“La voce dei libri”: le declinazioni delle librerie resistenti.

La voce dei libriGiulio Gasperini
AOSTA – La crisi, tutt’attorno a noi, sta causando l’evidente chiusura di molti esercizi commerciali. E le librerie sono probabilmente tra i negozi più pericolanti, in un’Italia che tanto scrive ma tanto poco legge. In questo clima depressivo per il settore, ci sono alcuni esempi di librerie che non solo resistono ma persino prosperano, imponendosi per la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti, di saper affrontare le sfide sempre nuove imposte dal mercato, nella versatilità imposta dal cambio di pubblico e lettori.
“La voce dei libri”, a cura di Matteo Eremo, edito da Marcos y Marcos, è uno splendido viaggio nell’Italia di dieci librerie che resistono, esempi di un modello di cultura che continua a valorizzare il libro, sia come prodotto che come lavoro culturale, ma che sa accogliere proficuamente le potenzialità di un mercato sempre in cambiamento. Il percorso, in realtà, comincia dalla Svizzera, dalla città di Bellinzona, dove dal 1924 la famiglia Casagrande si dedica ai libri e alla loro promozione. Fu Libero Casagrande, nei primi anni Ottanta, a “inventarsi” il programma Libris, per una gestione informatizzata della libreria: uno strumento non certo agevole, né immediato ma che ha contribuito a rivoluzionare la gestione delle librerie da lì per tutto il futuro. Poi c’è la libreria Fogola, di Pisa, che affonda le radici della sua vocazione nell’esperienza dei librai ambulanti della Lunigiana, in memoria dei quali è stato fondato il Premio Bancarella. A Roma esiste dal 2002 la libreria Altroquando, nata dalla passione di Alessandro Alessandroni per il cinema, mentre la soluzione escogitata da Daniela Bonanzinga è stata quella di lavorare in stretto contatto con le scuole di Messina, creando una stretta sinergia tra la pagina scritta e l’azione degli studenti, valorizzando tutte le loro capacità più spiccate. A Vicenza, invece, dal 1880, esiste la libreria Galla che, accanto alla vendita dei libri, ha da sempre proposto anche penne, cancelleria, e raffinata oggettistica e che, ad un certo punto, per non soccombere alla contrazione del mercato, ha stretto un accordo con Libraccio per la vendita dei libri usati e dei remainders. Ad Empoli, undici libraie riescono a condurre la libreria Rinascita, nata nel 1977 con una forte impronta politica e sociale, e a gestire un festival noto in tutta Italia, Viruslibro, che riempie piazze e materialmente produce cultura.
“La voce dei libri” ci fa ascoltare direttamente le voci delle tante persone che popolano le librerie. Le librerie sono, innanzi tutto, persone: in particolare, nel libro vengono descritti librari capaci e totalmente dediti al loro lavoro; librari che hanno risposto a una vocazione familiare o librai che si sono scoperti tali durante il corso della loro esistenza, magari cambiando bruscamente direzione e vita, rinunciando ad alti stipendi e a sicurezze maggiori. Storie di uomini e donne coraggiose che non hanno saputo rinunciare al vizio di leggere, alla perversione di raccontare e consigliare storie, all’illusione (un po’ persino masochista) che la parola scritta fosse un bisogno irrinunciabile dell’uomo a qualunque latitudine e a qualunque età.

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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