Un viaggio a Istanbul alla scoperta dei luoghi comuni

IstanbulGiulio Gasperini
AOSTA – Istanbul è citta grondante luoghi comuni; e sono quegli stessi luoghi comuni che i turisti vanno più spesso e con più determinazione a cercare e scoprire, di solito anche fotografare per riportarli indietro, al loro rientro a casa. Istanbul è un ponte tra i mondi di Michele Monina è l’undicesima puntata di un’avventura editoriale, targata Laurana Editore, chiamata “Europe”: dodici libri per dodici città visitate dall’autore in dodici mesi. Da un angolo all’altro del Vecchio continente, da Atene a Stoccolma, per cercare di capire meglio cosa sia diventata l’Europa, oggi, e quali prospettive possa ancora avere.
E non è un caso che sia stata scelta anche Istanbul, che sul continente europeo c’è soltanto geograficamente, ma non politicamente né socialmente. La Turchia è ancora ben lontana dall’entrare in Europa: ha un faticosissimo passato da farsi perdonare (armeni, Cipro, curdi) e un forse ancora più faticoso presente con cui confrontarsi, tra enorme sviluppo economico e lo smarrimento di un’identità che pareva, dopo il presidente Atatürk, oramai plasmata. Ma Istanbul, come Michele Monina cerca di mettere bene in evidenza, è una città che sta dettando le regole del futuro, o forse futuro lo è già: una città che oramai è imprescindibile all’interno dell’Europa, sia per la sua storia che qui, da Bisanzio a Costantinopoli all’attuale Istanbul, ha in breve il suo svolgimento paradigmatico, un po’ quello che si prova contemplando Aya Sofya: il capolavoro che condensa ogni anima di questa città.
Monina si misura con tutti i luoghi comuni che nutrono la leggenda di Istanbul in questo libro che si sviluppa sul doppio registro di una guida pratica, con notizie aggiornate e utili, e di una meditazione piuttosto personale, che con uno stile a volte stridente per un’eccessiva presunzione di simpatia, ci porta a confrontarci con l’interpretazione dell’intera metropoli: cosa è stata, cos’è e cosa potrebbe essere.
Sono i luoghi più noti di Istanbul, quelli che Monina fa visitare, ma anche alcune ricchezze più nascoste e trascurate, in una serie di capitoli che basandosi sui sensi entrano abbastanza nel particolare dei vari aspetti: dal cibo, ai luoghi da visitare, dalla musica all’artigianato. Manca forse un po’ di esperienza più diretta e personale, probabilmente più concentrato sul proseguire e sviluppare il suo intento across-the-Europe, svolgendo quel fil rouge che aveva cominciato a svolgere dal primo volume della raccolta; ma “Istanbul” di Monina è comunque una lettura svagata e divertita, un modo piuttosto particolare di approcciarsi a una città che mantiene ancora dei tratti distintivi, pur cominciando a esser diventata un po’ come tutte le altre.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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