“Adotta una parola” affinché l’italiano sopravviva!

Giulio Gasperini
AOSTA – L’italiano è la dodicesima lingua più parlata al mondo: ragioni culturali, e non certo di diffusione geografica, le permettono di guadagnarsi questa posizione. Ma l’italiano è anche la lingua, tra quelle neolatine, che può contare più lemmi e vocaboli. L’italiano è una lingua poetica, estremamente versatile e piuttosto creativa (avrebbe anche poco bisogno di prestiti esterni, data la sua ricchezza verbale!): e non lo scriviamo per razzismo culturale o preferenza materna, ma perché i dati dicono questo, e noi siamo felici di riportarli e sottoscriverli.
La Società Dante Alighieri, fondata alla fine dell’800 da, tra gli altri, Giosue Carducci, ha sollecitato l’aiuto di quattro tra i più importanti dizionari dell’italiano contemporaneo (il Devoto Oli, il Sabatini Coletti, lo Zingarelli e il Garzanti) per cercare di salvare le parole italiane dall’oblio della dimenticanza e, cosa ancor più grave, della mancanza di utilizzo. Perché si sa che una parola sopravvive soltanto se si usa: altrimenti diventa un polveroso relitto per fare la felicità di qualche remotissimo filologo. Ma la lingua è bella perché usata, perché parlata, perché utilizzata per confrontarsi con la realtà circostante, col mondo, per misurarlo, quantificarlo e significarlo. Chiamare le cose col loro vero nome, con quello storico, magari con l’unico corretto a differenza di altri, è come riscoprire, come riportarle alla luce la prima volta: un rinnovato battesimo che ciascuno di noi ha il potere di compiere. Basta conoscere le parole, basta saperle utilizzare; basta volerlo, insomma.
Ad oggi, le parole adottate sono state quasi 30.000. Basta connettersi a questo sito: http://adottaunaparola.ladante.it/ Alla fine, vi sarà dato anche un attestato, con la vostra parola, e con l’impegno di usarla il più possibile, a ogni occasione (mai a sproposito) per far sì che qualchedun altro si accorga di lei e della sua esistenza. Siamo tutti lì… Io, per via del mio lavoro, ho adottato “rifugiato”, la direttrice “concepibile” (e non ho indagato il motivo)…
Voi, quale? Scrivetecelo!

Informazioni su Giulio Gasperini

Laureato in italianistica (e come potrebbe altrimenti), perdutamente amante dei libri, vive circondato da copertine e costole d’ogni forma, dimensione e colore (perché pensa, a ragione, che faccian anche arredamento!). Compratore compulsivo, raffinato segugio di remainders e bancarelle da ipersconti (per perenne carenza di fondi e per passione vintage), adora perdersi soprattutto nei romanzi e nei libri di viaggio: gli orizzonti e i limes gli son sempre andati stretti. Sorvola sui dati anagrafici, ma ci tiene a sottolinare come provenga dall’angolo di mondo più delizioso e straordiario: la Toscana, ovviamente. Per adesso vive tra i 2722 dello Zerbion, i 3486 del Ruitor e i vigneti più alti d’Europa.
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9 commenti

  1. io ho adottato CONCEPIBILE e il motivo è molto semplice: è una parola che dà speranza poiché dà vita 😛

  2. Io ho adottato “concretizzazione”… mi rispecchia e soprattutto credo che nella nostra società (soprattutto a livello istituzionale) ci sia bisogno di concretizzazione e non solo di parole “scritte nel vento e nell’acqua” come diceva Catullo…

  3. marianna abbate

    io avevo adottato qualcosa tipo “conviviale” ma non mi ricordo era più di un anno fa! Mi hanno richiamato i servizi sociali e se la sono ripresa :.( ridatemi la mia bambina!!!

  4. Volevo adottare “sfumatura” ma nessun vocabolario vuole darla in adozione, evidentemente le sfumature non sono cosi´a rischio..eppure a me sembra non le noti piu´nessuno! Ho ripegato su “disappannamento”..per vederle meglio!

  5. Lusinga. Perché è tanto gradevole il significante, quanto odioso il significato.

  6. io sto decidendo quale parola adottare, mi sono rifatto al vocabolario utilizzato nelle riunioni aziendali.
    skillato
    sfidante
    impattante
    pdeffato
    località appeal

  7. ora cercherò di adottare la parola “matrimonio” due piccioni con una fava huhuhu

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