A m’arcord…

ROMA – Io mi ricordo, in dialetto romagnolo. Chissà quante cose aveva scolpite nella memoria Tonino Guerra, il poeta dell’ottimismo; uno dei pochi che riuscì a esser poeta anche al cinema, componendo delle sceneggiature che non furono solo semplici film ma che finirono per comporsi in una lunga e duratura silloge. L’avventura, Matrimonio all’italiana, Blow-Up, Amarcord… Nomi immortali, più celebri delle sue poesie stesse, dei titoli delle sue raccolte. Il poeta Guerra, romagnolo puro e cristallino, forte e fiero come zolla, è stato forse un po’ troppo ignorato, dimenticato, rimasto impolverato sotto l’occhio indifferente di una critica (ma, soprattutto, di un pubblico), che legge con diffidenza la poesia; e, ancor di più, la poesia in dialetto.
Oggi Tonino è morto; per la Giornata Mondiale della Poesia. Prima di lui se n’era già ampiamente andato l’ottimismo. Adesso rimangono le sue poesie.

 

E’ pióv.

 

L’aqua ch’la bagna e ch’la fa léus i cópp
la casca te curtéil dreinta e’ tinazz;
Ciudei la porta e pu mitéi e’ cadnazz,
ché ‘d fura e’ dvénta una nòta da lóp.

 

E’ pióv sal chèsi, e’ pióv si èlbar chi è néud,
e sòta e’ vièl e’ passa la caròza;
mo tla cuntrèda i va mèni in bascòza
e in tèsta un fazulètt sa quatar néud.

 

Ò tróv un léibar vècc dréinta una cassa,
eun ad chi léibar che t’a i craid smaréid;
e’ zcòrr ch’u i é una béssa te su néid
ch’la sta a séntéi se pióv una gran massa.

 

 

Piove.

 

Un’acqua che bagna e fa luccicare i coppi
casca nel cortile dentro il tino
Chiudete la porta sprangate con la catena
fuori si prepara una notte da lupi.

 

Piove sulle case, piove sopra gli alberi nudi,
per il viale passa la carrozza
su nella contrada camminano con le mani in tasca
e un fazzoletto con quattro nodi in testa.

 

Io ho trovato un libro vecchio dentro una cassa,
uno di quei libri che tu credevi perduto,
racconta che c’è una biscia nel nido
che ascolta se comincia a diluviare.