Fernandel: “Donne di fiume e d’inchiostro”, storia di un’assenza ingombrante

Giulia Siena
PARMA
– 1943, 1961, 1989. La storia di tre donne si muove attorno a queste date. Numeri come tanti, giorni perduti e lontani, forse privi di senso fino a quando, durante un consiglio di classe, Marta riceve la telefonata che la informa che sua madre si è persa. Clio, all’anagrafe Cleopatra, ha abituato quell’unica figlia alle sue strampalate reazioni, ma proprio a questo Marta non era pronta: sua madre ora è malata, cammina a fatica ed è smemorata.

E’ sempre, anche in vecchiaia, la donna dalla collera violenta e dal sorriso assorto, ma le urla e le ribellioni di un tempo sono ormai un antico ricordo. Non può essersi allontanata così, senza un motivo. Da sola. E poi deve trovare il modo di dirlo a Sara, sua figlia, in Erasmus nei Paesi Bassi. Deve pesare le parole per non farla preoccupare, la nonna non sarà andata lontano. Eppure Marta, la donna della contraddizione, colei che ama l’ordine dei numeri e l’ecletticità delle parole (insegna matematica e scrive favole), si ritrova a immergersi in un passato occupato da figure, amori e segreti. Non solo il passato di Clio, ma inevitabilmente anche il proprio perché quella madre, che decenni prima l’aveva portata in città dal crinale della montagna ora, allo stesso modo, la trascinava – strattonandola – in vite dimenticate e ancora rumorose. Nel suo ingombrante modo di essere, di vivere e di mancare. Da questa “perdita” si ricompone un puzzle fatto di silenzi, iniziazioni, sentimenti palesati, celati ed urlati.

Clio non c’è, ma scrive; nella sua casa, ora occupata dalla preoccupazione di Marta, giungono lettere destinate al maestro Erasmo, il gioviale Paride, l’idealista Piervittorio e alla stessa Marta. Attraverso questi scritti si dispiega la storia, ci si immerge e si torna a galla per riprendere il respiro, farsi forza e trovare le risposte.

Donne di fiume e d’inchiostro è il primo romanzo di Serena Corsi che in queste pagine riversa emozioni e colpi di scena tessendoli insieme con una scrittura poetica e precisa. Il libro, pubblicato da Fernandel, è ambientato sulle colline reggiane (terra d’origine dell’autrice), tra le sponde dell’Enza e le strade di Reggio Emilia.

La grande forza di questo libro, oltre a una storia perfettamente architettata e una scrittura dalla fortissima capacità narrativa, è l’esposizione di caratteri così affascinanti e forti, emblematici e coerenti. I personaggi descritti dalla Corsi racchiudono piccoli mondi, somma del proprio periodo storico e umori, mancanze ed esigenze di quel tempo. Se cercate una storia – una piccola saga familiare – in cui perdervi per poi ritrovarvi e ritrovare tutta la caparbietà e la determinazione di territori silenti, Donne di fiume e d’inchiostro è quello che serve.


E mano a mano che parlavo avevo la sensazione che questo mio amore senza soluzione si propagasse al resto del corpo, dalle articolazioni ai peli, dalle cartilagini alle unghie e ai capelli, non più come un dolore ma come un formicolio sempre più forte, altrettanto ingombrante ma meno intimo, meno mio”.

Informazioni su Giulia Siena

Direttore. Per gli amici: il direttore di ChrL. Pugliese del nord, si trasferisce a Roma per seguire i libri e qui rimane occupandosi di organizzazione di eventi e giornalismo declinato in modo culturale e in salsa enogastronomica. Fugge, poi, nella Food Valley dove continua a rincorrere le sue passioni. Per ChrL legge tutto ma, come qualcuno disse: "alle volte soffre un po' di razzismo culturale" perché ama in modo spasmodico il Neorealismo italiano e i libri per ragazzi. Nel 2005 fonda la rubrica di Letteratura di Chronica.it , una "vetrina critica" per la piccola e media editoria. Dopo questa esperienza e il buon successo ottenuto, il 10 novembre 2010 nasce ChronicaLibri, un giornale vero e proprio tutto dedicato ai libri e alle letterature, con occhio particolare all'editoria indipendente. Uno spazio libero da vincoli modaioli, politici e pubblicitari. www.giuliasiena.com
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