utilizzate come fossero pennellate dense, corpose, proprio quelle della pittura a olio che tanto aveva desiderato imparare: ecco come Silvana La Spina decide di affrescare la vita del grande Antonello da Messina, pittore siciliano che si afferma come uno dei più straordinari artisti della pittura di tutti i tempi. Per quei suoi volti espressivi ma enigmatici, per queste scene bibliche rappresentate al limite del rispetto, per quella fisicità così intensa e votata allo spasimo. L’uomo che veniva da Messina, edito da Giunti Editore, è un’ulteriore perle nella collana “Italiana”, e restituisce una storia pulsante e commovente della vita di un uomo di cui non si sa praticamente nulla.
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“Il Vurricatore” e i mestieri della mafia.

il vurricatoreGiulio Gasperini
AOSTA – Sovente – molto sovente – la realtà sa offrire materiale narrativo più perfetto che se partorito della fantasia stessa. Basta soltanto cambiare qualche nome, fare chiarezza su alcuni snodi, analizzare un po’ più profondamente gli sguardi e i pensieri. Nulla più. E “Il Vurricatore” di I.M.D., sovrintendente della Polizia di Stato, ne è un esempio abbacinante. Il protagonista del romanzo, edito da Edizioni Leima nel 2013 nella collana “Le stanze”, è in realtà Gaspare Pulizzi, un mafioso legato alla famiglia di Carini. Un personaggio storico, pertanto, che non tutti possono ovviamente conoscere ma la cui parabola all’interno della scalata mafiosa è indicativa ed esplicativa di come la mafia si organizzi e funzioni alimentando sé stessa e mai scoraggiandosi.
Il racconto di I.M.D. è sorprendente per la chiarezza, per la fluidità della narrazione. Pare quasi un rapporto di servizio, purgato dei termini del burocratese spinto, ma ugualmente chiaro e lineare, dove ogni parola ha il suo spazio, dove niente è superfluo né estraneo. La semplicità delle azioni descritte, la modestia nell’utilizzo degli aggettivi, la snellezza delle descrizioni, la maestria di pochi dati per giustificarci un sentimento, un pensiero, una reazione: tutto concorre a far deporre l’attenzione del lettore sulle pratiche del fenomeno mafioso, analizzato e descritto con grande precisione e puntualità, fin nei più assurdi rituali d’iniziazione e nella gestione degli affari direttamente sul territorio. Tante vite si muovono in questo che potremmo definire faction novel, ovvero un romanzo di fatti e fiction. Tanti personaggi lo popolano, tante coscienze lo animano: la mafia è un fenomeno corale, che si regge su singole potenti e carismatiche identità ma che coinvolge e avvolge larghe fasce di popolazione, tra chi si dedica all’omertà e chi all’opposto decide la lotta, la resistenza fiera. E nel romanzo c’è spazio anche per la Polizia, per le forze dell’ordine, di cui vengono messi in luce i successi ma anche gli insuccessi, i buchi nell’acqua, le vane difese, i falliti piani. Perché “Il Vurricatore” è una storia “normale”, un racconto che non ha nulla di stra-ordinario, ma che ci trascina in un luogo che potrebbe essere il nostro, in un intenso scambio di favori e privilegi nel quale ciascuno può cogliere un aspetto della sua vita vera. È un “romanzo” che ci fa quanto meno socchiudere gli occhi: proprio perché la mafia è un fenomeno banale; che si basa, ovvero, su semplici legami, su ovvi rapporti. Ed è forse questa la sua più sorprendente caratteristica, quella che le consente di rinnovarsi ogni volta, dopo ogni apparente insuccesso. E sono anche i legami contro cui è più difficile, in nome della legalità, combattere.

“Lampedusa”: un’iniziazione alla bellezza.

LampedusaGiulio Gasperini
AOSTA – Troppo spesso, negli ultimi anni, ricordata nelle cronache per essere il primo suolo d’Europa dove migranti approdano rischiando il mare e aggrappandosi al sogno di una libertà e di un benessere altrove negati. Il suo mare è spesso accostato a un cimitero, a una tomba impietosa che inganna e non restituisce. Ma Lampedusa è ben altro rispetto a questa immagine dei nostri Anni Dieci: Rafael Argullol, nel suo romanzo breve “Lampedusa. Una storia mediterranea”, edito in Italia nel 2012 da Lantana Editore, ci restituisce una visione ben diversa dell’isola, in un tempo più lontano ma non troppo remoto.
Argullol fu sull’isola nel 1975, quando non era che un “frammento di deserto in mezzo al mare”. Sulla nave che lo stava portando, conobbe Leonardo Carracci il quale donò allo scrittore una storia straordinaria, quella della sua vita e del suo legame con Lampedusa. Sicché il romanzo registra una virata decisiva: attraverso un cambio di narratore (e di punto di vista) è il Carracci stesso a farsi narratore, a svelarci i motivi per cui la sua storia è così indelebilmente allacciata con l’esistenza (e l’essenza) dell’isola. Il Carracci ci riporta indietro nel tempo, alla fine degli anni ’30, quando “l’indigenza degli abitanti dell’isola era totale. Non avevano elettricità e la pochissima acqua, sempre salmastra, doveva essere estratta con fatica da pozzi molto profondi”; ma quando lo spirito degli abitanti era forte e fiero, temprato da un rapporto diretto con la natura: il confronto poteva anche essere aspro e rischioso ma sempre rispettoso e corretto.
“Lampedusa” è un romanzo sulla bellezza allo stato primigenio, quasi “selvaggia”: su quello spirito, quel richiamo ancestrale e arcaico che ci appartiene e ci connota nell’intimo. Quel brivido che ci coglie ogni volta che assistiamo alle più diverse manifestazioni della bellezza: da uno scorcio naturale alla scoperta di una passione al superamento di un limite. È questa la bellezza che connota tutte le altre, anche quelle più posate e all’apparenza tranquille, che giacciono nei musei, che si impolverano alle pareti, che si consumano alla furia degli elementi. La bellezza è un mare scintillante, un vento potente, un tramonto infuocato: è il richiamo di una vita pura, cristallina, che in alcuni luoghi della terra riesce a distinguersi dal ritmo soffocante e alienante delle scadenze, dei compiti, degli appuntamenti.
Qua, a Lampedusa, nel romanzo di Argullol, la terra si calpesta con la pianta dei piedi nudi, il mare diventa non più una tomba ma una culla che mette alla prova ma che tanto anche regala, l’aria diventa balsamo rinfrescante, le rocce non sono deserto ma fondamenta sicure sulle quali contare, l’orizzonte non è una gabbia ma si converte in opportunità, si scontorna nell’attesa di qualche fatidico evento che arriva, ci prende e ci cambia per sempre la vita.