ChronicaLibri intervista Virginia Less, autrice di “Mal di Mare”

Alessia Sità
ROMA Qualche mese ho avuto il piacere di leggere e recensire “Mal di Mare“, il brillante romanzo di Virginia Savona Less, edito da Autodafé Edizioni. Sono stata decisamente conquistata dal simpatico personaggio del Capitano Osvaldi e dalle sue intriganti indagini, narrate in ben sette episodi .

ChronicaLibri ha intervistato l’autrice.

Già dal titolo del suo libro, “Mal di mare”, si intuisce il suo legame con l’acqua, infatti ho letto che è una velista. Per lei il mare rappresenta una fonte di ispirazione?
Ho trascorso le estati dell’infanzia e dell’adolescenza a Sperlonga, sulla costa laziale. Il rapporto con l’acqua, sopra e sotto, non poteva che riuscire felice. Alla vela mi sono accostata giovanissima grazie al mio esperto “capitano”(poi marito). Mi viene dunque  spontaneo parlare del mare  e trovo emblematica l’ambientazione. Per attraversarlo – come nel nostro vivere – occorre tracciare e seguire la rotta; farlo a vela richiede pazienza, intuito e raziocinio. Le doti che ho attribuito a Osvaldi, il quale deve muoversi in acque melmose verso mete elusive.
Come nasce il personaggio del Capitano Osvaldi?
Nei primi lavori ho evitato l’investigatore in divisa, troppo gettonato. Ma avevo conosciuto davvero un grosso carabiniere, ottimo cuoco e cattivo nuotatore; la sua ingombrante figura ha finito con il presentarsi  quasi da sola nei miei testi.
La riluttanza per il mare che lei ha attribuito al Capitano nasconde un significato più profondo oppure è stata semplicemente una scelta voluta per rendere un po’ comico il personaggio?
Il timore dell’acqua, insieme alla dieta perenne e al mantra su Ramsete, ha lo scopo di rendere simpatico il personaggio. Altrimenti “pesante”: ligio al dovere, pessimista, seguace di un’etica  rigorosa. Ma il suo  mal di mare simboleggia anche il malessere profondo delle persone per bene ( e che vogliono restare tali ), costrette a operare  in una società iniqua.
Dai suoi sette racconti emerge un quadro della società attuale alquanto dettagliato e non proprio roseo. Questo suo modo di scrivere è solo uno sfogo narrativo di denuncia del malcostume attuale, oppure è uno strumento per raccontare la società nel tentativo di migliorarla?
Il taglio socio-politico nasce dalla  formazione di base. Rappresenta poi il tentativo di tenere a bada, mediante un approccio  ironico, le mie frustrazioni di  cittadina delusa nelle sue esigenze di reale democrazia. La denuncia del malcostume dominante credo costituisca un dovere dello scrittore. L’idea di migliorare la società in cui vive… : un’illusione da conservare.
Secondo lei ‘nella nostra Maraglia’ il rigore morale è ormai un ricordo o intravede un barlume di speranza?
Maraglia è una sineddoche delle condotte immorali che caratterizzano, e non solo nel Mezzogiorno, la maggioranza dei governanti e dei governati. Meritevoli, questi ultimi, dei propri guai: per via della costante piccola “mafiosità “con la quale accostano la cosa pubblica. Tuttavia nel corso della storia gruppi di potere irrigiditi a difesa  sono stati più volte travolti quasi all’improvviso. Credo che i cittadini onesti, finora trattati da c…….i, non sopportino più la sfacciata  tracotanza dominante e siano in grado di prendere l’iniziativa. Se lo vorranno davvero.
Attualmente sta lavorando a un nuovo progetto?
Ho scritto un romanzo che riprende l’ambientazione e i personaggi principali dei racconti. Spero di pubblicarlo l’anno prossimo.
Tre parole per definire “Mal di mare”
Giallo, etica, ironia.

Informazioni su Alessia Sità

Laureata in Editoria e Giornalismo, da sempre coltiva l’amore per il teatro, la lettura e la poesia. Passioni che si sono concretate nel gruppo culturale “Il Carro dell’anima”, nato molti anni fa nel suo piccolo e splendido paese. Per lavoro, si interessa anche di televisione, intrattenimento e serie TV. Ama trascorrere il tempo libero andando al cinema o facendo un salto in libreria (adora, infatti, immergersi nella letteratura chic lit e perdersi in tutte le forme che la cultura può assumere). La sua filosofia di vita si ispira essenzialmente a una delle poesie più belle di Emily Dickinson: “Non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane né corsieri come una pagina di poesie che si impenna questa traversata può farla anche il povero senza oppressione di pedaggio tanto è frugale il carro dell’anima.”
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