Serena Corsi torna al romanzo e ci porta nel domani
Giulia Siena – Amicizia, innovazioni e cambiamento climatico. Nel nuovo romanzo di Serena Corsi c’è il mondo di oggi e quello di domani. Il terzo sangue di Ester Jardim, pubblicato da Bookabook nella collana narrativa, è totalmente differente da un altro romanzo della stessa autrice che avevamo avuto modo di leggere (qui la nostra recensione a Donne di fiume e d’inchiostro, Fernandel), ma ugualmente caratterizzato da una forte capacità narrativa.
Ester sogna di vivere sugli alberi, non di dover essere richiamata continuamente per dare una mano alla comunità e alla nonna. Ma qualcosa cambia repentinamente: ciò che conosce bene, lì dove ha sempre vissuto potrebbe essere spazzato via. Ora Ester deve salvare la sua casa. Quei territori, nel tempo ridotti a discarica, ora devono essere cancellati, fare posto alla costruzione di una diga. Mentre tutti erano distratti da incombenze politiche o sociali, i “potenti” – o chi per loro – hanno violentato e diviso ciò che ora vogliono prendersi. Il fine, però, sembra alto: c’è bisogno di rimodellare la foresta e la città. Ester però non crede a queste promesse, vorrebbe arrestare quel cambiamento, far partire una rivoluzione con la sua fionda e la forza delle idee.
La sensazione di impotenza, la voglia di rivalsa, la determinazione di una piccola giovane donna. Ester deve attingere a tutto questo. Ed è a Moris che si rivolge. Moris vive lì dove un tempo c’era la neve; sono lontani, infatti, sono “amici di penna”, una proposta “folkloristica” portata avanti dalla maestra dalla montagna di capelli ricci. Moris può aiutarla: è un abile hacker e conosce bene ciò che resta quando si tradisce la natura, conosce le conseguenze dello spreco, la resa e il “baratto” tra bisogni e natura.
Il terzo sangue di Ester Jardim è un fantasy cin i piedi ben piantati per terra, una storia distopica con sfumature realistiche. Serena Corsi si conferma un’autrice che racconta il tempo: l’oggi, il domani e il passato (come nel precedente romanzo) e lo fa con la consapevolezza e la freschezza di chi osserva il mondo con gli occhi del narratore.