“Un lavoro nuovo di zecca”: Cristiano Bacchieri per Volevamo solo ridere, Racconti d’Estate

“Un lavoro nuovo di zecca”
CRISTIANO BACCHIERI – Ripensando alla mia fugace carriera di bambino, mi tornano alla mente pochi episodi salienti, ma molte sensazioni. Ricordo chiaramente che il desiderio più grande e ricorrente era uno solo: essere “grande”. Perché gli adulti si divertivano molto di più: potevano andare dove volevano, dire ciò che volevano e mangiare gli spinaci solo se volevano. Che conquista!
Il modo migliore per sublimare quell’ardente desiderio, io e i miei due cuginetti lo trovavamo giocando “ai mestieri”. Mia cugina, che ha la mia stessa età, solitamente gestiva un bar o un ufficio postale (o, spesso, entrambi). Mio cugino, di un anno più piccolo, era generalmente percepito come presenza non gradita. Infatti non ricordo nemmeno che mestiere facesse. Qualcosa di manuale, comunque. Continua

“Un insolito ritorno”, il racconto a tema libero di Alessandra Guenci per Volevamo solo ridere

“Un insolito ritorno”
ALESSANDRA GUENCI – Non ci sono dubbi che il paesino non sia niente di che. È semplice, curato, ma a questo tipo di bellezza, a questa natura pressoché inviolata, non siamo più abituati.
Lo abbiamo girato in lungo e largo, osservandolo prima dal punto panoramico in cima al castello, con le cime innevate dell’Appennino sullo sfondo. Poi camminando lungo il corso del paese, dove fra una macelleria, una tabaccheria e un bar, si snoda il centro. Cambiato il punto di vista, non abbiamo colto sensazionali novità. Anzi il centro è quasi commovente, nella sua povera e autentica semplicità.
Il “rudere” come lo chiamano a casa, è in fondo a una piccola strada in discesa che parte dal corso. Continua